domenica 1 ottobre 2017

Una volta mi disse che mentre faceva l'amore con lei a volte, pensava a me.
Devo ammetterlo, per qualche istante mi sono sentita lusingata. Una cosa del tipo: vedi che ero meglio io? Mi hai lasciato per lei ma continui a pensare a me. Almeno in certe occasioni. Ok, forse solo in certe occasioni, ma che importa, tu pensi a me. Pensieri sciocchi, ovviamente.
Che poi avrei dovuto pormi anche altre domande.
Perché stai con lei se pensi a me?
Quando stavi con me ti è mai capitato di pensare a qualcun altra?
Perché invece di farmi tutte queste domande non me ne vado a mangiare una bella pizza con le amiche? Non lo so.
So che però quello è stato l'inizio del mio accontentarmi.
Non ti ho più, non sei più mio, ma mi pensi quando stai con lei ed è meglio di niente.
Stai con lei, dici che mi desideri e per me è meglio di niente.
Ami lei, baci me ed è meglio di niente.
Vuoi lei, fai l'amore con me ed è meglio di niente.
Meglio di niente.
E oggettivamente lo sapevo- lo so ancora - che merito il meglio, non il meglio di niente. Tutto è meglio di niente, il meglio è diverso, è più bello, è meglio. E invece ho iniziato ad accontentarmi.
Il problema è che poi non ho smesso. Ci ho provato, c'è stata una volta soprattutto in cui c'ero quasi riuscita e invece poi ci sono ricascata. Non sono riuscita ad avere quello che volevo e mi sono accontentata di nuovo. Non va bene così, non va bene.
Da qualche parte ci sono in me la sicurezza e le consapevolezze che avevo conquistato e poi perso, ci sono la speranza e la voglia di non accontentarmi. Devo ritrovare tutto.
A volte vorrei non dover recuperare tutto da sola, vorrei incontrare qualcuno che mi aiuti a smettere di accontentarmi, altre volte penso che devo riuscirci da sola, non so quale sia la strada giusta davvero ma spero di trovarla. Anzi, sono certa che la troverò.

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