Se non sono pronta ad accettare le conseguenze di un'azione, forse quell'azione non fa per me.

Ogni volta che mi dici che ti piaccio perché ti stupisco mi viene l'ansia da prestazione: e se un giorno non fossi più in grado di stupirti?

Eri mio o forse no, chi può saperlo adesso?

Ogni tanto regredisco e mi comporto come una quattordicenne.
E non fraintendetemi, non c'è nulla di male a comportarsi come una quattordicenne se si hanno quattordici anni o giù di lì. Il problema è quando se ne hanno quasi il doppio.

Non ho mai avuto paura di innamorarmi troppo e poi a che pro? Per evitare di soffrire? E vale la pena evitare tutte le gioie del "troppo amore" - se così lo vogliamo chiamare - per evitare di soffrire? Ha senso? Immagino di sì, è anche un atteggiamento comprensibile quando si è stati feriti, ma non è il mio atteggiamento in genere.
Preferisco buttarmi del tutto in quello che faccio, con tutto l'entusiasmo che posso e poi come va va. Non che poi non rimanga delusa ogni tanto. Non che poi non abbia paura di ritentare la volta successiva. Sono fatta così, non so se sia un bene o un male (soprattutto per me), ma ci posso far poco. Magari un giorno cambierò crescendo o forse no, chi lo sa.
Questa volta però mi rendo conto che sto facendo attenzione. Non lo faccio apposta, è più una sorta di difesa inconscia, forse, ma ogni volta che faccio un passo verso di te mi fermo un po', poi ne faccio uno di lato, ti giro intorno. Una strana danza la mia, me ne rendo conto ma me ne rendo conto sempre dopo, mai al momento.
Tu non vuoi una storia, sei stato chiaro. Io non lo so. Anche questo è il problema. Ho sempre pensato che appena avessimo avuto la possibilità di tornare insieme avrei fatto di tutto per riaverti e invece ora ci giro intorno. E non lo so se è perché tu sei stato così chiaro che rischiare in questo caso sarebbe stato veramente inutile o perché in fondo non so se ti amo ancora o è il ricordo del nostro amore a farmi perdere la testa ogni volta che ti vedo.
Io credo una cosa, anche se non so se abbia un senso: al momento non ti amo, ma basterebbe pochissimo per innamorarmi di nuovo di te. Basterebbe una passeggiata, basterebbe qualche bacio, basterebbe ridere insieme come un tempo. Perché ciò che mi ha fatto innamorare una volta, c'è ancora e non perché tu non sia cambiato. Sei cambiato, per certi versi in meglio e per altri forse in peggio, ma almeno sei cresciuto che forse è meglio di quello che è successo a me, cioè poco o niente, più o meno statica, più o meno ferma sulle mie posizioni. Ci sto provando però, lo sai che ci sto provando, nonostante tutte le mie paure.
Resta il fatto che faccio un passo avanti e uno di lato, uno avanti e uno indietro e potrebbe sembrare che non mi interessi più come un tempo, ma non è così. Devo solo difendermi un po', perché ti voglio amare ancora ma questo non mi sembra il momento giusto. Solo che se aspettando il momento giusto lo perdessi?

Potrei anche farmi coraggio, prendere il telefono, chiamarti e dirti che mi piaci.
Ah no, perché non ho avuto il coraggio di chiederti il numero di telefono.

Ho un po' paura stasera. Non mi va di spiegarvi perché e probabilmente il motivo è stupido, ma ho un po' paura stasera e volevo dirlo a qualcuno.

Avevo bisogno di una parola di conforto e l'ho avuta da chi che c'è sempre.

Senza di te non è la stessa cosa, senza di te non è la stessa casa.

Non so se questo sia fare l'amore.
E' passione, desiderio, voglia. E' tante cose e tutte belle, ma non so se sia fare l'amore.

Il gioco di sguardi,
la punta della lingua sulle tue labbra
una tua mano tra i capelli, l'altra sotto la maglietta.
Tra il tessuto e la mia la mia pelle,
i tuo baci, le tue spalle.
Il tuo sguardo eccitato,
le nostre bocche unite.
Distanti appena, solo per riavvicinarci.

I miei approcci con i ragazzi sono praticamente non approcci. Per forza che poi non si accorgono che sto approcciando.

