Andiamo a prenderci un caffè?
Io mi metto un vestito carino e tu mi passi a prendere, come ai vecchi tempi.
Magari non proprio come ai vecchi tempi, che al bar non ci arrivavamo proprio. Facciamo che questa volta il caffè ce lo prendiamo davvero e ci fermiamo lì.
Tu mi parli un po' del tuo lavoro, della tua vita e io ti ascolto in silenzio ché di consigli non ne hai mai avuto bisogno.
Poi parlo un po' io. Ok, forse più di un po' e comunque, con te ho sempre parlato tanto ma un po' meno che con gli altri. Hai sempre avuto il potere di farmi sentire un po' stupida quando parlo, le nostre comunicazioni sono quasi sempre avvenute per messaggio, anche quando eravamo vicini- che è un po' triste se ci pensi.
Comunque, dicevo. Ti parlo un po' di me, del mio lavoro della mia vita sentimentale.
- Quale vita sentimentale?
- Dai, smettila di prendermi in giro.
- Ma è divertente.
- Sì lo so che lo è. Ti dico smettila ma tu non smettere davvero.
Ti chiedo un consiglio, me ne dai tre, non ne ascolterò nessuno. Alla fine, tra un mese, giungerò alla conclusione che avevi ragione tu.
- Te l'avevo detto.
- Me l'avevi detto.
- Come sempre.
- Come sempre.
Poi ripenso a come sarebbe andata a finire qualche mese fa e sorrido.
- A che pensi? - ma tanto già lo sai.
Ricordiamo insieme i vecchi tempi, quando un caffè si sarebbe trasformato in altro. Sarebbe facile cedervi ancora, sai? Magari in un pomeriggio di domenica in cui ci si sente un po' soli, sarebbe proprio semplice.
Sarebbe semplice e bello, senz'altro piacevole, solo che.
- Non è più quello che voglio.
- Non è quello che vuoi o non è quello che gli altri si aspettano da te?
- Non è quello che voglio io. Pensi sempre che io faccia certe cose per piacere agli altri, mai che possa averne fatte alcune per piacere a te.
- Piacevano anche a te.
- Piacevano anche a me, mi piacerebbero ancora per quelle due ore, ma non è quello che voglio.
- Potrebbero essere anche tre, le ore - sorridi malizioso.
- Ah, anche quattro, per quello che ricordo. Ma non cambia niente.
- Non è quello che vuoi, ho capito. Ma quello che vuoi non puoi averlo.
- Quindi mi devo accontentare?
- No, non devi, però potresti divertirti un po' mentre aspetti.
- Troverò altri modi per divertirmi.
- Quelli erano molto divertenti.
- Lo so, ma sarebbe un accontentarsi.Forse un giorno mi accontenterò ma non ora.
- Non ti accontentare. Meriti di più.
- Me lo dicono tutti. Merito di più. Qualcuno mi dica questo di più dov'è.
- Sei più intelligente di così. Sei carina - direi proprio bella anche se cerchi di nasconderlo. Sai essere estremamente sexy, è difficile resisterti quando vuoi. Sei intelligente. Magari non direi che sei simpaticissima o che fai delle battute divertenti, ma è piacevole passare del tempo con te e con te si ride sempre.
- Dici che faccio ridere?
- Dico che sei scema. Non buttarti giù, non l'hai mai fatto non incominciare ora. Dov'è il tuo entusiasmo?
- Dicevi sempre che era troppo.
- Vero, ma lo sai che sono un rompiballe. In fondo mi piaceva. Neanche un bacio?
- No, neanche uno.
- Sicura? Poi torni a casa e ti vengono i rimpianti.
- Mi hai fregato un sacco di volte con questa storia dei rimpianti, non ci casco di nuovo. Però erano bei baci.
- Anni di duro allenamento.
- Sai che fatica. Comunque hanno dato buoni frutti.
- Nessuna si è mai lamentata. Ti porto a casa?
- Mi offri un dolcetto?
- Ok, ma farai un sedere enorme se continui così.
- Nessuno si è mai lamentato - sorrido.
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