venerdì 31 maggio 2013

Ti baciavo e piangevo, perché sapevo che non eri mio.
Solo oggi mi rendo conto che forse allora eri più mio che mai e che se solo ti avessi chiesto di tornare da me, l'avresti fatto. Ho voluto lasciarti i tuoi spazi, per una volta avrei dovuto prendermeli.
Con un maglia ho freddo, con due ho caldo. Ora proverò con maglie di tessuti diversi fino a quando non troverò la combinazione giusta per stare bene. E, ovviamente, stare bene fino a stasera. Ché sicuro il tempo cambierà e io non avrò modo di tornare a casa a cambiarmi.
Ci sono dei giorni in cui mi fa male sentirti, ma non sentirti mi fa male di più.

giovedì 30 maggio 2013

Magari non è amore, ma sarebbe bello se lo fosse, sarebbe giusto. Davvero, se potessi lo renderei amore adesso, ma non so come si fa.
Tu un amore travolgente l'hai avuto - m'ha detto - e non è andata bene. Forse un amore tranquillo è quello che fa per te.
In genere di un discorso mi interessa solo il succo. Non gradisco lunghi preamboli prima, né grandi discussioni filosofiche poi. Mi interessa il succo, se poi l'argomento lo richiede, chiedo dettagli.
Quando racconto qualcosa, mi comporto allo stesso modo: prima l'elemento fondamentale, se vuoi ti racconto il resto. Perché potrebbe anche essere che non te ne freghi niente di quello che sto per raccontarti, quindi tanto vale darti la notizia importante. Se ti interessa, poi vediamo. Sono in grado di parlare per ore, ma non è detto che io debba farlo per forza.
Mi dilungo un po' (solo un po') nei preamboli solo quando sto cercando di raccontare un aneddoto divertente: là spesso la contestualizzazione ci vuole. E anche in quel caso, se ci si dilunga troppo si rischia di perdere l'attenzione.
Perché è così, se non si è dei grandi oratori, si rischia di non destare l'attenzione di chi ci ascolta. A meno di avere un argomento interessantissimo di cui parlare. E a questo punto bisogna ricordare che ciò che è interessante per noi, non è detto che lo sia per gli altri.
Oggi giornata piena di cose da fare ma, almeno, dovrebbe finire presto. Sono bravissima a ottimizzare i tempi, devo solo sperare nella mancanza di imprevisti o nella mia capacità di affrontarli  velocemente e con successo.

