martedì 30 giugno 2015

I desideri a volte giocano brutti scherzi, lasciano intravedere i segnali che vorremmo in gesti e parole che in condizioni normali sarebbero innocue.

Stamattina ho incontrato una signora che conosco, anche se non molto bene, e appena mi ha visto mi ha detto: ''Ah, che bello che ti ho incontrato, la giornata inizia bene se comincia con una persona positiva!''

È iniziata bene anche per me, fa sempre piacere essere considerata una persona positiva :-)

lunedì 29 giugno 2015

Riesci a svilire con poche parole - o con nessuna - ogni cosa io faccia e non capisco perché.
Mi dici che è poco importante, che la farò male, che... può essere che neanche una si salvi?
Mi domando come sia ancora possibile dopo tutto questo tempo non ci tu ci riesca ma che io te lo lasci fare.

domenica 28 giugno 2015

Si può provare a essere razionali fino all'estremo ma poi a un certo punto un dettaglio sconvolgente ogni piano.

Ho scoperto che il nuovo rossetto che ho comprato ha un sapore buonissimo. Finirò per passare il tempo mangiandolo.

sabato 27 giugno 2015

Come se indossassi una veste che mi appartiene ma alla quale non sono abituata, cerco di non inciampare ma, per quanto possa fare attenzione, è così facile cadere.
Mi desideri ma questo non basta.
Perché sei una di quelle persone che dà importanza ai desideri solo fino al momento in cui li ha realizzati, una volta che hai ottenuto quello che vuoi, questo perde qualsiasi importanza per te.
Mi desideri ed è molto bello ma io non voglio fare la fine degli altri tuoi desideri.

giovedì 25 giugno 2015

E se non fossi come ti aspettavi? E se non fossi come mi aspettavo?
Le gambe. Sono la prima cosa che vedrai di me. E poi, me.
Indugio scendendo dall'auto, come se qualche secondo in più potesse cambiare il risultato di mesi di attese, come se potessi in quel tempo diventare altro - più bella, più attraente, più.
Rivedersi dopo tanti anni come se fosse la prima volta.



Ci vorrebbe stasera qualcosa come un forte abbraccio, una bella sorpresa o un pensierino carino.

Con tante cose a cui pensare, finisce poi ch'io penso a te.

A mettere a posto tra i desideri se ne trovano a volte alcuni davvero scomodi.

mercoledì 24 giugno 2015

Ho comprato un rossetto a lunga tenuta, uno di quelli a prova di bacio. Ora non mi resta che cercare qualcuno da baciare.
Che non si dica che non faccio le cose in maniera graduale!

martedì 23 giugno 2015

Accarezzami piano la guancia in questa sera in cui sono un po' stanca mentre aspetto il sonno col capo poggiato sul tuo petto, amato cuscino.
I cellulari.
Fino a una decina di anni fa si viveva benissimo senza. Ricordo che avevo la mia scheda telefonica o qualche spicciolo in tasca e nessuna preoccupazione di non essere rintracciabile.
E non che voglia negare i loro vantaggi, sono utilissimi. Né posso dire di essere una persona che ne fa un gran uso perché non è così, uso molto il mio cellulare, sicuramente più del necessario.
Però a volte che rabbia essere diventati quasi dipendenti.
Oggi stavo tornando a casa e poiché avevo dovuto usare molti il cellulare per motivi di lavoro e non potendo stare ferma in un posto tenendolo collegato al caricabatterie ma dovendomi muovere da un posto all'altro, mi si è scaricata quasi del tutto la batteria.
Tornando a casa mi stavo sentendo con un amico col quale ero rimasta che saremmo rimasti in contatto per vederci eventualmente all'uscita da lavoro. Appena mi accorgo della batteria a terra lo avviso che ho il cellulare quasi scarico. Lo metto offline e lo accendo ogni tanto per sentirlo. Il mio amico ha anche spostato un suo impegno per vedermi ma mentre cerchiamo di raggiungerci si spegne in maniera definitiva e non riusciamo a fare un appuntamento.
Vorrei chiamarlo da un telefono pubblico ma non ricordo il numero a memoria. Inizio a sperare che sapendo che avevo il cellulare scarico a un certo punto capisca e vada al suo impegno, senza aspettarmi, ma chi lo sa. Il mio umore diventa pessimo, so che si arrabbierà. So anche che non è stata del tutto colpa mia e che non avrei potuto far altro che avvisarlo, però mettendomi nei suoi panni forse sarei arrabbiata anch'io. Beh, forse magari sarei solo molto scocciata, non lo so.
So che per colpa di un cellulare scarico ho discusso con una persona e questa cosa mi fa innervosire parecchio e non so dieci anni fa come sarebbe andata, probabilmente io e il mio amico non ci saremmo visti perché non avremmo potuto fare appuntamento durante la giornata, ma almeno non avremmo discusso, lui non ci sarebbe rimasto male io non mi sarei sentita frustrata perché pur sapendo che non è del tutto dipeso da me un po' mi sento in colpa lo stesso.
E certo, il cellulare mi ha permesso così tante volte di organizzare appuntamenti all'ultimo minuto con lui che dovrei vederne gli aspetti positivi ma stasera passo, sarò nervosa ancora per un po'.

