C'è tanto di me in questo blog ma ci sono alcuni pensieri, alcune parole e alcune sensazioni che resteranno solo mie e di chi le ha vissute con me.
venerdì 31 ottobre 2014
Ogni donna è un mondo a sé ma non tutti gli uomini sono disposti a perdere un po' del loro tempo per scoprirlo.
Alcuni pensano,una volta trovato un modo per conquistare una donna, di aver trovato un modello applicabile a tutte. E così via con le stesse frasi, gli stessi regali, gli stessi pensieri, le stesse promesse.
Per fortuna, non sono tutti così.
Pare che il mio spasimante si sia definitivamente arreso: non mi fissa più il viso, non prova a farmi il solletico mentre camminiamo per strada, non cerca scuse per vedermi nonostante io rifiuti con decisione ogni suo invito a uscire.
Certo, un po' spiace non aver chi mi corteggi ma in ogni caso non lo faceva nel modo in cui piace a me, quindi meglio così.
Mi passa a prendere a lavoro, sale da me, parliamo con aria indifferente mentre aspetta che io finisca.
Lo sappiamo entrambi come andrà a finire una volta usciti da lì, la voglia di avere ancora i nostri corpi vicini è tanta ma ci piace troppo provocarci, stuzzicarci a vicenda. Sguardi, allusioni segrete che possiamo cogliere solo noi.
Per gli altri sono discorsi innocenti ma noi stiamo già facendo l'amore lì, davanti a tutti.
Il mio buon proposito di oggi (e da oggi, spero) è quello di non passare troppo tempo durante la giornata a pensare al passato, a quello che è stato e a quello che avrebbe potuto essere.
Il passato è importantissimo ma il presente lo è di più.
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giovedì 30 ottobre 2014
mercoledì 29 ottobre 2014
Manca ancora qualcosa, ma qualcosa mancherà sempre - per fortuna, perché i desideri sono importanti.
Solo, spero di realizzarne presto alcuni per fare posto ad altri.
Il cellulare è utile, ha molte potenzialità, ma tra queste c'è quella di far perdere un sacco di tempo (almeno nel mio caso). Non sono mai stata molto attaccata al cellulare, ma visto che ultimamente va così, proviamo a "diminuire" le dosi un poco alla volta.
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martedì 28 ottobre 2014
Odio non arrivare preparata a una conversazione importante.
Odio quando non mi forniscono i mezzi per arrivare preparata a una conversazione importante, soprattutto se c'era la possibilità di fornirmeli.
Odio non essere abbastanza pronta e preparata da riuscire a tirare fuori nonostante tutto delle risposte corrette o quantomeno convincenti.
lunedì 27 ottobre 2014
La mia prima volta forse è stata un po' tardiva, credo che ormai siano in pochi ad arrivare al quarto di secolo, però sono contenta sia giunta così tardi. Poi chi lo sa, ognuno ha i suoi tempi, ma a volte mi sembra davvero troppo presto.
Proverò a scrivere le cose così come vengono, come se stessi parlando con voi. Non è detto che funzioni, ma finora leggere e rileggere più volte quello che ho scritto non ha funzionato.
C'è stato un uomo che ho amato tanto, davvero tanto. Il primo amore, il primo vero bacio, la prima volta. Il primo. L'ho amato per così tanti anni e per così tanti anni non ho desiderato che lui, che non ho mai pensato che le cose potessero cambiare. Questo non vuol dire che pensassi che sarebbe necessariamente durata per sempre, ma credevo che sotto sotto forse avrei amato sempre un po' lui e che, se anche non l'avessi amato, l'attrazione fisica che provavo con lui non mi avrebbe mai abbandonato. Ciò non mi ha impedito di avere altri uomini - uno solo, in realtà - e ciò non mi ha impedito di essere fedele ma da qualche parte nel mio cervello o nel mio cuore sapevo che se fossi stata single, sarei tornata da lui. Fosse stato anche solo per una notte di passione, sarei tornata da lui.
L'ho desiderato così tanto da essere disposta a non averlo davvero, a condividerlo, a non essere il primo dei suoi pensieri, a rinunciare all'idea di amore che avevo nella mia testa ma non importava: io volevo lui. Sapevo come stuzzicarlo, sapeva come provocarmi. L'attrazione fisica tra noi non ve la so descrivere: passione, curiosità, desiderio. C'era tutto questo e molto altro.
Forse non era sano, di sicuro da un certo punto in poi non era più amore, ma era bello, era comunque una certezza, un punto fisso. E se parlo al passato, è solo per l'attrazione fisica - da parte mia - perché so che come amico c'è ora come allora.