mercoledì 29 maggio 2013

Mi sta venendo voglia di indire un contest. Ma devo prima trovare un tema abbastanza interessante o abbastanza strano. O strano e interessante allo stesso tempo.
Io non volevo uscire stasera.
Forse vi dovevo spiegare perché non volevo uscire, così non mi avreste convinto.
Io non credo nei presagi, nei segni, ma la giornata era incominciata male. Questo non voleva dire necessariamente che sarebbe finita male, poteva finire pure bene, o poteva finire e basta.
Non era stata una bella giornata ed era meglio concluderla presto, infilarsi nel letto e sperare in un domani migliore. Ecco, c'era questo barlume di ottimismo stasera, prima di uscire e forse domani sarebbe stata davvero una giornata migliore. E invece.
Vi dicevo dei segni. Sapete come è cominciata la mia giornata? Con il sale nel caffè.
Il sale nel caffè, capite? Una beve il caffè la mattina per cominciare bene la giornata, e ci ritrova il sale dentro. Poi, insomma, ce l'ho messo io ovviamente, non è che me lo sono ritrovato così per caso. Quindi con chi me la dovevo prendere? Con me.
Allora, mi dico, è l'occasione giusta per andare al bar. Il barista nuovo è un gran bel ragazzo, poi magari un giorno ve lo presento. In ogni caso, barista a parte, c'è una folla che non vi dico e mentre sono al bancone mi si rovescia il caffè addosso. Indovinate che avevo indossato? Un vestito bianco. Fortunata, eh? Io poi nemmeno ci credo a questa cosa della fortuna o della sfortuna. Semplicemente c'era folla e la gente si spingeva. Che è così che si risolvono le cose, no? Spingendo.
Devo dire che qui però ho avuto un colpo di genio, sono fiera di me. La macchia era all'altezza della vita, quindi ho slacciato il foulard che avevo legato alla borsa e l'ho indossato a mo' di cintura. Ci stava proprio bene e sono arrivata in tempo a lavoro. Ma non lasciatevi ingannare da questo momento di entusiasmo, se vi dico che è stata una brutta giornata, è stata una brutta giornata.
Entro in ufficio e trovo il capo che dice "Buongiorno, tenga questo" rifilandomi un grande faldone. "Cercavo la sua collega, ma visto che mi è capitata davanti, questa pratica la do a lei".
"Che sfiga" penso, ma non è proprio quello che dico.
I dettagli della pratica ve li risparmio, potete anche ringraziarmi per questo. Ora arriva la parte succulenta, se vogliamo chiamarla così. Indovinate con chi sono uscita il pomeriggio?
Come fate a sapere che è Biagio? No, non parlo sempre e solo di lui. Vi ho detto pure che il nuovo barista è carino, mi guardo intorno, è evidente che non penso solo a lui. In ogni caso, ha litigato con la ragazza. Ecco, se vi dicessi che non ho sentito un piccolo moto di gioia dentro di me mentirei. Ma piccolino, eh. Tipo un "Evviva, evviva, l'ho sempre saputo che non erano fatti l'uno per l'altra, sono io la donna giusta per lui." Niente di più.
Seguito da un enorme senso di colpa, ovviamente. Il senso di colpa è durato poco però, perché non si sono lasciati, io ho potuto esser lieta per questo e quindi ho pareggiato con la gioia di prima. Funziona così con i sensi di colpa, no? Se fai qualcosa di buono si attutiscono. Non è poi nemmeno proprio necessario fare qualcosa di buono, basta convincersi di averlo fatto. Io ero abbastanza convinta di esser lieta che non si fossero lasciati e così ho sorvolato sui sensi di colpa.
Gli ho dato pure qualche buon consiglio. Lui dice che non sa se la ama da impazzire o se a furia di starle dietro impazzirà. Se il risultato è lo stesso, il mezzo non conta, gli ho detto. Che poi non significa molto, mi sa, a ripensarci bene. Siamo passati davanti a una gioielleria e ha indicato un anello. "Che te ne pare?". Pacchiano, era decisamente pacchiano, non potevo non dirglielo.  Se un giorno avesse voluto regalarmi un anello... "Guarda quello come è carino!"
No, ma che pensate, mica ci spero ancora? Siete voi che interpretate male. Si possono regalare anelli anche alle amiche. Malpensanti, siete malpensanti.
Ritorniamo a noi. I dettagli del resto della giornata non contano, conta solo che non volevo uscire e mi avete convinto. Ecco. E' colpa vostra. Posso prendermela con voi, solo per oggi? Solo per dare la colpa a qualcuno. Non dovrei, lo so che non dovrei, che già vi sentirete in colpa da sole.
Voi volevate farmi una sorpresa: cena in un ristorante chic, e a mezzanotte gli auguri, che è il mio compleanno. "Vestiti elegante" mi avete detto. Carina era dir poco, ero proprio bella. Non volevo uscire ma voi eravate state così dolci a organizzare questa cena, che mi sono impegnata per arrivarci al meglio e per divertirmi davvero.
Come lo potevate sapere voi che Biagio e Cecilia erano a cena lì? Non potevate. Lui con la nuova fidanzata, io con le amiche. Insomma, non è proprio il tipo di incontro che mi aspettavo. Avrei preferito essere lì con un maschione - il tipo del bar, per esempio - giusto per fargli vedere che mi ero ripresa. Visto che non ero con il maschione in questione, meglio far finta di niente. Tanto lui era di spalle e lei non mi aveva mai visto: forse saremmo riusciti a evitarci tutta la sera. Potevo sempre dirgli che non l'avevo riconosciuto di spalle e che lei non la conoscevo. Che poi riconosca ogni suo movimento anche da dietro e che abbia dato più di un'occhiata alle foto su Facebook per vedere se era carina, son dettagli che lui non poteva conoscere (lodata sia l'impossibilità di sapere chi guarda il tuo profilo).
No, la vostra idea di lanciargli molliche di pane non era male, lo ammetto, ma non mi è sembrato il caso. Neanche cubetti di ghiaccio, ma apprezzo l'inventiva.
La cena era buona, la musica in sottofondo gradevole e, soprattutto, impediva di riconoscere le voci. Diciamo che poteva anche tutto andare per il verso giusto, non sarei dovuta passare vicino al loro tavolo per uscire, non avrei dovuto salutarlo e mi sarei risparmiata l'inconveniente di conoscere lei: la prima donna che io abbia davvero amato (cit.). Certo, pensavo di essere stata io, me l'avevi lasciato credere, ma mica è colpa tua se poi ti sei accorto che forse non era vero amore e che il vero amore è un altro e porta la quinta di reggiseno? Ma qui sono cattiva gratuitamente, lo so, passatemi lo sfogo.
In ogni caso, dicevo, a questo punto poteva ancora andare a finire bene, ma dovevamo aspettare la mezzanotte perché arrivasse la torta con le sue belle candeline. Ne avevate fatte mettere di nuovo trenta, spero.
Mi illudo che stia andando tutto per il verso giusto ed è qui che mi sono fregata con le mie stesse mani. Non dovevo cantar vittoria così presto.
Si abbassano le luci, parte una musica delicata in sottofondo. Guardo l'orologio, è ancora un po' presto per la mia torta. Forse qualcun altro festeggia qualche altra cosa, mi preparo a unirmi a un eventuale coro di auguri e invece sorpresa. Non so nemmeno perché ve lo racconto, visto che eravate lì con me. Forse è perché non ci posso credere.
Gira intorno al tavolo e le porge uno scatolino. Piccolo. Molto piccolo. Di certo non c'entrava una collana dentro, a meno di arrotolarla su se stessa, ma mi sarebbe sembrato davvero improbabile. Orecchini, forse. Saranno orecchini. Certo, non ci si inginocchia per regalare degli orecchini, ma magari... ci ho creduto, sapete, al fatto che forse non era un anello? Solo per un attimo, ma ci ho creduto.
Non riesco a togliermi il sorriso di lei dalla testa, lo sguardo commosso e felice. Anche io avevo gli occhi lucidi, mica solo lei. Sono una romanticona, lo sapete. Quando vedo queste scene romantiche mi viene voglia di piangere. Tanta voglia di piangere. Chi non si sarebbe commosso? Soprattutto quando lei ha detto sì baciandolo e stringendolo forte.
L'ho visto che hai chiamato di fretta un cameriere per chiedere il conto, te ne sono grata. Non è colpa tua se erano tutti impegnati ad ammirare la scena. Sono partiti gli applausi, gli auguri, i tappi di champagne, insomma, erano tutti molto presi. E' passato più di un quarto d'ora prima che tutti si riprendessero - io non proprio, ma dai, c'ero quasi.
Potevamo finalmente chiedere il conto, potevamo forse andarcene passando ancora inosservate. Ce ne stavamo quasi per andare, quando una voce al microfono annuncia: "Signore e signori, non sono finiti i motivi per festeggiare. E' appena scattata la mezzanotte, facciamo tutti insieme gli auguri a Laura!"
Arriva la torta con le candeline, si girano tutti verso di me, e quando dico tutti intendo tutti. Non è stato bello neanche per lui, lo capivo dallo sguardo, ma per me è stato peggio, concedetemelo.
"Tanti auguri a te", intonano tutti. Tanti auguri a me.

Scritta per il primo contest di "Pessimismo e fastidio".





"Mi ha lasciato e quindi l'ho uccisa. Volevo stare con lei, l'amavo."
Citazione a caso di uno dei tanti ex marito/fidanzato che decidono di ammazzare la propria ex compagna. Magari le parole non sono proprio esatte, ma il senso è spesso questo.
Ecco. Ora mi devi dire come ci stai con lei una volta che è morta.
"La amavo più della mia vita."
Ma non più della sua, ovviamente.
E potrei continuare con altre citazioni casuali, ma mi viene il nervoso solo a pensarci.

Vorrei sbilanciarmi e dire che è tornata la primavera, ma non lo farò. Secondo me ci prende in giro tutti quanti, giusto il tempo di riporre nuovamente qualche giacca un po' più pesante che avevamo tirato fuori in questi giorni di freddo e poi ricomincerà a piovere.

martedì 28 maggio 2013

Oggi ho mangiato tanta cioccolata perché ho il ciclo e fa bene mangiare la cioccolata quando si ha il ciclo. Sta scritto sugli assorbenti. Insomma, chiunque sia a scrivere quelle frasi sugli assorbenti, se ne intenderà se fa questo per lavoro.


lunedì 27 maggio 2013

Sono un po' impegnata e un po' stanca in questo periodo. Un po' tanto, anche se "un po' tanto" non si dice. Da mercoledì dovrei tornare a dei ritmi più umani, e ovviamente non mi troverò lo stesso. Insomma, sono un riccio, mica ho ritmi umani io?
E dopo la stupidaggine delle 22:11 ritengo di potermi appallottolare e rotolare via.
Sono piena di energia
ora prendo e vado via
scappo all'università
vi auguro tanta felicità.

