martedì 31 luglio 2012

Osservando la risacca. Ascoltandola.
Risacca. Ciak ciak. Risacca. Che parola onomatopeica.
Ringrazio sempre quando mi dicono che sono strana o buffa. Anche quando mi dicono che faccio ridere.
Voglio dire: mi farei molti più problemi se mi dicessero che faccio piangere.
Conversazione reale avvenuta un paio di anni fa e tornata casualemente in mente.

- Allora tu sei proprio così!
- Come?
- Un po' strana.
- Ehm... grazie, credo.

venerdì 27 luglio 2012

Ho iniziato a leggere "Che tu sia per me il coltello", di Grossman, ma mi sono dovuta fermare. Mi annoiava troppo, non ce l'ho proprio fatta. Ho lasciato un segno tra le pagine, ci riproveró più avanti, a volte i gusti cambiano. In compenso ieri ho letto "Zia Antonia sapeva di menta" di Andrea Vitali e mi è piaciuto un sacco. Una storia semplice e non banale scritta in modo semplice e non banale. Non conoscevo l'autore ma ho scoperto che ha scritto un sacco di libri e mi è venuta voglia di leggerli. Devo assolutamente andare in libreria appena possibile.

Poggiare il capo sulla tua spalla e dormire. Non mi sembrerebbe di perder tempo prezioso passando un paio di ore così.

giovedì 26 luglio 2012

Il problema non era tanto il fatto che non eravamo felici insieme, ma che non eravamo mai insieme. Nemmeno quando stavamo fianco a fianco.

Scoprire il significato di parole che probabilmente non useró mai. Maramaldeggiare, per esempio.

mercoledì 25 luglio 2012

Ciò che si vede dalla montagna: un rifugio, piccoli fiorellini bianchi, prati prati e ancora prati. Alberi, rocce, macchie di terreno, una coppia di fidanzati, una famiglia poco più in là.
Ciò che non si vede ma è come se fosse davanti ai miei occhi: dediche d'amore sulle pareti del rifugio, piccole coccinelle tra i piccoli fiori bianchi, rugiada, rugiada e ancora rugiada nei prati. Nidi tra i rami degli alberi, muschio sulle rocce, formiche nel terreno, le mani unite dei fidanzati e i sorrisi distesi sui volti della famiglia.

Mi è stato dedicato il primo fiore di una piantina che era malandata ed è stata salvata. Piccoli gesti che mi riempiono il cuore.

Non si può dir di sì a tutto, non si può dir di sì a tutti.

martedì 24 luglio 2012

Quando te ne sei andato, non ti ho chiesto di restare. È vero. Me l'hai anche fatto notare una volta: sì ti ho lasciato, ma tu mica hai insistito molto perché restassi.
È vero. Anzi, è vero ma. È vero ma i cinque o sei o non so quanti mesi in cui ho insisito prima? Hai avuto tutto il tempo per pensarci, perciò non ho insistito. Ho chiesto solo: sei sicuro? Sì. È proprio quello che vuoi? Sì. Mi ami ancora? No, non più e poi ho conosciuto una. Non è successo ancora niente perchè ero fidanzato però...
Eri fidanzato. Usavi già il passato, che dovevo fare. Sei felice? No, ora no. E allora vai. Che io non lo so più cosa provo per te. Che se non ti amo più neanche io, non ha senso tenerti legato a me. E se ti amo ancora, non ha senso lo stesso se tu non ami me.

E non sono abituata a sentire la mancanza di qualcuno. Mi viene spontaneo non pensarci, dirmi che tanto è questione di una settimana, di un mese, che poi ci si rivede e passa tutto. Sono abituata così o mi hanno abituato così, non lo so. E invece. E invece oggi stavo gardando il mare e ho pensato: mi manca.

Mi piacerebbe imparare a suonare la chitarra per cantare con gli amici sulla spiaggia, sotto le stelle.

lunedì 23 luglio 2012

Non ha senso... mettere... puntini sospensivi... a caso... in mezzo... alle frasi... così, tanto per dirne una.

