venerdì 31 agosto 2012

Potrebbe anche essere che non esista nessun problema e io pensi troppo. Potrei non pensare per due o tre giorni e vedere che succede. Se prossimamente dovessi scrivere cose più insensate del solito, sapete il perché.

giovedì 30 agosto 2012

Delirio parte cinque - A questo punto mi domando perché non abbia chiamato la pagina "I deliri del riccio".

Chi  si accontenta gode? Volere ciò che si ha e non avere ciò che si vuole?
E, d'altra parte, non è forse giusto desiderare il massimo per se stessi e far di tutto per ottenerlo?
E se ciò che si vuole non si può avere?
E se ciò che si vuole non esiste? In tal caso è lecito accontentarsi? In tal caso è accontentarsi? Voglio dire, se quello che si vuole proprio non esiste, non si può neanche far una scelta in fondo.
Che poi qui ci sarebbe da discutere sul significato del verbo "accontentarsi", perché sembra sempre che ci sia qualcosa di negativo in questo verbo. Un "potevo avere di più e invece mi accontento di questo". E invece, stando al dizionario accontentarsi vuol dire essere appagati, contenti per qualcosa. Non c'è nessuna limitazione. Non c'è nessun paragone. Nessun "potevo avere... e invece...".
E quindi come ci si deve regolare? Fino a che punto desiderare, fino a che punto accontentarsi, fino a che punto aspettare, fino a che punto limitarsi?
Tra il chi si accontenta gode e la fortuna aiuta gli audaci, dove ci si deve fermare?


Qualcuno può cortesemente provare a capire cosa voglio e poi spiegarmelo? Grazie.
Cose assurde. Passo un'intera giornata sul punto di piangere e mi trattengo per non farmi vedere da nessuno, e appena mi infilo sotto la doccia e potrei  liberamente sfogarmi, la voglia passa.

mercoledì 29 agosto 2012

Il mio post più popolare è quello in cui scrivo che troppa dolcezza mi inacidisce. Noi persone acide non siamo sole.
Che poi dai, i miei momenti di dolcezza li ho.
Avevo trovato il parrucchiere dei miei sogni: prezzo basso e, soprattutto, nessuna voglia di parlare.
Però mi faceva sempre lo stesso taglio, quindi un giorno ho deciso di tornare alle origini. Però che fatica dover fare public relation.

Ho appena scoperto che esiste davvero almeno una locanda Almayer. Ma non ha niente a che fare con dove vorrei andare io.
E lo so dove dovrei andare ora. Alla locanda Almayer, quella del libro "Oceano mare", non so se avete presente. Lontana da tutti e da tutto, per guarire. Da cosa poi, non ve lo saprei dire.

"Questo è un posto che quasi non esiste. E se chiedi della locanda Almayer, la gente ti guarda sorpresa, e non sa."
(Oceano mare, A. Baricco)

martedì 28 agosto 2012

Ho un fidanzato che prevede i miei desideri e li esaudisce. Eppure.
L'arrocco del riccio e l'ansia.
L'arrocco del riccio è l'ansia.
Pensavate che il delirio fosse finito? E perché mai? - Delirio parte quarta.

Io odio il pulcino Pio, ormai credo che questo sia noto. Ma ormai vedo in giro così tanti manifesti di morte del pulcino, pennuti infilati dentro forni e padri di pulcino arrabbiati alla ricerca del trattore, che quasi quasi inizio anche ad odiare chi odia il pulcino Pio. Quindi odio me stessa.
O forse visto che in ogni caso la causa di tutto ciò è riconducibile a quel simpatico pennuto e ai suoi amichetti, potrei continuare a odiare lui e i suoi amichetti. Già, i suoi amichetti. Perché noi odianti del pulcino Pio ci accaniamo contro l'uccellino in genere, ma non è che i suoi amici siano privi di colpe. Anche il toro Muu, la mucca Moo, l’agnello Bee, la capra Mee, il cane Bau Bau, il gatto Miao, il piccione Tru Tru Tru, il tacchino Glu Glu Glu, il gallo Corococò e la gallina Co hanno le loro colpe. Che io ho scritto tutto con le maiuscole pensando che quelli siano i nomi, ma forse sono i versi, chi lo sa.