Rime sciocche di buon mattino,11. L'arrocco del riccio.

domenica 26 maggio 2013

Quindi volevo chiedervi... progetti per queste vacanze di Natale?
Ecco che prendo la mia copertina e mi metto a studiare.
No, non sto riciclando un vecchio stato di dicembre.
E' il ventiquattro maggio, prendo la mia copertina e mi metto a studiare.

sabato 25 maggio 2013

Nessuno dovrebbe essere in grado di rubare il nostro sorriso e io non ti lascerò prendere il mio. Però è innegabile che quando sto con te il mio sorriso esce fuori più spontaneo e sincero che mai, è non mi stupirei se tu riuscissi a prenderlo e a portarlo con te.
Volevo solo dirti che ti amo e invece ho parlato per dieci minuti non dicendo niente.
Dovevo solo dirti che ti amo.
Ho finito le lacrime,
lascio che il cielo pianga per me.
Voglio tutto e il contrario di tutto. Praticamente sono una di quelle persone che nell'indecisione si perde, rischiando di ottenere il nulla.

venerdì 24 maggio 2013

Mi piacerebbe essere in grado sia di esprimere un concetto preciso in poche parole, sia di scrivere pagine intere senza annoiare.
Prendi i miei desideri passati - che non potevi conoscere - e li trasformi in realtà.
Bellissimo.
E io, terribile, mi rendo conto di quanto sia vero che non sempre ciò che si desidera è ciò che si vuole davvero.
Prima di immergermi in questa nuova giornata, ho bisogno di immergere un cucchiaio nel barattolo di Nutella.
"Si è sentita la tua mancanza oggi. Al posto tuo è venuta una ragazza che si lamentava sempre e anche quando non si lamentava aveva una faccia triste. Tu sorridi anche quando le cose non ti vanno come vorresti. Insomma, magari lo dici che le cose non ti vanno come vorresti, ma non passi il tempo a lamentarti. E poi metti allegria."

Complimenti che mi rendono felice.

giovedì 23 maggio 2013

Chiami
chi ami.

Buongiorno!
Io ora vado all'università. O meglio, il mio programma è questo, ma potrei sempre addormentarmi da qualche parte per la via.

mercoledì 22 maggio 2013

Fate sogni d'oro. O anche di cioccolata.
Che si sia alle superiori o all'università, il fatto che il risultato di un calcolo sia sessantanove desta sempre maliziosi risolini.
Mi son svegliata prima del dovuto
e con fare risoluto
ho deciso di iniziare a studiare
attenta prima ovviamente a mangiare.
Un saluto con affetto
a chi è in piedi e a chi è ancora a letto.

Rime sciocche di buon mattino 10, L'arrocco del riccio.

martedì 21 maggio 2013

Questa mattina mi son svegliata
con tanta voglia di cioccolata
con tanta voglia di fare tanto
e finir presto tutto quanto.
Auguro a tutti una buona giornata
e tanta, tanta cioccolata.

Rime sciocche di buon mattino, 9. L'arrocco del riccio.

lunedì 20 maggio 2013

L'unica volta che mi hai detto "ti amo" non ero molto vestita. Non so se conti.
Scivolano i pensieri
giù dalla testa
per la nuca
lungo la schiena.
Si appoggiano sui fianchi dolci
e giù ancora
lungo le gambe
fino ai piedi.
Goccia dopo goccia
ristagnano lì sul fondo
e, nella doccia, li abbandono.
Sono contenta di non sognarti più, vorrei che a sognarmi fossi tu.
(non è un pensiero giusto questo, lo so, ma a volte si pensano anche cose non giuste. Spero non accada, non sognarmi.)

domenica 19 maggio 2013

Vado a dormire sapendo che è da tanto tempo che non ti sogno, con la speranza di essere finalmente riuscita a dimenticarti e il desiderio nascosto (ma non troppo) di farlo ancora.
Ci saranno sempre libri che non avrò letto, canzoni che non avrò ascoltato, film che non avrò visto. Ansia.
Ce l'ho quasi fatta a dimenticarti.
Non del tutto, ovviamente, ma va bene così perché ai miei ricordi ci tengo.
Solo, ora non devo più combattere con loro, per vivere bene il presente.
Il problema, al momento, non è dimenticare quello che abbiamo fatto.
Il problema è dimenticare quello che io ho sognato che avremmo fatto insieme.
Ma si può dimenticare un futuro che non c'è?
Ci piace tutto ciò che è gratis, ammettiamolo. O almeno, quasi tutto.
E allora ricordiamolo che ogni raggio di Sole non ci costa un centesimo.
Ricordiamolo che alcuni fiori nascono spontaneamente senza che nessuno se ne prenda cura.
Ricordiamolo che le stelle son lì per noi e non si paga un biglietto per guardarle.
Miliardi di stelle a zero centesimi, tutte per noi.
Stamattina mi sono svegliata e ho sbattuto il braccio contro l'armadio. Poi ho incontrato te.
Indovina cosa è stato più doloroso?

sabato 18 maggio 2013

venerdì 17 maggio 2013

Non mi piace molto il fatto che Facebook permetta di sapere se una persona abbia visualizzato o meno un messaggio privato. Certo, ha la sua utilità, ma mi impedisce di fare la gnorri e quindi non mi piace. Ma sarebbe anche peggio, per me, se Facebook permettesse di vedere se chi ha inviato il messaggio ha controllato se il destinatario l'ha ricevuto. Non so se sono stata chiara ma faccio un piccolo esempio.
Invio un messaggio a un ragazzo che mi piace e attendo una risposta. Ovviamente, controllo trecentosessantotto volte per vedere se abbia visualizzato il mio messaggio. Ecco, per fortuna lui non può sapere quante volte ho controllato.
Buongiorno a chi è di fretta,
a chi un pullman aspetta,
buongiorno a chi va piano
sicuro andrà lontano.
Qualsiasi sia la vostra velocità,
vi auguro tanta felicità.

Rime sciocche di buon mattino, 8. L'arrocco del riccio.

Normalmente lo faccio sul letto.
O sul tavolo.
Ho provato su una sedia o sul divano.
Per terra non è affatto male, nella vasca da bagno pure.
Il problema è che sono piuttosto irrequieta, mi piace cambiare spesso posizione.
Soprattutto se si tratta di andare avanti per ore.
Non ce la faccio a studiare sempre ferma allo stesso posto.