domenica 21 giugno 2015

Come mi farei bella per te.
Lo farei in modo semplice, con un vestito che esalti il mio corpo ma non attiri molto l'attenzione. Non è il vestito che deve attrarti, devo essere io.
Ne sceglierei uno non troppo lungo per mostrarti le mie gambe snelle, ma non troppo corto perché il tutto e subito non fa per me e - ne sono convinta, o almeno spero - neanche per te.
Ne sceglierei uno che valorizzi il mio seno piccolo e lasci in parte scoperta scoperta la schiena perché mi piace pensare che a un certo punto della serata poggerai la tua mano sulla mia pelle nuda per una carezza, magari mentre balleremo stretti un lento sotto le luci soffuse.
E mentre cerco di tirar su da sola la cerniera, penso a come sarebbe tutto più semplice se ci fosse la tua mano ad aiutarmi. Magari un giorno.
Le scarpe. Tacchi, ovviamente, ma che non mi rendano impacciata. Sono scarpe che metto sempre quando mi voglio sentire bella perché le conosco bene, so che non mi tradiranno e i piedi a fine serata mi faranno male il giusto.
Non ho ancora deciso che fare dei capelli. Li lascio sciolti? Per una volta sembrano stare al loro posto, hanno capito che voglio esser bella stasera e non mi stanno boicottando. Potrei però anche raccoglierli in modo morbido sulla nuca e lasciar il collo scoperto, un'offerta ai tuoi baci.
Ho deciso, stasera sciolti. Se vorrai potrai sempre scostare una ciocca per sussurrarmi qualcosa in un orecchio.
Il trucco. Semplice e naturale. Un ombretto chiaro, tanto mascara e un lucidalabbra nudo. Spero che sarà il mio sorriso a illuminarmi il viso, so che stasera sarà così.
Ho quasi finito, so già che controllerò il risultato allo specchio più di una volta, sorriderò, riderò e cambierò idea ancora un paio di volte sui capelli, tirandoli su con le mani per vedere l'effetto ma poi resterò della mia idea.
Mi farei bella così, mi farò bella così. Quando ti incontrerò.


Mentre mi preparavo per uscire mi sono resa conto che è da tanto tempo che non ho un primo appuntamento. Non che ne abbia avuti molti in realtà, un po' perché un paio di primi appuntamenti che ho avuto sono andati così bene che poi mi son ritrovata in storie lunghe, un po' perché qualcuno l'ho rifiutato (molto pochi) e un po' perché, diciamoci la verità, il famoso traffico di Napoli non è dovuto alla fila di uomini che mi chiede di uscire.
A parte questa analisi puntuale sui miei appuntamenti con gli uomini, devo dire che mi manca un primo appuntamento. Sì, mette ansia, c'è tutta quella sensazione del "chissà se gli posso piacere, chissà se piacerà a me" ma è bella l'idea di cominciare a frequentare e conoscere una persona nuova.
Mi manca quel modo di farmi bella per qualcuno in maniera speciale. Posso farmi bella per me e lo faccio, nei limiti del possibile, ma è un modo diverso di prepararsi quello di prepararsi per un uomo che ci piace. C'è una particolare attenzione ai dettagli, un sorriso sulle labbra che permane almeno per le tre ore precedenti l'uscita, la voglia di riuscire a rimanergli impressa in maniera positiva.
Intanto oggi mi faccio bella per me ma chissà che lì fuori non ci sia qualcuno ad aspettarmi.
Prossimamente su questi schermi "Il riccio e le sue paure: tentativi di superamento."
Parte I.
Parte II.
Parte II.

Iniziamo.

sabato 20 giugno 2015

Sono troppo complicata - mi dici - vorresti che io fossi tutta bianca o tutta nera.
A me, invece, piace essere a colori.
Ho scoperto che con la calcolatrice del computer posso convertire cucchiaini da te in millilitri!
Non so ancora a cosa mi porterà tutto ciò, ma sono sicura che possa avere un'utilità!
Ci sono dei giorni in cui trovo davvero frustrante non riuscire a fare tutto quello che vorrei, davvero tanto. Mi sento frustrata quando il non riuscire a fare certe cose dipende da fattori esterni ma ancora di più quando dipende da me e dai miei limiti.

venerdì 19 giugno 2015

Parlando con le amiche sono giunta a questa conclusione.
Tra i peggiori uomini ci sono quelli che passano un sacco di tempo (ma proprio un sacco di tempo, non una volta sola) a dirti "sei fantastica, è assurdo che tu sia ancora single!!!" e che però con te non ci starebbero mai e poi mai.

All'Expo ci dovrebbe essere un padiglione dedicato a tutto il cibo che finisce nelle tastiere del pc.
Ho raccolto i capelli,
un chiaro invito
ad un bacio nell'incavo
tra la mia spalla e il mio collo,
l'hai accolto.

giovedì 18 giugno 2015

Cara bretellina del reggiseno, troviamo un accordo.
Non puoi saltare all'improvviso mentre sono a lavoro o in autobus anche perché, avessi un seno "esplosivo" potrei pure capirlo, ma visto che è evidente che non è questo il caso, certe cose ce le potremmo pure risparmiare.
Cordialmente,
il Riccio.

mercoledì 17 giugno 2015

Ho un'idea molto precisa del tipo di donna che vorrei essere e dista da me lo spazio delle mie paure.