L'attrazione fisica, dicevo. Adesso avrei l'opportunità di vederlo: in fondo io sono single, lui pure. Siamo grandi e consapevoli delle nostre azioni, non ci sarebbe nulla di più semplice né di più bello eppure, non mi va.
Potrebbe essere che è passato troppo tempo dall'ultima volta che c'è stato qualcosa tra noi? Non credo. Ci sono state pause lunghe e pause brevi ma siamo sempre stati bravi a ricominciare da dove eravamo rimasti.
Potrei dirvi che è perché mi piace un altro - potrebbe pure essere - però onestamente mi sembra così sciocco. Con quest'altra persona non c'è niente e non ho motivo di credere che la situazione possa cambiare. Se anche per assurdo le cose dovessero cambiare, è evidente che io al momento non gli devo niente, quindi il problema non può essere questo. Potrei divertirmi un po' nell'attesa e magari lui non lo saprebbe mai - ma per come sono fatta poi lo saprebbe perché mi sembrerebbe disonesto tacerlo anche se magari disonesto non è.
E allora qual è il motivo, ma soprattutto qual è il problema? Perché vedete, tutto sommato dovrei essere felice, mi sono liberata di una "cattiva abitudine" ma ho mantenuto l'amico, cosa potrei volere di più? E invece mi ritrovo sperare che quella voglia torni.
Intendiamoci, non escludo che se lo vedessi dal vivo le cose non sarebbero quelle di un tempo. Magari se ci stuzzicassimo un po' subito tornerebbe tutto come prima, il problema è che non mi viene la voglia di provocarlo, di stuzzicarlo, di fare in modo che qualcosa accada - prima ero così brava.
Così sì, forse dal vivo succederebbe qualcosa, ma non so come spiegarvi, non c'è più quella voglia di sperare che accada.
Non c'è un finale, questa riflessione si ferma qui.
(e non è proprio così)
Voglio ricordarmi di dire sempre "grazie" e "per favore" e vale in questo caso la stessa cosa dei saluti: devono sempre essere accompagnati da un sorriso.
Se siamo veramente grati a qualcuno per qualcosa, un sorriso è il minimo che possiamo donargli per ringraziarlo.
#100bpdf (13)
domenica 26 ottobre 2014
Io non sono così, riesco ad essere sexy a volte e per qualcuno.
La maggior parte delle volte passo inosservata, credo sia una questione di atteggiamento.
Comunque l'importante in fondo è che io riesca a esser sexy per chi dico io e a volte questo non accade neanche volontariamente - l'ultima vola che mi hanno detto che ero sexy non me l'aspettavo.
Forse è il fatto stesso di sapere di piacere a un uomo, o il volergli piacere che ci rende sexy a volte, anche se non lo sappiamo. Forse questo è il modo migliore di essere sexy.
ogni centimetro
percorrerlo con lo sguardo,
con un dito
con la bocca
riconoscerei ogni neo
ogni piccola cicatrice.
Mi piaceva osservare le sue reazioni
come cambiava il suo sguardo
gli occhi - gli occhi dicono tutto.
Si può fingere con le parole,
con lo sguardo è difficile.
Anche oggi il mio spasimante si è messo a fissarmi il viso. Penso che come l'altra volta si stia soffermando su un brufolo poi rifletto sul fatto che oggi di brufoli non ne ho quindi gli chiedo cosa stia fissanfo. Dice che sono arancione.Non avevo uno specchio nelle vicinanze, per un po' ho pensato di essere arancione davvero, magari avevo sgarrato col trucco. Invece no, forse ha le allucinazioni.
sabato 25 ottobre 2014
Non avete idea di quanto mi dispiaccia non poterlo condividere con voi per poi trovare la risposta più adeguata. Purtroppo temo di non poter proprio rispondere a tono visto la presenza di diverse altre persone nella conversazione. Soffrirò in silenzio.
Siamo stati amici, fidanzati, amici, amanti, amici, qualcosa di indefinito e poi ancora amici. Siamo stati tante cose, ma sempre amici prima di tutto.
Mi è stato vicino quando sono stata poco bene: due anni in cura e lui era lì. Non è stato l'unico, famiglia e altri amici prima di tutti, ma lui c'era.
Abbiamo avuto momenti sì e momenti no, come tutti.
Ho pianto tanto per lui, ma sono state di più le volte in cui ho riso.
Scrivo spesso delle volte in cui mi sono sentita triste per colpa sua, ma sono di più le volte in cui mi ha resa felice.
