sabato 30 aprile 2016

Questa cosa del fine settimana funzionerebbe molto meglio se ci fosse un giorno tra il sabato e la domenica.

domenica 24 aprile 2016

E' come se mi sfuggisse qualcosa o sono io a sfuggire mentre cerchi di afferrarmi in questa danza che abbiamo iniziato quasi per sbaglio.
 - Signorina, mi concede questo ballo? - non ho saputo resistere, non ho voluto.
E' come se mi sfuggisse qualcosa o forse sei tu a sfuggire mentre io mi abbandono tra le tue braccia.
Contraddizioni.
Eppure ti sento che mi sostieni forte, che mi sollevi come se non avessi peso - la gravità non ha più importanza, noi siamo altrove.
Sento il tuo respiro sulla mia nuca e vorrei che fosse un bacio.
Stringimi ancora un po', un passo dopo l'altro.
Sento che mi guidi ed io mi lascio andare.
Non lasciarmi andare.


Stasera giochiamo ad un gioco rischioso, il gioco dei se.
Se io fossi stata un po' più sfacciata.
Se tu fossi stato un po' più coraggioso.
Se ci fossimo incontrati prima.
Se ci fossimo incontrati altrove.
Se ti avessi detto quello che sentivo.
Se mi avessi detto quello che provavi.
Se ti avessi dato quel bacio.
Se mi avessi stretto davvero tra le tue braccia.
Se non ti avessi convinto a lasciarmi andare.
Se non mi fossi convinta a lasciarti andare.
Non si dovrebbe mai fare questo gioco
in una sera di solitudine.

sabato 23 aprile 2016

Come se
tra tanti fiori in un prato avessi scelto me
e altri forse erano anche più belli
ma che importa
mi hai visto e hai scelto me
forse un po' in disparte
piccolo e dal profumo leggero e non invadente
ma colorato e vivace.
Hai scelto me.

mercoledì 20 aprile 2016

Così finisce che facendo pulizia sul cellulare mi è appena capitato sott'occhio un tuo messaggio e ho pensato che sarebbe stato bello telefonarti o perlomeno scriverti ma poi un pensiero si è fatto strada fra gli altri più prepotente: tu ora sei con lei.
Tu ora sei con lei e forse la tua mano scosta una ciocca di capelli dal suo viso e non dovrei provare a immaginarvi insieme ma un impulso perverso mi spinge a farlo. E penso che forse vi state baciando, forse state facendo l'amore, forse...
Forse è meglio smetterla, ho ancora del lavoro da fare, prendo un faldone pieno di documenti dalla libreria e cerco di fare il punto della situazione.
Chissà se la tua mano accarezza la sua schiena come accarezza la mia, se è diverso il tuo modo di baciare, chissà se...
Devo smetterla, forse il lavoro non è l'ideale per distrarmi, potrei leggere ma sul comodino ho un romanzo d'amore che non farebbe altro che riportare il pensiero su di te.
Riprendo in mano il cellulare, forse potrei mandarti un messaggio innocente. E se lo legge anche lei, pazienza: è un messaggio innocuo.
Forse potrei mandare un messaggio innocente che però di l'idea di complicità, tanto per instillare il dubbio. Ammesso che lei legga i tuoi messaggi e in fondo perché dovrebbe, se si fida. Si fida? Io mi fiderei, ma io non sono lei.
E io non sono io se penso di mandarti un messaggio cercandomi di convincermi che sia innocente quando innocente non lo è per niente, per lo meno nelle intenzioni.
E quindi niente, come me lo tolgo il pensiero di te e lei dalla testa? Immaginando tutto nei minimi dettagli fin quando non ne posso più? Non lo so, proprio non lo so. Proverò a dormirci su.

lunedì 18 aprile 2016

La realtà è sempre meglio del mondo di fatto di parole e immagini che vive nella mia testa. La realtà è sempre meglio anche quando sembra peggio, anche quando non è come ci aspettiamo, la realtà ci stupisce. Eppure, ci sono delle giornate tristi e stanche - quando sono triste e stanca io - in cui rifugiarmi in questo mondo sembra l'unica alternativa possibile.

martedì 12 aprile 2016

Questa è una di quelle sere tristi in cui potrebbe scapparmi di scriverti che mi manchi anche se non mi manchi davvero. Questa è una di quelle sere tristi in cui mi sento un po' sola e quando ci si sente un po' soli si sente la mancanza di chiunque. Questa è una di quelle sere in cui potrei ricordarti quanto era bello il modo in cui le mie labbra sfioravano le tue e i miei fianchi si incastravano tra le tue mani.
Ma questa sera passo, questa sera spengo il cellulare e prendo in mano un bel libro o anche no, spengo il cellulare e resto sul letto a fantasticare su di te. Che magari non mi fa bene comunque ma mi fa meno male che ritrovarci in un letto qualsiasi a fare l'amore per poi salutarsi e andare ognuno per la propria via.