giovedì 16 maggio 2013

Potresti far finta di far finta di credermi, quando faccio finta di averti dimenticato? Grazie.
Non avrei mai pensato di incontrarti davvero, sono sempre così prudente. Non avrei mai pensato di incontrare una persona conosciuta su Facebook, non accetto neanche le richieste di amicizia di sconosciuti. Ma tu non mi hai mandato nessuna richiesta di amicizia, forse è questo che mi ha fregato, il tuo non essere insistente, il tuo non essere apparentemente interessato a nulla di più di uno scambio di opinioni. E probabilmente è tutto ciò a cui tu sei interessato, tra l'altro. Io che ne so.
Ho mille fantasie in testa, di alcune dovrei vergognarmi forse, ma non importa. Ti ho immaginato con tanti aspetti diversi. A volte troppo bello e poi, per rimediare, troppo brutto. Mediavo su un aspetto anonimo, ma non poteva essere. Chi scrive così bene non può essere anonimo. Chi sa usare il congiuntivo, chi sa mettere le virgole al posto giusto, chi fa differenza tra l'accento sulla terza persona singolare del presente indicativo del verbo essere e quello su "perché", non può avere un aspetto anonimo. Anche se per l'accento il controllo automatico di Google aiuta molto, devo ammetterlo.
Un commento lasciato sotto una citazione, la mia preferita dal mio libro preferito, ecco come è iniziato tutto. L'avrò letta centinaia di volte, l'ho sempre vista in un modo e poi arrivate tu e il tuo punto di vista diverso dal mio, eppure così sensato, e mi offrite un'altra possibilità. E' difficile convincersi con le ragioni altrui - Pascal diceva qualcosa del genere -, e invece le tue ragioni erano convincenti. Ti ho odiato un po', lo sai? Non puoi prendere la mia citazione preferita e sconvolgerla così, ti renderai conto.
Ho risposto al tuo commento, hai risposto al mio. Hai tirato in ballo un altro libro, che io avevo letto e ho ribattuto. Ne hai tirato in ballo un altro che non conoscevo, e l'ho letto per risponderti. Mi è pure piaciuto. Talvolta in disaccordo, spesso in accordo, abbiamo continuato così per mesi, sotto quella citazione e sotto altre. Non ci siamo mai detti molto di personale eppure tra un commento e l'altro a un certo punto mi è sembrato di iniziare a conoscerti e ho lasciato trasparire un po' di me. Non volevo dirti troppo, diffidente come sono, ma era così naturale parlarti di me tra un libro e l'altro. Poi è capitato: un libro ambientato nella tua città e un commento che ti ha lasciato intendere che era anche la mia. Chissà, magari ci siamo anche visti qualche volta. Mi piace pensare che siamo stati fianco a fianco in una libreria sfogliando un libro, indecisi se comprarlo o meno. Mi piace pensare un sacco di cose, ma non è dette che siano vere. E' più probabile che ci siamo incontrati in un pullman affollato o che non ci siamo incontrati affatto. Ho provato anche a guardare la foto del profilo per vedere se avevi un aspetto conosciuto ma non mi è stato di alcun aiuto. Ho solo capito che potevo continuare a immaginarti castano senza scostarmi dalla realtà. Chissà se tu hai guardato la mia, di foto. Nel dubbio ne ho messa una carina.
Gli chiedo di incontrarci. Aspetto che me lo chieda lui. No, glielo chiedo io. No, aspetto lui. No, boh.
"Sai, in città la settimana prossima c'è la presentazione del suo nuovo libro" mi hai scritto in un commento. Osservazione casuale? O forse no?
"Pensavo di andarci, tu?"
"Anche io."
Praticamente, un appuntamento. Anche se non abbiamo fatto appuntamento. Potremmo tranquillamente andare in libreria, assistere alla presentazione e tornarcene ciascuno a casa propria senza neanche dirci ciao. Mica abbiamo detto "Ci vediamo lì", o qualcosa del genere.
"Ma se ti vedo ti posso salutare? - Una notifica sul cellulare un'ora prima della presentazione, un messaggio privato. Il primo. Non mi sembra una domanda da te. Che ne so io di quale sia una domanda da te, tra l'altro.
"Certo che puoi."
"Come ti riconosco?"
Come mi riconosce. Sarò quella timida e imbranata, vorrei rispondergli. Sarò quella coi baffi, gli scrivo invece. Che non è molto meglio, converrete con me.
Adesso scappa, me lo sento. Non verrà mai.
Raccolgo i capelli, metto un po' di lucidalabbra e uscendo di casa infilo la mia collana col ciondolo a forma di baffi. In fondo, non mi sei sembrato sprovvisto di senso dell'umorismo.
Mi rifugio tra uno scaffale e l'altro, vorrei individuarti per prima, non so perché. E invece.
"I baffi ti donano." Una voce all'improvviso, calda.
"Lo so, grazie." Dico sorridendo.
Neanche un ciao, neanche un piacere di conoscerti, come se fosse la cosa più normale del mondo. Prendiamo posto in una delle prime file e non perdiamo una parola del discorso di presentazione.
Ogni tanto ti guardo, ogni tanto guardi me. Tu fai anche una domanda all'autore, io la mia la tengo per me, ché come al solito la timidezza mi vince. Anche se forse per una volta un po' l'ho vinta io se sono qui con te.
Un caffè? Perché no.
Un'ora ininterrotta di chiacchiere, d'altra parte con me va così: se mi prende la timidezza o sto in silenzio o parlo di continuo. Non ho ancora capito cosa sia meglio per il mio interlocutore.
Sorrido in metro, ripensando alle ultime parole che mi hai detto: "Sai, in fondo è vero quel che si dice delle donne baffute."

E' giovedì, ma io mi sento come se fosse lunedì, sappiatelo.
Che poi, per me il lunedì non è un giorno così tragico, perché mi piace avere davanti una settimana piena di cose da fare e di novità, ma il lunedì c'è sempre tanta gente che si lamenta che è lunedì.
Ecco, oggi è giovedì ma io mi sento come se fosse lunedì e il lunedì non mi piacesse.

mercoledì 15 maggio 2013

Ognuno è andato avanti per la sua strada, solo che io ogni tanto ancora mi volto per vedere se hai cambiato idea.
Colazione abbondante, come ogni mattina. Se non mangio, non sono in grado di ragionare.
A onor del vero, non è che la situazione cambi tanto dopo mangiato, ma la speranza è l'ultima a morire.

martedì 14 maggio 2013

Il mio pc portatile è sempre più convinto di essere un fisso e si spegne quando stacco la spina. Manie di grandezza.
Ci siamo persi per un istante.
C'è stato un momento in cui ci saremmo potuti incontrare, ci siamo quasi sfiorati e poi ognuno è andato avanti per la sua strada.
Odio scoprire che c'è una vendita promozionale in una libreria e non ci posso andare.

lunedì 13 maggio 2013

Era svegliarsi con la voglia di mandare il messaggio di buongiorno anche se ci saremmo visti dopo poco, era salutarsi e dopo un po' scrivere "Sono stata bene, mi manchi già".
Era sorridere camminando per casa, i miei genitori che mi guardavano come se fossi scema - e forse un po' lo ero.
Era.
Tutto quello che avrei sempre voluto da te, lo dai a lei. D'altra parte io non ti ho mai dato tutto quello che avresti voluto.
Mi aggrappo a te, stringendoti più forte che posso.
Ti lascerò andare solo se e quando sarai tu a chiedermelo.
Ho freddo con una maglia, caldo con due.
Nel letto stavo bene, quasi quasi torno lì.

Ovviamente non posso, in qualche modo farò. Buongiorno!

domenica 12 maggio 2013

Amami ancora per un po'. Per un centinaio d'anni, tipo.
Dovrebbe bastare a riempire il "per tutta la vita".
Questa smania di riempire i silenzi.
Può essere semplicemente che non abbiamo niente da dire e allora taciamo, ti prego.