Vorrei piacerti ora, in questo mio viaggio tra quella che sono e quella che vorrei essere.
Il riccio è fatta per stare su quattro zampe, non su quattro ruote.
Questa mattina dovevo fare alcune commissioni. Normalmente sarei uscita a piedi o con i mezzi pubblici ma ho pensato: "La patente ce l'ho, diamogli un senso" e visto che l'auto non serviva a nessun altro in famiglia, l'ho presa.
Molto diligentemente ho sistemato gli specchietti, ho messo la cintura e sono partita con una certa tranquillità, quasi domandomi: "Ma perché non guido mai?!?!".
E poi, l'illuminazione.
Mentre mi avvicinavo al luogo in cui dovevo arrivare ho realizzato una cosa importantissima: io non so parcheggiare!!!
Mi guardo intorno, cerco di ricordare se c'è un parcheggio nel posto in cui devo andare: non c'è. Sulla via scorgo diversi possibili spazi per parcheggiare ma troppo stretti. Probabilmente non sarei in grado di entrarvi neanche se avessi la strada tutta per me, figuriamoci nel traffico. Vedo un ampio spazio che fa a caso mio, riesco ad accostare senza scontrarmi col marciapiede e inizio a meditare per capire se esiste un modo per far sì che nessuno parcheggi dietro di me perché rischio di non saper uscire. Ovviamente non esiste. In ogni caso spengo il motore, metto il freno a mano, esco, chiudo l'auto, mi allontano, torno indietro per controllare di aver chiuso l'auto, mi allontano, torno indietro a controllare il freno a mano che non si sa mai che l'auto se ne va all'indietro - si vabbé non è in salita ma non importa - mi allontano, continuo a pensare al freno a mano, speriamo bene.
Faccio quello che devo fare, torno indietro, quasi proseguo a piedi dimenticandomi di fermarmi alla mia auto tanto poco sono abituata ad usarla e medito se sia il caso di mettermi a saltellare di gioia perché non c'è nessuno parcheggiato dietro di me e neanche avanti. A onor del vero mi ero premurata di scegliere un posto in cui davanti ci fosse un cancello così che non ci potesse parcheggiare nessuno.
Riesco ad uscire, faccio un'inversione favolosa, evito di investire un vecchietto che attraversa la strada senza guardare - sono sempre orgogliosa del fatto di avere riflessi più pronti di un vecchietto - non finisco addosso a un simpatico motociclista che mi sorpassa sulla sinistra nonostante avessi messo la freccia e riesco a non far spegnere l'auto nel traffico. Beh, ogni tanto si è spenta ma sono stata bravissima a riaccenderla subito e a non finire sull'auto di dietro - si vabbé non ero in salita ma non importa.
Infine ce la faccio, arrivo a casa: viva io, vivi gli altri. Però che ansia.

Ho sempre pensato che avrei dovuto trovarmi un fidanzato cuoco.
Ho cambiato idea: devo trovarmi un fidanzato commercialista/ragioniere/fiscalista/non so nemmeno quale sia la differenza tra tutte queste figure.
Poi se sa anche cucinare è meglio, in ogni caso con tutto il tempo che risparmierei, a cucinare ci penserei io!

Se si desidera tanto qualcosa e si trova qualcosa che almeno un po' ci somigli, è facile pensare che le somiglianze siano maggiori di quelle reali. Faremmo di tutto per vedere ciò che vogliamo, dove lo vogliamo, quando lo vogliamo. 

martedì 16 giugno 2015

Mi hai abituata così tanto ad aspettare che sono diventata bravissima, forse lo sono sempre stata ma dopo te lo sono stata di più, forse dovrei anche ringraziarti. Amarti è stato un continuo attendere fino a quando mi sono accorta che aspettare il momento opportuno è una cosa buona, aspettare invano no.

lunedì 15 giugno 2015

Intimo di pizzo, pigiama con orsacchiotti: ecco a voi la donna ossimoro.

domenica 14 giugno 2015

Mi bacia e io per un po' non pemso più a niente ma è un po' che dura sempre troppo poco.

Ragazze superfashion che seguite la mia pagina, aiutatemi a risolvere un dubbio esistenziale: la matita sugli occhi va messa prima o dopo l'ombretto?
Se metto prima la matita, quando metto l'ombretto la copro.
Se metto prima l'ombretto, la matita non riesce a scrivere bene sopra.
Spesso risolvo mettendo o l'una o l'altra cosa però visto che a me piace un sacco, soprattutto in estate, giocare con colori e sfumature, vorrei poter usare entrambe!

Devo aver perso qualche puntata fondamentale di Clio make up!

sabato 13 giugno 2015

A casa abbiamo affrontato un caso spinoso stamattina.
Mia mamma ha detto che ogni volta che faccio lo shampoo, l'asciugamano con cui asciugo i capelli sparisce. Non è sul suo sostegno né nel cesto dei panni da lavare. Mistero
Ho diritto a una difesa.
Innanzitutto definiamo ogni volta: oggi. Oggi non si trova più quell'asciugamano.
Inoltre altri componenti della famiglia hanno fatto doccia e/o shampoo dopo di me e potrebbero aver usato quello stesso asciugamano. Alla domanda "Siete stati voi?" hanno risposto di no, quindi non sono stati loro. Ho risposto di no alla stessa domanda ma non conta. C'è qualcosa che non torna.
Credo di aver diritto a non esser giudicata colpevole fino a prova contraria e vorrei sottolineare che non ho un movente: nessuno avrebbe pagato un riscatto per quell'asciugamano.
Comunque dopo venti minuti l'asciugamano non era stato ancora trovato ma non ho potuto recarmi sul luogo dell'ultimo avvistamento perché mia madre aveva lavato per terra in corridoio e mi ha impedito di uscire fuori dalla mia stanza. Credo abbia paura che voglia cancellare le prove o forse mi stanno incastrando. Il mistero si infittisce.


Epilogo: l'asciugamano era in bagno ma invece di essere sul suo solito sostegno per sbaglio l'avevo appeso sullo stesso gancio dell'accappatoio. A mezzo metro di distanza.


