Non vedeva l'ora di andarsene, mi ha salutato all'improvviso mentre parlavamo e si è girato per allontanarsi. Imprevedibile, se anche avessi voluto fermarlo non avrei potuto ma questa volta non l'avrei fatto comunque. Così l'ho salutato e sono andata via anch'io, questa volta senza voltarmi a controllare se si era voltato a guardarmi. D'altra parte non si può fare altro quando ci si accorge che la persona con cui si sta parlando non vede l'ora di andare via.
mercoledì 29 aprile 2015
Ogni tanto cammino al ritmo di musica e non è che ascolti la radio o dei file sul cellulare, che almeno la gente intorno a me vedrebbe gli auricolari e sarebbe più comprensiva nrl vedermi aumentare il passo o rallentarlo a fasi alterne. Canticchio canzoni nella mia mente e adatto il passo.
Oggi nella mia mente c'è Lady Marmelade. Passo sicuro, sono una ballerina del Moulin Rouge. Anche se in jeans e camicia. Anche se solo per pochi minuti. Buongiorno!
martedì 28 aprile 2015
Adesso ogni volta che facciamo l'amore mi domando se possa mai provare una sensazione del genere e la risposta è sempre la stessa: no.
E non so se sia perché lei era per lui più bella, più sexy o più brava a fare l'amore. Magari sì ma non è è questo il punto. Il punto è che noi non facciamo l'amore, qualsiasi cosa sia è bellissimo ma non è fare l'amore, forse in parte è stata in colpa mia, forse no ma resta il fatto che non abbiamo mai fatto l'amore e io non posso fare a meno di domandarmi di come sarebbe stato. Come sarebbe. Chissà se mai sarà.
Piove e oggi indosso scarpe primaverili, rosa, di tela leggera.
Ho le scarpe bagnate, bagnati i calzini, bagnati i piedi.
Se chiedete a mia madre, vi dirà che in tv l'avevano detto che era prevista pioggia e in fondo anche alla radio l'avevo sentito e l'applicazione sul cellulare era stata chiara.
Solo che avevo deciso che oggi era primavera, così contro ogni previsione ho tiraro fuori dal cassetto calzini a fiori per essere in tema. E non mi posso lamentare con nessuno dei miei piedi bagnati perché me l'avevano detto.
Ho anche l'ombrello, per onor di cronaca, sono una persona molto previdente, ma l'ombrello può poco contro le pozzanghere e le auto che vi sfrecciano dentro.
Se solo avessi un po' di spensieratezza in più (ma non è spensieratezza la parola giusta) farei ciak ciak nelle pizzanghere come i bambini. Il buon senso però mi dice che passerei poi l'intera giornata coi piedi bagnati, il raffreddore dietro l'angolo. Non che adesso siano asciutti.
Comunque il fatto che io non stia facendo ciak ciak in una pozzanghera rende evidente che da qualche parte c'è del buon senso in me ma ho messo le scarpe di tela lo stesso, insensatamente.
È che io oggi la volevo proprio la primavera, mi dovete capire, la volevo proprio.
lunedì 27 aprile 2015
Mi frena un po' la paura di ritrovarmi tutta appiccicaticcia, con quello zucchero che si attacca ovunque.
E resto così, tra la voglia di tuffarmi e la paura di sporcarmi. È sempre così.
Prendo un pensiero e ci gioco con la mia fantasia, creo atmosfere, definisco dettagli, torno indietro per aggistare qualche nota stonata, mi perdo in particolari e sensazioni.
L'importante poi è rimettere il pensiero al proprio posto impedendogli di prendere vita propria, non ci si deve lasciar sopraffare dalle proprie fantasie.
domenica 26 aprile 2015
sabato 25 aprile 2015
venerdì 24 aprile 2015
giovedì 23 aprile 2015
Passo davanti alla vetrina di un negozio, c'è un vestito che mi piace tanto, sono tre giorni che lo guardo. Non costa neanche poi tanto ma non è il momento migliore per spendere dei soldi per un vestito di cui posso tranquillamente fare a meno. Forse non peserebbe poi tanto sul bilancio ma...
Nessuno si aspettava neanche che sapesi giocare a poker, a dir la verità, e non ho mai capito perché. Forse non ho la faccia da giocatrice.