S'io fossi un'onda potrei infrangermi contro di te, rompermi in mille spruzzi e tornare indietro.
Ma io non sono un'onda e ogni volta che ti incontro, mi scontro e mi disperdo. Non mi trovo più.
Ci si può divertire con poco, ci si può divertire con nulla, se la compagnia è quella giusta.

sabato 11 maggio 2013

Ieri mi sono commossa leggendo un messaggio e credetemi, io non è che mi commuova spesso.
O meglio, posso piangere come una scena vedendo un film che magari ho già visto trecento volte, sapendo che magari va anche a finire bene, ma è difficile che io mi commuova per una parola detta o un messaggio.
Stavo per andare a dormire e nel preciso momento in cui stavo per spegnere il cellulare mi è arrivato un messaggio dalla mia migliore amica, che non vedo spesso ultimamente. Scriveva che sapeva che probabilmente stavo già dormendo (ci ha quassi azzeccato) ma voleva dirmi che mi voleva bene anche se non ci vediamo più spesso come prima. Io ci penso sempre a lei, quasi tutti i giorni, e ieri ho pensato che la conosco ormai da circa sedici anni. Già così mi sembrano tanti, ma poi ho pensato che è più di metà della mia vita. Cavolo.
Io so mentire bene, i miei occhi no.
Sembrano incapaci di obbedire al cervello, seguono il cuore.
Posto che sia vero quello che dice, che sia il cuore a decidere chi amare.
Ho paura di guardarti troppo.
Non lo farei apposta, ma lo farei,
al tavolo, tra tanti.
Ti guarderei troppo.
Si può guardare troppo una persona?
Sì, se quella persona non è tua.
Tua per quanto qualcuno possa esserlo.

I silenzi vanno riempiti solo quando sono imbarazzanti.
Se i cassetti potessero parlare, chissà quante ce ne direbbero.
"Ci avete riempiti di sogni, riprendeteveli tutti".

venerdì 10 maggio 2013

Non voglio un principe azzurro, voglio un uomo che sappia usare il congiuntivo.
Quante volte si possono cambiare le virgole all'interno di un unico periodo? Tante.
A volte penso "quando sarò grande...", poi mi rendo conto che "quando sarò grande" è ora.
Ti stai perdendo la me più bella e questo fa sì che ogni tanto io tiri fuori il peggio di me.
Ci sono dei giorni nei quali mi guardo allo specchio e mi vedo proprio bella, tipo oggi.
Ora, se vi dovessi dire che lo sono, o che lo sono particolarmente più di altri giorni, vi direi una bugia.
Io mi piaccio, ma nono sono una di quelle ragazze che ci si volta a guardare per strada. Questo una volta mi dispiaceva, ora non più, perché poi qualche volta mi è capitato di ricevere commenti dai passanti e, tutto sommato, non è che la cosa sia sempre così entusiasmante. Dipende dai commenti e dipende dai passanti, certamente, ma non mi spiace la mia bellezza discreta, se di bellezza si può parlare.
A parte tutto, ci sono dei giorni in cui mi sento proprio bella, e oggi è uno di questi.
Ke bello ke c'è il Sole. Wuau. Trpp bllo. E' tnt ke aspttvo qst momento.

E ora che ho saltato tutte queste lettere, che ci faccio con il tempo risparmiato? Ci vado al mare?

giovedì 9 maggio 2013

"È bella la parola pacienza in napoletano perché mette un po' della parola pace dentro la pazienza."

Tu, mio. Erri de Luca
Come è difficile a volte trovare la parola giusta.
Devi innanzitutto avere un'idea precisa di quello che vuoi dire. Poi devi conoscere delle parole che vogliano dire quello che intendi, e tra tante devi riuscire a scegliere quella che vi si avvicina di più. Inoltre, devi adattare il tuo registro linguistico al tuo interlocutore. E se gli interlocutori sono più di uno? Devi fare attenzione a usare termini che possano essere chiari a tutti evitando però, nel tentativo di semplificare, di allontanarti dal senso originario. Eventualmente, se alcuni degli interlocutori lo consentono, puoi usare anche qualche termine più complesso, se più appropriato, ma devi essere poi in grado di renderlo comprensibile a tutti.
Talvolta, può essere utile infilare qualche citazione per avvalorare una propria tesi (e non perché fa figo, per quanto debba ammettere che qualche volta fa proprio figo). Anche in questo caso, però, la citazione ha senso se l'interlocutore la può cogliere, il che dipende dagli studi, dalle letture, dalle esperienze e da tanti fattori non prevedili. Si può anche inserire una citazione fine a se stessa, ma se nessuno la coglie al più si può gongolare tra sé e sé.
A volere dirla tutta, dopo che hai scelto le parole, rimangono la costruzione, l'intonazione e l'espressione, se stai parlando dal vivo. Se stai scrivendo, si aggiungono la punteggiatura e la difficoltà aggiuntiva di far arrivare la giusta intenzione: non sempre un tono scherzoso passa attraverso la parola scritta. Ne sa qualcosa chi si è ritrovato a litigare per un messaggio male interpretato.
Per fortuna non sempre penso a tutte queste cose prima di parlare e scrivere, o non direi e scriverei più nulla. Che poi non so se sia una fortuna davvero, perché mi piacerebbe riuscire a dire proprio quello che voglio, quando voglio, come voglio.
Anche se qui per quel che mi riguarda si apre un altro capitolo: tutte quelle volte nelle quali riesco a dire quello che voglio presumibilmente nel modo giusto e il mio interlocutore non lo capisce. Ma magari ve ne parlerò un'altra volta.
Mi scrivo email da sola per non perdere dati che mi servono e poi mi stupisco per l'arrivo di nuova posta.
Mi piace la discrezione di chi fa poche domande.
Le persone discrete sono le uniche alle quali parlo volentieri di me, se penso che per qualche motivo possa interessargli.
E' difficile trovare un equilibrio tra il mostrare interesse per una persona e l'esser discreti.
Il mio fidanzato dice che sono una donna complicata.
Vorrei arrabbiarmi, ma forse è vero. O forse no.
In ogni caso, credo che lo prenderò come un complimento.


Tra un po' prenderò il treno
sperando non sia pieno
buongiorno a tutti quanti
e sorrisi, tanti tanti.

Rime sciocche di buon mattino, 7. L'arrocco del riccio.

mercoledì 8 maggio 2013

Non so se vi è mai capitato di sentire, a proposito di ragazze che se la tirano un po', l'espressione "Ma crede di averla solo lei? O c'è l'ha speciale, con i brillantini?"
Il complemento oggetto della frase lo lascio immaginare a voi, tanto tra un po' mi spiego meglio.