Non lo amo più, questo va detto ma provo per lui un affetto secondo a pochi. Va detto anche questo.
Probabilmente ha ragione.
Un giorno di questi - magari non tanto lontano - mi passerà e lo rivedrò.
A poco varranno i dubbi e i ripensamenti e a poco varrà tutta la fatica fatta per uscirne fuori. Un giorno magari sarò stanca, o avrò avuto una brutta giornata o semplicemente mi renderò conto che mi manca qualcuno che mi faccia stare bene, anche se per poco e lo rivedrò.
Non si può esser forti sempre.
Può essere che il tempo, il luogo o le persone fossero sbagliate.
Può essere una combinazione di questi tre fattori più chissà quanti altri.
Può essere di tutto.
Se era il tempo a essere sbagliato, il futuro potrà ripresentarci un'occasione perduta.
Se era il luogo, uno spostamento potrà cambiare le carte in tavola.
Se erano le persone, nuovi incontri sono sempre alle porte.
Se una cosa non è successa, non doveva succedere ma non è detto che non possa accadere in futuro. Solo, bisogna essere pronti all'eventualità che invece non sia così.
Il proposito consiste nel non finire nel tunnel dei "se".
Chissà come sarebbe andata se... quante volte ci poniamo questa domanda? Io tante.
Allora almeno per oggi niente "se".
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venerdì 24 ottobre 2014
1) Fare le scale invece di prendere l'ascensore.
2) Lasciare il posto agli anziani nei mezzi pubblici.
Sono cose che già faccio quasi sempre e ciascuna non richiede un grande sforzo, per questo le ho unite. E vediamo come va.
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giovedì 23 ottobre 2014
Io non mi lamento se il mio entusiasmo mi porta ad avere qualche delusione di tanto in tanto. Finora sono sempre ripartita, non mi sono mai abbattuta. Ho avuto giorni tristi, mi sono lamentata un po' ma non più di altre persone che tutto il mio entusiasmo non ce l'hanno.
Se non mi preoccupo io delle delusioni che ricevo, se non mi hanno mai fermata, se sono sempre capace di ricominciare piena di energie, perché tanti problemi col mio entusiasmo?
Ho sempre tenuto i piedi a terra ma lasciami stare con la testa tra le nuvole.
mercoledì 22 ottobre 2014
Le tue labbra che sfiorano le mie, un bacio casto per cominciare: solo due labbra che si incontrano - con un po' di stupore - come in un incontro casuale, inatteso eppure atteso.
Schiudi piano le mie labbra con le tue, hai un buon sapore, lo sapevo.
Mordicchi inaspettato il mio labbro inferiore, sussulto divertita - un po' eccitata. Dovrei andare ma ti stringo forte e lascio andare solo i miei pensieri. Baciare e combaciare.
martedì 21 ottobre 2014
Ti ho conosciuto che avevi gusti e interessi tuoi, ti ho lasciato che avevi gusti e interessi miei. Questo era uno dei problemi.
Ti sforzavi di interessarti di libri anche se leggere non ti piaceva.
Prima ascoltavi la musica che piaceva a te, poi hai iniziato ad ascoltare quella che piaceva a me
Prima vedevi i film che piacevano a te, poi hai iniziato a vedere i film che piacevano a me. E così via.
È bello scambiarsi qualche interesse, è bello scoprirne di nuovi grazie alla persona che si ama ma non si dovrebbero mai sostituire i propri interessi con quelli di un'altra persona.
Ti ho conosciuto con degli interessi e ti ho ritrovato con i miei e, se questo non era il problema, di sicuro era uno dei problemi.
lunedì 20 ottobre 2014
Negli ultimi sette giorni avrei dovuto:
1) Non cercare di avere sempre l'ultima parola su tutto.
2) Non lamentarmi.
3) Dedicare almeno un quarto d'ora al giorno alla cura del mio corpo.
4) Non tenere il cellulare in mano durante i pasti.
5) Riservare almeno un quarto d'ora al giorno a meditazione/riflessione/preghiera.
6) Salutare sempre e sempre con il sorriso sulle labbra.
7) Evitare di criticare.
Nei singoli giorni devo dire che ho rispettato i vari propositi e questo era il mio proposito fondamentale.
Ora, il progetto un po' più grande era di riuscire a mantenere nei giorni successivi i propositi dei giorni precedenti (sì che mi esprimo in modo chiaro stasera). Ce l'ho quasi fatta: non sono riuscita a dedicare tutti i giorni almeno un quarto d'ora alla cura del mio corpo. Diciamo però che sono sulla buona strada, vedremo nei prossimi giorni come va.