Si avvicina la mia fermata, poso il libro in borsa e poi scendo. Ancora pochi minuti mi separano dal cancello di casa e penso che ho ancora del lavoro da fare ma almeno troverò la cena già pronta.
Ho tanto sonno, non vedo l'ora che arrivi il fine settimana, ma credo che sarà stancante anche quello.
Dovrebbero rendere il venerdì giorno festivo, ché il sabato in genere uno non riesce a riposarsi perché ha accumulato tante cose che in settimana non si è riusciti a fare e la domenica ci si prepara per la settimana nuova. Quindi poi non ci si riposa mai davvero. Se invece il venerdì fosse festivo o si inserisse un giorno tra il sabato e la domenica... questo ragionamento non ha senso, è evidente che devo cenare e andare a dormire. Il lavoro posso finirlo domani.
mercoledì 22 aprile 2015
martedì 21 aprile 2015
Alcuni post non mi dicono niente, altri sì.
Desideri cambiati, progetti nuovi, qualche consapevolezza.
Non avevo bisogno di Facebook per rendermi conto che alcune cose sono cambiate, altre no.
Io per esempio non sono cambiata molto. Forse ha ragione chi mi dice che non cresco, che mi adagio sul fatto che devo piacere così come sono. Eppure qualche progresso credo di averlo fatto.
Solo pensavo di poter fare di più in un anno e invece, forse, ho anche perso qualcosa.
lunedì 20 aprile 2015
Apri una scatola di latta, antico ricordo di tuo nonno e mi spieghi che le foglie vanno conservate in un luogo asciutto, al riparo da profumi che possano contaminarne l'aroma.
Mentre dosi la giusta quantità con un cucchiaio di bambù, riempi la teiera di ceramica con acqua bollente per preriscaldarla. Ne hai anche una di terracotta, ereditata dal nonno ma non possiamo usarla "perché la ceramica conserva memoria del tè" e va usata sempre per lo stesso tipo di tè che non è quello che berremo oggi.
Nel bollitore, altra acqua sta bollendo. Spegni il fuoco e la lasci raffreddare qualche minuto per raggiungere la temperatura adatta.
"Io non ho mai badato a queste cose."
"Non fai abbastanza attenzione. Quello del tè è un rituale, ha i suoi tempi e le sue regole. Il tè non si fa, si celebra"
Svuoti la teiera, sistemi sul fondo le foglie di tè e la riempi nuovamente mettendo poi il coperchio per non perdere l'aroma.
Mi piace osservare tutte queste piccole attenzioni, come ti prendi cura dei dettagli. Rivedo le stesse attenzioni e la stessa cura quando a volte mi accarezzi la mano mentre parliamo o sposti una ciocca di capelli dal mio viso.
Calcoli il tempo di infusione perché il tè non sia priva di gusto ma neanche troppo cotto e quindi amaro. Lo servi subito ma prima mescoli l'infuso nella teiera tre volte in un verso e tre volte nell'altro, piccola abitudine acquisita per distribuire gli aromi in maniera omogenea. Come poi tu abbia stabilito che tre sia il numero giusto resta un mistero.
Non ti chiedo più lo zucchero, come ho fatto la prima volta.
"Altera il sapore" - ma non me l'hai detto come qualcuno che mi stesse riprendendo per aver detto una sciocchezza evidente. Era un consiglio affettuoso.
Avvolgo le mani per scaldarle e annuso il profumo, sa di bergamotto. Mi hai spiegato tu anche questo, non avevo la minima idea di quale fosse l'odore del bergamotto fino qualche mese fa ma mi stai insegnando a riconoscere odori e sapori.
Sul tavolino davanti a noi un piatto di biscotti che ho preparato per l'occasione e un vaso di fiori. Mentre guardo le foglie, ricordo quella volta in cui mi hai raccontato una leggenda sulle origini delle foglie del tè "dicono che derivino dalle palpebre strappate di un monaco buddista che si era addormentato durante la meditazione e voleva impedirsi di addormentarsi di nuovo." Questa immagine ha guastato i miei sogni in più di un'occasione, così scuoto la testa come per allontanarla e cerco di ricordare i principi costitutivi della cerimonia del tè: armonia, rispetto, purezza e tranquillità.
