mercoledì 29 febbraio 2012

Se in tv fa un programma o un film contrassegnato dal bollino rosso, io ancora ci penso due volte prima di guardarlo. La maggior parte delle volte cambio canale.
"...Cercare un equilibrio che svanisce ogni volta che parliamo
E fingersi felici di una vita che non è come vogliamo
E poi lasciare che la nostalgia passi da sola
E prenderti le mani e dirti ancora
Sono solo parole...
...E ora penso che il te
mpo che ho passato con te
ha cambiato per sempre ogni parte di me
Tu sei stanco di tutto e io non so cosa dire
Non troviamo il motivo neanche per litigare
Siamo troppo distanti, distanti tra noi
Ma le sento un pò mie le paure che hai
Vorrei stringerti forte e dirti che non è niente
Posso solo ripeterti ancora
Sono solo parole..."


Sono solo parole, Noemi
Le hai detto "ti amo" dopo tre settimane, io ho aspettato tre anni. Ma mi piace credere che il mio valesse di più. Me lo sono meritato tutto.

Mi hai lasciato.
Dopo nemmeno un paio di settimane ti sei fidanzato con una ragazza che "ami da impazzire e ti rende felice come mai nessuna prima" (parole tue).  Le dici "ti amo" dopo poche settimane, io ho dovuto aspettare tre anni.

Dopo qualche tempo (sei ancora innamorato e fidanzato della ragazza di cui sopra) mi chiedi, così tanto per parlare, se provo ancora qualcosa per te e se penso mai di tornare insieme.
Io ti rispondo qualcosa del tipo: "Per come stanno le cose ora, non tornerei con te. Non sono sicura di amarti ancora".
E tu mi dici che non ho tatto, che "dopo più di cinque anni assieme come fai a parlare così?".
Già, dopo più di cinque anni assieme come posso dirti che FORSE non ti amo più. E che non tornerei con te, ora che sei innamorato e felice come mai prima. Sono proprio un'insensibile.
"Se ne stavano anche zitti, ogni tanto. Abbracciati sul letto, i respiri che andavano su e giù. (Erano i silenzi più lenti e maledettamente intensi che il vecchio Alex avesse mai ascoltato.)"

Jack Frusciante è uscito dal gruppo, E. Brizzi
"Inoltre, giocavano a memory e a shangai. Alex perdeva sempre, Perennemente agitato e inquieto e tormentato com'era, non si poteva mica vincere, a shangai, in condizioni del genere."

Jack Frusciante è uscito dal gruppo, E. Brizzi

martedì 28 febbraio 2012

Tante cose da fare, tanta voglia di farle tutte.
Notizie al tg, nell'ordine:
- In Russia un orso è stato addestrato a fare semplici mosse di kung fu, con ovvio richiamo al cartone animato.
- In Russia il crollo di un palazzo ha causato diversi morti, feriti e dispersi.

Le scale di priorità sono evidentemente soggettive.
Sono come i bimbi, basta poco a rendermi felice. Il che non vuol dire che io mi accontenti.

lunedì 27 febbraio 2012

Un amico mi ha promesso biscotti e io sono felice.

Non so cosa sia successo da circa un mese a questa parte. Se tu me lo chiedessi, non saprei cosa risponderti.
Una mattina mi sono svegliata e tu non sei stato il mio primo pensiero.
Mi è arrivato un messaggio e non ho pensato che fosse tuo.
Ho ascoltato una canzone d'amore e non mi ha ricordato te.
Ho visto due ragazzi che si baciavano e non mi sono tornate in mente le tue labbra.
Forse mi sono stancata, forse mi è semplicemente passata. Io non lo so cosa è successo, ma qualsiasi cosa sia mi ha fatto bene e farà bene anche a noi, credimi.

Non sono brava in queste cose. Gli approcci con i ragazzi, dico. Lo cerco io, aspetto che mi cerchi lui o cosa?
Perché se lo cerco magari pensa che... e io invece sono solo curiosa di sapere che tipo è, magari ne esce fuori un'amicizia, magari qualcosa in più, magari scopriamo che ci stiamo sulle palle. Ma se non mi cerca lui e non lo cerco io, non lo saprò mai. In realtà è passato poco, molto poco da quando l'ho sentito, quindi in ogni caso mi conviene aspettare ancora un po' prima di cercarlo, eventualmente. E mi ha cercata lui per primo, quindi forse potrei fare un passo anche io. E quando sto così mi sento come se avessi quattordici anni, invece ne ho venticinque, ma forse certe cose non cambiano mai.
Prof.: "Ragazzi, come sapete dal corso di statistica che avete seguito il primo anno..."
Alunno a caso: "Professore, ma noi non abbiamo un corso di statistica nel nostro corso di laurea."
Prof. "E perché non ce l'avete?"
Alunno a caso: "Eh, boh..."   (ma pensa: "mica li decidiamo noi gli esami fondamentali del corso di laurea").
Prof:: Ah, peccato, sarebbe utile per voi. Vabbè, continuiamo. Come sapete dalle vostre conoscenze personali di statistica..."