[Però diciamocelo, se mi devo fare male comunque almeno forse fare l'amore con te poteva avere qualche vantaggio, un'ora o due senza pensieri. Dopo tornano lo stesso? Sì, ma almeno se ne vanno via per un po']

[No, meglio di no, meglio essere saggi. Anche stasera]

[E' che a furia di essere saggia forse mi perdo un sacco di cose belle]

[Bisognerebbe essere saggi ma senza esagerare]

[Ma stasera sarò saggia. Anche stasera]

lunedì 11 aprile 2016

Che poi si sa che piangere non serve a niente,
ma certe sere tristi sembra non esserci nessuna alternativa.


domenica 10 aprile 2016

Forse il modo migliore per fare bene ciò che si ha da fare è darsi delle priorità e poi dedicarsi a ognuno dei propri impegni come come fosse l'unico e il più importante. Per bene, senza affliggersi per ciò che nella lista delle cose da fare viene dopo.

mercoledì 6 aprile 2016

Sono proprio come quei personaggi che odio di più nei romanzi, quelli che hanno un sacco di sogni e progetti ma nel sognare e progettare si perdono e non iniziano mai a fare nulla di concreto.

lunedì 4 aprile 2016

Sfilo le scarpe col tacco prima dell'ultima rampa di scale.
Mi guardo intorno sperando che non arrivi nessuno ma in fondo non importa.
E' stata una lunga giornata di lavoro, conclusa con un'ora di traffico trascorsa rimuginando sulle cose da fare, stilando liste immaginarie di buoni propositi.
Cerco di tirare fuori le chiavi dalla borsa mentre con una mano reggo le scarpe, come se guadagnare quei pochi secondi mi potesse permettere di ottimizzare i tempi ma alla fine le chiavi chissà dove sono finite - secondi persi, piani mandati all'aria. Tutta colpa di quei pochi secondi se non riuscirò a fare tutto quello che voglio, sicuro.
Sul pianerottolo sento un buon odore, qualcuno sta cucinando pollo, magari con patate e rosmarino. Mi viene l'acquolina al solo pensiero, quasi quasi busso e vedo se mi ospitano per la cena.
Cerco di ricordare cosa ho in frigo ma non mi viene in mente, lascio la borsa e le scarpe all'ingresso e corro a controllare. Apro a caso un paio di ante della dispensa, tiro fuori la farina, ho deciso di improvvisare una specie di piadina.
Indosso qualcosa di comodo e mentre cucino chiamo mia madre.
Come va? Tutto bene?
A te, il lavoro?
Tutto ok, papà come sta?
E vorrei dire che mi manca vivere con loro, che ci tornerei subito, che sì questa opportunità di lavoro è ottima ma è bello tornare a casa e trovare la cena pronta. E non è la cena di per sé (anche quello, eh, mica posso negarlo). E' l'idea di trovare qualcuno che ha cucinato per te, sentire il profumo di buon entrando in casa, avere qualcuno vicino a cui sedersi la sera per guardare la tv.
Mi sforzo di avere un tono allegro, di non far capire che la lontananza mi pesa perché so che pesa anche a lei e forse di più. Io qui ho il lavoro, inizio ad avere qualche nuovo amico - forse amico è un parolone ma ci sto lavorando. Mi sono iscritta in palestra, sto cercando di tenermi impegnata e in generale va tutto bene ma non  proprio come avere vicino la propria famiglia o gli amici di sempre.
Forse se almeno trovassi qualcuno ad aspettarmi a casa sarebbe tutto più semplice, se avessi qualcuno che si prende cura di me e di cui prendermi cura. Prima o poi l'amore arriverà, continuo a ripetermi. Prima o poi.
Mamma, si sta bruciando la piadina, ti devo salutare. Speriamo sia buona, ha una forma stranissima, dopo ti mando una foto.
Prendo un po' di prosciutto, rucola, pomodorini e cerco di mettere insieme i pezzi perché la piadina si è spezzata a metà. Piadina forse non rende proprio l'idea. Faccio una foto e la invio ai miei, accendo la tv e mi siedo sul divano con le gambe incrociate e un cuscino a farmi da tavolino.
Prima o poi.