Ritorno allora al rituale, prendo la tazza con la mano destra e la appoggio sulla sinistra, ammirando i fiori di pesco che la ornano. Ruoto la tazza in modo da porgere il lato più bello verso l'esterno, bevo e dopo aver pulito il punto in cui ho poggiato le labbra - niente rossetto oggi - la riporto nella posizione iniziale. Mi hai detto che un giorno o l'altro seguiremo l'intero rituale ma può richiedere ore, così poggio la tazza sul tavolo e guardo fuori dalla finestra.
Piove, restiamo qui ancora un po' a sorseggiare il tempo che passa.
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domenica 19 aprile 2015
Non saprei dire bene cosa, ma manca.
Come se ci fosse una nuvoletta di insoddisfazione a circondarmi e a muoversi con me. Posso anche far finta di niente, ci si vede attraverso e non dà particolare fastidio, ma c'è.
Mi adagio un po' ogni tanto sul fatto che il problema sia semplicemente la mancanza di amore. Di un amore. Di quello romantico, intendiamoci. Ché famigliari e amici che mi vogliono bene ne ho tanti, non potrei mai sentirmi insoddisfatta per questo.
Solo che se ci penso bene mi rendo conto che non è tutto qui. E' anche quello ma non è tutto qui.
Magari quella è una conseguenza, o una causa, o semplicemente una parte del problema. Ma non è solo quello.
Di certo non posso stare qui ad aspettare un colpo di vento che spazzi via la nuvoletta. Insomma, forse una ventata d'aria fresca ci vuole ma ci devo anche mettere del mio.
Vorrei capire qual è il problema per risolverlo ma non so da dove cominciare.
sabato 18 aprile 2015
venerdì 17 aprile 2015
giovedì 16 aprile 2015
Stasera mi prendo cura di me.
Una lunga doccia bollette che porti via con sé tutti i pensieri della giornata
Scrub e crema idratante da massaggiare sulla mia pelle liscia.
Metto lo smalto, un bel colore vivace, primaverile.
Provo un'acconciatura nuova, anche se tra poco andrò a letto.
Due gocce di profumo, che mi accompagneranno tra le lenzuola.
Forse bisognerebbe prendersi cura di sé ogni giorno in questo modo ma siamo realistici, non sempre è possibile.
Stasera però posso quindi mi prendo cura di me. Ogni tanto si deve pur farlo.
mercoledì 15 aprile 2015
martedì 14 aprile 2015
Al termine di una giornata come questa arriverebbe l'uomo che amo e che mi ama, mi preparerebbe una cena con i fiocchi, mi abbraccerebbe forte e mi porterebbe a letto, magari a fare l'amore, magari a dormire, magari prima una cosa poi l'altra. Nonostante la giornata stancante probabilmente io avrei i capelli a posto e sarei vestita in maniera decente.
Nella realtà quest'uomo - ammesso che esista - mi troverebbe con un pigiama di pile e i capelli in disordine. Vorrei che mi trovasse bella lo stesso, che mi stringesse forte e mi preparasse la cena. O almeno arrivasse con due pizze e due cornettoni al cioccolato.
I film d'amore creano aspettative, io credo di essere abbastanza realista, non voglio che vada proprio nei film. Per me alcune realtà sono molto meglio solo non so ancora bene la mia realtà dove sia.
lunedì 13 aprile 2015
Eppure d’improvviso, seguendo il contorno delle sue labbra, incrociando i suoi occhi, la mia mano si è fermata, rimanendo immobile fra le sue gambe. Forse in quell'istante era lei ad aver penetrato con i suoi occhi la mia mente. Mi sembrava quasi di profanare il suo corpo, avvolto da una luce eterea, da una purezza estrema, disarmante. Lei era la perfezione in miniatura, così fragile, così bella, così indifesa, con le sue piccole mani che avevo cercato di stringere in ogni momento possibile per tutta la sera. La guardavo: il suo volto era così sereno, abbandonato. Lei dipendeva dai miei movimenti ed io dalla mia commozione mentale. Mi sembrava di guardarla come lei non era riuscita a vedersi mai. Mi sembrava potesse pensarsi ancora più bella di quel che sapeva di essere in quell'istante, attraverso il mio sguardo. E se lei avesse potuto guardarsi coi miei occhi si sarebbe innamorata del mio desiderio, perché era dentro quel desiderio, fermo così, come d’incanto, che avevo capito di provare ancor più di ciò che credevo. Ci siamo guardati a lungo e forse si fa l’amore anche così, con gli occhi negli occhi, i pensieri nei pensieri. Tutto ciò che ricordo era questo infinito, pazzesco, irrefrenabile desiderio di starle addosso e non per sesso. Per annusarla, per sprofondare nel suo odore, per fissarmelo come una seconda pelle.''