Non mi sono mai venduta per quella che non sono.
Per esempio, sono quasi sprovvista di tette. Insomma, ce le ho per avercele, ma di qui a dire che si vedano,è tutto un altro paio di maniche. Mi piace usare i reggiseni imbottiti, perché trovo che alcuni vestiti mi stiano meglio così, però poi non perdo occasione di svelare questo piccolo imbroglio. Tanto per dire.

lunedì 27 agosto 2012

Mi piacciono le persone competenti, quello che sanno quello che fanno e non si sentono in dovere di giustificare ogni loro azione, ma che al momento giusto sanno dare le spiegazioni opportune in modo chiaro.
Mi piacciono le persone che quando spiegano qualcosa, lo fanno in modo esaustivo e non dicono niente di più del necessario, se non richiesto. Ma neanche niente di meno.
Mi piacciono le persone colte, non quelle saccenti. Che magari fanno anche un sacco di citazioni, ma non fanno notare a chi non le coglie la loro mancanza.
Un congiuntivo ben messo mi distrae da un fisico non proprio perfetto. Apostrofi e accenti al posto giusto, mi distraggono da un messaggio non molto romantico. Sono attratta dalla cultura, non so perché. Forse è perché si è attratti sempre da qualcosa che ci manca.

domenica 26 agosto 2012

Per fortuna pare che io sia circondata da persone molto pazienti.
Da qualche giorno sono molto insofferente e molto facilmente irritabile. Molto.
E non mi deve venire il ciclo, ché almeno avrei una scusa.

sabato 25 agosto 2012

Oggi sono andata in una libreria per comprare un regalo e sono venuta a conoscenza di un'iniziativa che mi è piaciuta molto. Riporto dal sito della libreria:

"Dal 1° al 31 agosto, nelle 164 librerie Giunti al Punto di tutta Italia, sarà dunque possibile acquistare un libro – con sconto del 15% per chi aderisce all'iniziativa - da donare alle biblioteche del nostro paese, con la possibilità di personalizzare la donazione scrivendo una dedica sull'apposito adesivo fornito dalle librerie. Ciascuna libreria avrà una biblioteca di riferimento che verrà segnalata a tutti i clienti: in questo modo ogni persona saprà dove verranno inviati i libri donati e potrà anche visitare la "sua" biblioteca, arricchita dei nuovi libri. Giunti al Punto sosterrà tutti i costi dell'operazione e organizzerà centri di raccolta dei libri disposti all'interno di ciascuna libreria, dove il personale addetto sarà a disposizione dei clienti per fornire tutte le informazioni sull'iniziativa"

A me l'iniziativa piace. In particolare io ho acquistato un libro per bambini: uno di quei libri con tante figure e poche parole, ma molto molto carino. Mi è piaciuto molto anche il fatto di poter lasciare una dedica e in più c'è anche lo sconto: meglio di così?
Peccato solo aver scoperto tutto un po' tardi! Io non lo sapevo, ma ho letto che non è il primo anno che le librerie GIUNTI al punto organizzano campagne del genere. Se vi capita, fate un salto in libreria!

http://www.giuntialpunto.it/home/biblio.html

venerdì 24 agosto 2012

Delirio, parte terza - vi ho avvisato anche questa volta/forse con la fine del caldo, smetterò di delirare.

Oh mamma, non ce la faccio più a vedere condivisa ogni tre minuti la storia del piatto che se viene buttato a terra, si rompe e se gli chiedi scusa non ritorna come prima.
A parte il fatto che la storia mi piaceva di più quando era un vaso e, anche se non tornava più come prima, si potevano mettere insieme i cocci e recuperare almeno qualcosa. Che era anche più sensata come metafora, se ci pensate: voglio dire, non c'è proprio nessuna probabilità che un piatto si riaggiusti chiedendogli scusa. Mi sembra più sensato provare a mettere insieme i cocci. Insomma, a prescindere dai risultati mi sembra decisamente un'idea migliore, volendo fare un tentativo, ma ovviamente è una mia opinione personale, come tutto qui dentro.
A parte il fatto che vederlo condiviso una volta va bene, due pure, tre pure e poi mi rompo le scatole (ok, sono molto insofferente in questi giorni, mea culpa).
A parte il fatto che siamo persone, non vasi.

A parte tutto questo, dicevo, ho l'impressione che ogni persona che condivida questo o altri link del genere su amicizia/amore/rapporti umani vari ed eventuali e delusioni, abbia ben chiaro in testa un destinatario. Ma, ovviamente, ben lungi da dire la propria idea di persona al diretto interessato o quantomeno taggarlo, condivide il link sperando che la suddetta persona capisca che il messaggio è rivolto a lei/lui.
Ovviamente, il diretto interessato, sempre che abbia qualche colpa (perché ovviamente capita a tutti di pensare che i colpevoli sono gli altri), ha due possibilità:
- non coglie il messaggio, perché o veramente non c'entra niente, o a sua volta è convinto che la colpa sia dell'altra persona;
- coglie il messaggio ma fa finta di niente, perché non gli interessa o non vuol dare soddisfazione (salvo condividere a sua volta qualche perla di morale pochi link dopo).
Ora, a prescindere dal fatto che sarebbe meglio dirle in faccia certe cose. A prescindere da tutto questo, un messaggio del genere copiato e incollato ovunque perde qualsiasi significato. Diventa solo una bella frase da sfoggiare quando qualcuno ci fa un torto (o così reputiamo). Così finisce che quando qualcuno un giorno vorrà usare questa simpatica metafora verrà presa non come un'intuizione spontanea ma come qualcos.

