martedì 31 marzo 2015

Piedi nudi sulla sabbia bagnata
le guance arrossate dal primo sole
le braccia finalmente scoperte
stringo forte il filo del mio aquilone
come tengo stretti i miei sogni.
Non li lascerò volare via al primo vento.

Quando non si sa se fare o meno un piacere a una persona bisognerebbe chiedersi ''Se faccio questo piacere di malavoglia, un giorno glielo rinfaccerò?''
Se la risposta è sì, meglio non farlo. Secondo me.

lunedì 30 marzo 2015

Immagina per un attimo stasera nel letto
le tue mani che accarezzano le mie braccia
partono dalle mani e salgono su fino alle spalle.
Immagina le tue mani sulle mie spalle nude
accarezza piano il mio collo
arriva sul viso e poi baciami piano.
Immagina, prima di andare a dormire,
le nostre labbra unite
e portami nei tuoi sogni.
Difendimi dalle mie paure.
Non puoi combatterle per me ma stammi vicino mentre le affronto. Non rinfacciarmi i momenti di stallo ma apprezza i passi avanti, anche se piccoli, anche se impercettibili. E prendimi per mano.
Mi nascondo da sola barattoli di marmellata, su mensole alte dietro ante chiuse ma so sempre dove sono. È così che funziona, più o meno, con te.

domenica 29 marzo 2015

Voglio un uomo che mi dica che sono bellissima, comunque io sia vestita e non solo per convincermi a togliermi i vestiti di dosso.
Voglio un uomo che mi porti a cena fuori e non deve essere una cena costosa ma un trancio di pizza da mangiare sulla spiaggia guardando il mare e le stelle.
Voglio un uomo che capisca la mia voglia di affrontare i miei problemi da sola ma che mi aiuti se mi vede in difficoltà, che non mi rinfacci la mia voglia di provarci prima da sola e apprezzi il coraggio del mio chiedere aiuto se ne ho bisogno, ché non è poi così semplice.
Voglio un uomo che mi apprezzi così come sono e che apprezzi i miei tentativi di migliorare, anche se sono piccoli rispetto a tutti i difetti che ho.
Voglio un uomo che provi a correggere qualche suo difetto ma non si stravolga mai per me perché se mi sono innamorata di lui così com'è, c'è un motivo.

Non posso avvicinarmi troppo al fuoco.
Se mi avvicino troppo, sono io a scottarmi. A lui che importa? Continua ad ardere come se niente fosse.

Ogni passo avanti ne faccio tre indietro, me ne rendo conto. Non posso avvicinarmi troppo o finisce che poi non so più allontanarmi e lui non è me che vuole.
A volte vorrei nascondermi in un pensiero qualunque ed entrare di nascosto nella tua mente, come una sorta di cavallo di Troia. Io entro nella tua mente e mi insinuo tra i tuoi pensieri, vincendo da dentro ogni tua resistenza.
Sono stata un po' assente perché molto impegnata in questi giorni, molto da vivere per avere molto da scrivere.
Dovevo prendere poi una decisione che non ho preso, come mio solito. Temo di essere una di quelle persone che vorrebbe avere tutto e che per provarci rischia di rimanere con un pugno mosche.
Dovrei imparare a decidere, a scegliere e accettare le conseguenze delle mie scelte. Dovrei.
Comunque, rieccomi qui.

sabato 28 marzo 2015

Il sole sulla mia pelle
e una fresca brezza,
profumo di fiori
e il ronzio di un'ape.
Prima vera aria
di primavera.

venerdì 27 marzo 2015

Trovo che la scena di Richard Gere in camicia e gilet che fa sedere Julia Roberts sul piano forte sia una delle scene più sexy che abbia mai visto.

(Adesso scusatemi ma sto gongolando per la rivincita sulla commessa bionda e antipatica)

Mi prendo cura di me, inizio da piccoli gesti che forse non mi renderanno più bella ma in fondo che importa? Importa prendermi un po' di tempo per me.
E allora provo una nuova acconciatura anche se stasera non devo uscire, magari domani mi servirà.
Metto lo smalto e già so che non avrò la pazienza di farlo asciugare ma ci provo lo stesso - smalto rosso, che sa di femminile.
Scelgo con cura una crema idratante dal buon profumo, che mi accompagnerà stasera nel letto e mi accarezzo, so di buono. Inizierò anche a usare la crema antirughe, che non ne ho ancora ma prevenire è meglio che curare, così si dice.
Stasera nel letto leggerò un buon libro e poi mi addormenterò presto per dormire tutte le ore che è necessario dormire. Forse domani non mi sveglierò più bella, ma oggi mi sento bella io.

giovedì 26 marzo 2015

Le attese.
Possono creare aspettative che a volte vengono deluse, ma quando non sono disattese sono fonte di grande soddisfazione e gioia.
Aumentano il desiderio, intensificano il piacere, talvolta costituiscono esse stesse il piacere stesso se si vivono nel modo giusto, con pazienza e in modo attivo, rendendo l'attesa stessa un gioco.
A volte vedo coppie che dopo anni e anni si corteggiano ancora e mi dico che no, non è impossibile. Bisogna solo avere pazienza e trovare la persona giusta. E io sono una persona paziente.
Mi arrendo a un ricordo, lo porto con me per un po'.
Mi lascia un po' di tristezza negli occhi e un sorriso sul viso.

Mi guardo allo specchio e vedo una ragazza o forse una donna, di sicuro non più una bimba. Di sicuro? A volte un guizzo degli occhi, un certo modo di ridere e di camminare lasciano ancora intravedere la curiosità, la voglia di giocare e un po' ingenuità tenace che forse non andrà mai via. Eppure direi con quasi assoluta certezza che non è una bimba. Ma una donna? È già una donna? C'è qualcosa di adulto nei suoi tratti, una nuova consapevolezza nello sguardo, un lampo di malizia.
Mi osservo piano da fuori e ancora non capisco cosa vedo, forse è ''ragazza'' la parola giusta ma fino a quando? A volte ho l'impressione che rimarrò in questo limbo per sempre.

mercoledì 25 marzo 2015

Pensavo di conoscere il battito del mio cuore eppure, a volerlo descrivere, non saprei scrivere altro che tum tum, tum tum, tum tum.

martedì 24 marzo 2015

Sto per farvi una confessione intima, molto intima, intimissima. Quindi se non volete leggere cose intime, molto intime, intimissime, non andate avanti.

Mi è capitato di provare il sapone intimo Chilly, quello della pubblicità con la tizia che esclama tutta contenta che nel suo intimo c'è Chilly e ho capito una cosa: io nel mio intimo Chilly non ce lo voglio mai più! Praticamente è come mangiare una gomma da masticare con la... ehm... mi avete capito.

(Eppure conosco un sacco di donne entusiaste. Come sono vari i gusti, in ogni campo.)
Proposte indecenti
ne ho fatte
ricevute
accettate
rifiutate
alcune le ho meditate
e tenute per me.

Non è una vita che sto vivendo ma almeno due o tre e sono stanca. Ne voglio una ma piena, una ma vera.