Il mio umore è buono, ma devo dire che se escludiamo qualche breve parentesi lo è quasi sempre, quindi non riesco a fare proprio un confronto, comunque mi sembrano tutti propositi che possono fare soltanto bene, quindi vado avanti così.
Questo è uno di quei giorni da non abbastanza.
Non abbastanza intelligente.
Non abbastanza sveglia.
Non abbastanza carina.
Non abbastanza pronta.
Non abbastanza previdente.
Non abbastanza veloce.
Non abbastanza preparata.
Non abbastanza.
Poi la mia autostima non è così giù, lo so che ci sono dei giorni sì e dei giorni no ma oggi è un giorno da non abbastanza.
Forse talvolta possono dare un piccolo senso di soddisfazione ma non servono a niente, rovinano le relazioni su luogo di lavoro così come in altri ambienti e creano un clima ostile.
Oggi cercherò di non criticare nessuno. Se non sono d'accordo con l'operato di qualcuno ne parlerò col diretto interessato, lontano da altre persone in modo che nessuno abbia la tentazione di coinvolgere altri cercando la loro approvazione. E soprattutto, nessuna critica se non ho una valida alternativa da offrire.
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domenica 19 ottobre 2014
Spesso mi scrivete e mi raccontate di voi, della vostra vita, dei vostri sentimenti, delle vostre paure.
Mi accordate una fiducia che non so se merito davvero e ve ne sono grata.
Spesso mi chiedete consigli e io non ve ne do mai, lo so. Magari vi scrivo righe e righe di risposta senza però giungere a una conclusione ma il punto è questo: io non ho soluzioni.
Non sono brava a dare consigli anche se qualche volta mi ritrovo a darne alle amiche, ben sapendo che probabilmente non li seguiranno come io non seguo quasi mai i loro.
E se è difficile dare consigli a qualcuno che si conosce, ancora di più lo è darli a chi non si conosce perché non si conosce la storia pregressa, non si conosce il carattere, non si conosce niente. Certo, da una parte questo potrebbe permettere di esprimere un punto di vista oggettivo, ma in certi casi si può dar conto all'oggettività solo fino a un certo punto.
Magari a volte è più facile raccontarsi a uno sconosciuto che a un amico perché ci si sente meno giudicati o perché si sa che non si ha nulla da perdere, quindi lo capisco quando mi raccontate di voi ma non posso darvi consigli, è una responsabilità che non voglio. Se vi va di continuare a scrivermi fatelo, riceverete sempre una risposta ma mai un consiglio.
Voglio però ringraziarvi perché fa piacere sapere che c'è chi si rispecchia nelle mie parole e che avete fiducia nelle mie capacità di relazionarmi coi sentimenti anche se, vedete, non lo so se sono così brava. So che ci provo, ma non so se sono brava.
Siete più bravi voi di me, perché io vi racconto tanto di me (anche se a volte vado di fantasia) ma non ci metto la faccia, voi spesso sì. Io al massimo ci ho messo un ombelico.
Il vantaggio di avere una pagina seguita da un numero comunque limitato di persone è che di alcuni di voi mi ricordo. Mi ricordo di quelli che commentano più spesso, ovviamente, ma anche di alcuni dei lettori "silenziosi". Lo sono spesso anch'io, lettrice silenziosa.
Ricordo le prime persone che hanno messo "Mi piace", quelli che mi seguono fin dall'inizio, ricordo i "nuovi". A volte quando scrivo uno stato so già chi lascerà un segno del suo passaggio. C'è chi preferisce i post che parlano d'amore, magari anche un po' strappalacrime, e chi preferisce quelli ironici. C'è chi sente la mancanza degli aforicci e chi tutto sommato ha tirato un sospiro di sollievo quando non li ha visti più (ma torneranno, sappiatelo! Forse con una nuova veste grafica ma torneranno!). C'è chi gradisce le rime sciocche e chi i post sulla Nutella. C'è chi ogni tanto lascia la pagina e poi ritorna. Un po' imparo a conoscervi anche io, pure se non si può proprio parlare di conoscenza. Comunque ecco, volevo dirvi grazie.
Non sono una di quelle ragazze che spera che il proprio uomo riesca a leggerle nel cervello. Certo, non mi spiace quando accade, ma se non so leggere nel pensiero io non è detto che sappia farlo qualcun altro (e menomale, che se si potesse leggere quello che a volte mi passa per la testa...).