(scritto di getto, perdonate gli errori)

P.S. Mi sono appena accorta di aver cancellato per sbaglio il finale ma non ricordo cosa ci fosse scritto. Ma c'era un finale, davvero. 



"Innocui quesiti che pure rimanevano in agguato nell'ombra, scaltre e ambiziose risposte che si alternavano incessantemente; a nessuno dei due sfuggiva la velata riluttanza dell'altro ad aprire completamente il proprio cuore, e dunque entrambi si sentivano predisposti a una sorta di vendetta. Esagerarono le proporzioni dell'attrazione esercitata su di essi dai loro misteriosi partner al ballo, si burlarono degli impulsi di gelosia che l'altro lasciava trapelare, smentendo poi con decisione i propri. Ma dalle chiacchiere leggere sulle insignificanti avventure della sera precedente, finirono per passare a un discorso più serio sui desideri nascosti, appena intuiti che vanno talvolta a formare torbidi e pericolosi mulinelli persino nell'anima più limpida e pura, e parlarono di quei luoghi segreti dei quali percepivano appena il richiamo e dove per e una volta l'imponderabile vento del destino avrebbe potuti condurli, sia pure soltanto in sogno."
Doppio sogno, Schnitzler

giovedì 23 agosto 2012

Sono diversamente dolce, tutto qui.
*Delirio - Parte seconda. E non dite che non vi ho avvisato*
 

Io sbaglio poco.
E con questo non voglio dire che io sia perfetta, che io sappia sempre cosa fare, che sappia sempre prendere la decisione giusta.
Io sbaglio poco perché rischio poco, ragiono sempre un sacco prima di ogni azione, cerco di limitare i danni, valuto sempre i pro e i contro e cerco di fare ciò che creerà meno problemi possibili a me e agli altri.
E quindi sbaglio poco. Ma se è vero che si impara dai proprio errori, io poco sbaglio e poco imparo.
Forse qualche decisione "sbagliata" in più nella mia vita mi avrebbe aiutato. Perché ogni tanto una decisione va presa anche d'istinto, rischiando di sbagliare, accettando le conseguenze. Ma chi non sbaglia quasi mai come me, non per merito ma per paura, non è abituato a sbagliare e delle conseguenze ha paura.
Dovrei sbagliare un po' più spesso, vivrei di più. E non al tempo mi riferisco, ma alla qualità.

mercoledì 22 agosto 2012

Quando ero piccola, a scuola qualcuno mi ha detto che scrivendo periodi brevi, avrei avuto meno probabilità di commettere errori. Così ho iniziato a scrivere periodi brevi anche se in realtà grossi errori grammaticali e di sintassi non ne ho mai fatti, almeno stando a quel che ricordo dei temi delle medie e delle superiori. Resta il fatto che continuo a scrivere periodi brevi e, quando ne scrivo di lunghi, li infarcisco di virgole cercando di inserire pause al punto giusto. Forse ora che sono grande potrei anche cimentarmi con periodi più lunghi, chissà.
"No" non si scrive con l'accento. Tanto per dirne una.
"Sì", invece, sì. Tanto per dirne un'altra.
Troppa dolcezza mi inacidisce.
Il problema, quando cerchi di non pensare a qualcosa, è che più cerchi di non pensarci e più ci pensi.
E allora pensi di pensare a qualche altra cosa, pur di non pensarci più. Ma se poi per un attimo pensi al perché stai pensando a qualche altra cosa, ci ripensi più di prima. Non pensate?

Tenace il principe di Cenerentola: gira tutto il regno con una scarpetta di cristallo per trovare la sua amata.

martedì 21 agosto 2012

Quando uno è innamorato, vede amore ovunque.
Per esempio, osservando un tramonto, ho immaginato una storia d'amore tra il Sole e la ringhiera di un balcone. Non prendetemi per pazza. E' che il Sole ogni giorno scende giù, le dà un bacio e va oltre. Si sfiorano solo per un'istante al giorno, ma lei sta sempre lì ad aspettare, perché ne vale la pena.
E soprattutto perché essendo una ringhiera non può andare da nessuna parte, mi direte voi. Pure questo è vero.
"Si ricomincia da capo per cambiare tavolo, disse. Si ha sempre quest'idea di essere capitati nella partita sbagliata, e che con le nostre carte chissà cosa saremmo riusciti a fare se solo ci sedevamo a un altro tavolo da gioco. Lei aveva lasciato il bambino a sua madre e aveva ricominciato da un'altra città, da un altro mestiere, da un altro modo di vestire. Probabilmente voleva anche lasciarsi dietro un po' di cose che non era possibile rimettere a posto. Adesso non riusciva a ricordare bene. Ma certo era stufa di perdere. Come le ho detto, aggiunse, cambiare le carte è impossibile, non resta che cambiare il tavolo da gioco."