Seguo con lo sguardo le parole che si rincorrono sul libro ma ogni tanto lo sguardo si ferma e la mia mente vola altrove, lontana anche dalla storia che sto leggendo.

domenica 22 marzo 2015

Per ogni cosa che dico, cinque le tengo per me.
Alcuni pensieri van tenuti stretti.

Cercherò di recuperare la mia testa
ancora attaccata al collo
ma persa tra le nuvole.
Ha inseguito bolle di sapone
- scoppiate una ad una -
ed è rimasta lì.
Renderò di nuovo stabili i piedi
ben piantati sul pavimento
recupererò l'equilibrio e non lo perderò più
fin quando avrò voglia
- se capiterà -
di cadere di nuovo.

Ho questa relazione che non è sana e, a dirla tutta, non è neanche una relazione ma non saprei come altro definirla. E' un po' di sesso - frettoloso peraltro - con degli sguardi e dei baci che ricordano, ogni tanto, quando era amore solo che ora non lo è più e lo sappiamo entrambi, siamo stati chiari, siamo sempre chiari io e lui, ma come siamo bravi. A lui andava bene, a me andava bene, nessun problema.
Il problema è che adesso io non lo so se mi va più bene e non è per un motivo del tipo: mi sono accorta che io lo amo, lui non mi ama, tutta questa storia mi fa troppo male. Anzi, forse il problema è proprio il contrario, mi sono accorta che non lo amo più.
Ma scusa, potrebbe dirmi, non era quello che avevamo chiarito fin dall'inizio? Non ci amiamo più.
Sì, certo, avrebbe ragione, ma sotto sotto io pensavo o forse speravo di amarlo ancora perché in fondo era comodo e poi non mi sono mai immaginata a fare sesso con uno a caso - poi uno fa sesso con chi vuole ma io non mi ero mai immaginata così e invece mi ritrovo a fare sesso con lui che nemmeno mi ama e nemmeno lo amo e mi sembra un po' strano.
Ma non sono uno a caso, potrebbe dirmi anche questo.
E' vero, è stato il mio primo amore, l'unico finora - e "finora" è importante da specificare perché io mi innamorerò ancora e non sarà di lui. Lo spero, lo voglio, lo credo fermamente ma intanto per ora è così quindi non posso definirlo uno qualunque
E comunque anche se il motivo non è che mi sono accorta che io lo amo e lui non mi ama non è detto che la cosa non mi faccia male comunque.
E' una specie di senso di colpa e non è tanto per il sesso con un uomo a caso - che non è a caso, l'abbiamo l'abbiamo già chiarito questo ma non vorrei si offendesse a esser definito uno a caso, se non fosse lui so quasi per certo che non avrei ceduto anche se, chi può dirlo, ci sono altre cose che non avrei mai pensato di fare e invece le ho fatte e un po' c'entra sempre lui ma di sicuro c'entro di più io perché son tutte decisioni prese da me.
Il senso di colpa, dicevo, è più perché penso che in qualche modo mi sto facendo un torto anche se non so bene dire in che modo. Forse è perché il modo non è solo uno.
Prima di tutto sento che mi sto accontentando, sono stata presa dalla paura della solitudine, paura che in genere non mi appartiene e invece ultimamente viene a trovarmi spesso. E non è che non sappia che in fondo sono da sola anche con lui, perché lui non è con me davvero però appunto, mi sto accontentando (ma questa consapevolezza non dovrebbe indurmi a fermarmi? Sì, e invece pare di no). In secondo luogo anche se non c'è nulla che mi lega a lui se non questo sesso e un affetto di base (invariato negli anni se non accresciuto, specifichiamo anche questo) è come se non mi guardassi davvero intorno per trovare altro. E' vero che l'amore non arriva quando lo cerchi ma quando vuole arrivare ma è anche vero che bisognerebbe tenere gli occhi bene aperti per non perderselo e invece è come se fossi perennemente distratta. Aggiungiamoci un senso di colpa aggiuntivo e forse infondato: mi sento in colpa verso qualsiasi nuovo amore, come se gli stessi facendo un torto non aspettandolo rivolgendogli tutte le mie attenzioni e speranze ma intrattenendomi con lui (quello di prima). Insomma, mettete che inizi a sentirmi con un uomo, avete presente quella fase iniziale in cui non si sta ancora insieme, ci si vede ogni tanto, magari si flirta un po' per messaggio, quella fase bellissima in cui si ha un po' di ansia perché non si sa se poi la cosa possa funzionare ma fondamentalmente si è abbastanza ottimisti? Dicevo, mettiamo che io inizi a sentirmi con un uomo so già che smetterei di vedere lui (quello a caso che non è proprio uno a caso) anche prima di sapere se con l'uomo nuovo la cosa possa funzionare m mi sentirei in colpa lo stesso, forse mi sentirei in dovere di raccontargli tutto e probabilmente non è una cosa che un uomo che stai appena iniziando a frequentare vorrebbe sentirsi dire. D'altra parte neanche a dirglielo più avanti forse andrebbe meglio. Bisogna in questi casi omettere? Chi lo sa. Non sono brava ad omettere, a volte. Altre volte sì. Comunque per ora questo altro uomo che da ora in poi chiamerò Asdrubale per comodità, in modo da evitare confusione, non lo ho ancora incontrato. Ci si può sentire in colpa verso qualcuno che forse neanche esiste? Si può, si può.
In terzo luogo poi, a dirla tutta, non è che io abbia poi la voglia e il desiderio che avevo prima. Non in generale, nei suoi confronti intendo. C'è qualcosa di volgare che prima non c'era e non è colpa sua, spesso è colpa mia, non so come dirvi ma io sono abbastanza sicura di non essere così. Fare cose non per il gusto di farle ma giusto per fare qualcosa.
Mi sto facendo torto in tutti questi modi e forse in tanti altri ancora.
Non so che è successo, non so quando è arrivata la paura della solitudine, quando si è fatta presente la scarsa fiducia che l'incontro con il mio Asdrubale non sia tanto lontano, proprio non lo so. Avevo imparato a stare da sola e ad attendere con fiducia poi è scattato qualcosa e io spero che come è scattato in un verso, possa scattare nell'altro.
A volte vorrei che qualcuno mi aiutasse ad uscire da questo vicolo cieco, che venisse a "salvarmi" poi penso che so che dovrei uscirne da sola ma al momento non ci riesco ed è così sbagliato sperare che qualcuno mi mi dia una mano?
Non potrebbe accadere che arrivi il mio Asdrubale sul suo cavallo bianco o meglio ancora sulla sua bicicletta e mi aiuti a combattere i miei mostri? Non lo so, non ho molte certezze al momento e penso che ancora una volta rimanderò questi pensieri a domani, non risolvendoli, tormentandomi un po' e facendomi venire a trovare da ansie notturne.

(Non ero così, non sono così, voglio ridiventare quella che ero ma non al passato, al presente. Voglio ridiventare quella che sono.)


Ho questa fantasia che mi porta talvolta dove non vorrei, dove non potrei, dove non dovrei.