Siamo tutti un po' misoneisti, di tanto in tanto.

domenica 22 luglio 2012

Dal cellulare non riesco a seguire tutte le pagine che seguo normalmente, né riesco a "scoprirne" di nuove, ma spero di rifarmi al più presto. Ciao!

venerdì 20 luglio 2012

Hai quel modo di guardarmi - come se fossi la donna più bella del mondo - che io lo so che non è vero, però è molto credibile.
Ci si dovrebbe sempre svegliare così io e te. Pieni di baci.

mercoledì 18 luglio 2012

A volte metto accenti a caso quando sono dal cellulare. Perdonatemi.

Io credo che le cose impossibili siano poche. Peró ce ne sono molte altamente improbabili.

Nei prossimi due o tre giorni forse non scriveró. Ho molto da vivere, ma spero che dopo torneró con molto da scrivere.

Il bello è che mi hai scritto un messaggio per dirmi che ti manco, e poi ti sei organizzato per raggiungermi, nonostante le difficoltà. La maggior parte delle persone (io per prima, a volte) si ferma al messaggio pur avendo la possibilità di fare come te.

Non cadrò nella trappola di mandarti un messaggio perché mi annoio. Non lo faró perché ci son già caduta tante, tantissime volte, e ogni volta finiva nello stesso modo, a rievocare un passato che in parte ci eravamo solo inventati. Un passato che in parte esisteva solo nei nostri messaggi. Non lo farò perché la noia tra un'ora sarebbe di nuovo con me, ma gli terrebbe compagnia il passato. E io voglio il futuro. Sbagliando, tra l'altro, perché è il presente che dovrei vivere.

martedì 17 luglio 2012

- Da quanto tempo state insieme?
- Due mesi.
- È poco.
- Già, ma da qualche parte si deve pur iniziare.

lunedì 16 luglio 2012

Credo di aver iniziato a portare le unghie lunghe perché un giorno, in una libreria, mi hai detto che ti piacevano. Piacevano anche a me, ma non avevo mai provato a lasciarle crescere, non so perché. Dicevi anche che ti piacevano i capelli lunghi, ma su quello non ti ho mai dato ascolto. Non mi sono mai adattata molto ai tuoi gusti, se non in quello che piaceva anche a me. Credo sia stato un bene per me.

domenica 15 luglio 2012

A volte ci sono dei "ti voglio bene" e dei "ti amo" che ci restano dentro. Li pensiamo, e pensiamo che sarebbe proprio il caso di dirli, che quella persona li merita, ma poi rimangono lì nella nostra testa, nel nostro cuore. E ci rimangono per paura, o imbarazzo, come se fosse imbarazzante dire "ti amo" alla persona che amiamo o "ti voglio bene" a chi ne vogliamo. Pensiamo che tanto già lo sanno, che gliel'abbiamo detto in passato, che potremo dirglielo un altro giorno. Ma non è detto che lo sappiano già, non è detto che lo rcordino, non è detto che si abbia davvero modo di dirlo di nuovo. Non bisognerebbe mai tenere un ti voglio bene o un ti amo per sè. Piccolo promemoria, soprattutto per me.
Non ho la pretesa di dire che sono molto intelligente, ma lo sono abbastanza da essere credibile quando faccio la scema.

Di te mi piacciono l'entusiasmo e la meraviglia di chi é adulto ma ha un cuore di bimbo. Mi piace la sicurezza di un uomo che sa quello che vuole. E ció che vuole non é solo avere me, ma anche rendermi felice (e ci riesce). Di te mi piacciono la tenerezza e la passione. Di te mi piace il mangiare con gusto e il goderti ogni momento. Di te mi piace la tua intelligenza, l'affetto e la cura nei dettagli. Di te mi piace questo e tanto altro. Di te mi piaci tu.

È in questo periodo che ci siamo sempre mandati i messaggi più belli, quando eravamo lontani. I messaggi più belli, quelli più romantici, quelli più sconci, anche. Quasi come se, lontani, ci desiderassimo più. Non li posso dimenticare, non ho mai pensato di poterlo fare. Ma non pensavo neanche di non sentirne la mancanza, e invece é così. Non mi mancano più.

sabato 14 luglio 2012

Quella strana sensazione di quando iniziano a darti del lei, che non sai se vuol dire che iniziano a considerarti un adulto, o semplicemente stai invecchiando.