Tre volte all'alba, Alessandro Baricco
Vogliamo dirla tutta: Cenerentola aveva una fortuna sfacciata!
Poteva essere mai che in tutto il regno era l'unica a portare quel numero di scarpe? Il bello delle favole.
Non sono un tipo da principe azzurro. Voglio dire, l'idea del principe azzurro di per sé è anche carina, ma immaginiamoci la scena: piccolo paesino di campagna, su una collina. 
Mi affaccio al balcone e scorgo un baldo giovane in calzamaglia azzurra, con una simpatica piuma in testa. Su un cavallo bianco, ovviamente.
Ammettiamo che riesca ad arrivare fin fuori casa mia senza farsi arrestare o rinchiudere. Che poi perché arrestare, non so. Immagino che non si possa configurare nessun reato per l'occasione.
In ogni caso dicevo, ammettiamo che sia arrivato fin casa mia. Ammettiamo che io, ricordandomi della storia del principe azzurro, non lo prendo per un pazzo. Ammettiamo che mi faccia una dichiarazione d'amore impeccabile.
Ma come cavolo potrei prenderlo sulserio? No, davvero, passerei il tempo a ridere.
Ho anche paura di andare a cavallo, figuriamoci se salgo su quello di uno sconosciuto. E poi, non so voi cosa ne pensiate, ma secondo me c'è poco da fidarsi da uno che arriva in calzamaglia con una piuma sul cappello.

Sta tornando e sono felice.
Lo prendo in giro, gli dico che fa caldo, che anche se sono felice di vederlo non l'abbraccerò: non si possono abbracciare le persone con questo caldo. Io, almeno, non posso. Per lui  però farò un'eccezione.

(Francesca Pata Patanè, questo è presente!)
Non ho detto che non ti voglio bene più, ho detto che non ti voglio più. Ed è diverso.
Tentar non nuoce, così si dice.
La fortuna aiuta gli audaci, si dice anche questo.
Chissà se vale sempre, chissà come si fa a capire se sia il caso di osare o meno.
Dove sono le istruzioni, mi verrebbe da chiedere.
Come se poi li leggessi mai, io, i libretti di istruzione.

lunedì 20 agosto 2012

Una volta scrivevo racconti. Anzi, una volta scrivevo inizi di racconti.
Non sono mai stata brava con i finali.

domenica 19 agosto 2012

sabato 18 agosto 2012

*Sto delirando - vi avverto prima, insomma, non si sa mai*

*Sto delirando - vi avverto prima, insomma, non si sa mai*

Fare la scelta "giusta" e sapere che si preferirebbe quella "sbagliata".
Sono così abituata a fare la cosa giusta, che non potrei fare altrimenti. E se la scelta sbagliata sembrasse la più giusta? E se, solo per questo, quella sbagliata fosse la più giusta?
L'unica volta che ci ho provato, l'unica in cui ho fatto la cosa sbagliata,è stato bello lì per lì, ma poi...
Ho sempre detto "meglio rimpianti, che rimorsi", forse solo perché non avevo mai avuto un rimorso così grande. Non insostenibile: conosco persone che con la stessa scelta convivono benissimo. Si vede che non tutti i rimorsi sono uguali, non per tutte le persone. Non tutti hanno gli stessi sensi di colpa.
Tornando alle scelte. Se fosse meglio sbagliare?
Però insomma. Un conto è se uno sbaglia inconsapevolmente. Ma sapere di fare una cosa sbagliata e farla lo stesso non è da sciocchi? Da stupidi? E se facesse bene fare qualche stupidaggine ogni tanto?
Ho letto questa frase di K.K Rowling oggi, mentre riflettevo su queste cose; mi è capitata davanti agli occhi per caso.


"È impossibile vivere senza sbagliare nulla, a meno di scegliere di vivere in maniera talmente prudente che la vostra non possa essere considerata affatto una vita."  
 E se avesse ragione lei?

Io guardo te, tu guardi me.
Prima o poi uno di noi dovrà fare il primo passo, caro libro universitario.
"È impossibile vivere senza sbagliare nulla, a meno di scegliere di vivere in maniera talmente prudente che la vostra non possa essere considerata affatto una vita."

J. K. Rowling
Se fossi una donna che torna, dov'è che tornerei?

(inspired by Pooh)








venerdì 17 agosto 2012

E ridere al telefono per delle stupidaggini, sapendo che tra un po' potremmo ridircele dal vivo.
Mi manca addormentarmi sul tuo petto, il tuo braccio intorno al mio corpo, il tuo sguardo su di me. Così mi sento al sicuro. Così mi sento sicura.
Mi prendi per quella che sono, ma a volte penso che per te sono meglio di quello che penso.
A volte stare da soli è il primo passo da compiere per incontrare gli altri.
Passo da un estremo all'altro, sono le mezze misure che mi mancano, non per scelta mia.
O forse sì? Forse sì.
Non è stato divertente quando mi hai lasciato.
Non è stato divertente quando ti sei rifidanzato. Poco dopo.
Non è stato divertente quando le hai detto che la amavi dopo pochi mesi.
Non è stato divertente perché io avevo aspettato anni.
Non è stato divertente neanche quando mi hai detto che forse era andata così perché grazie a me avevi imparato ad amare. A meno di avere uno strano senso del divertimento, ovviamente.

giovedì 16 agosto 2012

Posso mica non amarlo dopo una conversazione così?