Voglia di carezze
e di baci sotto la pioggia
stringimi le mani
e dimmi parole d'amore.

Non sono sempre una bella persona, me ne rendo conto. Forse non c'è nessuno che può dire di esserlo sempre ma non può servire come giustificazione, bisognerebbe almeno provarci.
Ci sono cose di cui mi vergogno e vorrei dire che se tornassi indietro non le rifarei ma la verità è che probabilmente tornando indietro le rifarei perché evidentemente in quelle condizioni erano quello che volevo, anche se evidentemente sbagliato.
Vorrei dire che ho imparato qualcosa dai miei errori, almeno a non ripeterli e invece se mi guardo indietro alcuni errori ritornano e quindi a che è servito sbagliare la prima volta? Ancora non lo so di preciso.
C'è un errore, quello che credo sia il mio errore più grande in quasi trent'anni, che ho ripetuto due volte, come una sciocca. Adesso credo che non ci ricascherei ma lo credevo anche dopo la prima volta e invece... chissà quante volte bisogna commettere lo stesso errore per essere certi di non cascarci più.

sabato 21 marzo 2015

''Mi sento così pieno...''
''Sarà perché hai mangiato una pizza e mezza!''
''Ma non era una pizza e mezza, era una pizza e due quarti!''

Ehm...

Volevo solo dirti che.
Non lo so cosa ti volevo dire, quindi forse sarebbe meglio stare in silenzio eppure fino a poco fa avevo così tanto da dirti.
Vedi, tu puoi non crederci ma è da stamattina che penso a tutte le cose che vorrei dirti, anzi da ieri, anzi da una settimana. Erano tante, erano belle, sono quasi sicura che ti sarebbero piaciute.
Poi ti ho visto ed è successo qualcosa, tutte le parole sono rimaste dentro e mi è rimasto dentro anche quel sorriso che forse ti poteva piacere e poteva forse anche porre rimedio a questo silenzio imbarazzante. E invece, silenzio.
Ridimensionare.
Che siano i propri problemi, il proprio ego o le proprie aspettative, a volte il segreto sta nel dare a tutto il giusto peso.


Spalanco la finestra, aria fresca sul mio viso.
Oggi mi aspetta una giornata tranquilla: un po' di lavoro da finire, un po' di tempo per me stessa, un saluto con gli amici. Ogni tanto ci vuole proprio una giornata così, prevedibile forse ma rilassante.
Poi ci sono i giorni in cui spero che succeda qualcosa di sconvolgente nella mia vita (in senso positivo, va da sé), ma oggi non è uno di quei giorni.

(Evento sconvolgente e positivo che avessi deciso di accadere oggi, nel caso, non cambiare idea. Mi adatto facilmente).

venerdì 20 marzo 2015

Meno "Ti amo però..."
Più "... però ti amo!"
"Scusa bella, lo vuoi un passaggio?"
"Ehm, no grazie."
"Dai su così non ti stanchi quelle belle gambe."
"Ma stiamo anche andando in due direzioni diverse..."
"Weeeeeeeee, sarai pure carina ma sei troppo pignola."



giovedì 19 marzo 2015

Chi scrive percorre vie che nella vita reale forse si precluderebbe.

''Vengo anch'io.''
''No, tu no.''

Sesso egoista.

Tiro talvolta fuori parti di me che chissà dove erano nascoste.

Il mio oroscopo mi consiglia di cedere alle tentazioni.
Chissà se si riferisce ai dolci della pasticceria davanti alla quale passo ogni giorno.

mercoledì 18 marzo 2015

Da stamattina ho già litigato con due persone e l'ho sempre avuta vinta io. Peccato fosse tutto nella mia testa.

Devo smetterla di alimentare nella mia testa inesistenti litigi e storie d'amore.

Io sono qui a costruirmi le mie certezze un mattoncino colorato dopo l'altro con criteri che forse non hanno ragione d'essere ma son pur sempre i miei criteri e poi arrivi tu che scombini tutto. Sposti mattoni, ne rimuovi alcuni, me ne regali di nuovi, tuoi.
E ciò che mi sorprende è che il risultato mi piace.

Chissà com'è risvegliarsi con un uomo al proprio fianco, è una sensazione che non ho mai provato e che un po' mi manca - di quella mancanza inspiegabile che si prova per cose o persone mai avute.  Tornava sempre ognuno a casa propria dopo l'amore e al buongiorno e alle colazioni insieme, anche se consumate a letto,  arrivavamo sempre da case diverse, la mia e la sua.
A volte penso che deve essere bello, altre volte - forse per non rammaricarmi troppo di questa mancanza - mi dico che certi aspetti potrebbero non essere poi così idilliaci.
Magari lui russa o peggio, russo io. Mi spiacerebbe rovinare così l'immagine di dolce fanciulla che dorme al suo fianco - chissà se poi sarebbe veramente questa l'immagine che avrebbe di me. Se parlo nel sonno e dico qualcosa di sciocco? Se svelo un mio sogno o tradisco pensieri che voglio tenere per me? Chè pur difendendo l'onestà in una coppia penso che non tutto ciò che passa per la testa si debba necessariamente dire.
Se tiro calci o sono irrequieta? Se lui tira a sé  tutte le coperte? È più probabile che lo faccia io ma chi può mai dirlo.
Se io voglio leggere e a lui dà fastidio la luce accesa? Se lui vuole parlare e io voglio dormire?
Chissà come si trova una posizione comoda per stare vicini nel sonno o se è meglio gestire ognuno un proprio spazio, concedendosi ogni tanto reciproche e piacevoli invasioni.
A me piace pensare che possa andare così, che si trovi un equilibrio tra le proprie abitudini e i desideri e quelli dell'altra persona e vi si aggiungono abitudini nuove, né mie né sue ma nostre.
Troveremmo per esempio una posizione comoda per stare vicini, senza dispiacerci se ogni tanto uno di noi vorrà un angolo di letto solo per sé.
Mi piace immaginare che la maggior parte delle mattine andremo di fretta ma che lui ogni tanto trovi il tempo di portarmi a letto il caffè con un fiore o un cioccolatino o entrambi, ma se deve scegliere meglio un cioccolatino. E io ogni tanto mi sveglierei prima per preparare biscotti, sicuramente non sarei silenziosa e lui si sveglierebbe accorgendosi di tutto ma farebbe finta di dormire per darmi modo di fargli una sorpresa.
La guerra per le coperte si trasformerà in battaglie amorose, alla fretta di andare a lavoro si contrapporrà la voglia di tornare nel letto a fare l'amore e a dormire, io provo a vestirmi lui torna a spogliarmi.
Chissà come sarà, quando sarà.

martedì 17 marzo 2015

E non mi importa dell'orgoglio, fino a un certo punto posso passarci sopra se ne vale la pena ma di qui a saltellarci sopra allegramente e a farci saltellare sopra anche qualcun altro, c'è un mare in mezzo.

Ho parole sulla punta delle dita per accarezzarti
ed altre in punta di labbra per baciarti
ho pensieri sconvenienti che non so domare
e che diventano inchiostro che non so fermare.
Dovrei - forse - trattenermi.