(non so in quanti corsi ho assistito a questa scena)

"Ciò che dobbiamo fare adesso è trovare tutti e due un posto fuori dal libro. Come dice la volpe al piccolo principe, quando mancherà un'ora al nostro appuntamento io comincierò ad essere felice, e sempre più impaziente."

Jak Frusciante è uscito dal gruppo, E. Brizzi
"Per dirla come il vecchio Alex, c'erano stati dei pomeriggi in cui l'aveva desiderata con una rabbia capace di fargli male questa Adelaide, ma lui s'era ben guardato anche solo capirete."

Jack Frusciante è uscito dal gruppo, E. Brizzi
Mi aspettavo così poco questo "grazie", che quando l'ho letto per poco non rispondevo "grazie a te", invece di "prego".

domenica 26 febbraio 2012

"E lui non aveva mai amato così tanto, poiché si ama davvero forse solo nel ricordo."

Jack Frusciante è uscito dal gruppo, E. Brizzi

A me piace pensare che si possa amare davvero anche nel presente, nell'attimo che si vive, non solo nel ricordo.
E soprattutto, non bisogna amare un ricordo: si rischia di confondere il presente col passato e cercare nel primo qualcosa che ormai non c'è più. Piccolo promemoria per me.
"Nessun posto è lontano. Se desiderate essere accanto a qualcuno che amate forse non ci siete già?"

Jack Frusciante è uscito dal gruppo, E. Brizzi

Non lo so. Io non ne sono molto convinta, anche se questa frase mi piace molto
Io continuerò a mandarti gli aggiornamenti sulle partite della tua squadra del cuore.Anche se mi ignori o se mi rispondi solo a monosillabi. Anche se a me del calcio importa ben poco.
Mi hai detto che siamo amici. So che non puoi seguire le partite e so che la cosa ti manca tantissimo, quindi io ti manderò gli aggiornamenti, finché tu non mi dirai di smetterla. E so che finché non potrai seguire le partite non me lo chiederai.
Mi avrai ringraziato un paio di volte per questo, non di più, ma non importa. Non è per un "grazie" che lo faccio: mi sento utile per te, così. Utile in un modo stupido, ma per te è importante e tanto mi basta.
Ho notato che uso un sacco di volte l'avverbio 'forse'. Sprizzo insicurezza da tutti i pori, forse.
"Voglio dire: e i cazzi di sette e mezzo in latino, per esempio, che da semplici strumenti sono diventati una specie di fine ultimo? .. Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi consenta di strappare abbastanza soldi per strappare una qualche cavolo di serenità. (…) Cioè uno dei fini ultimi è questa cavolo di serenità martoriata. E allora perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono in contro spontaneamente lungo la strada? La realtà è che mi trovo costretto a sacrificare il me diciassettenne felice di oggi pomeriggio a un eventuale me stesso calvo e sovrappeso, cinquantenne soddisfatto."

Jack Frusciante è uscito dal gruppo, E. Brizzi
"...aveva cominciato a roderlo il dubbio che la pace interiore, il nirvana, non fossero affatto delle condizioni da raggiungere - nel senso di corergli dietro - ...
...Alla fine l'equilibrio interiore non è da cecare. Forse ce l'abbiamo già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro e più ce ne allontaniamo."

Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Enrico Brizzi
"Se con una ragazza ci state bene, deve essere difficile trovare uno che vi faccia una foto senza che rovini tutto spiegandovi che non state sorridendo abbastanza, Bisogna avere cautela, con chi è felice."

Jack Frusciante è uscito dal gruupo, E. Brizzi
"Perché lei ha un altro passato, un altro alfabeto, altre rime la fanno sorridere. Siamo irrimedialbilmente diversi ed è bello incontrare gente diversa, ma forse è impossibile capirla fino in fondo."

Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Enrico Brizzi

Forse mi piacevi proprio perché eravamo così diversi e forse io ti piacevo per lo stesso motivo. Ma forse è anche per questo che no nstiamo più insieme, chi lo sa.
Non sempre riuscivamo a capirci fino in fondo, vero, ma a volte eri l'unico che riuscisse a capirmi davvero. Senza approvare niente di quello che pensavo, ma almeno lo capivi. Era già qualcosa.

sabato 25 febbraio 2012

Scrivo di te non perché io provi ancora qualcosa che vada oltre l'amicizia.
Scrivo ancora di te perché negli oltre cinque anni passati insieme, avrei avuto tanto da scrivere e non ne ho avuto il coraggio, neanche su un diario. E allora scrivo ora, tutto qui.
Io lo so cosa non sopporto di WhatsApp. Non sopporto il fatto che se tu ti sei collegato, io lo vedo.
Se ti mando un messaggio e tu ti connetti, ma non rispondi, io lo so. Non ho più la scusa "non ha controllato il cellulare". Semplicemente, non hai niente da dirmi.

giovedì 23 febbraio 2012

Sto per scrivere un messaggio che non dovrei mai e poi mai inviare. Ma magari... potrei solo scriverlo...potrei non inviarlo. Ma tanto poi lo so che se lo scrivo, lo invio. Vado a farmi una doccia. Una doccia è sempre una buona soluzione.
Abuso di virgole, a volte. Abuso anche di puntini sospensivi, ma sto cercando di smettere.
Noi donne a volte siamo proprio cocciute. Un uomo ce lo può dire in tutti i modi che non gli piaciamo, può avere mille motivi:
- Sono già impegnato.
- Non mi piaci.
- Ti vedo solo come un'amica.
- Mi attrai fisicamente ma, vedi, non provo niente per te e non voglio farti del male.
- Non sei proprio il mio tipo. Mi presenti tuo fratello?

Eppure, cocciute noi, a volte continuiamo a far finta di niente, a credere di aver capito male. Che tanto poi, gli facciamo cambiare idea.
Quello che non hai capito, di quando io mi sono lamentata per i mancati regali, è che io non ne volevo di costosi. Quando tu ora mi parli dei regali che fai alla tua amata, io non sono gelosa dei soldi spesi per lei.
Sono gelosa del tempo che spendi per lei, per trovare qualcosa che possa piacerle. E quando tu mi dici che le hai comprato il profumo Nonsocomesichiama, spendendo Nonsoquantisoldi, io penso che sarebbe bastato un palloncino per farmi felice, uno di quelli che volano.
Ogni volta che passeggiavamo insieme, io mi illuminavo e tu dicevi che ero peggio di una bimba. Ed è vero, sono peggio di una bimba, mi entusiasmo con poco, cosa ci posso fare?



mercoledì 22 febbraio 2012

Niente rende meglio l'idea del significato di ridondanza, della parola "ridondanza".
Io lo so perché cerco di fare sempre la cosa giusta, di non disubbidire. Secondo me, a parte l'educazione, c'entra Casper. Sì, il fantasmino. Quello carino, con la testa a lampadina e senza un mignolo.
Quello che da piccolo, quando era ancora vivo, aveva ricevuto in dono dai genitori una slitta ed era uscito fuori a giocare. La sera è arrivata, faceva freddo, i genitori gli dicono di rientrare, ma lui non lo fa e resta fuori a giocare senza curarsi dei propri genitori, prende freddo, si ammala e muore. E a me spiace tanto per lui, ma spiace tanto anche per i genitori.
Ecco, credo che sia questo a spingermi a cercare di ubbidire sempre ai miei, anche ora che sono grande. Penso sempre che loro ne sappiano qualcosa in più. In generale non è un male, perché sono stata fortunata e i miei genitori sono ottimi punti di riferimento.
E poi comunque resta il fatto che le mie decisioni ora le prendo da sola e di cose che loro non approverebbero ne ho fatte un bel po', la questione è che però sotto sotto ci penso sempre.


P.S. Non credo che i miei genitori mi avrebbero lasciato a continuare a giocare fuori al freddo. Secondo me avrebbero preso la slitta e me l'avrebbero ridata il giorno dopo. Non so perché i genitori di Casper non ci abbiano pensato.

martedì 21 febbraio 2012

Tu.