"Sei la donna per-me."
"No, sono la donna per-fetta."
"Per me sì."
"No, non per te. In generale."
"Quindi tu dici che è un fatto universalmente accettato?"
"Sì."
"Allora io sono universalmente fortunato."

Voglio dire, in generale una cosa del genere mi farebbe venire il diabete, e invece.
Piccole dosi però.
Le parole non servono a niente, sono i fatti che contano. Sì, è vero, però.
Però secondo me le parole non contano se sono solo parole e non sono accompagnate da fatti.
Ma se i fatti ci sono, a volte una parola può esser d'aiuto.
"Se ami qualcuno lui lo sa", ho sentito oggi in un telefilm, "Private practice".
E come lo sa? Con la telepatia?
A volte certe cose bisogna dirle. A volte certe cose bisogna mostrarle.
Voglio essere una persona superficiale, voglio smetterla di pensare.
"È meno bello di come lo ricordavo, ma io lo ricordavo bellissimo, quindi è bello."
Mrgherita Dolcevita, Stefano Benni.
"Quando amo odio tutti."
Margherita Dolcevita, Stefano Benni
"La morale è: non dobbiamo ridere quando siamo contenti noi, ma quando sono contenti loro."
Margherita Dolcevita, Stefano Benni
"A volte penso che dovrei metrermi a dieta, poi penso che se dimagrissi sarei sempre tesa per la paura di ingrassare, invece così sono tranquilla."
Margherita Dolcevita, Stefano Benni
"Non vorrei mai che finisse, quello che finisce bene, ha detto una volta."
Margherita Dolcevita, Stefano Benni
"Anche a quattordici anni e sei mesi si può rimpiangere. È troppo presto, dite? E se muori a quindici?"
Margherita Dolcevita, Stefano Benni
"Rivendico il diritto di ognuno, specialmente delle fanciulle fantasiose cone me, a chiamare le cose non soltamto col nome del vocabolario, ma anche con quelle del vocabolaltro, cioè con un nome inventato e scelto. In fondo tutti lo fanno."
Margherita Dolcevita, Stefano Benni
Mettendo ordine nel passato, ammesso che si possa fare.
Sperando di fare ordine nel futuro, ammesso che abbia senso.
Quando l'unica cosa da fare sarebbe vivere il presente.
Ho appena finito di leggere "Margherita Dolcevita" e mi ha messo ansia.
Il libro mi è piaciuto un sacco, l'ho letto con piacere.
Ma mi ha messo ansia.
Abbiamo trecentosessantacinque giorni all'anno per amarci. A volte siamo così fortunati che ne abbiamo trecentosessantasei.

mercoledì 15 agosto 2012

L'amore eterno esiste, ma non tutti gli amori sono eterni.
Passare mezz'ora a pubblicare/cancellare/correggere/ripubblicare la frase "Sarei stata bene con te ma essere felici è tutta un'altra cosa." perché non si sa se mettere o meno una vigola dopo il "te". Mezz'ora.
Non ho ragione: la ragione si dà ai fessi. Ho semplicemente detto la verità.
Sarei stata bene con te ma essere felici è tutta un'altra cosa.

domenica 12 agosto 2012

"Quanto tempo ci avete messo a tornare?"
"Due ore. Ma quaranta minuti sono serviti a convincere un'ape a uscire dall'auto."

sabato 11 agosto 2012

Dove la selezione naturale non arriva, provvedo io: non posso scegliere chi incontrare, ma posso scegliere chi non frequentare.
Stanotte ci ho ripensato. Non è solo una la cosa di cui mi pento, ce ne è qualcuna in più e di alcune mi vergogno. Non avrei dovuto, ma in quel momento non ci pensavo. E non ho scusanti, se non che ero innamorata, ma non sempre basta.
Una volta ero abilissima nei gestire i tempi. Mille attività al giorno, tutte portate a termine. Discretamente per giunta. Ma ultimamente non riesco ad organizzarmi bene come un tempo. Sarà perché è estate e non ho tempi ristretti. Forse sotto pressione lavoro meglio. Forse ho bisogno di riposarmi ancora un po'. Forse devo capire solo bene quali sono gli impegni che voglio.
Esperimento in inglese. Di tanti, tanti, tanti anni fa.