Sto guardando questi dipinti uno dopo l'altro da almeno un'ora senza riuscire a decidermi e dire che avevo un'idea precisa su come arredare l'appartamento nuovo.
Un paio di mesi fa lo zio pittore mi aveva detto che potevo sceglier un quadro da portare con me e io ne ero stata così felice. Da piccola lo guardavo sempre dipingere, una volta mi aveva anche fatto un ritratto che ora si trova nella casa dei miei. Io a cinque anni con una fetta di torta in mano. Che fatica stare in posa tutto quel tempo, che fatica non mangiare la fetta di torta. E in effetti di fette di torta ne avevo consumate almeno quattro, con buona pace di mia madre che continuava a ripetermi che mi avrebbero fatto male.
Non so scegliere, forse è il problema è questo. O forse per una volta il problema non è questo, il problema è che prima l'appartamento nuovo era il nostro appartamento nuovo, ora è il mio. O il problema è che sei tu che non sai scegliere, perché quando si sceglie una cosa si rinuncia a tante altre e tu non sai rinunciare a nulla.
Quando lo zio mi ha proposto di prendere un quadro ero corsa da te tutta entusiasta e sembravi entusiasta anche tu. Che bello, mi hai detto, scegliamo dove metterlo.
E via a far progetti, qui c'è la libreria, mettiamolo in salotto, in cucina meglio di no, magari sopra il divano, forse meglio da quell'altro lato, aspetta e se lo mettiamo nello studio?
Fare piani per poi sconvolgerli, ridere e ricominciare d'accapo, e se facessimo una stanza con una parete di ogni colore? E se i lampadari li prendessimo di una forma stranissima? E se...
Così un giorno sei venuto a prendermi, dovevamo fare la scelta definitiva dei colori delle pareti perché a un certo punto poi bisogna pur decidersi e mi hai detto dobbiamo parlare, con una faccia seria, ma così seria che io all'inizio pensavo che fosse una faccia fatta apposta così, per scherzare.
Va bene, rinuncio all'idea di una parete piena delle impronte tutte colorate delle nostre mani gli ho detto sorridendo.
No, sono serio sul serio.
Va bene, ti ascolto.
L'altro ieri sono andato in un bar e ho incontrato una ragazza.
Come si chiama?
Non importa come si chiama, non è successo niente. Dicevo, ho incontrato questa ragazza e ho pensato che era bella, e ho viste tante di belle ragazze, tu sei bellissima per esempio ma più la guardavo e più pensavo che c'era qualcosa che mi attraeva e allora le ho offerto un caffè e abbiamo iniziato a parlare e lei diceva tante cose interessanti. E fuori pioveva e io non avevo l'ombrello così mi ha accompagnato alla macchina e quando mi ha salutato mi ha dato un bacio sulla guancia e io ho pensato che avrei voluto baciarla sulla bocca e non l'ho fatto ma avrei proprio voluto e... ecco, avrei quasi voluto non essere fidanzato per poterla baciare, non so se mi spiego. Lo so che a volte si può forse desiderare per un istante qualcuno quando si è fidanzati e poi si resiste perché si ama e io ti amo ma questa volta mi è dispiaciuto proprio un sacco e ho pensato che sarà sempre così, che se dovessi incontrare un'altra donna non potrei... e io ora non mi sento ancora pronto per una cosa così, non ancora.
E te ne sei accorto ora? Stiamo insieme da sei anni, stiamo per andare a vivere insieme, progettiamo di sposarci e tu ti sei accorto che potresti volere altre donne?
Beh, meglio ora che poi, prima di andare a vivere insieme, prima di un figlio, prima di...
Ma dovevamo trasferirci nella nuova casa tra meno di un mese!
Lo so, lo so, ho pensato anche che poteva essere un po' di paura per questa cosa cosa della convivenza, so anche che era stata un'idea mia ma poi ho incontrato quella ragazza e...
Siamo andati avanti a parlare per due ore ma era un circolo vizioso, tornavamo sempre allo stesso punto, qualcuno doveva pur fermarsi e andare via e l'ho fatto io.
Sono andata alla nuova casa, mi sono seduta sul divano ancora ricoperto della plastica di protezione e ho realizzato che era troppo scomodo così, quindi mi sono seduta nel letto e sono rimasta lì per più di due ore. Ho pianto, quanto ho pianto, non pensavo di poter piangere così tanto, però poi le lacrime sono finite.
La casa è mia, ho pensato. Non so se posso permettermi da sola l'arredamento ma posso rinunciare a un bel po' di cose, qualcosa si può disdire, qualcosa non l'avevamo ancora comprata. Poi piano piano finisco di arredarla. Alla fine per ora mi bastano un letto, un bagno e la cucina.
Per le cose che abbiamo comprato insieme troveremo una soluzione. Più avanti però, che ora non ho proprio voglia di vederlo.
Dover tornare a casa, la vergogna di dover dire tutto ai miei, vergogna perché poi, che io non ho fatto niente di male, e dire che volevo andare a vivere da sola lo stesso, ma no, non lo fare, resta con noi, che senso ha ora? Convincerli che serviva a me, lo zio che chiama per ricordarmi del quadro, che ne sa lui? Spiegare tutto anche a lui, dopo cinque minuti lo saprà la zia, dopo dieci tutti i parenti almeno fino ai cugini di secondo grado. Qualche sguardo di compassione, un paio di noi l'avevamo sempre saputo che non era la persona adatta, si chiude la porta si apre un portone. Ma il quadro prendilo lo stesso. Va bene, passo a prenderlo. Facciamo così, zio, il quadro non so sceglierlo. Torno dopo che i lavori sono finiti così ho un'idea più precisa di dove metterlo.
Le pareti sono ancora tutte bianche, dovrò scegliere il colore da sola ma non ora, ci penserò domani. Chiamare i pittori troppo costoso, ho organizzato una specie di festa della pittura con le amiche. Sabato e domenica tutte e da me, passiamo prima a comprare i colori sperando che al negozio qualcuno ci consigli sulla pittura giusta e poi facciamo tutto noi. Chissà cosa ne verrà fuori.