Oggi, per una serie di motivi che non sto qui a spiegarvi, mi hanno chiesto di cercare un cavo VGA maschio-maschio. Hanno chiesto proprio alla persona sbagliata! A parte che se io un cavo VGA me lo ritrovo davanti che mi chiama per nome, non lo riconosco, ho realizzato che ho seri problemi con l'anatomia dei cavi VGA e confondo maschi e femmine.

Potresti per esempio immaginare al tuo risveglio, le mie labbra che sfiorano piano le tue. E sarebbe un buon giorno.

lunedì 16 marzo 2015

Luci soffuse, seduta con le gambe accavallate, la schiena dritta, il capo basso.
Schiocco piano le dita. Uno, due, tre, quattro.
Parte la musica. Uno, due, tre, quattro.
L'occhio di bue mi illumina in pieno. Uno, due, tre, quattro.
Giro piano intorno alla sedia, carezzando lo schienale, mi fermo alle sue spalle.
Sono i fianchi a tenere il ritmo questa volta. Uno, due, tre, quattro.
Sfilo lenta un guanto, un dito dopo l'altro, lo lancio tra il pubblico.
Il trucco è guardare in un punto preciso, un uomo tra i tanti, come se non ci fosse che lui.
Ne scelgo uno, non lo conosco ma ha un certo non so che, sa di uomo di altri tempi, fisso gli occhi nei suoi e anche l'altro guanto è partito, raggiungendolo in pieno - sentirà il mio profumo. Uno, due, tre, quattro.
Seguo la musica, una pirouette e poi sollevo una gamba, la tendo, arriva quasi al mio viso. Nessuno noterà tutto lo studio dietro questo movimento, i muscoli tesi per mantenere la posizione ma non importa, gli sguardi puntati sulle mie gambe per altri motivi. Uno, due, tre, quattro.
Le luci si riflettono sulle paillette che ricoprono il mio corpo nei punti che è necessario coprire, attirandovi l'attenzione.
Poggio un piede sulla sedia ed accarezzo lenta la gamba, slacciando i gancetti del reggicalze  Uno, due, tre, quattro.
Raccolgo il ventaglio di piume turchesi, mi copro e lo abbasso pian piano per far spuntare il mio viso - sguardo malizioso, sorriso birichino. Uno, due, tre, quattro.
Una mano spunta lateralmente dal ventaglio, stringendo appena tra due dita il reggiseno, facendolo cadere distrattamente, atteggiando la bocca a finto stupore. Uno, due, tre, quattro.
Luci soffuse, schiocco di dita. Uno, due, tre, quattro.
Anche stasera cala il sipario.

C'è un vantaggio nel gestire una pagina seguita da poche persone, che poche poi è relativo perché mi sembra strano che ci siano più di mille persone che leggono quello che scrivo.
C'è un vantaggio - dicevo - ed è che a volte mi sembra di conoscervi. Ovviamente non è vero, non posso dire di conoscervi e voi non potete dire di conoscere me ma a volte, almeno un pochino, mi sembra così. E quindi ricordo alcuni di voi, alcuni dei vostri commenti, a volte prevedo alcuni "Mi piace", scrivo una cosa e so già che tizio o caio lascerà un segno.
E forse sarebbe così anche se aumentaste, perché il vostro numero quando aumenta (e non lo fa spesso, anzi, a volte è il contrario), aumenta lentamente e io ho il tempo di imparare a conoscervi. Un po' è anche per questo che non mi faccio grande pubblicità (un po' è perché mi scoccio, un po' è perché preferisco quando qualcuno scopre la mia pagina sulla bacheca di un amico, un po' perché in molti casi non mi piace il meccanismo di scambio di pubblicità tra pagine).
Voglio lasciare un saluto ad alcuni di voi. Vado in ordine casuale e non posso salutare tutti tutti, magari ci sarà una seconda puntata. Di qualcuno firse mi dimenticherò, siate buoni, abbiate pazienza, voi siete comunque tanti e io tre neuroni ho in testa.
Ecco alcuni di quelli che ricordo.
Angy e Lucia, che mi fanno sempre pensare alla mia migliore amica.
Giorgia, che sa che c'ho i poteri e le leggo nel pensiero.
Un sacco di Sara con e senza 'h', devo ammettere che un po' vi confondo, siete in tante.
Claudio, che forse è un cuoco e che in almeno un paio di occasioni mi ha lasciato delle parole che mi hanno fatto bene.
Matteo con un paio di cognomi e la ragazza che di cognome fa Riccio e che in questa pagina quindi ci sta proprio bene.
Francesca Patanè che è stata una delle prime persone a seguirmi e un'altra ragazza di cui non ricordo mai il nome ma se lo leggo mi ricordo che è lei.
Per la serie 'lettori famosi', Anna Karenina e il caro Sperelli.
Francesco l'ischitano che non so se sia ancora vivo ma spero di sì e Jessica che mi lascia sempre bei commenti.
Rob, che aveva una pagina bellissima e non so se mi segua ancora.
Di Sabrina ce ne sono un paio, poi ci sono Dani di A l'amour, Cat di Scrittura spontanea ed Eliseween il cui nome avrò di sicuro sbagliato a scrivere.
Azzurra, che mi ha raccontato la sua storia, un paio di Giovanni e una ragazza con un nome particolare che non riesco a ricordare ma ha sempre una foto di Lucy come foto profilo.
Sonia, Rachele, un paio di Silvia e di Francesca.
Poi ci sono tutti quelli silenziosi, che non commentano mai ma lasciano solo qualche Mi piace e a volte neanche quello: un caro saluto anche a voi, spessissimo sono una lettrice silenziosa anch'io ma so che ci siete.
A tutti voi e a quanti ho dimenticato, grazie.

Io che sono così timida che a volte non prendo l'ascensore per non dover salutare le persone che ci sono dentro, stamattina mi sono fatta coraggio, l'ho preso e ho accennato un buongiorno. Poi mi sono accorta che ho salutato il mio riflesso nello specchio. Buongioooooorno.

domenica 15 marzo 2015

Come si fa quando ci si accorge di non volere più qualcosa eppure non si riesce a rinunciarvi?

C'è qualcosa - una sorta di leggera tristezza velata da una punta di gelo sia - che scatta quando si pensa che certe attenzioni siano solo per sé e e ci si accorge che invece si sbaglia.
Tra le infinite possibilità
ci è capitata questa
e non importa se sia la migliore
o la peggiore
è la nostra possibilità
e dipende ora da noi.
Prima di due mani che si sfiorano,
prima di due bocche che si baciano,
prima di un ti amo sussurrato
prima di un abbraccio ricercato.
La magia dei momenti prima di.

sabato 14 marzo 2015

Mi dici che non mi puoi corteggiare perché ci conosciamo da troppo tempo e alcune cose tra noi sono ormai scontate.
Non sono d'accordo.