Lies in your eyes
and some tears, a device.
This is all I can see
we were friends, yes we did.
I don't know anything
about you
noting's true.
When did we start
non to talk
anymore?
Yes it's true
it's not your fault,
maybe it's mine
I don't know.
Look at us
what we're now
no more friends
not at all.
We could talk
we could laugh
we could cry
now goodbye.
When you'll need
I'll be there
just don't call me
"my friend".
Inizio a pensare che la puzza sia una parte fondamentale della crema depilatoria. Magari spaventare i peli fa parte della strategia per eliminarli.
Perchè lui c'è in ogni caso e, in ogni caso, lui c'è.

venerdì 10 agosto 2012

Ma mi ero persa tutti i doodle di Google dedicati alle Olimpiadi!
Diciamo che però staserà mi sono rifatta parando un sacco di palloni.
Hai molte forme tu, notte.
Buia, avvolgi nel silenzio e fai paura.
Che una luce improvvisa può spaventare.
Che una luce improvvisa può salvare - una stella per orientarsi.
Romantica, ti lasci illuminare per gli amanti, li accogli, li avvolgi.
Che cercano la luce per guardarsi.
Che cercano il buio per immaginarsi.
Hai molte forme tu, notte.
Tenebre e luci.
Calma ed eccitazione. 
Turbamento e sicurezza.
Siamo simili io e te, perciò ti cerco.
Siamo simili io e te, perciò ti temo.





Primo pensiero: avrei bisogno di circa sei ore in più al giorno.
Secondo pensiero: dovrei essere grata di averne già ventiquattro.
E' la sera delle stelle cadenti e me ne sono accorta solo ora. Non so perché, ma questa cosa mi rattrista. Il fatto di essermene accorta solo ora, intendo.
Ho rimesso quel vestito. Quello della nostra prima volta, della nostra ultima volta, della nostra unica volta.
Non mi sta più molto bene, forse sono dimagrita, non so. Dovrei buttarlo, ma mi piace. Ci penserò.

giovedì 9 agosto 2012

Non lo so come è successo che ci siamo separati, so solo che a un certo punto uno dei due ha cambiato strada. O siamo stati entrambi?
Se ci si inizia a chiedere "Chissà come sarebbe andata se invece di questo fosse successo quello" iniziano i problemi.
Che fatica le vacanze!

(ma che bello stancarsi così)
Mia zia mi ha detto che mercoledì e giovedì non ci sarà. Va a passare un weekend fuori.

mercoledì 8 agosto 2012

Ci penso sempre un bel po' prima di invitare amici a casa, ho sempre paura che si annoino. Poi però penso che alla fine se ritornano, vuol dire che si trovano bene. Speriamo.
Che poi a dirla tutta non lo possiamo sapere come sarebbe andata, magari funzionava.
Io ci avrei almeno provato. Per amor di scienza e conoscenza, ovviamente.
In generale era sempre stato molto chiaro su fatto che non gli interessassi e che potevamo essere amici.
Sì certo, quando l'ho baciato non ha opposto molta resistenza, ma tra un bacio e l'altro stava lì a dirmi che non potevamo stare insieme perché per me provava solo affetto. E attrazione. Nient'altro.
Insomma, non me la posso prendere con lui perché non stiamo insieme. Non me la posso prendere con lui perché sta con un'altra. Ma posso decisamente prendermela con lui perché è sparito. E allora tanto valeva dirmi: guarda, non potremmo stare insieme e non potremmo essere amici. Però c'è attrazione tra noi, mi piace baciarti, mi piace passare del tempo con te. Sarebbe stato più onesto. Perché del fatto che non stiamo insieme non mi importa più di tanto: sapevo anche io che non era una cosa che poteva funzionare e non ci contavo molto. Ma la possibilità di una bella amicizia mi interesseva parecchio. E ci contavo parecchio.
A volte ritornano. A volte no.
Non so cosa sia meglio.
Per la serie: una stranezza tira l'altra.
Scelgo che profumo mettere, in base al colore. Se mi vesto di viola, profumo in confezione viola e così via. E se sono vestita di un colore per il quale non ho alcun profumo da abbinare, allora scelgo quello trasparente e vado sul sicuro. Mi hanno detto che non è così che si sceglie che profumo mettere. Pazienza. E soprattutto: chi l'ha deciso?
Le canzoni rilassanti mi stressano.
Bimba: "Vaffa***lo!"
Mamma: "Vorrei proprio sapere dove ca**o hai imparato a essere così volgare, ma che ti mando a fare a scuola?"

Per la serie: metodi educativi che mi lasciano peplessa, parte 2.

martedì 7 agosto 2012

Bimbo: "N. è una str**za!"
Mamma: "C**zo, C. ti ho detto che le parolacce non si dicono!"