Desideri e paure sono così simili.
Spesso non si sa da dove vengano né dove ci condurranno.

giovedì 11 giugno 2015

Lui troppo pieno di sé, io troppo piena di se.
Le sue mani sono si poggiano decise sui miei fianchi, le mie tentennano sfiorando il bavero della giacca. Non so come sia finiti in questa stanza d'albergo o meglio, non so come siamo finiti tutte e due nella stessa stanza. Il perché siamo in quest'albergo lo so benissimo.
Ultima sera di una convention durata tre giorni, cena di gala: tutte le donne in abito lungo, gli uomini in giacca e cravatta. La serata era stata lunga e calda, ci dovevano essere stati dei problemi con l'aria condizionata e di certo non invidiavo la tenuta degli uomini costretti a tutti quegli strati di vestiti. Ma come ero finita nella sua stanza?
Stesso tavolo, posti non scelti da noi ma assegnati da qualcuno che probabilmente aveva dovuto penare parecchio per dividere le persone in gruppi più o meno omogenei, al mio tavolo non conoscevo nessuno ma gli altri si conoscevano tra di loro. Tutti, tranne lui.
Ha fatto sottovoce qualche commento scherzoso sulle altre persone sedute al nostro tavolo e poi mi ha fatto qualche domanda sul discorso che avevo tenuto la mattina prima. "Sa, mi scoccio sempre di fare le domande alla fine degli interventi. Quando sono gli altri a farle penso sempre che stiano allungando il tempo che manca al coffee break." Come dargli torto. Si è complimentato con me per le mie argomentazioni e poi ha fatto un commento galante sul mio vestito. Apprezzamenti per la competenza lavorativa e per l'aspetto fisico, si vedeva che sapeva come lusingare una donna. Sprizzava sicurezza da tutti i pori, l'avrei detto un tipo fastidioso ma aveva un modo di essere saccente che era irresistibile. Non mi staccava gli occhi di dosso ma lo faceva senza mettermi a disagio. Ci sapeva fare, era evidente.
Quel vestito... l'avevo scelto perché per una volta volevo essere quella sicura di sì, spalle dritte, passo elegante, sorriso ammaliante: per una volta non volevo passare inosservata. E chi lo sa se c'ero riuscita, forse sì e in un certo senso mi faceva piacere ma continuavo a pensare che  il non essere notate a volte hai suoi vantaggi. Un posto dove non si conosce nessuno può essere un buon posto per sperimentare parti nascoste del proprio carattere.
La cena era stata meno noiosa del previsto, di certo averlo al mio fianco era stato un piacevole diversivo ma non spiegava la mia presenza nella sua stanza. Io non sono così, ho paura degli sconosciuti in genere. E anche ora che siamo così vicini, una voce dentro di me mi dice di inventare una scusa e andare nella mia stanza ma una voce più insistente mi diceva di aspettare perché la sua mano sarebbe risalita appena sfiorando la mia schiena nuda e ogni paura sarebbe passata.
Ma la sua mano non risale. Contro ogni previsione si stacca da me e si dirige verso un portatile poggiato su uno scrittoio accanto al letto. Qualche click e parte una canzone che riconosco dquasi subito. Si avvicina canticchiando piano... dance with me, make me sway...
Mi prende di nuovo tra le sue braccia e mi guida con decisione e delicatezza fino all'ultima nota. Mi accompagna alla porta della mia stanza e poggia un bacio leggero sulle mie labbra.
"Ho segnato il suo indirizzo email ieri durante la sua presentazione, voglio rivederla." E si allontana senza darmi il tempo di dire nulla.

Pessima giornata.
Quindi volendo trovare un lato positivo diciamo che ho un ampio argine di miglioramento? Diciamolo!

mercoledì 10 giugno 2015

C'è gente che fa riflessioni profonde sotto la doccia, io sotto la doccia canto e le riflessioni le rimando al momento immediatamente successivo.
Avvolta in un asciugamano, mi appoggio alla parete umida per il vapore e ripenso alla giornata appena trascorsa.
Sono state due settimane stancanti a lavoro e ne seguiranno due altrettanto stancanti. Alcuni imprevisti hanno portato impegni su impegni ad accumularsi mentre le scadenze da rispettare si avvicinano sempre di più. Funziona sempre così: ci sono dei periodi in cui non dico che non ho nulla da fare ma i ritmi sono sostenibili e tutto sommato avrei modo di fare anche qualcosa in più e dei periodi in cui tutti gli impegni sembra si siano dati appuntamento per incasinarmi le giornate. Immagino che capiti a tutti.
Ricostruisco davanti agli occhi la lista di cose da fare e cerco di riorganizzarla in base agli imprevisti che hanno scombussolato un po' tutto.
Forse non è così semplice, a volte temo che mi abbiano sopravvalutato e che lo abbia fatto io e mi sia impegolata in qualcosa più grande di me, poi mi dico che ce la posso fare, basta sapersi organizzare.
Sospiro e poi inizio a strofinare la pelle con l'asciugamano - fa proprio caldo oggi, penso.
Decido che ho bisogno di coccole, prendo una crema idratante al profumo di muschio bianco e la massaggio piano sul corpo prendendomi anche più tempo del necessario e allontanando per qualche minuto i pensieri.
Infilo un pigiama leggero e mi sistemo davanti allo specchio per asciugarmi i capelli. Cambio espressione più volte cercando di assumere un aspetto deciso, mi scappa un sorriso mentre vedo le mie varie espressioni allo specchio, mi faccio la linguaccia da sola. Decisamente la stanchezza si fa sentire, è meglio andare a letto prima di iniziarea delirare davvero.
Lancio un'ultima occhiata allo specchio e vedo lo sguardo di una ragazza che ce la può fare. Ce la posso fare.




martedì 9 giugno 2015

Ho appena visto una ragazza che correva sotto la pioggia e, oltre a destreggiarsi tra borsa e ombrello, doveva mantenersi le tette perché erano enormi. Una difficoltà che probabilmente non riuscirò mai neanche a immaginare.

lunedì 8 giugno 2015

Mi sono sempre piaciuti fin da quando ero piccola e tuttora se mi capita di vedere un venditore ambulante per strada sono tentata di comprarne uno anche se secondo me è una cosa che non ci si dovrebbe comprare da soli. Andrebbero ricevuti in dono come quando si è piccoli ma forse nessuno regala un palloncino che vola a chi va per i trenta e così a volte penso che dovrei rimediare da sola.
Che poi sono sempre stata alle prese con un dissidio interiore per quel che riguarda questi palloncini: cosa si dovrebbe fare una volta che se ne ha uno? Tenerlo per sé o lasciarlo andare via? Perché i palloncini che volano in fondo sono fatti per questo, per volare. Devo dire che a me piace l'idea di tenerli per me, anche se so benissimo che dopo qualche giorno si ammosciano e non volano più però mi piace ancora di più vederli volare via quindi credo che se ne avessi uno dopo un po' lo lascerei andare. Però devo essere io a lasciarlo andare, non deve scapparmi di mano all'improvviso.