Una volta tra le tue braccia mi sentivo bella, bella a prescindere.
Magari non ero truccata, magari i capelli non erano a posto, magari lo sguardo era un po' stanco, ma io mi sentivo bella lo stesso perché tu eri lì e mi guardavi come se fossi la donna più bella del mondo. E potevo starmene nuda tra le tue braccia come se fosse la cosa più naturale del mondo, io che nuda non ci sto bene neanche da sola. E non perché non mi piaccia, io sto bene così coi miei pregi e i miei difetti, ma perché nuda a mio agio non ci sto bene per niente. Mi sento osservata anche da sola. Se a osservarmi eri tu, però, era diverso e spogliarsi non era poi così strano.
Oggi sento che anche col trucco perfetto, i capelli a posto e il sorriso migliore non sarebbe lo stesso.

Ogni tanto credo a quel che voglio credere, per quanto assurdo sia. L'ho fatto anche stavolta.

Si vedeva che avevi paura, mi hai detto, ma non mi hai chiesto il perché.

Persone che si lamentano che le persone non cambiano mai, salvo rinfacciare a qualcuno di esser cambiato.

Ci sono momenti che uno immagina mille volte: il primo bacio, la prima volta, il primo amore.
E uno ci pensa e ci ripensa e rischia di crearsi delle aspettative e le aspettative sono un gran rischio.
Io però non sono mai stata una di quelle persone che crede non ci si debba creare aspettative per non rimanere delusi. Io mi creo  sempre un monte di aspettative e non mi è mai importato poi tanto che la realtà fosse all'altezza o meno. Sono dell'idea che sia meglio qualche speranza in più che qualche speranza in meno, a costo di venir delusi.
Mi crea molto più problemi non riuscire a essere all'altezza delle aspettative degli altri, o peggio ancora di non riuscire a a essere all'altezza di quelle che credo siano le aspettative altrui.
Perché è facile dire che non ci si deve preoccupare delle opinioni degli altri, ma come si fa se l'alto è qualcuno che si stime e alla cui opinione si tiene tantissimo? E chi lo sa.

Forse ho fatto uno sbaglio, ma a me è sembrata la cosa più giusta del mondo.
Solo che adesso tutto sembra dirmi che è stato un errore.

Il rischio in cui si incorre quando si fanno esperienze diverse è che una nuova esperienza insieme non abbia lo stesso valore per entrambi. Quello che per una persona può essere un evento speciale, per un'alta può essere un giorno qualunque, di poco diverso rispetto agli altri. Per uno è tutto, per l'altro è come sempre.

Un dolce peso quello del tuo corpo sul mio, ancora una volta.

Mancava un pezzo di me e dovevi averlo tu, perché adesso mi sento completa, io che son sempre stata bene anche da sola.

Bisogna abituarsi a tutto, anche all'amore (purché non diventi un'abitudine).

Ho voglia di perdere il controllo
per una volta
come una volta
anche di più.

Bisogna fare attenzione quando si cammina su un filo e si è attratti dall'instabilità.

Potrei farlo ancora, sai, potrei farmi bella per te come una volta.
Pensare al vestito più adatto, le scarpe col tacco, un trucco perfetto.
Il vestito rosso potrebbe andare bene, mette in risalto le mie gambe abbronzate.
Lo smalto, il profumo, il rossetto, il braccialetto. Piccoli dettagli.
E lo sapevamo benissimo entrambi che quel vestito non mi sarebbe rimasto addosso a lungo, ma che importava. Tu prima mi dicevi che ero bella e io me lo facevo bastare.
Potrei farlo ancora e finirebbe come allora, sarebbe bello come allora.
Potrei ma non voglio.
Oh, insomma, vorrei pure, almeno un po'.
Perché non è che non mi manchino le tue mani sulla mia pelle, il modo in cui sfilavi il mio vestito o i tuoi baci. Mi manca tutto.
Solo che in un momento di lucidità mi ero ripromessa che non avrei mai più stravolto la mia vita per te. E ora quel momento di lucidità è passato e tutto ciò che vorrei fare è farmi bella per te, passare ore a scegliere un vestito per tenerlo addosso cinque minuti, ma voglio qualcosa in più. Voglio quello e qualcosa in più.

Voglio te, è solo che...
Se solo fossi un po' più...
Se solo fossi un po' meno...
Se solo modificassi un po' questa parte del tuo carattere...
Basta punti sospensivi: non vuoi me. Punto.

Mi arrendo quando non dovrei e combatto con grande tenacia battaglie sbagliate.