Per la serie: metodi educativi che mi lasciano perlpessa.
"Se ti manca qualcuno clicca Mi piace e condividi. Vedrai che ti chiamerà."
E se invece alzassi la cornetta del telefono e telefonassi tu?
E se invece alzassi il sederino e lo/la raggiungessi?
Sì, ci sono dei casi in cui sarebbe meglio non cercare una persona, forse. Ma se l'alternativa è sperare di salvarsi con un Mi piace, tanto vale provarci. Nella peggiore delle ipotesi ti mandano a quel paese, ma almeno lo sfizio te lo sei fatto passare. Nella migliore delle ipotesi l'altra persona stava solo aspettando una tua telefonata. In ogni caso, ci si toglie un dubbio.

lunedì 6 agosto 2012

Ogni volta che mi esce un brufolo sulla punta della lingua, mi domando se non sia un modo per farmi stare zitta.
"Din niu tan qin."
Pare che sia un proverbio cinese che significa "suonare il liuto per una mucca". Si usa per indicare il parlare con qualcuno che non capisce o si ostina a non voler prestare ascolto. Credo che prenderò nota di questo proverbio e lo userò spesso.

Fonte: "La misteriosa fiamma della regina Loana", di Umberto Eco. Io di cinese non me ne intendo :)

domenica 5 agosto 2012

In passato, a sentire parole tanto dolci, avrei storto la bocca e risposto in malo modo. Non che adesso risponda con parole carine, eh. Però la mia bocca si storce solo per sorridere.
E' strano vedere come le persone possano avere opinioni così diverse di me.
Per alcuni sono timida, per altri estroversa.
Per molti sono scostante, per altri affettuosa.
Alcune persone pensano che io sia dolcissima, altri che io sia scontrosa.
Chi avrà ragione?
Tutti e nessuno.

sabato 4 agosto 2012

Mi capita spesso di cambiare opinione, ma onestamente non credo sia un male. Sì, forse a volte sono una persona volubile, ma il fatto che io cambi idea vuol dire anche che quando sbaglio e qualcuno mi fa capire il mio errore sono in grado di dire: "Sì, hai ragione, mi hai convinto. Ora la penso come te."
Poi magari cambio idea altre cento volte, ma solo se le spiegazioni sono convincenti. E comunque, so essere convincente anche io.
Quando una storia finisce, a volte si è tentati di pensare che le belle parole che ci sono state dette fossero tutte bugie. Tutti i "ti amo", i "mi manchi", i "sei mia". Io non ci credo. Insomma, ovviamente ci sono delle persone che mentono, uomini o donna non c'è differenza, ma credo anche che nella maggior parte dei casi quelle parole siano vere.
Io voglio pensare che i "ti amo", e "mi manchi" i "sei mia" che mi sono stati detti in passato fossero veri. Anche se poi la storia è finita, anche se non è andata come pensavo, come speravo. E d'altra parte, anche io ho detto dei "ti amo" che un tempo erano veri e ora non lo sarebbero più se detti alla stessa persona. E non l'avrei mai creduto.Quindi voglio concedere all'altro il beneficio del dubbio e voglio pensare che fosse sincero. Se le mie parole erano sincere, mi piace pensare che lo fossero pure le sue.
Lunghi capelli mossi e rossi, il vento le scompigliava i capelli, in testa un cappello di paglia.

Era seduta su uno scoglio e aveva in mano una conchiglia, poggiata all'orecchio.
Ascoltava il mare, parlava d'amore.
Mi hai detto che avresti cercato di non deludermi,come se non potesse accadere il contrario. Per te è una certezza il fatto che non ti deluderò mai. E se ti sbagliassi?
"Dov'é la differenza tra fare una pazzia e diventare matto?"
Ricomincio da te, Eloy Moreno
Oggi e domani farò solo cose assolutamente non necessarie ma decisamente desiderate.

venerdì 3 agosto 2012

"Adesso sono io che scelgo chi avere a mio fianco." L'ho letto in almeno tre posti diversi.
Ma perché, spiegatemi, non è così che funziona già normalmente? Voglio dire, certo, è la vita, il caso, la provvidenza - chiamatelo come volete - che ci fa incontrare le persone, ma poi siamo noi a scegliere chi tenere vicino. Che poi capitino degli abbagli, vabbe', succede: capita a tutti di fare scelte sbagliate. Ma se non siamo noi a scegliere chi incontrare, siamo noi a scegliere con chi condividere la nostra vita.
Ma sono l'unica a esultare quando il pulcino pio muore investito dal trattore? Quella canzone mi stressa.

giovedì 2 agosto 2012

Letto da poco nella Home del mio profilo personale: "Non c'è la posso mai fare."
Sono io che non ce la posso fare. Ma mi trattengo, mi do un pizzico sulla pancia e "soffro" in silenzio.
Perché non sta bene correggere gli errori degli altri. Perché mi rendo conto che a volte sbaglio anche io. Perché potrebbe essere un errore di distrazione. E perché in generale non so se chi commette un errore è magari qualcuno che non ha avuto l'opportunità di studiare.
Almeno un piccolo sfogo qui me lo concedo.