Fino a un po' di tempo fa quest'espressione era solamente metaforica, ma oggi, signore e signori, non più.
Oggi parliamo di vajazzling. E' necessario parlarne? No, ma ho intenzione di farlo lo stesso.
Il vajazzling è una nuova moda che consiste nel decorare con swarovski, paillettes e ammennicoli di vario tipo la... mmm... come la vogliamo chiamare? Patatina? Vabbe', chiamiamola come si deve, la vagina. Ecco. Se fin'ora sentivate che vi mancava qualcosa per sentirvi belle e desiderabili, adesso sapete come rimediare. In realtà, più che altro la zona interessata è il monte di Venere, che può essere decorato con i motivi che si preferiscono.
E se proprio volete essere moderne, potete far precedere al vajazzling un bel vajacial, un trattamento rivitalizzante che è stato ideato per il viso. Ora, già il fatto che si possa usare per queste due parti del corpo così diverse uno stesso trattamento, mi fa sorridere, m sorvoliamo e andiamo avanti. 
So che volete sapere quali sono i passi per sottoporsi a questo intervento. Lo so, lo so, che li volete sapere. Sono due, fondamentalmente.
1) Depilazione totale, eventualmente seguita da vajacial, che lascia la pelle liscia liscia liscia.
2) Applicazione dei brillantini mediante pinzette (quelle per le sopracciglia andranno bene? O ci saranno negozi specializzati nella vendita di pinzette apposite?).
Uniche avvertenze: non dura per sempre (e menomale!) e non si può fare zumzum nelle ventiquattro ore successive alle applicazioni, perché si potrebbe perdere per la via qualche brillantino.

A questo punto, se qualcuno vi chiederà "Ma credi di averla con i brillantini?", potrete rispondere di sì. Vi pare poco?


Che strano modo di dire è "è stata una lunga giornata". Alla fine son sempre ventiquattro ore.
Eppure, oggi è stata proprio una lunga giornata.
Le mie mani stringono le tue braccia forti, mentre mi alzo sulle punte dei piedi per baciarti meglio, le tue si infilano abili tra la mia pelle e i vestiti.
Doveva pur ricapitare, lo sapevamo entrambi. Le nostre labbra che si cercano di nuovo, mi mordi piano, gemo appena e mi stringi ancora più forte.
Mi prendi in braccio come pesassi niente - da quando sono diventata così leggera? - e mi ritrovo seduta sul tavolo, le tue mani poggiate sulle mie ginocchia.
"Mi sei mancata."
Mi sei mancato anche tu, lo penso ma non lo dico. Per una volta rimango in silenzio io e non so se sia una stupida vendetta per tutti i "ti amo" e i "mi manchi" non corrisposti in passato o se sia semplicemente la paura di sbilanciarsi ancora una volta.
Ti bacio piano le labbra, con dolcezza e schiudo le mie ai tuoi baci.
Ho voglia di sentire il calore della tua pelle, come un tempo. Le mie labbra sul tuo collo, tiro piano un bottone della tua camicia per scoprirti una spalla - ricordo che erano belle le tue spalle- e nel movimento che faccio per scoprirla mi blocco.
Le mie spalle si abbandonano all'improvviso, perdo la forza nelle braccia. Cerco di riprendermi in tempo, non vorrei che ti accorgessi di nulla, abbozzo un sorriso, ti do un altro bacio, ma è troppo tardi.
"Che è successo?"
Potrei risponderti "Niente", ma non ci crederesti mai. Potrei anche non risponderti niente, perché tanto tu lo sai cosa ho visto.
"Non significa nulla. E' solo un tatuaggio." Lo sapevo, che lo sapevi.
Due lettere intrecciate nel simbolo dell'infinito, le vostre iniziali.
E io lo so che è solo un tatuaggio, che non significa nulla. Ma io non posso guardarlo e non pensare che avete lo stesso tatuaggio nello stesso posto. E non è nemmeno il tatuaggio il problema. Sono le promesse che vi siete scambiati quando avete deciso di farlo, è l'infinito, è che avrai sempre lei addosso in qualche modo. Che poi, lei sarà sempre dentro di te, nei tuoi ricordi, non è peggio questo? Sì e no, perché i ricordi ce li hanno tutti, anche io ho i miei, non con te. E in ogni caso contro i ricordi non si può nulla.
Averla addosso sempre. Per me è come rivedervi insieme, quasi.
"Non significa nulla, non essere sciocca, io voglio te, sto con te, ho scelto te. E' te che amo. Non fare la sciocca."
Non faccio la sciocca ma è difficile. Io ci provo a spiegartelo che quando vedo quel tatuaggio penso a voi due che fate l'amore. "Ma che c'entra? Non abbiamo deciso di farlo mentre facevamo l'amore, né mentre facevamo l'amore passavamo il tempo a guardarci i tatuaggi."
Sì, no, certo. Figuriamoci. Quando facevate l'amore, facevate l'amore e basta, ma a me questo viene in mente, io che ci posso fare?
"Non ci pensare".
Lo sai che io penso troppo, figurati se posso non pensare a questo. E poi più cerchi di non pensare a una cosa, più ci pensi. Lo sanno tutti, dai.
"Vuoi che me lo tolga?"
Non lo so perché, ma ho l'impressione che "sì" sarebbe la risposta sbagliata, che potresti rinfacciarmelo un giorno. Sì, vorrei che te lo togliessi, ma vorrei anche non essere io a dovertelo chiedere. D'altra parte perché dovresti sottoporti spontaneamente a un'operazione per togliere qualcosa che per te non significa niente. Significa più per me che per te? Forse.
Ma come fanno quelli con i tatuaggi delle ex, quando una storia finisce? Che alcune iniziali non si possono riciclare, insomma. Salvo fare una ricerca specifica. Come requisito fondamentale, la mia prossima fidanzata deve avere un nome che comincia per questa lettera.
"Non riesci a rimaner seria neanche per un po'". No, e lo sai benissimo, di che ti stupisci?
Non ho voglia di parlarne ancora, cerco di baciarti ma baciare qualcuno per evitare una discussione non è come baciarlo perché lo si vuol baciare davvero. Lo so io, lo sai tu. Lo sanno tutti.
"Come devo fare per farti capire che per me non è importante?"
Non lo so, ma dammi un po' di tempo. E' la prima volta che lo vedo, non potevi pensare che sarei rimasta completamente indifferente. Non ti chiedo di toglierlo. Vorrei che lo decidessi tu da solo, ma  ovviamente questo lo penso e non lo dico, io che ti dico sempre tutto quello che mi passa per la testa.  Cerca di capirmi. Per te ora non conta niente, ma quando l'hai fatto contava qualcosa. Voleva dire che l'amavi e volevi stare con lei per sempre. Adesso stai con me e vuoi stare con me per sempre. E se il nostro per sempre durasse quanto il vostro?
Io non voglio un per sempre che duri due anni, voglio un per sempre che duri per tutta la vita. Che non è un per sempre assoluto, ma è un per sempre per me.
E non guardarmi con questa faccia, lo so che sono contorta, che non mi spiego bene, che non ho mai le parole giuste. Io ti amo, farò di tutto per non pensarci, col tempo mi abituerò e non vedrò più quella B. e quella A. intrecciate insieme. Io ce la posso fare, ma tu comprendimi, se non ce la faccio subito.
Stingo forte le mie gambe intorno al tuo corpo le mie braccia. Poggio le mie labbra contro le te e ti bacio. Mi sei mancato, questa volta te lo dico forte. Non voglio altri rimpianti, perché se quella prima volta ti ho perso è stato un po' anche colpa mia. Sono più forte di quello che credo. Credo.