Dopo aver scritto il post precedente, mi sono mesa nel letto. Subito mi é venuto il dubbio di aver scritto "peni" invece di "peli", ma avevo troppo caldo e troppo sonno per controllare. Mi é andata bene.

Ci sono alcuni peli che sono attaccati alla vita. Molto.

venerdì 13 luglio 2012

E la passeggiata, le scale sotto al sole, il prato, il panorame, la fontanella con le tartarughe. E stare abbracciati sul prato a parlare. E addormentarmi col capo sul tuo braccio. Ma anche svegliarmi all'improvviso perché un piccione mi sta venendo incontro o perché stanno potando gli alberi intorno a noi. E le carezze e mangiare insieme, e come mi guardi.
Sono sempre stata ottimista sulla possibilità di innamorarmi di nuovo, una volta finito un amore. Molto meno su quella di essere di nuovo ricambiata, però.
Sono innamorata. Se qualcuno mi avesse detto, qualche mese fa, che oggi sarei stata così innamorata, non ci avrei creduto. Questo per dire: non vi scoraggiate. Lo so che magari quando un amore finisce è facile pensare "non mi innamorerò mai più così". Però succede. I tempi non sono gli stessi per tutti. I modi nemmeno. Però succede. E lo so che insomma, il fatto che io vi dica che a me è successo, non è detto che serva a qualcuno, non è detto che serva a qualcosa. Io sono sempre stata ottimista sulla possibilità di innamorarmi nuovamente, ma non in questi tempi, non in questo modo, decisamente non così. Eppure è successo. Quindi non vi scoraggiate.
Sono stata molto impegnata negli ultimi due giorni, e lo sarò nei prossimi, probabilmente. Mi manca scrivere, ma è bello andarsene in giro. Così quando avrò un po' più tempo, avrò più cose da scrivere. Comunque, se tutto va come credo, stasera scriverò un bel po'. Così, tanto per tenervi informata sul perché non sto scrivendo tanto come prima, nel caso vi interessasse. Sono impegnata e felice.

mercoledì 11 luglio 2012

 Non è facile, lo so. No. Non lo so e non lo posso sapere. Non lo posso sapere come è avere un parente malato di Alzheimer, figuriamoci un genitore. Posso solo immaginarlo, affidarmi alle immagini di Grey's anatomy, ai romanzi, a qualche articolo non troppo tecnico letto su un settimanale o un mensile. E vedere te. Te che me ne avevi parlato, ma sentirne parlare non è mai lo stesso. Poi un giorno vi ho visti insieme. Padre e figlia, eppure il "piccolo" era lui.
Se c'è una cosa che mi piace di più che aver qualcuno con cui condividere i momenti di tristezza, è aver qualcuno con cui condividere i momenti di felicità.

martedì 10 luglio 2012


Io faccio la differenza. Faccio la differenza. Faccio la differenza.
Sono troppo felice: nessuno me l'aveva detto prima.
Io faccio la differenza.

lunedì 9 luglio 2012

La questione non è che mi piace avere un fidanzato. E' che mi piace avere te come fidanzato.
E da qui, da questa collina, vedo tutto un po' distante. Tutto ritorna al posto giusto e riacquista le giuste proporzioni. Torno ad affacciarmi alla finestra e a guardar fuori. Torno ad affacciarmi alla finestra a guardar fiori.
Sono stata una brava ragazza, una cattiva ragazza e ora brava di nuovo. E se mi manca qualcosa della cattiva ragazza, è solo quel po' di intraprendenza in più che avevo. E se qualcosa mi manca della cattiva ragazza, è solo quel po' di intraprendenza in più che aveva, rispetto alla solita me. Ma non vedo perché le due cose non si possano incastrare.
Ho il fisico da sollevatrice di pop corn.
Devi capire che puoi appoggiarti a me, che sono forte o in ogni caso posso esserlo.
Lo so che sembro gracile e sempe stanca. So che ho il fisico da sollevatrice di pop corn.
Ma so anche di essere forte, me la sono sempre cavata da sola in fondo, prima che arrivassi tu. Me la cavavo da sola anche quando stavo insieme a qualcuno.
E forse ora che so che ci se itu a sostenermi, mi sostengo. Per una volta che posso ne approfitto.
Sappi, però, che sono forte e ce la faccio anche da sola. E mi rimane abbastanza forza da stringerti forte a me e tenerti in piedi, se ce ne fosse bisogno.