Uno dentro, due fuori, uno dentro, uno fuori, due dentro.
Obiettivo non troppo complesso che richiede però una certa attenzione, ottimo diversivo per distrarre la mente da altri pensieri.
Uno dentro, due, tre. Uno fuori.
Se riesco ad arrivare a cinque dentro di seguito. Se.
Ci si affida ogni tanto a piccoli stratagemmi per prendere decisioni.
Cinque di seguito, lo faccio, altrimenti niente.
Uno, due, tre, quattro dentro. Uno fuori.
E se fosse troppo semplice?
Sposto l'obiettivo per paura di dover agire davvero.
Dieci di seguito? Cinque a occhi chiusi?
Uno, due,tre dentro.
Tuc tuc tuc.
Sasso che cade, tempo che passa.
Tuc. Fuori.
Niente più scuse, cinque di seguito e via.
Tuc tuc tuc tuc tuc.
Scommesse con me stessa, non so mai se vinco davvero.
domenica 12 aprile 2015
Non c'entra nulla, sono i dettagli che fregano sempre.
C'è modo e modo di dirlo e di intenderlo, ovviamente. Non voglio appoggiare la posizione di alcuni uomini che vedono la donna come un oggetto su cui accampare diritti di proprietà.
Ma c'è un modo libero di appartenersi a vicenda - sono tua, tu sei mio - in cui vedo solo amore e non possesso.
sabato 11 aprile 2015
prezioso in potenza ma ancora grezzo.
venerdì 10 aprile 2015
giovedì 9 aprile 2015
mercoledì 8 aprile 2015
e non aver paura di lasciarmi andare
non aver paura di lasciarmi amare.
Ho voglia di stravolgere la mia vita per lui
di un amore di cui prendermi cura
di un amore da difendere.
Ho voglia di provare a combattere le mie paure
una ad una
e sono tante, io lo so.
So anche che se c'è una persona per cui varrebbe la pena combatterle
sarebbe lui
(e non è giusto neanche questo, dovrei combatterle per me).
Ho voglia di donargli tutto il mio entusiasmo
solo che
c'è stato un tempo in cui ho dovuto mettere entusiasmo per entrambi
e non è che l'abbia finito
ce ne ho ancora in quantità
ma ho un po' paura.
E' fuoco e mi attira ma se mi avvicino troppo
sono io a scottarmi
lui continua a bruciare.
Così mi costringo a esser cauta
anche se non vorrei.
Faccio un passo avanti per avvicinarmi
due indietro perché ho paura.
Come si può esser così poco coraggiose?
martedì 7 aprile 2015
lunedì 6 aprile 2015
Spesso scrivo del mio passato o del mio futuro, ricordo quello che è stato, immagino quello che potrebbe essere.
Altre volte poi, vado di fantasia. Magari prendo anche spunto dalla realtà, da una frase sentita, da qualcosa che mi è successo, piccoli eventi della quotidianità ma poi li stravolgo rendendoli qualcosa di diverso da quello che sono.
Così per me è più comodo che questo blog sia anonimo, perché magari quando prendo spunto dalla realtà stravolgendola, qualcuno ci potrebbe rimanere male sapendo che io penso certe cose. Vagli a spiegare che a volte quando scrivo uso la fantasia.
Che non vuol dire che menta, qui c'è tutta me stessa anche quando invento storie. A volte cerco di immedesimarmi in personaggi che non mi appartengono ma anche in quel caso ci sono io dentro, almeno un po'.
dolcezza il giusto
un pizzico di sale
pepe quanto basta
e un tocco di piccante.
domenica 5 aprile 2015
Parlavo qualche giorno fa con alcune amiche, parlavamo di amore.