[Erano giorni che mi frullava per la testa questa storia, ma non ero riuscita a scriverla. Ora che l'ho scritta, sento che non è come l'avevo pensata, soprattutto il finale. E' che io una storia così non so come finirla, o forse la fantasia oggi non mi assiste. Magari un giorno la riscriverò.]

martedì 7 maggio 2013

"Il pesce è pesce solo quando sta nella barca. È sbagliato gridare che l'hai preso quando ha solo abboccato e senti il suo peso ballare nella mano che regge la lenza. Il pesce è pesce solo quando è a bordo."
Tu mio, Erri de Luca
A volte sento un vuoto profondo dentro me. Poi per fortuna faccio colazione.
Qui lo dico e qui lo nego, ma vorrei tornarmene nel mio letto ora.
Anzi no, non lo nego, lo affermo con assoluta certezza: voglio tornare a dormire!

lunedì 6 maggio 2013

Bisognerebbe farlo tutti i giorni.
Almeno una volta al giorno.
Con la persona che si ama.
Bisognerebbe farlo almeno una volta al giorno.
Senza badare al luogo.
Senza badare al tempo.
Non importa quanto duri.
Ma almeno una volta al giorno
bisognerebbe
con chi si ama
ridere.
Care zanzare, una cosa me la dovete spiegare.
Perché quando è arrivato l'inverno ci avete messo un sacco di tempo per capire che non era più la vostra stagione e ve ne dovevate andare in qualsiasi posto vadano le zanzare quando non è il loro momento, mentre ora è bastata meno di una settimana di caldo per farvi precipitare qui? Non potevate arrivare a scoppio ritardato, così come ve ne eravate andate?
Cado dal pero, come si suol dire.
Ieri la tv non l'ho quasi guardata, se non per seguire un po' la Cabello, ché i suoi programmi mi divertono sempre.
Davvero ieri Valeria Marini si è sposata e il matrimonio è stato seguito in diretta dalla Rai?
Ma davvero davvero? Così tutti hanno potuto partecipare?
Io non l'ho seguito, vuol dire che a me non arriverà la bomboniera?
Non ho potuto nemmeno provare a prendere il bouquet: non sarò la prossima a sposarmi.
Ma soprattutto: il problema è di chi lo trasmette o di chi lo guarda?
E ancora, posso io giudicare, dato che guardo con estremo interesse programmi televisivi dal dubbio valore culturale? Probabilmente no. E' solo che volevo il bouquet. 

Potremmo stare in silenzio, seduti in riva al mare, guardando l'orizzonte.
Niente di più, niente di meno. E non mi mancherebbe niente.
A volte non ricordo dove ho messo il dono della sintesi.
Perché credo di averlo ricevuto, un giorno, ma chissà dov'è.
Mi sa di averlo riposto ben bene. Troppo bene.
Rispunta fuori solo ogni tanto, quando non lo cerco.
Tu non sei qui.
E non importa dove tu sia o con chi. Chissenefrega.
Quello che conta, è che io sono qui e tu no.
Ogni mattina mi sveglio e comincio ad amarti.
Continuo ad amarti tutto il giorno e poi la sera e poi la notte.
Quindi non è giusto dire che ogni mattina mi sveglio e comincio ad amarti, perché in realtà non ho mai smesso.

domenica 5 maggio 2013

Io sono una persona abbastanza superficiale, questo devo dirlo.
Difficilmente riesco ad affrontare un argomento serio per più di dieci minuti (e mi sto mantenendo larga sui tempi), finisco quasi sempre col tirare fuori una battuta per sdrammatizzare, talvolta anche quando non sarebbe il caso.
E non ho una cultura molto vasta, anche questo va detto.
Non so quasi niente di politica, economia, storia, geografia, filosofia. La mia cultura letteraria non è molto vasta, quella musicale e quella cinematografica sono quasi inesistenti. Potrei continuare così con tutte le discipline possibili immaginabili, credo.
Sono curiosa e questo un po' mi salva, ma neanche sempre perché se non so una cosa, faccio una ricerca, la leggo e tre giorni dopo non la ricordo più.
Forse quello che mi salva un po' di più è che so di non sapere. Che poi, lo diceva anche Socrate, ma sono abbastanza sicura di saperne meno di lui.
In ogni caso, dicevo, so di non sapere e so che ho tanto da imparare. E sono convinta che non sapere qualcosa non può essere una scusa per cavarsi di impaccio e adagiarsi sugli allori. Perché mi è capitato in passato di dire "Io non ne so niente di..." pensando di essermi messa apposto con la coscienza ammettendo umilmente la mia ignoranza. Questo non basta, non è quello che voglio per me. Io voglio imparare, voglio sapere più che posso, che non sarà mai abbastanza e in fondo va bene così, perché è proprio imparare che mi piace e scoprire cose nuove. E so che ce ne saranno sempre.
"Sai di buono."
E' tutto quello che riesco a pensare mentre poggio il capo nell'incavo tra la tua spalla e il tuo collo.

Ci sono fantasie dalle quali non riesco a liberarmi e allora l'unica via di uscita, se non posso viverle, è scriverle.
Non so se vi sia mai capitato di avere a che fare con bambini: tu pensi di poter fare qualcosa di buono per loro, e finisce che sei tu a doverli ringraziare.
Gli stati che hanno più successo su Facebook sono quelli con la parola "Nutella" o con la parola "tette". Questo stato potrebbe avere un successo enorme.
Ma anche no.
Ogni passo avanti che faccio per dimenticarti, ne faccio tre indietro.
Ma forse, tornando indietro, supererò il giorno in cui ti ho incontrato per la prima volta e non ci sarai più nei miei pensieri.
Ogni mattina mi sveglio e comincio ad amarti.
Preparo il caffè e ti amo.
Faccio colazione e ti amo.
Vado all'università e ti amo.
Pranzo e ti amo.
Studio e ti amo.
Ceno e ti amo.
Vado a dormire e ti amo.
Questa mi sembra la chiara dimostrazione che sono in grado di fare più cose contemporaneamente. O che sono pazza.
O che sono una pazza che è in grado di fare più cose contemporaneamente. Scegli tu.
Guardando un film mi è tornato in mente che una volta mi hai detto che ero sprecata dove mi trovavo. Che era come dare una perla ai porci.
Io non lo so se tu avessi ragione o torto, proprio non lo so se mi si possa definire perla. L'unica altra  cosa che ricordo è che non mi hai voluto.

sabato 4 maggio 2013

IO

Io non sono quella credevo di essere, né sono quella che gli altri credono io sia.
Ho incitato al coraggio, ma ho avuto paura di affrontare i miei problemi.
Ho giudicato chi ha tradito, ma sono stata amante.
Ho chiesto la sincerità, ma ho mentito anche a me stessa.
Io non sono come credevo, non sono io.
Sono tante donne quante le persone che mi conoscono. Più tre.
Una è la donna che vorrei essere.
Una è quella che potrei essere.
La terza è quella che sono, e non so chi sia.