domenica 8 luglio 2012

Oggi ho passato un pomeriggio bellissimo. Io e lui su una sdraio, al fresco in mezzo al verde.
Oggi non c'erano esami, orari da rispettare, regole, stress. Solo io e lui.
Abbiamo parlato, scherzato, ci siamo presi un po' in giro.
Ci siamo raccontati i nostri pregi e i nostri difetti, abbiam fatto progetti.
Tra pochi giorni potremo passare un'intera giornata insieme, soli io e lui. Può sembrare una sciocchezza, non sto parlando di una vacanza, di un'intera settimana insieme, nemmeno di un fine settimana. Sto parlando di una sola giornata e potrebbe sembrar poco, ma per me è tutto. Abbiamo già un paio di idee su cosa fare, dove andare, per il resto improvviseremo. Non vedo l'ora.
"Quando avrai trovato i punti che la donna desidera le siano toccati, il pudore non ti impedisca di toccarli. Ma non lasciare indietro la tua donna, dispiegando vele più ampie, né lei superi il tuo ritmo di marcia; raggiungete contemporaneamente la meta: il piacere è completo allora quando la donna e l'uomo giacciono vinti senza forze ugualmente."
 
Ovidio
Un mio amico mi ha chiesto di vederci per un "happy howard". Però vedete, io in questi caso non mi inervosisco per l'errore, perché non è detto che si debba per forza conoscerere l'inglese. Io mi innervosisco con quelli che dicono di conoscere le lingue e ne approfittano per infilare citazioni in inglese ovunque infarcendole di errori. Così come non me la prendo con chi non sa l'italiano perché non ha potuto studiare, ma con chi ha una laurea in lettere e sbaglia tutti i congiuntivi. E li sbaglia tutti con metodo. Perché diciamolo, un verbo sbagliato capita a tutti. E' la perserveranza e la meticolosità di alcuni errori che mi infastidisce. O con chi  si vanta di essere un fine conoscitore della lingua italiana e poi dice "Queste cose non puoi capirle. Forse se avresti una laurea in lettere sarebbe diverso." Questo mi innervosisce. Facciamo tutti degli errori, ma non vantiamoci a vuoto.
P.S. Ovviamente, sono sicura che questo post sarà pieno di errori grammaticali. Perdonatemi.
Non ha senso rispondere alla domanda "Cosa è successo?" con "Niente. E' successo che bla bla bla e poi bla bla e bla bla".
O mi dici "Niente", o mi dici "Bla bla bla". Le due cose insieme sono un controsenso. Oh.
Studio, studio, studio. E quando non studio faccio finta di studiare per non sentirmi troppo in colpa.
Già le pubblicità di zaini, cartelle astucci e diari? Ma la scuola è appena finita, fateli riposare questi bimbi finché possono! Ci penseranno all'università a studiare ad agosto per gli appelli di settembre!

venerdì 6 luglio 2012


Siamo diversi, non opposti. E anche se fosse, lo sanno tutti che gli opposti si attraggono.

Non credo di poter avere le cosiddette “fette di prosciutto” sugli occhi. Se vedo il prosciutto, me lo mangio. E se non lo vedo perché ce l’ho sugli occhi, lo mangio lo stesso perché ne sento l’odore.

“Persone” e “perfezione” sono cose intrinsecamente diverse. E non solo per qualche lettera diversa tra “per” e “one”.
Sono stanca di sentire persone che si lamentano perché "le persone che più ci deludono sono quelle a cui teniamo di più". E' ovvio. E non necessariamente perché loro non tengano a noi altrettanto.
Ma sono persone. Persone, che è diverso da perfezione, è non solo per qualche lettera diversa tra "per" e "one".Capita che sbaglino e capita che feriscano. Ed è ovvio che le persone a cui teniamo di più sono quelle che abbiano una maggiore probabilità di ferirci. Sono quelle con cui spesso passiamo più tempo o, in ogni caso, quelle che ci conoscono meglio e che, in un momento di rabbia, saprebbero che tasti premere per farci arrabbiare o farci del male. Capita a tutti di scoppiare. Uno si può controllare di più per non ferire un amico. E' ovviamente auspicabile. Ma se si scoppia, si scoppia. Ci si aspetta anche che l'altro sia disposto a perdonare.
Lo so, l'ho già scritto, ma il fatto che quando sbaglio a scrivere l'indirizzo del blog mi esca un sito di canzoni gospel, mi piace un sacco.