P.S. Quando scrivo sfoghi di questo tipo sono sicura che siano pieni di errori grammaticali, per quante volte possa rileggerli. Scusatemi.
Sto raccogliendo varie citazioni scritte negli anni su agendine, quaderni e post-it. Le sto aggiungend all'album "Le parole che non ho", nella pagina su Facebook. Pur avendole scritte tanto tempo fa, le ricordo quasi tutte. Non in tutte mi ci ritrovo ancora, il tempo passa. Ma se mi avevano colpito ci sarà un motivo e un posto nell'album lo meritano lo stesso.
Alcuni nomi degli autori non sono ben visibili o sono scritti con una grafia improbabile, perché magari le leggevo su un libro in pullma o in metro e le annotavo, tutta traballante. Se per caso vi rendete conto che qualche nome è scritto male, correggetemi pure. In molti casi ho controllato su Google, ma alcuni autori non sono riuscita a trovarli e ogni aiuto è ben accetto. Grazie mille!
Un posto per leggere non si nega a nessuno.
Un libro sulle gambe, guardo il mare, la gente che nuota. Sposto il mio sguardo sulla spiaggia e torno a ieri.
Sulla spiaggia anch'io,sempre un libro con me, a difendermi dal mondo intero, perché nessuno si avvicina a chi ha un libro sulla spiaggia, se non a volte per esclamare "Ma leggi sempre, goditi il sole!".
Tu no. Tu sei venuto da me, con un libro in mano e un timido sorriso sul viso.
"Posso sedermi qui?"
"Sì, certo. Sì".
Avrei voluto aggiungere "La spiaggia è di tutti, non c'è bisogno che me lo chieda". Oppure: "La spiaggia è così grande, proprio qui?". Insomma, normalmente avrei risposto così, ma avevi un libro e un posto per leggere non si nega a nessuno.
Non mi hai chiesto nient'altro e hai fatto la cosa giusta. Abbiamo letto insieme per mezz'ora, cercavo di sbirciare il nome del tuo libro ma non ci riuscivo. Forse l'hai fatto apposta. Forse sto fantasticando troppo, eri solo seduto accanto a me e da dov'ero non potevo leggere il titolo con discrezione. In ogni caso mi hai incuriosito, "Che cosa leggi?".
"Oceano mare."
"Ho sempre pensato che fosse un libro da donna." Prima pensare, poi parlare e invece hofatto il contrario. "Ma ho sempre pensato anche che fosse un libro adatto da portare in vacanza." Non so, sembrava che potesse bilanciare quel che avevo detto prima.
"E' di mia sorella, in effetti, ma avevo finito i libri da leggere. Mi piace però. Credo che leggerò anche altro di Baricco. Stavo leggendo qui dietro - indica la copertina - pensavo a Castelli di rabbia."
Mi sta prendendo in giro credo. Ha organizzato tutto. Gli mostro il libro che stavo leggendo: proprio quello.
Io ci credo alle coincidenze, però. Però fino a un certo punto. "Resti ancora molti giorni? Se vuoi te lo presto. Io credo che per stasera lo finisco. L'ho già letto altre volte, conosco i miei tempi." Ho di nuovo parlato prima di pensare, ma ho fatto bene stavolta, credo.
"Una settimana. Ci vediamo domani e me lo presti?". "Sì, va bene. Sì, sì". Quanti sì. "Ah, se non mi vedi qui, sono su quella veranda lassù, vedi? Quella col tavolino e il vaso di rose."
Ritorniamo a leggere, fino al tramonto, spalla a spalla ma senza toccarci. Se mi avessi sfiorato, mi sarei ritratta. Ma così. Così ti avrei sfiorato io. Che non capivo se calcolavi tutto, e se ero io a immaginare troppo. Fino al tramonto, poi ti ho sorriso, dovevo andare. Ti ho salutato, ti sei alzato in piedi, mi hai dato una mano per aiutarmi ad alzarmi. Una mano forte.
Il gatto miagola, mi distrae dal ricordo, ho alzato lo sguardo e ti ho visto sulla spiaggia, stai venendo da me. In costume e in una mano la maglietta e un fiore. Facile pensare che sia per me e anche troppo bello. Di sicuro quel fiore è in mano per qualche altro motivo. Ti guardo mentre ti avvicini, ieri non l'avevo fatto bene. Di ieri ricordo la mano, oggi vedo le braccia, anch'esse forti. Vedo lo sguardo, più che gli occhi, vedo le spalle. Sei bello, i capelli un po' lunghi, la barba di qualche giorno. Stai per entrare e ti infili la maglia, è quasi un peccato, ma mi sembra un bel gesto. Di rispetto, non so. Sento che saluti al piano di sotto e ti indicano le scale per la veranda. Chiudo gli occhi, mi metto comoda e faccio un respiro profondo. Odore di mare.

mercoledì 1 agosto 2012