Per il concorso di Sorelle di un mezzo coraggio.
Abbiamo faticato tanto per essere libere di amare chi volevamo, adesso dobbiamo lottare per difendere il nostro diritto di non amare.
Io trovo TERRIBILE - e perdonatemi il maiuscolo ma qui ci vuole - io trovo TERRIBILE, dicevo, che una donna che lascia un uomo debba temere, tra le altre cose, di poter essere uccisa.
E lo so che succede anche il contrario, che donne uccidano uomini che non le vogliono più, ed è TERRIBILE anche quello allo stesso modo, ma oggi il mio pensiero è andato per primo alle donne, perché ormai non passa giorno in cui non legga o senta di un femminicidio e questo mi atterrisce. E' TERRIBILE.
Quanti rimpianti cominciano con un "se avessi saputo"?
"Voglio te", ti dicevo stringendoti forte.
Se avessi saputo, non avrei mai mollato la presa.

Il letto ancora chiama,
ho addosso il mio pigiama,
ma devo pur studiare
se mi voglio laureare.
Prendo il mio librone
e scappo sul balcone
buongiorno a voi tutti
ai belli e pure ai brutti.

Rime sciocche di buon mattino, 6. L'arrocco del riccio

Sono brava a mantenere i segreti: mi tengo nascoste un sacco di cose.

venerdì 3 maggio 2013

Il dolore serve per farci rendere conto dei nostri limiti.
Se non provassimo dolore, ci faremmo molto più male. Senza accorgercene.
Io volevo dirti che mi ero innamorata di te.
Tu volevi dirmi che avevi finalmente trovato la donna della tua vita.
Hai parlato prima tu, e io sono rimasta in silenzio.
- Tu lo sai che io ti amo, c'è davvero bisogno che io te lo dica?
- No, non ce n'è bisogno. Ma che perché non dirlo?
- Perché bastano i fatti.
- I fatti sono necessari, è vero. Se i fatti non ci fossero, non ti chiederei neanche le parole. Ma i fatti ci sono, e allora perché non dirmi che m'ami?
Mi aggrappo alla tua schiena.
Perdendomi, cerco di non perderti.
Non sono i tatuaggi che non si tolgono più, per quello hanno inventato un rimedio.
Sono i ricordi che non se ne vanno, a meno che non lo decidano loro.
Non ho molti segreti, ma le poche cose che nascondo, spesso le nascondo anche a me stessa.
Chi esce con la voglia di divertirsi, si diverte a prescindere da quello che fa, se è in buona compagnia. Chi esce con la voglia di lamentarsi, troverà il modo di lamentarsi in ogni caso, indipendentemente da luoghi, orari e compagnia.
La prima volta non è stata male.
La seconda, però, è andata decisamente meglio.
La terza non vi dico.
La quarta e la quinta sono state fantastiche.
Ma la sesta.
Beh, la sesta volta che ho preparato la carbonara è stata davvero fenomenale.

giovedì 2 maggio 2013

Ogni tanto dimentico di tornare con i piedi per terra.
La fantasia mi trascina tra le stelle e dimentico che il mondo è un altro.
Io che non ho mai voluto fare un tatuaggio perché non volevo che qualcosa segnasse la mia pelle per sempre, ritrovo impresso te nella mente e nel cuore e non te ne vai via.
I buoni consigli sono sempre per gli altri, tanto io non li seguo.
C'è un ragno sullo schermo. Ora, io non lo voglio ammazzare, perché mi spiace. D'altra parte, ho paura di ritrovarmelo sulle mani da un momento all'altro. Potrei provare a farlo andare su un pezzo di carta e portarlo fuori al balcone, ma mi sembra veloce: e se poi mi finisce addosso lo stesso?
Io lo so che è un ragnetto piccolo e innocuo e se mi finisce sulle mani non fa niente, ma se poi cammina, in infila nella maglia e non lo trovo più?

Questo post l'ho scritto dieci minuti fa: non ho potuto pubblicarlo prima perché il ragno era arrivato sulla tastiera.
Ora non lo vedo, ma qualcosa mi dice che non è troppo lontano. Terrò gli occhi ben aperti.
Ho studiato all'aperto stamattina. Ho petali di fiori d'arancio tra i capelli, ma non è un'immagine così romantica come potrebbe sembrare.
Caro controllo ortografico di Google, tu mi devi dire perché ti va bene la parola "ciclotrone" e non "Nutella".
Se il tempo non può nulla, proverò con la distanza.

mercoledì 1 maggio 2013

Ti ho descritto come il peggiore dei fidanzati, per non ammettere che sei stato il migliore.
E comunque sai, mi sono lamentata, ma non esiste amico o parente con cui non ti abbia difeso. Sempre.
Lo studio di oggi è stato abbastanza esauriente e io sono abbastanza esaurita, ma continuerò un altro po'.
Ama persino i miei difetti, che io odio tanto.
Ho intercettato questo dialogo tra le mie ovaie.
Ovaia dx: "Eih, ciao! Come stai?
Ovaia sn: "Tutto bene. Un po' di stanchezza, ma sai, in questi giorni si lavora..."
Ovaia dx: "Sì, sì, ti capisco benissimo. Vuoi sapere cosa ho sentito dire in giro?"
Ovaia sn: "No, dimmi, sono tutta orecchie".
Oviaia dx: "Ci sono un sacco di donne alla quale vengono un bel po' di dolori per il ciclo."
Ovaia sn: "Davvero? E come mai?"
Ovaia dx: "Non lo so, forse le ovaie sono stanche della troppa fatica e si ribellano così."
Ovaia sn: "E dire che noi tanti anni non ci siamo mai lamentate... ma sei sicura che sia per questo?"
Ovaia dx: "No, mica sono un medico, ma sai che ti dico? Forse per una volta dovremmo lamentarci anche noi!"
Ovai sn: "Sì, è vero, lamentiamoci. Facciamo venire un bel mal di pancia coi fiocchi."

Questa è la spiegazione scientificissima che mi sono data al fatto che questo mese, per la prima volta dopo tanti anni di ciclo, mi sia venuto un bel mal di pancia.
So che non mi posso lamentare, perché c'è chi sta male davvero in queste occasioni, ma insomma, io una spiegazione me la volevo dare e me la son data.

P.S. Ma come fa un'ovaia a esser tutta orecchie?
P.S. Come se poi l'ovaia tutta orecchie fosse l'unica cosa inverosimile di tutta la faccenda...

La cioccolata che ho in casa comincia a sciogliersi a causa del caldo.
L'unico rimedio è mangiarla tutta.


Non può mica essere che tutti gli autori di canzoni d'amore pensino a te quando scrivono, io lo so. Eppure qualcuno mi deve spiegare perché quelle canzoni parlano sempre di te.
Ci sarà pure una canzone che ti parla di me e ti dovrà pur capitare di sentirla, un giorno, per caso alla radio. E mi penserai, lo so.
Io scapperei via, ma poi tra le sue braccia ci sto comoda e resto qui.