Il punto è che noi vogliamo due cose diverse, io voglio una storia d'amore, tu vuoi una storia.
Vorrei che venissi a prendermi per uscire a fare una passeggiata o a mangiare qualcosa insieme, non chiuderci in una stanza per ore a fare l'amore. Non solo quello e non sempre quello.
Vorrei che mi mandassi un messaggio carino ogni tanto, non proposte indecenti. Non solo quello e non sempre quello.
Vorrei che ogni tanto uscissimo anche insieme ad altre persone, non sempre da soli come se ci fosse qualcosa da nascondere. Non solo quello e non sempre quello.
Vogliamo due cose diverse e se ci penso anche solo un po', me ne rendo conto. Quindi non ci penso.


Mi hai visto piangere, ma mai per qualcosa che ti riguardava, mai.
Magari ti sei accorto che spingevo indietro le lacrime, forse accennavo anche un sorriso dando fondo a quel po' di forza che da qualche parte avevo, ma non ho mai pianto davanti a te perché sapevo che qualsiasi tua decisione sarebbe potuta essere influenzata dal mio pianto. E se anche tu non ti fossi lasciato influenzare, avrei avuto sempre il dubbio. Non è così che mi piace ottenere le cose.

Avete presente quella diceria che le donne non sanno guidare? Deve averla messa in giro qualcuno che mi ha visto alla guida.

Cerco di dirigere le mie scelte vero quello che è giusto, ma a volte è difficile piegare i desideri alla propria volontà.

venerdì 13 marzo 2015

Tento di resistergli
ma poi
lo tento io.

Parlo tra parentesi perché ho sempre tante cose da dire, parallelamente, tra un discorso e l'altro. Finché riesco a starci dietro e chiuderle ogni volta che le apro, va bene così.

Giudicare dalle apparenze o fermarsi a una prima impressione è sbagliato, eppure le apparenze sono importanti perché costituiscono la prima cosa che ci viene offerta di una persona.
Le impressioni e le sensazioni sono importanti, l'intuito spesso non sbaglia, l'importante è che dopo la prima impressione si lasci sempre la possibilità di impressioni successive. Bisogna sempre lasciarsi la possibilità di cambiare idea su una persona (nel bene e nel male).

giovedì 12 marzo 2015

Sfilo i vestiti uno dopo l'altro disseminandoli tra la camera e il bagno, le scarpe col tacco ai piedi del letto. Indosso il pigiama e mi convinco a struccarmi perché poi il problema non è mai la voglia di truccarsi prima la quella di struccarsi poi. Ho tanto sonno, spero di fare bei sogni.

Sono reduce da una cena durante la quale il sosia di Enzo Miccio ha parlato tutto il tempo dei suoi occhiali come del suo presidio oculistico.
E come se non bastasse tutti hanno mangiato la pizza con le posate. Non si fa, la pizza si mangia con le mani!

Oggi ho incontrato un tipo inquietante.
L'ho conosciuto quattro o cinque anni fa, l'avrò visto sì e no tre volte nella mia vita e in tutto non ci avrò parlato per più di dieci minuti. Non ricordo neanche come si chiami (e dubito lui ricordi il mio nome).
Ricordo che già quando lo conobbi pensai "Questo tipo è strano, c'ha la faccia del maniaco!". Ovviamente lungi da me giudicare le persone dalle apparenze, oggettivamente lo so che sarà una bravissima persona però l'impressione è stata quella. Mi sentivo anche abbastanza in colpa perché in realtà avevo più che altro l'impressione che fosse uno che non aveva molti amici e provava a socializzare come poteva, però aveva un che di fastidioso nel suo modo di porsi.
Poi non ci siamo più incontrati.
Oggi l'ho visto da lontano sul marciapiede opposto e ho fatto finta di niente, perché fondamentalmente per me è come uno sconosciuto. Voglio dire, ci siamo visti tre volte, quattro anni fa, in mezzo ad altra gente e ci hanno presentato solo per caso/educazione... ma chi ti conosce?
Comunque lui mi vede, mi saluta dall'altro lato della strada e addirittura attraversa per venirmi a salutare. Riporto fedelmente la conversazione, molto breve e fatta di pochi scambi di battute.
"Ciao ti ricordi di me?"
"Sì, sì, certo... ehm.. come stai?"
"Bene, bene. Ti sei laureata?"
"Sì."
"E se fidanzata?"
"Sì." (Speriamo non mi cresca il naso, se deve crescermi qualcosa fa' che siano le tette!)
"Ah, ok. Io sono ancora in cerca."
"Emh... prima o poi si trova la persona giusta. Adesso scusami ma devo scappare perché mi aspettano i mgiejflskso" (farfugliamento a caso per non dire proprio del tutto una bugia).

Ora, probabilmente non sarà un maniaco e sarà una bravissima persona. Non credo neanche ci volesse provare o cosa, davvero, anche perché è difficile che qualcuno si fermi per la strada attratto dalla mia bellezza folgorante (e ancora non capisco perché!), però a me uno che non vedo da anni e che conosco appena, che mi viene a salutare e mi chiede se sono fidanzata, sembra proprio un tipo strano.



Come quasi ogni donna difficilmente resisto alla tentazione di acquistare un paio di scarpe o un vestito, ma datemi una libreria o una bancarella di libri e perderò ogni freno.

Sono un'onda
vado e vengo
a volte mite
a volte fragorosa
Sono un'onda
vado e vengo
e quando vengo
lascio un segno.

mercoledì 11 marzo 2015

Stanotte mi sono svegliata e avevo perso un calzino. Ieri sera ero già un po' sospettosa, l'avevo sentita la stoffa elastica un po' allentata. Ancora stanotte e poi domani li butto, ho pensato.
Ho perlustrato il letto con il piede alla ricerca del disperso, l'ho acciuffato ma poi non ho avuto voglia di tirare il piede fuori dal letto per infilarlo né di tuffarmi io sotto le coperte e l'ho tenuto così tra due dita per un po', attenta a non perderlo ancora.
Sentivo la differenza di calore tra i due piedi, la diversa sensazione al tatto, il cotone del lenzuolo contro il filo del calzino.
Un po' come quando dormivamo insieme e nel sonno mi avvicinavo a te, magari un piede si infilava sotto le tue gambe per trovare calore e l'altro per pigrizia o noncuranza rimaneva altrove.
Mi sono rivista con un po' di tenerezza, mi prendevi in giro per il mio essere freddolosa ma poi ti offrivi sempre volontario per scaldarmi.
'Ho i piedini freddi', voce di bimba, ti facevo gli occhi dolci e sporgevo un po' il labbro inferiore in un piccolo broncio.
Ti tuffavi sotto le coperte - eroe spavaldo in mia difesa - e io ridevo perché mi facevi il solletico. Spostavi sempre le coperte per guardarmi perché ti piaceva vedermi ridere di cuore.
'Basta, per favore, basta', scalciavo e opponevo una blanda resistenza ma con una risata così chi avrebbe creduto che volessi fermarti davvero?
Risalivi poi lungo le gambe, le accarezzavi e le baciavi, indugiavi a lungo su di loro e dicevi che gambe così belle non le avevi mai viste.
''Ma avevo detto che avevo freddo solo ai piedini!'' fingevo di protestare quando le tue mani e la tua bocca riprendevano a salire.
''Ok, mi fermo.''
Io ti guardavo indispettita e tu mi guardavi con lo sguardo di chi diceva ''Cosa vuoi da me? Mi hai detto tu di fermarmi!'' divertito dalla mia indecisione sul da farsi.
"Solo i piedini avevi detto, solo i piedini ti scalderò!" mi dici.
"Beh... in effetti... se uno ha freddo, ha freddo ovunque..."
"No no, poi ti arrabbi, non vorrei mai... obbedisco fedelmente ai tuoi ordini."
Faccio gli occhi dolci ancora ma non se se questa volta funzioneranno perché ti diverti a tenere il punto e invece funziona. "Abbracciami dai, ho tanto freddo."
E intanto si è fatta ora di alzarsi, ho recuperato il calzino e l'ho buttato via, insieme al suo compare. I ricordi si annidano ovunque.
Vado sempre di fretta, corro sempre e anche quando il mio corpo si ferma, la mia mente continua a spostarsi da un pensiero all'altro. Gli unici minuti in cui mi fermo sono quelli immediatamente successivi alla doccia. Durante la doccia i pensieri continuano a fluire ma è come se l'acqua se li portasse via tutti per un po' e dopo la doccia, stretta nell'accappatoio, per qualche minuto la mia mente è vuota. Ecco, io sono felice che la mia mente sia sempre piena di idee e di pensieri - alcune intelligenti, molte pessime, tante strane - ma svuotarmi per qualche minuto ogni tanto non mi dispiace affatto.