E dunque se una cosa mi fa piacere lo dico, in caso contrario altrettanto. Se non parlo di mia spontanea volontà, rispondo comunque sempre a domande dirette a meno che non siate una delle due o tre persone al mondo che non sopporto (ma probabilmente in questo caso sapreste che non vi sopporto, perché vi avrei dato ampiamente modo di capirlo).
Quindi, davvero, non mi aspetto che sappiate leggermi nel pensiero ma non pensate che io possa leggere nel vostro.
Quando ti sei sentita straniera, mi ha chiesto.
Su un luogo di lavoro nuovo, è la prima cosa che mi è venuta in mente.
Tra conoscenti troppo diversi da me e poco inclini ad accettare la diversità come un valore aggiunto, un modo per arricchirsi.
Mi sento un po' straniera anche qui, nonostante siano tutti gentili - forse è un problema mio.
Mi sento straniera quando sto con un amico e mi sembra di non conoscerlo più.
Mi sento straniera quando sto con un amico che pensavo mi conoscesse e invece mi accorgo che non è così.
Riesco ad adattarmi bene a posti e situazioni nuovi, anche costo di forzarmi un po'.
A volte non mi sento straniera da nessuna parte, a volte mi sento straniera ovunque. È più un problema di persone che di luoghi.
Quindi saluterò tutti quelli che incontro, non tirandomi indietro con la scusa che mi vergogno, e il saluto sarà sempre accompagnato da un grande e sincero sorriso.
Perché se c'è una cosa che trovo più insopportabile della gente che non saluta è la gente che saluta tristemente.
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sabato 18 ottobre 2014
Se due persone sono oneste, si conoscono e si fidanzano, più o meno non si lasceranno mai più.
Perché vedete, non c'entra che due si conoscono da poco, che i primi periodi di innamoramento possono spingere a comportarsi in maniera un po' diversa dal solito, che uno a volte soprattutto all'inizio ha le fette di prosciutto sugli occhi. Due persone lo capiscono fin da subito se sono fatte l'una per l'altra e non c'è possibilità di capire di aver fatto l'errore o, semplicemente di capire, conoscendo l'altra persona, che non è poi così adatta a noi come pensavamo.
Quindi, se io dopo un po' di tempo mi accorgo che una persona non fa per me due sono le possibilità: o non sono stata onesta fin dall'inizio, o mi sto autoconvincendo che quella persona non mi piaccia.
Perché i gusti non cambiano, il tempo non serve a conoscere le persone, e poi lui era perfetto quindi che mi sto a lamentare a fare io?
Tipo "Sìììììììì ora che sono single posso fare tutto quello che mi pare e ho una vita fighissimaaaaaaaa!!!Yeaaaah".
Ora, secondo me ci è rimasto un po' male perché si è accorto che da un orecchio mi è entrato e dall'altro mi è uscito. Quasi quasi mi fingo dispiaciuta un po' così lui è più contento.
Ho deciso quindi di riservare un quarto d'ora al giorno a meditazione/riflessione/preghiera. Chissà che non ne esca fuori più saggia.
#100bpdf (5)
venerdì 17 ottobre 2014
Non sono mai stata una persona molto attaccata al cellulare ma ultimamente lo uso molto più di quanto sia necessario, a volte neanche per comunicare ma per controllare in continuazione Facebook o per rispondere a messaggi ai quali potrei rispondere anche con più calma senza interrompere quello che sto facendo. Quindi almeno per oggi, ma si spera anche in futuro, niente cellulare ai pasti. Poi magari vedrò di eliminarlo anche in qualche altra occasione.
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giovedì 16 ottobre 2014
La numero 1000 vince un premio.
E ogni volta ai miei "ti amo" rimanevi in silenzio e ogni volta soffrivo un po' ma poi pensavo che erano i fatti a contare e che se a fatti mi amavi le parole passavano in secondo piano.
Adesso penso che sì, i fatti vengono prima delle parole ma se ci sono gli uni perché far mancare gli altri?
E non che io sia una persona che esterna continuamente i propri sentimenti ma almeno ogni tanto certe cose vanno dette perché è un piacere sentirle ed è un peccato negarle.
Questo è esattamente il motivo per cui ho sempre cercato di non piangere davanti a te. Qualche è volta è successo, ma mai per motivi che riguardassero noi due.
Non avrei mai voluto che tu scegliessi di fare o non fare qualcosa solo perché mi vedevi in lacrime e quindi le ricacciavo indietro e, quando ci riuscivo, tiravo fuori un sorriso.