Quando scrivo "tu", non sempre è lui. A volte è un "tu" è un tu generico, tanto per dire. A volte è un altro. A volte è qualcuno che nemmeno esiste.
Ma il "tu" della scatola è lui e basta. Tanto per dire.
Nei film e telefilm americani, spesso il protagonista tira fuori da un armadio una scatola contenente tutti i ricordi legati a un amore passato. Questa è la mia scatola.Ne ho anche una reale. In realtà ho una bustina, infilata in una scatola piena di altri ricordi. Una bustina piccola: la scatola non è più grande di una scatola di scarpe, e la bustina non ne occupa nemmeno la metà. Ho così poche cose materiali che mi ricordano di te. Ma ho i ricordi. E ho i mille riferimenti a te, nelle canzoni, nei film, nei paesaggi. Ho deciso che da oggi li metto qui e li chiudo bene. Magari ogni tanto mi verrà voglia di dargli un'occhiata, niente di più. Adesso che finalmente mi sento serena anche senza te, adesso che siamo amici e basta, posso anche riguardarli senza tristezza. Un po' di nostalgia, a volte, quello sì, ma niente di più.

lunedì 20 febbraio 2012

Mi sveglio dieci minuti prima di te e metto su il caffè. La macchinetta l'ho preparata ieri sera, per risparmiare tempo. Mentre il caffè sale leggo i titoli sul televideo, tiro fuori il vassoietto rosso e due tazze con i cuoricini. Prendo due cioccolatini e sistemo tutto sul vassoio. Tanto zucchero, come piace a me, lo ammetto.
Vengo a svegliarti, l'odore di caffè che entra nella stanza.
"Buongiorno", ti dico. Solo buongiorno. Già "Buongiorno amore" suonerebbe strano tra noi, e non che non ci amiamo, ma è così.
Tu mugugni qualcosa, che è troppo presto. Che la mattina non esiste, è tutto un inganno, ti sto imbrogliando.
Il caffè non ti sveglierà, lo so. Poggio il vassoio, mi siedo sul letto accanto a te e ti bacio, piano.
"Devi lavorare, ricordi?" - Un altro bacio. Mi accarezzi la guancia, forse ti ho svegliato.
No, mi tiri solo nel letto accanto a te per convincermi a dormire ancora. Per me non è un problema, non devo lavorare oggi. Ti abbraccio, mi piace il tuo odore. Forse oggi non proverò a convincerti che la mattina esiste. Forse potremmo semplicemente passare la mattina così e la mattina esisterà solo per noi.

Ho fatto delle cose sbagliate. Di alcune sono pentita, di altre non lo so. Erano di sicuro sbagliate ma almeno sono servite a una cosa: ora giudico molto meno facilmente.

domenica 19 febbraio 2012

A me i disegni dei cactus che chiedono abbracci fanno una tenerezza infinita.

sabato 18 febbraio 2012

Credo che l'amore (il sentimento) sia uno, ma non tutti amiamo allo stesso modo.
A me di quando scende le scale Ivanka a Sanremo, piace la Moldavia di Bedrich Smetana in sottofondo. Non ne capisco niente di musica classica (purtroppo), ma è uno dei pochi pezzi che riconosco.

giovedì 16 febbraio 2012

Quello che mi piaceva, tra le altre cose, era che eri onesto. Onesto in un modo fastidioso a volte, lo devo ammettere.
Perché va bene che tu mi dica anche le cose che non voglio sentire, ci sta tutto.
Anzi, io voglio sentirmelo dire se sto facendo un errore. Così poi ci posso pensare su, e se son convinta di quello che sto facendo vado avanti lo stesso, ma voglio sapere quello che pensi.
 Il confronto è importante, le opinioni non possono essere sempre le stesse (tra noi non lo erano praticamente mai), i gusti son gusti.
Ma la tua onestà ti spingeva a dire quelle cose che non tutti i ragazzi dicono alle proprie fidanzate.
Di quel tipo di onestà che se mi avessi tradito, saresti venuto da me e mi avresti detto. "Sai, ti ho tradito, mi dispiace tanto. Volevo essere onesto."
Forse più che onestà si chiama "paraculata", e pure grande, però sai.
E così me ne hai dette tante di queste cose scomode, ma mai che mi avevi tradito e tanto mi bastava.
Ora invece sembra tu sia diventato il ragazzo perfetto, il fidanzato perfetto, e la tua onestà è andata a farsi friggere.
Sai che ti preferivo prima? Potrebbe non essere più un mio problema, perché non stiamo più insieme. Se la dovrebbe vedere la tua fidanzata, ma siamo rimasti amici, e la tua onestà mi piaceva. E a vedere che non sei più sempre onesto con gli altri o con te stesso, mi fa venire dubbi anche sulla tua onestà con me. E questo, invece, non mi piace neanche un po'. Io continuerò a pensare che con me, solo con me, tu sia onesto, perché sono la tua migliore amica o qualcosa del genere. E fondamentalmente perché ti conosco da così tanto tempo e da così tanti punti di vista che non avresti bisogni di mentirmi per farmi credere di essere qualcuno che non sei. Per la prima volta, però, mi hai fatto dubitare un po'.


mercoledì 15 febbraio 2012

Vuoi vedere che il mio corpo ha finalmente capito che non voglio volerti, se sei di un'altra?

martedì 14 febbraio 2012

Sono felice.