domenica 7 giugno 2015

Avevo tante cose da fare oggi pomeriggio ma non sapevo da dove cominciare.
Quindi ho deciso di non far niente.
Temporali estivi
forniscono scuse perfette
per abbracciarsi sul letto e farsi coraggio.
L'ho visto avvicinarsi con aria decisa, un distinto signore baffuto, l'aria di chi sa esattamente cosa vuole. Mi ha preso tra le sue mani rigirandomi frettolosamente e poi mi ha portato con sé, salutando la commessa della libreria con la cortesia di chi ringrazia perché sa che è così che si fa, nulla più.
E' salito in auto, mi ha poggiato sul sedile del passeggero e ha guidato assorto nei suoi pensieri nel traffico della città, imprecando ogni tanto per il traffico, non notando il bellissimo tramonto in lontananza. Arrivato a casa, ha scritto due righe su un foglio e ci ha lasciato su una scrivania.
La ragazza che mi ha preso da lì era molto carina, era la figlia l'ho scoperto dopo. "Scusa, non posso esserci stasera. Buon compleanno, papà."
Lei ha messo da parte il foglietto in una scatola con altri fogli di tanti colori con scritte frettolose, auguri, baci e tante scuse, sempre tante scuse. Mi ha  portato ha letto con sé e non mi ha quasi mai lasciato fino all'ultima pagina pensando ogni tanto a quel padre che da piccola trovava sempre del tempo per leggerle qualche pagina di un libro la sera e ora a mala pena le faceva gli auguri per il compleanno.
Sono rimasto fermo nella sua libreria per molti anni poi un giorno ha avuto voglia di tenermi ancora tra le sue mani. Mi ha infilato in borsa e mi ha portato con sé. Per tante mattine abbiamo viaggiato insieme in treno. Una volta al ritorno mia ha appoggiato sul sedile vuoto accanto al suo e si è persa nei suoi pensieri. All'improvviso si è accorta che di essere giunta alla sua fermata ed è scesa di corsa, dimenticandomi lì - chissà se ha mai provato a cercarmi all'ufficio oggetti smarriti.
Mi ha trovato un ragazzetto poco interessato alla lettura e mi ha venduto a una bancarella di libri usati per pochi euro. Mi piaceva lì, c'erano tanti libri di tanti generi, alcuni antichi altri recenti, alcuni come nuovi, altri sgualciti. Si fermava sempre tanta gente a guardarci, ragazze dal tocco delicato che ci sfogliavano cercando con aria sognante romanzi d'amore, ragazzini maldestri, signore occhialute, vecchietti dall'aria a volte simpatica a volte scorbutica.
Sono rimasto lì un paio di mesi, mi ha scelto poi un uomo con lo sguardo di bimbo, appena mi ha visto gli si sono illuminati gli occhi, come se mi cercasse da tempo. Mi ha comprato ringraziando sorridente il commesso e mi ha portato a casa stringendomi forte nel tram. Sulla prima pagina ha scritto una dedica, poche parole gentili scelte con cura. A volte è questo che serve, cura.
Ha inserito un fiore pressato - prezioso segnalibro - tra le mie pagine e ha fatto un pacchetto preciso con un foglio color carta da zucchero. Di corsa ha sceso le scale e si è infilato nel palazzo di fronte al so, di corsa è salito fino al terzo piano e ha bussato battendo veloce alla porta con una mano, nell'altra stringeva me. Lei ha aperto e lui le ha stampato un bacio sulla bocca porgendole subito il regalo, sorridendo e senza dire una parola. Lei ha cercato di aprire il pacchetto misurando il desiderio di conoscerne il contenuto con il tentativo di non rompere la carta ma poi la curiosità ha vinto. Un sorriso a illuminarle in viso, si sono guardati con lo sguardo complice di chi condivide un segreto prezioso. Seduti su un divano in salotto, lei tra le braccia di lui, mi hanno sfogliato leggendomi insieme, a volte ad alta voce a volte in silenzio. Chiunque li avesse guardati non avrebbe potuto capire con quale criterio scegliessero in quale momento parlare e in quale tacere ma lo facevano in maniera precisa, come seguendo un ordine prestabilito che solo loro potevano conoscere. Dopo alcune pagine segnavano il punto in cui erano arrivati con il fiore e mi riponevano al mio posto. E così negli anni a venire in maniera del tutto inaspettata uno dei due mi prendeva dalla libreria e raggiungeva l'altro sul divano ricominciando insieme la lettura. Non ho mai conosciuto il loro segreto ma ero felice di farne parte. 

sabato 6 giugno 2015

Risvegli in una calda mattina d'estate.
Mi spoglio delle lenzuola ormai calde del calore accumulate durante la notte, giro il cuscino cercando l'illusione di un breve di refrigerio, provo a convincermi ad alzarmi - ma in fondo oggi non è necessario farlo così presto.
Inseguo una fantasia iniziata ieri sera, abbandonata in favore di un sogno e mi ritrovo a sorridere di un pensiero sciocco. Chissà se potrebbe succedere, nel letto sembra tutto più possibile, tutto plausibile. Mi rigiro cercando il telefono per vedere l'orario, solo altri cinque minuti con i miei pensieri. Poi mi alzo, davvero.

venerdì 5 giugno 2015

Maledetta seduttrice, una volta un uomo mi ha chiamato così.
Questo voglio essere ora per te.
Tentazione a cui non puoi resistere.
Desiderio da soddisfare.
Fresco frutto da assaggiare in una calda giornata estiva.
Il primo tuffo nel mare dopo un lungo inverno.
Voglio provocarti fino ad eccitare la tua mente e il tuo corpo.
Fermarmi al momento giusto per spingerti a provocarmi a tua volta.
Stuzzicare ogni tuo senso.
Com'è seguire il profilo del mio corpo col tuo sguardo?
Che sapore avranno le mie labbra?
Che profumo avrà la mia pelle?
Freme il mio corpo al tocco delle tue mani?
Com'è la mia voce quando sussurra che ti desidero?
Immaginami e poi desiderami.
Voglio essere in ogni tua fantasia.
Posso essere la tua realtà.