E non che non abbia mai pianto per amore, non che non abbia mai pianto per te, ma mai davanti a te.
mercoledì 15 ottobre 2014
Per ora sta andando bene con i buoni propositi di felicità. È vero, sono a due su cento ma chi ben comincia è a metà dell'opera, i modi di dire avranno pure un fondamento di verità. O forse no?
Come impegno minimo mi sono riproposta di seguire almeno il proposito del giorno ma la speranza è di riuscire a mantenere anche quelli dei giorni precedenti e per ora si può fare.
Certo, devo ammettere di essermi avvantaggiata un po' col proposito di oggi, quello di non lamentarmi, perché è già una cosa che faccio raramente ma insomma, non siamo pignoli!
Farà bene non solo al mio umore ma anche a quello delle persone che mi stanno intorno.
#100bpfd (2)
martedì 14 ottobre 2014
Il titolo momentaneo è #100bpdf ovvero "100 buoni propositi di felicità". La sigla è poco significativa ma scriverlo tutto attaccato dopo il cancelletto seppur figo era davvero scomodo da leggere, di qui l'abbreviazione.
Forse è per questo che non sarò mai una persona figa, sacrifico spesso la figaggine alla comodità.
Comunque, l'idea è più o meno questa: ogni giorno mi sceglierò un buon proposito. Deve essere un proposito che possa farmi stare meglio con noi stessi e/o con gli altri, deve essere fattibile e sostenibile ma non del tutto esente da sforzi.
"Oggi mangio tanta cioccolata perché mi fa stare meglio", per esempio, non va bene. Per quel che mi riguarda poi un giorno ogni tanto se mi va di mangiare tanta cioccolata perché mi fa stare meglio, lo faccio ma ovviamente non può essere questo il buon proposito.
L'ideale sarebbe che nei cento giorni successivi si riuscissero a mantenere volta per volta anche i propositi dei giorni precedenti ma credo che sarebbe effettivamente complicato, quindi non so. In ogni caso, almeno per un giorno, il buon proposito va mantenuto.
Ancora non ho idea di quale del criterio con il quale sceglierò i propositi ma se qualcuno volesse seguirmi in questa avventura può seguire i miei o più opportunamente scegliere i propri: ciò che fa bene a me, non è detto che faccia bene agli altri. E se vogliamo dirla tutta, non so se i propositi che sceglierò mi faranno bene davvero, ma da qualche parte dovrò pur iniziare.
Pronti, per la partenza, via!
lunedì 13 ottobre 2014
L’amore ci rende fragili."
Forse non la prima volta che ci siamo visti, allora mi sono fatta bella come l'avrei fatto per chiunque o appena un poco in più. Ancora non sapevo quasi nulla di lui (e a volte non mi sembra di aver fatto molti passi avanti), ancora non sapevo se mi sarebbe piaciuto, ancora non sapevo se poteva piacere.
Avevo le parole di un'amica, qualche conversazione virtuale e tanta curiosità.
Mi sono fatta bella come può farlo una ragazza che vuole sembrare carina senza però dare l'idea di aver passato ore a prepararsi. Insomma, una di quelle cose contorte che solo le donne possono pensare.
Ma la seconda volta. La seconda volta davvero mi sono fatta bella per lui come per nessun altro, senza un un filo di trucco o un artificio, mi sono presentata a lui così come sono.
E non fa niente se non sono bella come una modella, se la gente non si volta a guardarmi per strada, se forse un po' di trucco mi avrebbe valorizzato: ho pensato che una volta mi aveva visto "preparata" e andava bene così. Con poche occasioni per vedersi, volevo mostrarmi com'ero. Ci sarebbero stato tempo e occasioni giuste eventualmente per tacchi e abiti eleganti, o sexy, o chi lo sa - e invece no, ma non fa niente, tornando indietro mi ripresenterei così.
La terza volta che l'ho visto volevo solo scappare, un giorno magari vi racconterò perché - è un motivo stupido forse, una sensazione senza senso.
Anche semplicemente conversando, ho cercato di mostrare come sono davvero, pregi e difetti. Più difetti, forse, come a dire: "Guarda, ho dei difetti ma te li mostro subito, sono qui. Se poi ti accorgi che non sono perfetta non puoi dire che non te l'avevo detto." Sa cose di me che non tutti sanno, alcune delle quali un po' mi vergogno, ma parlare con lui mi è venuto spontaneo fin dall'inizio. Sarà che mi ha dato l'impressione di non essere uno che giudica le persone, non lo so, ma mi sono subito sentita a mio agio.
Non mi sono mai venduta per quello che non sono, con lui più che con altri.