''Forse è sbagliato farlo ma se non approfitto di questa occasione potrebbe non capitarmi di nuovo e lo rimpiangerei per sempre.''

Con questa frase ho giustificato tante sciocchezze che avevo voglia di fare.

Momenti imbarazzanti: ti chiedono un fazzoletto e tiri fuori un assorbente.
Imbarazzante chissà poi perché, visto che dovrebbe essere noto ad ogni uomo che, con le dovute eccezioni, le donne una volta al mese ne hanno bisogno.

martedì 10 marzo 2015

Sono seduta su una panchina da venti minuti, ho finito il libro che stavo leggendo e non ho voglia di alzarmi. Sollevo i piedi da terra e li dondolo un po', ricordo quando ero piccola e i miei piedi non toccavano il pavimento. Facevo di tutto per allungarmi ma non ci arrivavo e allora li dondolavo.
Mi spingo un po' più indietro sulla panchina, questa volta gioco al contrario, non voglio toccare con i piedi per terra. Seguo un poco con gli occhi il movimento, i pensieri si perdono un po' tra altri ricordi di infanzia. Mio padre che tornando dalla notte ci portava il pane appena sfornato, io che gioco con una piccola cucina e una sedia faceva da tavolo per il mio piccola servizio di piatti - rosa e lilla, lo ricordo benissimo. Avevo un grembiule azzurro con un merletto bianco sui bordi, cucito dalla nonna e dopo aver cucinato lavavo sempre per bene i piatti, dal rubinetto di quel piccolo lavandino usciva l'acqua davvero.
Ricordo mia madre che compie trentun anni, è il primo suo compleanno di cui abbia memoria o forse era la prima volta che chiedevo a mia madre la sua età e per me mia madre è ferma a poco più di trent'anni anche se ora ne ha molti di più. Saremmo quasi coetanee altrimenti. E penso che a poco più di trent'anni lei aveva già me. Mi torna in mente il pavimento della nostra prima casa, mattonelle nere e ocra, screziate di bianco, giocavo seduta per terra e mia madre mi diceva che avrei preso freddo.
Mi torna in mente una palla fucsia, gioco nei giardinetti pubblici e poi porto da mangiare del pane ai cigni nel lago. Ricordo poi un gioco con delle letterine con cui si dovevano comporre le parole: me l'avevano regalato quando ho dovuto trascorrere alcuni giorni in ospedale e io mi annoiavo. Si sono sempre fatti molti giochi con le lettere e le parole a casa mia, forse per questo mi piacciono così tanto. Ancora adesso durante qualche lungo viaggio in auto a volte giochiamo. Non più per ore come prima, veniamo assorbiti da altro, chi dorme, chi legge, chi gioca col cellulare.
Mi fisso le punte dei piedi e poi le gambe, calze velate contro quelle di lana a fiori di un tempo. Sto diventando grande, o forse lo sono già ma da qualche parte dentro di me resta qualcosa della bimba che non toccava con i piedi per terra.
Tizio che hai pensato bene di mettere il cosino per far uscire il simbolo del "Mi piace" nello stesso posto del pulsante di invio: non so se leggi quello che scrivo, ma sappi che la tua è stata una pessima idea. Dissemino pollicioni a caso in ogni conversazione.

Per quanto faccia sempre bene pensare prima di parlare, alcune cose bisognerebbe dirle appena ci vengono in me o non è detto che ce ne ricapiti l'occasione.

lunedì 9 marzo 2015

Ci sono certe cose che mancano e non si possono dire perché non abbiamo alcun diritto di sentirne la mancanza.

E forse il tempo passerà e certe cose non ce le ricorderemo più ma ogni tanto - ne sono sicura - alcune sensazioni ci faranno tornare indietro, anche se solo per qualche secondo, e un sorriso illuminerà il nostro viso.

C'è un tipo di seduzione che arriva dal corpo e poi c'è un certo tipo di seduzione che arriva dalla mente e - per quel che mi riguarda - è quella a cui è più difficile resistere. Perché la seduzione del corpo arriva solo al corpo, ma quella della mente può arrivare alla mente, al corpo, ovunque.

"La bellezza è negli occhi di chi guarda" si dice ed io ci credo come credo che a volte la provocazione sia nelle orecchie di chi ascolta e la tentazione sia in chi ha voglia di essere tentato.

Ha un modo di guardarmi che mi sento nuda anche sotto dieci maglioni ma in un modo piacevole - come se fossi bellissima anche se non è detto che sia così. Ma poi che importa, se è così che mi vede?

Alcuni intelligenti
molti banali
tanti  strani
un bel po' divertenti 
qualcuno sconcio.
Sono i pensieri nella mia testa.

Le sue battute non mi facevano ridere, le mie non le capiva.
Non sarebbe mai potuta durare a lungo.

Ogni volta che le sue mani mi accarezzano in un certo modo, che la sua bocca mi bacia, per qualche istante dimentico tutto. Dmentico anche che non è lui quello che voglio davvero, che voglio di meglio. È non è che lui non possa essere il meglio in generale, lo è di sicuro per qualcuna ma non è il meglio per me.

Potevo avere le sue carezze e i suoi baci oggi e invece no. Non so ancora se non è capitato o se non l'ho fatto capitare.

A volte l'unico modo di allontanare un pensiero fisso è infilarmi in un libro.

domenica 8 marzo 2015

Sto facendo a pugni con la mia coscienza mentre invece dovrei combattere al suo fianco.