Tenero e passionale
leggero
divertente
onesto.

Titolo: l'amore che vorrei.

Esistono attimi di assoluta perfezione, che tu puoi passare tutta la vita ad organizzare un istante così senza riuscirci e poi magari la vita in un istante ti sorprende.

Lo sapevo.
Io cerco di uscire di casa sempre curata, o almeno ci provo.
Mi pettino con cura, anche se i capelli poi vanno per conto loro.
Mi trucco un po', per quanto non è che il trucco possa fare miracoli.
Scelgo vestiti che mi stiano bene e che mi valorizzino, per quanto possibile.
Insomma, non mi preparo come se dovessi fare una sfilata di moda ma cerco di avere un aspetto curato, carino, ordinato.
L'unica mattina in cui non mi trucco, per la fretta i capelli sono stati raccolti in malo modo con molletta, la maglia non si sa perché ma mi fa assumere una forma strana, non vado a incontrare un ragazzo carino sul pullman.
Cioè, incontrare fa sembrare quasi che si sia stata una sorta di interazione tra noi. Ovviamente no.
L'ho visto qualche altra volta alla fermata del pullman e ora ho scoperto che facciamo lo stesso tragitto ma che la maggior parte delle volte abbiamo orari diversi, quindi lo incontro una volta a settimana o giù di lì. In genere non capitiamo mai vicini  perché io ho il mio posticino preferito in pullman e lui evidentemente e ci piacciono due posti diversi.
Comunque, io non lo conosco ma ha l'aspetto di una persona interessante. Ora, se vi dovessi dire cos'è che ha fatto scattare in me questa convinzione, non lo so. E' carino ma non in maniera così notevole. Certo, ve lo devo dire, ha un gran bel sedere ma in genere questo non basta a far scattare qualcosa, per quanto non sia un dettaglio da poco. Non avendo mai avuto occasione di parlare con lui non saprei neanche dirvi se è simpatico, intelligente, non lo so. Forse il suo viso mi è diventato familiare col tempo, forse... boh. Magari poi a conoscerlo è antipatico.
Comunque dicevo, ovviamente proprio oggi eravamo sullo stesso pullman, lui avanti quasi vicino all'autista con gli auricolari nelle orecchie e col cellulare in mano, io nella parte posteriore del pullman, con un libro sulle ginocchia e tanti pensieri in testa. Lui controllava spesso il cellulare, leggendo messaggi e sorridendo. Tra l'altro quindi ho deciso che probabilmente è fidanzato o sta flirtando con qualcuno, perché il suo era proprio il sorriso di chi aveva ricevuto un messaggio dalla persona che gli piace (datemi un premio per i film che creo nella mia testa!)
Insomma, io spero sempre che un giorno mi noti mentre leggo in fondo al pullman e non so perché dovrebbe. Magari un giorno alzerà lo sguardo dal cellulare come io l'ho alzato dal libro e mi noterà.
Non penso che la mia sia una bellezza tale da incantare uno sconosciuto su un pullman ma chissà, come io ho notato lui, magari lui potrebbe notare me. E poi magari conoscendoci scopriremmo che non ci piaciamo, però sarebbe bello per una volta che qualcuno mi notasse in un mare di gente.
Anche se ho i capelli che spettinati, neanche un filo di trucco e una maglia strana. Per una volta notata in un mare di gente.

giovedì 4 giugno 2015

Baci la punta delle mie dita, una dopo l'altra - un brivido arriva fin dentro le ossa.

mercoledì 3 giugno 2015

Voglio un premio.
In meno di dieci minuti (cronometrati da un amico di poca fede) mi sono trasformata da ragazza distrutta da più di dodici ore fuori a casa a ragazza abbastanza figa (per quanto possibile, insomma).
Tutto sta nello scegliere cosa fare e cosa no.
Veloce rifrescata, deodorante, profumo.
Mentre mi lavo i denti giro per casa prendendo i vestiti - un look collaudato per non perder tempo in prove.
Pantaloni, maglia velata che il vedo/non vedo fa sempre chic, tacchi alti e collana particolare che sembra che io abbia addirittura fatto attenzione ai dettagli, ma il dettaglio è solo quello.
Capelli raccolti in maniera scomposta - ma è fatto apposta, si intende! - matita, mascara, lucidalabbra.
Giacca di pelle (fintissima ma fa la sua bella figura), borsa preparata al volo col minimo indispensabile: portafogli, chiavi, telefono.
E vi dirò, mi rendo conto che dovete credermi sulla fiducia ma il risultato non è male, anche meglio di alcune delle volte che ci metto più tempo a prepararmi. Stasera non sono niente male.
Qualche giorno fa vi ho scritto del laboratorio di pasticceria davanti al quale passo tutte le mattine, del suo odore invitante e del fatto che ogni giorno penso che dovrei fermarmi a prendere qualcosa ma poi non mi fermo perché vado sempre di fretta.
Oggi sono passata lì  davanti, ho sbirciato dalle porte di vetro, ho sentito l'odore di brioche e cornetti appena sfornati e mi sono fermata. Perché ogni tanto le cose si deve pure farle, non solo pensarle. Buongiorno!