Gli ho mostrato qualcosa di me ma non tutto, perché credo sia bello prendersi del tempo per conoscersi, Ho provato a conoscerlo ma forse non l'ho ascoltato abbastanza - è un errore che faccio spesso. Parlo tanto, anche a causa della timidezza, e poi finisco col non ascoltare. Devo dire a mia discolpa che ho avuto fin dall'inizio l'impressione che conversare gli piacesse ma che fosse spesso di poche parole e allora non insistevo troppo - chissà se ho fatto bene. Quando ha qualcosa da dire la dice, altrimenti tace. Che poi forse è la cosa migliore da fare, dovrei imparare anche io.
Ho scoperto che mi piaceva parlare con lui ma che eventuali silenzi non mi imbarazzavano, e non è una cosa così scontata,
Ho scoperto che mi piaceva sentirlo tutti i giorni anche se io sono dell'idea che due persone non debbano per forza sentirsi tutti i giorni, così se un giorno non capitava me ne accorgevo perché sentirti era piacevole, ma non me ne facevo un cruccio. Sono sempre stata dell'idea che ognuno abbia bisogno dei suoi spazi e come tengo ai miei cerco di lasciarne agli altri. A volte forse esagerando nel verso opposto, perché può sembrare che non abbia interesse a sentire una persona e invece ho solo paura di disturbare. Un po' come quando non saluto le persone per strada e la gente pensa che io sia maleducata mentre il problema è che a volte mi vergogno tantissimo.
E poi non sono mai stata brava con quelle tattiche del tipo chiamo io, chiama lui, l'ultima volta l'ho cercato io, ora aspetto tre giorni e tutte queste cose qui.
Ho un approccio timidissimo con gli uomini ma se ne trovo uno che mi piace - e credetemi se vi dico che bastano le dita di una mano per contarli e che non capitava da anni che mi piacesse qualcuno così - cerco di superare la mia timidezza. Se vedo che l'altra persona non mi cerca mai cerco di capire se è una questione di carattere o se non è interessata, nel qual caso mi faccio da parte.
E se vi dovessi dire che cosa per prima mi ha colpito di lui, non saprei dirvelo.
Forse è stato il suo senso dell'umorismo, sarà stata la simpatia o il modo di parlare. Forse è stato il modo in cui usa la punteggiatura - non mi sento affatto di escluderlo - o probabilmente il modo in cui sceglie le parole che usa. Può essere che sia stata una combinazione di tutti questi fattori, un'attrazione intellettuale per cominciare - non lo so, davvero - ma se adesso vi dicessi che non ho voglia di baciarlo, mentirei.
Che poi ci conosciamo così poco, forse, che le mie parole possono sembrare esagerate. Forse sono regredita allo stato di adolescente alla prima cotta e se questo da una parte mi fa sentire un po' scema dall'altra è una bella sensazione. Sapete, quell'entusiasmo di quando arriva un messaggio e sapete che potrebbe essere lui/lei e poi è lui/lei davvero e tutte quelle cose lì.
Che poi forse se ci conoscessimo meglio scopriremmo che comunque non avrebbe potuto funzionare.
Che poi con i se e con i ma non si va da nessuna parte, questo devo tenerlo bene a mente.
Non posso scegliere chi farmi piacere e quando l'ho conosciuto non avrei scommesso un euro sul fatto che potesse piacermi così tanto. Che potesse piacermi l'avevo capito quasi subito, ma non così.
D'altra parte, come non posso scegliere io, è una cosa che non può scegliere neanche lui e non avrebbe senso provare a fargli cambiare idea - e poi come potrei?
Mi auguro solo che se un giorno dovesse scoprire che i suoi sentimenti sono cambiati, abbia la voglia/il coraggio/il desiderio di provarci, così come io ci ho provato - nel mio piccolo e in modo maldestro, senza dubbio. So già che probabilmente non sarà così ma me lo auguro lo stesso, non posso farne a meno per ora.
Non potevo avere quello che volevo e mi sono accontentata, anche se solo temporaneamente.
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Forse ho fatto un casino.
"Magari ha i suoi tempi."
Non gli devo niente ma io non sono così.
"Non è così che voglio essere consolata."
"Meriti di meglio."
"Questo di meglio si nasconde proprio bene."
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Eppure ho cercato di fare la brava.
Sai quante volte gli ho detto di no? Quattro.
Non sembrano tante, ma lo sono. Lo sono ancora di più se consideri che lui me l'ha chiesto solo quattro volte perché io per mesi non gli ho dato corda, non l'ho stuzzicato, l'ho cercato appena. E lui sa che quand'è così mi deve lasciare stare, vuol dire che ho altro per la testa, vuol dire che ho un altro per la testa.