Oggi sono di ottimo umore. E' San Valentino, non ho un fidanzato e pensavo che le coppiette in metropolitana mi avrebbero infastidio. Invece no, ero felice per loro. E sono felice per me, vai a capire perché.
E' dal fatto che non ti piace la cioccolata che avrei dovuto capire che non eri l'uomo per me.

S. Valentino - Parte 2

Non ho mai festeggiato S. Valentino. Per scelta, ma non per scelta mia.
Mi dicevi che è una festa commerciale, stupida, fatta per vendere cioccolatini e a te la cioccolata neanche piace.
A parte che a me la cioccolata piace: avresti potuto regalarmi cioccolatini e poi farmi mangiare anche i tuoi, anche se probabilmente ti avrei regalato qualcosa di diverso, perché i regali si fanno pensando alla persona che li riceve.
Mi dicevi che è una festa per ragazzini/e, che ero grande per queste cose, che erano tutte stupidaggini.
Io lo so che è una festa commerciale, so che ci si ama tutto l'anno e so che tutte le cose che mi dicevi non erano troppo distanti dalla realtà, ma mi piace che ci sia un giorno da dedicare all'amore. Un giorno in cui l'amore vinca sopra gli altri impegni.
Poi ci si ama anche tutti gli altri 364 giorni, ovviamente. Se sei fortunato e l'anno è bisestile, hai anche un giorno in più per amare. Ma che ci sia un giorno apposta per festeggiare l'amore, è una cosa che mi piace.
E poi, io a quattordici anni il fidanzato non ce l'avevo, e tu lo sai. Lo sai perché eravamo amici e lo sai perché sai che il mio primo ragazzo sei stato tu e di anni ne avevo diciotto ormai. E sei stato tu il mio ragazzo per tanti anni e ti ho fatto capire, dopo il primo anno in cui la festa era passata inosservata, che a me sarebbe piaciuto festeggiare, almeno per una volta. Quindi lo sapevi che ci tenevo.
Però. Però. Però.
Però ora che siamo amici una cosa io te la dovevo dire e te l'ho detta. Sono due anni che S. Valentino lo festeggi. Sei sempre dell'idea che sia una festa commerciale e da stupidi, però la festeggi, perché lei ci tiene. Lei ci tiene. Sono ripetitiva oggi, lo so, ma è giusto perché magari se leggi una cosa due volte, ci pensi su un po' di più.
Perché magari la prossima volta che mi dici che sono una persona incoerente (il che di tanto in tanto è vero, lo so), ci pensi due volte.

lunedì 13 febbraio 2012

Mi hai detto che l'amore fa essere cretini insieme e poi ti sei rincretinito. Non insieme a me, purtroppo.
E dire che io mi sentivo cretina al punto giusto.

Una lettera, in una busta, con un francobollo.

Mi piacerebbe ricevere una lettera. Non un sms, un'email, un messaggio privato su Facebook.
Una lettera, in una busta, con un francobollo.
C'era un periodo (mi ero appena trasferita in una nuova città), in cui ricevevo lettere e ne scrivevo.
Poi è arrivato il cellulare, poi internet. Msn era una novità stupenda per sentire gli amici lontano.
Facebook non ne parliamo. E lo penso ancora, sono utilissimi.
Solo che ogni tanto mi piace pensare che tornando a casa mia madre mi dica: "E' arrivata una lettera per te".
E' una pubblicità.
L'indirizzo è scritto a penna - non può essere una pubblicità.
Manca il mittente - chi sarà mai?
Non riconosco la grafia. La leggo tutta o salto subito al nome per leggere di chi è?
Probabilmente salterei al nome e poi tornerei indietro.
Non so di chi vorrei che fosse la lettera, ma un paio di nomi in mente li ho.

domenica 12 febbraio 2012

Ti regalerei un libro

Ti regalerei un libro e sottolineerei tutte le frasi che mi ricordano te. I libri ne sono pieni. Anche le canzoni e i film, ma i libri, loro sì che sanno quello che volevo dire, a volte persino nel modo in cui avrei voluto dirlo.
Probabilmente sarebbe "Castelli di rabbia", di Baricco. E so anche due delle frasi che sottolineerei.

"Perché è così che ti frega la vita.
Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine,
o un odore, o un suono che poi non te li togli più.
E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri
da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore. Alla deriva."