martedì 2 giugno 2015

Questa volta forse sto esagerando, lo so, ma non mi va di fermarmi.
Ho cantato tutto secondo scaletta, con voce calda e sensuale ma rassicurante, in piedi sulla X che stabilisce il mio posto, ondeggiando piano i fianchi, schioccando le dita al momento opportuno. Sono stata brava, questo lo so per certo, lo so dagli applausi entusiasti del pubblico, ma non è sempre stato così: anni e anni di studio per imparare la tecnica, anni e anni di studio per farla sparire, per mimetizzarla nella disinvoltura.
Mancavano due pezzi ma lui ha voluto sfidarmi, andiamo di improvvisazione. Va bene, andiamo.
Il club è quello giusto, i clienti adorano questo genere di cose, non si limita a qualche applauso ben piazzato, si alza in piedi, ci incita, qualcuno balla. 
Inizia tutto con un suo sguardo, sempre così. Io rispondo con un occhiolino e lo spettacolo inizia - non è la prima volta che giochiamo questo gioco, possiamo andare avanti per ore.
Gli lascio poche note di vantaggio per cogliere il mood di stasera e poi lo seguo con la mia voce: l'ultima volta era tristezza, oggi seduzione. Così sia.
Le parole scorrono fluide, il pubblico stenta a credere che non sia stato scritto tutto in anticipo ma poi si lascia trascinare elettrizzato dall'atmosfera.
Mi lascio trascinare anch'io stasera, più del solito. Mi avvicino al pianoforte, Jack al sassofono mi guarda stupito, non se l'aspettava. Con lentezza mi allungo sulla coda del piano, una spallina del vestito scivola, ne approfitto per inclinare la spalla in un gesto che vuole essere provocante - e ci riesce. Lo guardo fisso negli occhi per qualche istante e so che non resterò in questa posizione ancora per molto, è distratto dalla mia scollatura, lo so e non ne voglio approfittare, ma l'idea di provocarlo un po' mi stuzzicava, non potevo resistere. Tanto so che ricambierà con la stessa moneta appena possibile. Mi siedo sulla coda del piano, accavallo le gambe e seguo la musica fino all'ultima nota.
Niente sipario che cala, solo luci soffuse, un breve silenzio. Applausi a seguire.

Ho visto così tante puntate di "Abito da sposa cercasi" da avere le idee abbastanza chiare sul tipo di vestito da sposa che mi piacerebbe indossare al mio matrimonio. Ora non mi resta che cercare un marito.
Oggi è così: un vestito leggero, sandali ai piedi, una collana dai colori estivi, il sole caldo sulle mie braccia nude, una brezza leggera che spettina i capelli. Anticipo di vacanze ancora lontane.
Io a volte non lo capisco il perché di certi incontri.
Che sia il caso, il destino, la Provvidenza o chi per loro, io a volte proprio non lo capisco.
Sono convinta che si sia sempre un motivo per cui certe persone finiscono sul nostro percorso e noi sul loro e probabilmente non è neanche necessario capire sempre il perché ma ci sono dei casi che mi incuriosiscono
Per esempio ci sono incontri che sembrano destinati a risvolti importanti con entrate in scena clamorose che poi sfumano in un nulla di fatto. Ci sono persone che entrano nella nostra vita silenziose e lasciano un segno forte. Tutti gli incontri lasciano un segno nella nostra vita ma a volte sono cose da nulla. Poi però ci sono capita quella persona con cui abbiamo a che fare solo per qualche settimana o qualche giorno e ci svela qualcosa che non avremmo colto in anni e anni di riflessioni da soli.
Ci sono persone che è proprio difficile pensare siano finite nella nostra vita (e noi nella loro) senza un motivo. Lo capisci parlandoci che un motivo c'è, che è un incontro importante, che lascerà qualcosa ma sarebbe bello capire il perché per non lasciarsi sfuggire qualche occasione importante. 
Tant'è, fa parte del gioco e forse è meglio così. Se sapessimo già tutto saremmo privati del piacere della scoperta. Scoprire le persone è bello.

lunedì 1 giugno 2015

Il tempo passato a scegliere il vestito più adatto, che lasci all'occorrenza scoperte le gambe e al momento giusto scivoli facilmente giù lungo il corpo, la pazienza per mettere lo smalto e lasciarlo asciugare fino alla fine, la difficile decisione degli accessori giusti. Sono tutte cose che tu non saprai.
Non saprai che per cena avevo preparato il tuo piatto preferito, che avevo chiesto consiglio a un amico per il vino perché io di vino non ne capisco niente ma so che a te piace e tanto basta.
Non saprai che stamattina mi sono svegliata due ore prima per mettere in ordine la casa e poi correre a lavoro, fare la spesa e poi farmi bella per te.
Sono tutte cose che tu non saprai perché non verrai.
E se fossi venuto avresti notato il vestito, la cena, le luci soffuse? O avresti mangiato parlando di lavoro e avresti sfilato il vestito dimenticandone dopo un istante il colore?
Sono tutte cose che non saprò, perché tu non verrai. Ancora una volta, senza neanche avvisare.
Non era un'occasione importante, un anniversario, un compleanno. Avevo deciso che poteva essere un giorno speciale anche un giorno qualunque, te l'avevo detto e tu mi avevi guardato con l'aria un po' divertita di chi sente l'idea strampalata di una bimba ma in fondo ti era piaciuta come idea e quindi va bene, facciamo martedì che la sera non devo lavorare e nemmeno la mattina dopo. Va bene, facciamo martedì, io mercoledì lavoro ma che vuoi che sia.
La tentazione di infilarmi un pigiama largo e comodo, togliere il trucco e buttarmi nel letto è forte, ma questa sera no. Raccolgo solo i capelli in una coda per stare più comoda, mangio con gusto la cena e prendo con me un buon libro e un bicchiere di vino, trasferendomi sul divano.
Potessi vedermi stasera, mi vedresti bella ne sono sicura. Ma questa è un'altra delle cose che non saprai.



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Certe giornate storte si raddrizzano a fine serata con un buon libro.