Il buon senso mi dice che non è la retta via quella su cui sto camminando.
I desideri, invece, mi dicono di andare avanti, che non faccio male a nessuno.
La coscienza mi dice di chiedermi se è proprio vero: prova a metterti nei panni dell'altra persona, quella alla quale potresti star facendo un torto. Come ti sentiresti al posto suo?


sabato 7 marzo 2015

La mia mente stasera insegue pensieri che distraggono da questioni molto semplici, del tipo: cosa mi metto stasera?

(Bugia, per quasi nessuna donna questa è una domanda semplice. )

Scivolano sulla pelle come carezze,
giù per la schiena - un tremito -
stuzzicano i sensi e diventano odori,sapori, colori ma sono parole.

venerdì 6 marzo 2015

Dovrebbero darmi un premio come "donna più veloce a prepararsi per uscire".
Vestita, pettinata e truccata in meno di un quarto d'ora, mi avanza pure il tempo di scrivere questo post. Mi ci vuole poco per farmi bella, in genere. E non è perché sia già fantastica o perché sia un caso disperato. Ché le prime due cose a cui potreste pensare sono queste: o è così bella che non deve far molto o è così brutta che è inutile perdere tempo.
Credo di cadere nella classica via di mezzo: non sono così bella da attirare sempre e comunque gli sguardi degli uomini, né così brutta da farli scappare a gambe levate quando mi incontrano per la via.
Poi siamo sempre lì, cosa c'è di più soggettivo della bellezza? A qualcuno si piace, a qualcuno no. 
Oggi ho deciso di farmi bella, senza un motivo particolare, senza sperare di piacere a qualcuno. E badate bene, non penso ci sia nulla di male nel farsi bella per qualcuno, per il proprio uomo o per qualsiasi altra persona. E' bello piacere e piacersi, l'importante è non farne una malattia.
Oggi però non mi sono preparata per nessuno.
Tacchi alti per esaltare le mie gambe snelle, una gonna che scopra un po' ma lasciando abbastanza spazio all'immaginazione, un trucco un po' più curato, i capelli semiraccolti. Ho anche l'intimo di pizzo, come se qualcuno potesse vederlo - ovvio che no. Un velo di lucidalabbra, un tocco di profumo e via.

Io ti dico che ho voglia di vederti, che ho voglia di fare l'amore con te. Tu mi rinfacci che l'ultima volta non ci siamo visti perché ero impegnata. E le dieci volte prima in cui eri impegnato tu non contano più.

Questo vento che porta via tutto,  porterà via anche me o almeno quel po' di tristezza che questo tempo grigio mi lascia sempre un po' addosso?

Tante volte quando parlavamo mi veniva una voglia improvvisa di dirgli che gli volevo bene. Una sensazione insolita per me. Non l'affetto, sono capace di volere bene a qualcuno - esiste chi non ne è capace? Forse no - ma mi devo sempre un po' forzare per dire certe cose. E invece ogni sera pensavo 'Gli voglio bene, adesso glielo dico' e ogni sera tacevo, forse perché cmi rendevo conto che era qualcosa di più, che un ti voglio bene non avrebbe reso giustizia a quello che provavo. Ho taciuto allora che avrebbe avuto senso parlare perché eravamo vicini e ora, che siamo lontani, taccio perché non ha più senso parlare. Certe cose bisogna dirle sl momento giusto.

Il Vesuvio è innevato,
la mimosa è in fiore
ed io t'amo.

Mi perdo tra le parole e i pensieri
sarebbe meglio perdersi nella vita.
A volte ci riesco quasi
ci arrivo vicina ma poi
- sarà la paura o cosa? -
mi perdo io.

giovedì 5 marzo 2015

Giacca di pelle su vestito di pizzo, un po' da bambolina.
È un gioco di contrasti, chi sono davvero?
Sono tutto e sono niente
fuoco che brucia, acqua che rigenera
terra che sporca, respiro di aria pura
semplicità e complessità in un solo corpo
ingenuità e malizia.
Posso alzare dei muri ma le mie difese non sono insormontabili, le lascio abbatere a chi riesce a stuzzicare la mia mente e i miei sensi nel modo giusto.
Conoscermi è un gioco di curiosità e pazienza.

Giochi di sguardi senza vedersi
parole che accarezzano la pelle
silenzi che stuzzicano i sensi.

mercoledì 4 marzo 2015

Piove.
Il vento ripiega l'ombrello, tra tante gocce una fredda si infila tra la sciarpa allentata e la mia pelle. Sussulto.
Vorrei sistemarmi meglio la sciarpa ma ho il portatile in una mano, l'ombrello nell'altra e una borsa sulla spalla.
Il mio passo è veloce, se continuo così tra dieci minuti sarò a casa: pregusto una doccia bollente, acqua calda sulla mia pelle finalmente, lo specchio del bagno appannato, il mio pigiama.
Per un attimo penso a quanto sia fortunata ad avere un tetto sulla testa, una doccia ad attendermi. Penso anche che troverò la cena pronta e che è una fortuna che io viva ancora con i miei anche se tante volte ho pensato che è giunto il momento di dare una svolta e andare a vivere da sola - ma è comunque una scelta che va al di là di ipotetiche liste dei pro e dei contro, al momento non posso permettermelo.
I buoni pensieri di gratitudine durano poco, l'attenzione è stata ormai dirottata verso altri problemi, le spese, il lavoro e...
Finalmente sono arrivata, infreddolita, i capelli bagnati. Ho fatto più attenzione al portatile che a me - mi serve per il lavoro - ho pensato. Più importanza alle cose che alle persone, ci sarebbero altre riflessioni profonde da fare ma ora non ne ho voglia.
Doccia, cena, letto. Non ho neanche voglia di leggere o  di guardare la tv stasera, figuriamoci di uscire e penso che per fortuna i giorni così sono pochi, non si può vivere solo per andare a letto la sera.
Mi giro su un fianco stringendo le coperte tra le mani: sono le sere come queste che mi fanno sentire più forte la voglia di un uomo che mi  stringa forte e mi accarezzi piano alla fine di una giornata. Sono stanca.

Cerco di vivere seguendo il principio che quello che è giusto è più importante di quello che voglio ma a volte quello che voglio non vuole piegarsi.

Cosa voglio davvero?
È questa la vera domanda e a volte mi sembra di sapere la risposta, a volte no. Quindi forse non lo so davvero.
E oltre a quello che voglio c'è quello che è giusto.
Oltre a quello che è giusto c'è quello che io penso sia giusto.
E poi c'è ciò che è opportuno.
E quello che vorrebbero gli altri (che dovrebbe essere l'ultimo dei miei pensieri, ma mentirei se dicessi che non ci penso mai).
Ma io cosa voglio?

martedì 3 marzo 2015

È possibile che sia dovuta arrivare a pochi passi dai trent'anni  per capire qual sia davvero la mia taglia di reggiseno? È possibile. 