giovedì 5 luglio 2012

Vogliamo parlare dell'ultima pubblicità della Pampers?
Ok, in una pubblicità di pannolini, ci sta che si parli di pupù e pipì. Ci sta molto più che la tizia che si spoglia nella pubblicità del silicone, visto che non si tratta di silicone per usi chirurgici.
A parte questo, è proprio necessario specificare che i pannolini funzionano anche con la pupù liquida? Davvero, è necessario? Vuol dire che fino ad ora tutti i bambini col problemi al pancino hanno indossato pannolini che non funzionavano? Ok, va bene, allora è una grandissima invenzione. Però cavolo, non specificate. Dite che va bene per tutti i tipi di più, inventatevi qualcosa, ma la pupù liquida no.
Ci sono posti che a volte ci sembrano così nostri, anche se sappiamo che non lo sono, che quando poi ci rendiamo che non ci appartengono, sembra di aver perso qualcosa.

Sproloquio mattutino, prima di iniziare a studiare.


Il problema con le paure, o almeno il mio problema con le mie paure, è che più ci penso e più rischiano di avverarsi e più rischiano di avverarsi e più si avverano.
Il problema delle mie paure, la maggior parte delle volte, è che sono campate in aria, come quasi tutte le paure.
Per esempio, la paura del momento è: chiamare per sbaglio il mio fidanzato col nome del mio ex.
E come viene una paura del genere? Forse perché ho il mio ex ancora in testa? No. Per un motivo scemo, ma così scemo che se ci penso mi viene da ridere. E poi da dirmi che sono scema.
Qualche tempo fa ho visto una scena di Beautiful (sì, proprio la soap opera) in cui Taylor per sbaglio chiamava il marito Whip, col nome dell'ex marito, Ridge. Vabbe', Taylor in realtà era ancora innamorata di Ridge, ma stendiamo un velo peloso (sì, peloso) sulla vicenda Beautiful e torniamo alla mia paura.
Ho visto questa scena e ho pensato: pensa se succedesse a me una cosa del genere!
Insomma, una di quelle che cose che tu ci pensi al momento mentre vedi un film/telefilm/fiction e poi subito ti passa. E io invece niente. Non è passato un bel niente.
Il guaio è che ormai a furia di pensarci credo che mi capiterà. Perché se uno pensa sempre a una cosa, può anche capitare di confondersi.
Come quando uno a un funerale pensa: "sarebbe assurdo se mi mettessi a ridere in questa situazione." E' sicuro che viene da ridere. Solo che è un circolo vizioso. Pensi che non dovresti ridere e più ci pensi e più ti viene da ridere, anche se normalmente non ti sarebbe mai venuto in mente di ridere a un funerale.
Ed è così, più penso che devo fare attenzione a cosa dire, più rischio di sbagliare. E dire che ormai penso così poco a lui, che se qualcuno me l'avesse detto un anno fa, non ci avrei creduto. Voglio dire, siamo buoni amici, gli voglio bene, mi fa piacere sentirlo ma stop. Non è più a lui che penso appena sveglia, non è più a lui che penso quando, nel letto, cerco di addormentarmi la sera. Ho in testa solo una persona, che mi fa passare le giornate intere con un sorriso scemo sulle labbra, talmente sono felice. E invece a furia di pensare questa cosa, finirò per confondermi. Come si esce dai circoli viziosi?

mercoledì 4 luglio 2012

Si perde sempre qualcosa tra la mia testa e la tastiera del pc.
Devo attrezzarmi con un blocchetto o un'agendina, perché troppo spesso penso a cose che vorrei scrivere qui sul blog e le dimentico. Ma forse non servirebbe a niente, perché quasi sempre mi vengono in mente sotto la doccia o nel letto, quando sto per addormentarmi o appena sveglia. Nel primo caso, un'agendina sarebbe inutile. Nell'altro, so già che non tirerei mai la testa su dal cuscino per scrivere.
Sarebbe utile, invece, quando le idee mi vengono mentre studio e rimando perché mi impongo di non accendere il pc fino a una certa ora o un certo capitolo. Il problema, però, resta la mia parola di mettere su carta. Che chissà chi potrebbe leggere ciò che ho scritto. E così via.

