Le occasioni perdute mi si ripresentano sempre davanti ai miei occhi. Quando meno me l'aspetto.

Mediamente conosco un uomo che mi piacceia ogni due anni e c'è sempre un momento in cui mi sembra quasi che la cosa sia reciproca, salvo accorgermi che non è così. In genere diventiamo buoni amici o almeno amici. Sicuramente mentre distribuivano l'intuito femminile c'era qualcuno da qualche parte che distribuiva la golosità. E indovinate io dove ho deciso di fare la fila?

Deve c'entrare la statistica.
Non ne sono certa perché con i numeri sono negata, mi mandano in crisi le divisioni figuriamoci il calcolo delle probabilità ma deve c'entrare la statistica.
Conosco solo una piccola parte delle persone che potrei conoscere.
Di queste, solo una parte sono uomini.
Tra questi uomini, difficilmente incontro qualcuno che mi interessi al di là di un'amicizia.
Se poi l'interesse deve essere reciproco, ecco, mi sa che i numeri mi remano contro.
Deve c'entrare la statistica.

Sfuggo un po'. Perché ogni volta che mi hai presa dopo poco mi lasciavi andare ma io, dentro, rimanevo ancora tua. E allora forse è meglio non lasciarmi prendere.

Raccolgo i capelli e resto a guardare il mio corpo nello specchio, 
la linea del collo che scivola lenta fino alle spalle. 
Il viso appena truccato, un velo di rossetto sulle labbra, 
ho addosso il mio profumo preferito.
Raccolgo dal letto il vestito, 
ci scivolo dentro e con le mani
- piano e con cura -
riunisco i due lembi di stoffa per tirar su la cerniera.
Con più cura ancora la tua mano esperta la tirerà giù
- lenta -
sussurrando sul mio collo il tuo desiderio.