 E poi:

"I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto.
Così, alle volte, vale la pena di non dormire pur di stare dietro ad un proprio desiderio.
Si fa la schifezza e poi la si paga. E solo questo è davvero importante:
che quando arriva il momento di pagare uno solo non pensi a scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare.
Solo questo è importante."

 Poi non lo so, è tanto che non rileggo questo libro. Sarebbe certamente una buona occasione per rileggerlo.
Te lo regalerò, un giorno. Non è certo il tipo di libro che ti potrebbe piacere, non siamo mai andati d'accordo sui libri. E sulla musica. E sui film. Né sulla religione o sull'amore, ma te lo regalerei lo stesso.
Magari ti scocceresti di leggerlo tutto, andresti a vedere solo le parti sottolineate. Magari invece lo leggeresti tutto per farmi un piacere. O potrebbe anche piacerti. In un momento di estremo pessimismo, potrei pensare che useresti alcune delle frasi più belle per dedicarle alla tua fidanzata (quella nuova, ovviamente, che è pure simpatica). Solo che non ci crederei neanche di fronte all'evidenza.

S. Valentino - Parte 1 (forse)

Sono due giorni che il mio operatore telefonico mi invita a sorprendere il mio amore con un pensiero speciale.
Ora, io non ce l'ho il fidanzato: è necessario ricordarmelo per due giorni di seguito in un periodo già  in cui ogni volta che mi guardo intorno vedo tanti cuoricini?
Che poi non ce l'ho con S. Valentino. Sì, è una festa commerciale, ci si ama tutto tutto l'anno non un solo giorno, bla bla bla. Tutte cose verissime, ma l'idea di avere un giorno per festeggiare in maniera particolare non mi dispiace. Solo che un messaggio al giorno per ricordarmi di stupire il mio fidanzato...
Se avessi un fidanzato, non ci sarebbe bisogno di un messaggio per ricordarmi di stupirlo. Poi il suggerimento è quello di regalare un libro digitale. Ora, l'idea del libro è carina, ma un libro cartaceo è tutta un'altra cosa. Sono critica oggi, eh?
 
P.S. Nel titolo c'è un forse tra parentesi perché suppongo che scriverò altre cose su S. Valentino nei prossimi giorni, ma poi chissà se lo farò davvero.


"<<Be', al paese nostro>> disse Alice, sempre con un po' di fiatone <<in genere si arriva in un altro posto...se si corre per tanto tempo come abbiamo fatto noi.>>
<<Che paese lento>> disse la Regina. <<Qui, invece, vedi, devi correre più che puoi, per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte devi correre almeno il doppio.>>"

Attraverso lo specchio, L. Carrol

sabato 11 febbraio 2012

Io le persone che richiedono l'amicizia di sconosciuti su Facebook non le capisco. Dieci anni fa nessuno avrebbe preso un numero a caso dall'elenco e telefonato per chiedere "Ti va di essere mio amico?". E' più o meno la stessa cosa, secondo me.

Full of fighting feelings,
fearing falling future.

venerdì 10 febbraio 2012

Prima i bruchi, poi le farfalle. E quando le farfalle volano via, restano i bozzoli.


Farfalle nello stomaco,,,

"Ah, guarda quello lì, come è innamorato e felice. Ha le farfalle nello stomaco." 
E' un'espressione che spesso sento riferita a persone felici per amore ma perché le farfalle nello stomaco? 
La domanda sorge spontanea perché, a mio modesto parere, le farfalle nello stomaco non sono per niente piacevoli.
A onor del vero, devo dire che non ho mai provato ma...



Sono giorni che sono di ottimo umore e non ho idea del perché. Che importa?

giovedì 9 febbraio 2012

"Non posso dirti che ti amo, non so cosa sigifichi. Se me lo spieghi magari..."
Vuoi la definizione presa dal dizionario? Perché io non credo che renda l'idea.
Io non sono brava con le parole, lo sai, me lo ripeti spesso.
Potrei usare una canzone, una poesia, la frase di un libro.
O potresti guardarmi negli occhi. Insomma, magari funziona.
Lo so che post dovrei scrivere. Lo so, lo so, lo so. E' un post del vecchio blog, mi faceva troppo ridere. Ma il mio diario segreto non sarebbe più molto segreto, temo, perché chi mi conosce, mi riconoscerebbe dopo i primi tre righi. Forse prima o poi.
Mi sono ricordata che qualche anno fa avevo un blog, uno di quelli di msn. Mi aveva aiutato una ragazzina di tredici anni a farlo, perché io proprio non sapevo dove metter mano. Sullo sfondo c'erano pantofoline rosa, mi pare.
Tanto rosa, decisamente da me. Anche se poi non posso dire che il rosa sia il mio colore preferito, ma c'era tanto rosa intorno a me.
Era un blog pieno di aneddoti divertenti e stupidaggini che mi venivano in mente. Raramente qualche nota seria. Raramente smancerie. Decisamente da me. Anche se poi non posso dire di odiare le smancerie. Anzsi sì, non mi piacciono a farlo. Un conto è la dolcezza, un conto tutto il resto.
Uscivano le stelline ogni volta che scrivevo un post, questo mi piaceva. La stelletella. Rivoglio le stelletelle!
C'è un po' di Stronzio in ognuno di noi.