Ho pensato che sono stata innamorata, innamorata davvero, una volta sola.
E' stato il mio primo amore e per tanto tempo ho pensato che sarebbe stato anche l'unico e l'ultimo ma forse sono cose che tutte le ragazze pensano del loro primo amore.
E' stato il mio primo bacio, la mia prima volta e anche l'ultima, a dirla tutta.
A volte, se mi metto a pensare a come sarebbe andata se alcune cose cose fossero andate diversamente, penso che staremmo ancora assieme, ma non ha senso. E forse un giorno succederà, chi può dirlo, il punto non è se ci ameremo ancora, il punto è che ci siamo amati ed è stato bello.
sabato 4 aprile 2015
venerdì 3 aprile 2015
Tacchi alti, rossetto rosso, una gonna un po' più corta del solito: facile attirare qualche sguardo così, anche se non si è bellissime. Solo che poi bisogna riuscire a comportarsi in un certo modo, a parlare in un certo modo, a muoversi in un certo modo. Invece un uomo si avvicina, col suo fare da grande seduttore e io dovrei stare al gioco ma non posso prenderlo sul serio così, non posso prendere sul serio neanche me d'altronde. E mi ritrovo a dire qualcosa di simpatico, a fare una battuta che magari è anche divertente, lo fa sorridere, ridere, ma non è la classica cosa che ti aspetti dica una ragazza sexy. E non lo so di preciso cosa dice una ragazza sexy ma sicuro non dice quello che dico io, nel modo in cui lo dico io che gesticolo e rido e sorrido. E poi le ragazze sexy si muovono lentamente, io ci posso provare ma se poi mi succede qualcosa di bello saltello, le ragazze sexy non saltellano, o almeno non credo.
Non è che non possa essere sexy in assoluto, per qualcuno lo sono stata, per qualcuno lo sono ancora, per qualcun altro forse un giorno lo sarò, non è questo il punto. E' che ci sono ragazze che lo sono
sempre, qualsiasi cosa facciano. Io non sono così.
Ci sono dei giorni in cui mi sveglio e mi sento bella e sexy senza particolari accorgimenti e altri in cui non basterebbero strati di trucco in più e di vestiti in meno per farmi sentire così (ammesso che la sensualità sia legata al solo aspetto fisico e io non lo credo).
Io non lo so che cosa renda una ragazza sexy ma so che a volte sono sexy anch'io ed è difficile resistermi. Succede solo in certe occasioni, con certe persone. Scatta qualcosa e io mi sento sexy e lo divento spontaneamente, senza troppi artifici. Solo che è raro, perché richiede che incontri qualcuno con cui mi senta così a mio agio da abbassare le mie difese una dopo l'altra. E non è facile quando si è un riccio.
incombe su ognuno di noi:
è il "se fosse andata così".
giovedì 2 aprile 2015
(Da insalata, da antipasto, da pietanza. Prima o poi imparerò a distinguere le posate anche io).
Solo perché mi sento buona non vi faccio la cronaca minuto per minuto del film (ma qualche altro commento non ve lo risparmio, sappiatelo).
mercoledì 1 aprile 2015
E' questo che penso distesa accanto a lui mentre lo guardo dopo che abbiamo fatto l'amore - lui lo sguardo volto dall'altra parte, chissà quali sono i suoi pensieri.
Non mi ama, non amo lui, è stato tutto tranne fare l'amore, è stato bello ma non è stato fare l'amore.
Avevo dei sogni romantici un tempo, farò l'amore solo per amore vero, lui ama me e io amo lui.
Poi per la via si è perso qualcosa: non fa niente che lui non mi ama, io lo amo, per me è amore.
Poi si è perso qualcosa ancora: lui non ama me, io non amo lui. Però c'è stato un tempo in cui si siamo amati tanto.
Avevo dei sogni romantici un tempo e mi faccio un po' tenerezza mentre raccolgo i vestiti sparsi per la stanza e cerco un contatto che non trovo, mi avvicino per un bacio facilmente eluso. Non era poi così importante, e via con un sorriso.
Avevo dei sogni romantici un tempo e forse ci sono ancora ma sono sommersi e io non riesco a tirarli fuori.