martedì 3 luglio 2012

E non sarebbe forse tanto un problema voler provare a essere la figlia perfetta, la studentessa perfetta, la fidanzata perfetta, l'amica perfetta, la sorella perfetta, la ragazza perfetta. E già così, le aspirazioni sono tante e tanto alte.
Ma il voler essere anche la conoscente perfetta, la ragazza che si incontra in autobus per caso perfetta, la vicina di casa perfetta, l'utente della biblioteca perfetta, la cliente in un negozio perfetta, è troppo.E lo so che è troppo, lo so.  Però non posso fare a meno di provarci. E fallire sapendo che è normale, ma dispiacendomi lo stesso un po'. Perché non voglio deludere gli altri, non voglo deludere me, non voglio deludere nessuno.
E non aspiro nemmeno alla perfezione totale (ci mancherebbe), ma avvicinarmi un po', giusto un po'. Non so nemmeno io perché, dato che poi nelle altre persone spesso sono le imperfezioni ad attrarmi. So solo che tutto ciò è troppo e non si può andare avanti così.
Ora mi domando, perché mai Facebook mi notifica sul profilo personale se qualcuno condivide un link condiviso da me e non lo fa pure sulla pagina? Almeno potrei ringraziare chi condivide qualcosa che ho scritto. Inoltre sul profilo personale mi manda sempre tante notifiche per qualsiasi cosa succeda, e qui nemmeno una notifica se qualcuno mi tagga. Misteri.

Ok, ci può anche  stare che Akinator indovini che stavo pensado ad Akinator. Ma non pensavo che potesse indovinare anche persone della mia vita di tutti i giorni, come il mio fidanzato o una mia amica! E io devo studiare.
Cosa fa un maialino innamorato?
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Il prosciutto cotto!
Ora vado a studiare. Davvero. Spero.
Non capisco perché ormai almeno una volta a settimana mi arrivi una mail che mi invita a comprare tende da sole. Non sarò io a fargli compagnia.
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Sono pessima, vado a nascondermi in un angolino. Ma alla terza email mi è venuta in mente questa battutaccia e dovevo pur comunicarla a qualcuno!

lunedì 2 luglio 2012

Ho appena scoperto Akinator: so già che questa cosa mi farà perdere un sacco di tempo! -.-''

Quelli che fregano sono i periodi pre: pre-ciclo, pre-esame, pre-tutto.
Si salva il pre-primo appuntamento, e comunque un po' di ansia la lascia lo stesso.
Ho sentito spesso dire che nessuno riceve pesi che non può sopportare. A volte mi domando se sia vero.
O se non sia forse che ogni peso ha il suo peso (perdonate il gioco di parole) in base a chi lo porta.
Ciò che a me sembra un mattone, per altri è una piuma. A volte, viceversa. Relatività.

E' che io ho in testa questo, riguardo ai cornettoni al cioccolato: quando me ne portavi uno, era perché avevi qualcosa da farti perdonare. Ricordo addirittura un giorno in cui me ne hai portati due.
L'unica cosa positiva, è che questo non mi ha tolto il piacere di mangiarli. Perché se mi avessi rovinato il piacere dei cornettoni al cioccolato, non ti vorrei bene come te ne voglio adesso.
Non mi sono mai sentita così bella come in questo periodo. Eppure sono sempre la stessa, con tutti i miei pregi e i miei difetti.
E stare seduti sull'erba a mangiare, in mezzo a tanta altra gente ma soli, io e te.
E passeggiare tra le luci e i suoni della festa. E la ruota panoramica, gli hamburger e lo zucchero filato.
E sentirsi per un po' come in una scena felice di un telefilm, che non è poi così importante ma è bello se ci pensi. Perché spesso capita che si veda un film o un telefilm e si pensi "per una volta vorrei una serata così". Poi quella serata ti capita e rischi di non accorgertene. Invece me ne sono accorta, e quindi grazie.