mercoledì 8 febbraio 2012

I buoni propositi si mettono in pratica dal giovedì.

Ho deciso. Da domani inizio a mettere in pratica buoni propositi.
Lo so, si aspetta il lunedì in genere, ma chi mai hai rispettato i propositi del lunedì? Io mai.
Allora ho deciso di iniziare il giovedì. Mi sembra un giorno perfetto.
Il fine settimana è vicino, il riposo (relativo) non troppo lontano.
E nel programma, tra una cosa e l'altra, ho inserito anche "tempo libero". All'inizio avevo anche specificato attività del tipo: mettere lo smalto,  oziare, leggere. Ma come si fa a decidere quando si vuole oziare? Quando si vuole leggere? Forse potrei premeditare quando mettere lo smalto... ma anche no.
 Sicuro però è che ogni giorno voglio trovare un po' di tempo per aprire la cartella "CURIOSITA'" che ho salvato da almeno un anno sul pc e nella quale spesso infilo file su argomenti che voglio approfondire, prima o poi. Il poi è arrivato.

Non ti ho pensato per tutta la giornata, sono fiera di me. Certo, si potrebbe discutere sul fatto che ti abbia pensato, alla fine, se ho pensato che non ti ho pensato MA è stato un caso. Volevo mandare un sms e ho visto il tuo nome. Tanto ti avrei pensato comunque domattina, perché so che hai un esame, e figurati se non ti mando l'in bocca al lupo.

martedì 7 febbraio 2012

Un diario segreto non segreto. Così non posso avere paura che venga scoperto.

La mia pagina.

Adesso anche una pagina su Facebook. Un modo in più per sfogare la mia voglia di parlare in continuazione, credo. Solo non ho ancora deciso cosa fare.
Innanzitutto un po' alla volta riporterò un po' delle cose che ho scritto qui, anche lì.
Per le cose nuove... le scrivo qui e le copio lì? Le scrivo lì e le copio qui? Non è detto che tutte le cose siano scritte in entrambi i posti.
So che c'è un modo automatico per condividere i contenuti del blog su Facebook, ma voglio scegliere di volta in volta. Almeno per ora. Le frasi senza verbo non vanno bene. Poteva bastare una virgola, ma non fa niente.


lunedì 6 febbraio 2012

"A questo punto vorrei potervi riferire la metà delle cose che Alice era solita dire dopo aver proferito la sua frase preferita,  "facciamo finta"."
(Da "Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie", L.Carroll)

"Facciamo finta". Io lo sottointendo, ma tutte le mie notti iniziano così.
"In generale si dava ottimi consigli (benché poi li seguisse molto di rado)..."  
(Da "Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie", L.Carrol)
Anche io mi so dare dei consigli ottimi. Per esempio, so che dovrei prendere le distanze da te almeno per un po', se voglio ritornare a un rapporto di amicizia normale.
Poi penso che forse non abbiamo mai avuto un rapporto di amicizia normale.
Poi penso: ma è proprio un rapporto di amicizia normale che voglio?
Poi penso: ma sarebbe normale un rapporto di amicizia normale tra noi?
Poi penso: ma perché non la smetto di pensare per un po'?

Fatto un esame... se ne fa un altro!

Oggi ho fatto un esame e ho stilato una lunga lista di cose da fare prima dell'inizio della preparazione al prossimo:
- Stilare una lista di cose da fare.
- Passare un paio di ore sul divano, sotto almeno due coperte, vicino al camino.
- Fare una collana con le pietre viola, rosa e bianche comprate durante le vacanze di Natale.
- Finire di leggere "Alice attraverso lo specchio". Iniziare un nuovo libro.
- Comprare un paio di jeans con i saldi e non spendere più di dieci euro.
- Rivedere un'amica del liceo (ma credo che ora sia lei a preparare un esame).
- Invitare alcuni amici "scoperti" relativamente da poco a mangiare un dolce a casa dopo cena.
- Imparare a fare un dolce.
- Riordinare tutte le pagine aggiunte ai "preferiti"  per vedere se veramente sono utili o se in quei giorni stavo cliccando su pagine a caso.