Quel tempo nel letto dopo l'amore, la mattina al risveglio.
- Resta ancora un minuto.
- Devo andare - ma già ti sto baciando.
- Solo un minuto, poi ti aiuto a vestirti, così fai prima.
Sorridi, lo sai benissimo che non è vero. Finirà come l'ultima volta.
Ti vesto io - mi hai detto. Un indumento dopo l'altro mi hai rivestito e poi, arrivato all'ultimo, hai cominciato a spogliarmi daccapo, come se nulla fosse. Non ho opposto resistenza, lo ammetto.
E la volta prima, ricordi? Ti ho lasciato fare i primi due minuti, poi per ogni indumento messo, me ne toglievo due.
- Ma non eri in ritardo?
- Shhhhh...
Non funziona, così non funziona, ci stiamo ricascando e io sono in ritardo davvero oggi. Prendo i vestiti e scappo, li poggio sulla poltrona in fondo alla stanza e inizio a vestirmi di fretta ma vedo come mi guardi, le spalle appoggiate alla parete dietro al letto e allora non resisto all'idea di stuzzicarti un po', rallento, indugio con le mie mani sul mio corpo e poi mi avvicino.
- Mi aiuti con la cerniera?
Una provocazione bella e buona, lo so benissimo. Una mano poggiata sul mio fianco, con l'altra mi aiuti e sento il tuo dito che scivola sulla mia pelle come se fosse per caso ma tu al caso non lasci nulla. Ho provocato e alla provocazione rispondi.

Ora quindi ti stupisci perché non sconvolgo più i miei piani e la mia vita per te come quando stavamo insieme e avrei fatto di tutto per vederti una volta di più - ricordo una volta chilometri a piedi sotto la pioggia, ti lamentasti perché avevo fatto tardi.
Ti stupisci perché non difendo più la nostra storia come un tempo, quando ad amici e parenti che dicevano che non eri adatto a me, che non mi amavi, che potevo avere di meglio, rispondevo sempre che lo sapevo io cosa c'era tra noi e quanto fosse importante (anche per te).
Tu ti stupisci e io non capisco: che storia dovrei difendere se non abbiamo una storia? Dovrei sconvolgere i miei progetti, i miei piani per fare di nascosto l'amore (l'amore?) quando i tuoi piani lo permettono?
Vuoi una storia senza impegno - mi hai detto. Va bene, proviamo, non credo che faccia per me ma proviamo, mi impegno a non impegnarmi, se è quello che vuoi. 
E ora ti stupisci?

lunedì 2 marzo 2015

E alcuni allora non ci credono che sono timida perché parlo tanto - e velocemente - e rido tanto e gesticolo tanto. Bisognerebbe poi spiegarlo ogni volta che tutte quelle parole, tutte quei sorrisi, tutti quei gesti servono in fondo a nascondersi ma per spiegarlo bisognerebbe non essere timidi.

domenica 1 marzo 2015

Baciami ogni giorno come il sole bacia il mare al tramonto.
Non sono le sfumature di grigio quelle che contano - non è un giudizio il mio, non ho letto il libro ma non escludo di leggerlo un giorno - sono le sfumature delle persone che non tutti sono in grado di cogliere perché è più semplice fermarsi al bianco o nero. Così una persona è bella o brutta, simpatica o antipatica, timida o sfacciata, socievole o introversa, amabile o disprezzabile. E invece è tutto più complesso di così, perché anche le persone che tendono a mostrare poco di sé, magari aspetti che sembrano ben delineati, a conoscerle bene rivelano una varietà di tratti del carattere inimmaginabile e inimmaginata. E allora bisognerebbe prendersi un po' di tempo per conoscerle meglio le persone, le sfumature sono importanti.
E sapendo che non possiamo baciarci, non ora, forse staremmo solo molto vicini, i nostri visi a meno di un centimetro di distanza. Poggerei piano le mie labbra sulla tua guancia - la barba di un paio di giorni, la immagino così - lasciandoci appena il segno del rossetto. Sarebbe solo un bacio sulla guancia ma lo sai meglio di me, sarebbe più carico di tensione e desiderio di altri baci molto più audaci.
Non sono innamorata e in questo periodo non posso neanche dire che ci sia qualcuno che davvero mi piaccia, e forse e meglio così. Perché in questo periodo la solitudine un po' mi frega e quando ci si sente soli si fanno scelte sbagliate. Per solitudine sono stata con una persona che non amavo davvero, ferendola. Per solitudine sono stata con una persona che non mi amava davvero, ferendomi. 
Non mi sento sempre così, per fortuna. L'ultima volta che mi è piaciuto qualcuno, per esempio, è stato in un periodo in cui da sola stavo bene, avevo acquisito una certa serie di certezze e di consapevolezze che mi permettevano di sapere che era lui che mi piaceva e non l'idea di avere un uomo al mio fianco. Ora non sarebbe così ma piano piano, un passo dopo l'altro, sto ridefinendo nuovi obiettivi, sto recuperando vecchie certezze e consapevolezze modellandole col po' di esperienza in più che ho messo da parte, sto cercando di capire davvero quello che voglio. E non mi accontenterò di nulla di meno o almeno ci proverò.
Ieri sera una festa e poi in auto al ritorno tutte donne a parlare di uomini e di sesso. Non di amore, per una volta l'amore è stato escluso (mai del tutto però, mai del tutto).
Ognuna con le sue paure, ognuna consapevole che di razionale dietro quelle paure non c'è niente.
E scopro che le mie amiche mi ritengono certi per versi fortunata, mi invidiano una punta di sfacciataggine che riesco a tirar fuori al momento opportuno ma che pure non riesco a sfruttare un po' per timidezza e un po' per una paura - della quale non è oggi il caso di parlare, forse un altro giorno - che mi ha sempre creato dei problemi e che raramente sono riuscita a metter da parte.
"Se avessi io questo lato del tuo carattere, senza le tue paure."
Una sfiduciata in se stessa, una nei confronti del genere maschile, invidiavano anche un po' la mia fiducia in entrambi: sì, non sono perfetta, non lo sono neanche gli uomini ma io continuerò a lavorare su me stessa (senza stravolgermi) e troverò chi mi apprezzi, troverò un uomo che apprezzo.
"Brava te, che sai stare da sola."
Non è vero, non è sempre vero. Ci sono dei periodi in cui cedo anche io, ci sono dei periodi in cui mi sono avvicinata a qualcuno in cerca di qualcosa che evidentemente non poteva o non voleva darmi, ci sono stati dei periodi in cui qualcosa è stato meglio di niente e forse ci saranno ancora. Sono solo dei periodi, mi rendo conto che rispetto a chi vive sempre e comunque con la paura della solitudine appoggiandosi a chiunque pur di non stare da sola forse sia  meglio, ma non sono poi così brava come pensano, gliel'ho detto. E non siamo fatti per stare da sola, ne sono sicura.
Mi hanno poi raccontato le loro paure: e come a loro sembrava perfettamente superabile la mia, a me le loro sembravano semplici da combattere. Eppure è così, ognuno ha la sua battaglia e combatterla, per quanto sciocca possa sembrare, non è così semplice. Arriviamo alla guerra con le nostre esperienze passate che possono renderci difficili passi che ad altri sembrano semplici.
Eppure io gliel'ho detto: troveremo qualcuno per cui varrà la pena combattere certe paure, troveremo qualcuno che vorrà combattere con noi. Io per ora ci credo ancora.