- Cercare di conquistare il mondo.

Non necessariamente in quest'ordine, ovviamente, ma sarebbe preferibile imparare a fare il dolce prima di invitare i miei amici a mangiarlo.

Peccato che abbia intenzione di ricominciare a studiare dopodomani!

Il problema non sarebbe nemmeno poi tanto quello di veder deluse le mie aspettative, quanto la paura di non aspettarsi più nulla. Ma non mi succederà.
La distanza tra la mia testa e la mia mano è troppo lunga.

giovedì 2 febbraio 2012

Che poi, tutto sommato, anche nei sogni impossibili ci credo ancora. La sera nel letto sembra tutto possibile.


Fantasticare la sera è una cosa che faccio da quando ero piccola. 
Credo che sia cominciato tutto perché non avevo la televisione in camera, Cioè, per un periodo l'avevo avuta e mi ero abituata. Poi abbiamo cambiato casa e all'inizio non avevo la televisione (il che, se ci penso, non è stato poi un male). 
I primi tempi faticavo ad addormentarmi e allora mamma (o forse papà?), mi suggerì di immaginare i programmi che avrei voluto vedere. Di solito erano delle puntate di cartoni animati, per lo più di Heidi o dei Puffi.
Poi ho iniziato a immaginare avventure che mi vedevano protagonista in ambientazioni quanto mai improbabili. In realtà la maggior parte delle volte partivo da storie probabilissime, solo che dopo un po' mi ritrovavo ad avere potere magici e ad abitare in posti fantastici, con amici che avevo anche nella realtà ed altri inventati.
Dopo quasi venti anni continuo ancora. Sono stata naufraga su un'isola deserta, fata, ballerina, investigatrice, ammazzavampiri, scrittrice, negoziante e chissà cos'altro. Ho avuto fidanzati e mariti stupendi, ho vissuto anche un sacco di tragedie, ho visitato un sacco di paesi e ho incontrato personaggi di libri.
Rivivo le cose che mi sono accadute nella giornata facendole andare come vorrei io, mi arrabbio con le persone con cui non ho avuto il coraggio di arrabbiarmi, di solito mi vengono in mente risposte bellissime che al momento giusto non sono volute saltare fuori. 
Faccio progetti per il futuro, organizzo le mie giornate e a volte, se sono fortunata, i miei pensieri continuano nei sogni. Se sono particolarmente fortunata, poi, il giorno dopo mi metto all'opera per realizzare qualcuno dei miei sogni. Certo, magari non quello di essere una fata e, possibilmente, eviterei anche il naufragio sull'isola deserta. Ma per il resto qualcosa si può fare, ne sono certa.



mercoledì 1 febbraio 2012

Io non mi so spiegare, non sono brava con le parole e ho spesso le idee confuse. Ma tu ci provi a capire?

Ho pensieri sgrammaticati

Spesso quello che scrivo differisce da quello che penso, non tanto nel contenuto quanto nella forma. Nella mia testa i pensieri hanno una struttura tutta loro, "suonano" proprio bene a volte. Poi, quando li scrivo, inizio a pensare alla grammatica, a come andrebbero scritte e dette certe cose, e i pensieri assumono una forma tutta diversa, che non sempre mi piace.
È che sono abbastanza fissata con la grammatica. Faccio errori, come tutti, ma cerco sempre di stare molto attenta quando parlo.
Succede che nella mia testa un pensiero inizia con "che", lo inizio a scrivere e poi penso che non si iniziano i periodi con "che". Riformulo il pensiero in modo grammaticalmente corretto e lo so che il contenuto è quello, ma prima era molto più bello, immediato. Allora decido di lasciar perdere la grammatica e scrivere quello che mi passa per la testa così come viene. Morale della favola, alla fine non faccio né l'una né l'altra cosa.
Ci sarà di sicuro il modo per scrivere in modo corretto e immediato allo stesso tempo, ma probabilmente bisogna avere capacità scrittorie che io non ho. Non sono una scrittrice, e si vede.
Forse lascerò perdere la forma e mi butterò sul contenuto, per una volta. Certo, cercando di evitare errori grossolani, eh! Diciamo che mi prenderò qualche licenza poetica pur non essendo poetessa.
Ho i pensieri sgrammaticati, che ci posso fare?