Cavolo se ce l'avevo. E non gli dovevo niente, eh, lo so che non gli dovevo niente però non mi andava di baciare l'altro avendo in testa lui.
E allora niente, gli ho detto no quattro volte e quattro volte mi ha detto "Ma se ti voleva ti veniva a prendere."
Lo so benissimo.
Comunque la quinta volta non è arrivata, l'ho cercato io.
(Cose che sarebbero potute succedere, stavano per succedere, se fossero successe probabilmente le avrei descritte così)
domenica 12 ottobre 2014
sabato 11 ottobre 2014
Il mio problema è che mi innamoro.
Il mio problema è che non so amare.
Il mio problema è che sono troppo razionale.
Il mio problema è che lo sono troppo poco.
Il mio problema è che sono troppo ansiosa.
Il mio problema è che mi lascio scivolare le cose addosso.
Il mio problema è che dico troppo di me.
Il mio problema è che non mi faccio conoscere mai davvero.
Il mio problema è che sono onesta.
Che se poi tutte queste cose me le dicessero degli amici, io potrei pure ad ascoltarli perché magari la loro sarebbe una critica costruttiva. Poi farei di testa mia, ma li ascolterei.
Il problema è quando gente che non ha ne arte né parte decide che io non vivo la mia vita nel modo giusto. Ma c'è un modo oggettivamente giusto e valido per tutti per viverla?
Due ore. Alcune cose non ve le posso nemmeno ripetere perché è stato usato un linguaggio che non mi appartiene.
Il succo è che non sono capace di relazionarmi con le persone, che non so amare e che non so lasciarmi amare. In effetti sugli ultimi due punti ci si potrebbe anche discutere, ma sono il modo, il tono e la convinzione ad avermi innervosito così come l'essere pronto a giudicare il mio modo di amare, la certezza di conoscere come sono fatta, dimostrando di non aver capito niente. Assolutamente niente.
Due di questi ragazzi son stati miei fidanzati, dal terzo ho preso un palo grandissimo un paio di anni fa e lì ho capito che non sono brava a provarci con i ragazzi.
Del quarto non so che dirvi. Sembrava che, e invece forse no.
E me l'aveva detto, in effetti.
Ve l'avevo detto che me l'aveva detto
e che mi avrebbe detto
che me l'aveva detto.
Che ve lo dico a fare?
Qual è parola giusta per descrivere quella sensazione
di quando sai che lui non è con e
ma con lei
e forse l'accarezzerà
la bacerà
la stringerà
e tu sei qui
e loro lì
e non c'è scampo
perché se anche non fossero insieme
ormai per te lo sono
e anche se non la stesse accarezzando
baciando
stringendo
le tua mente non può togliersele dalla testa quelle immagini
e tutte le carezze
i baci
gli abbracci
che avevi immaginato per voi
li immagini per loro.
Non è proprio ansia
frustrazione nemmeno
tristezza solo in parte
impotenza forse.
Mi manca la parola giusta
ma che conta se la sensazione è così vera.
venerdì 10 ottobre 2014
giovedì 9 ottobre 2014
oggi come ieri
con te che mi conosci
che sai come toccarmi
che sai come prendermi
che so come farti impazzire
che so come farmi volere.
Ci conosciamo bene
sappiamo cosa ci piace
ma sappiamo anche essere ancora curiosi
scoprire
cercare
provare.
Non è mica facile conoscersi da tempo e non diventare un'abitudine.
Bene, qualche ora mi sembra un tempo più che sufficiente per piangersi addosso, ora basta.
Non posso dire di non averci provato, l'opportunità me la sono creata, ho messo in chiaro che per me una possibilità di provarci c'è sempre purché ci sia la volontà di provarci e non mi si usi come ripiego (e non mi pare proprio il tipo), di più non potevo fare.
Adesso devo trovarmi qualcosa da fare e devo recuperare il mio ottimismo. In qualche modo che ancora non so, ma so che si può.
Dovrei prendere un mio desiderio, metterlo sulla porta e dirgli: "Guarda, vedi dove te ne devi andare ma non c'è più spazio per te. Non dipende da me, io ti avrei per lo meno tenuto nel cassetto per ritirarti fuori se mai ce ne fosse stata occasione ma lui stato chiarissimo, non lo coinvolgo e se anche le cose cambiassero non tornerebbe indietro. Non c'è spazio per te neanche nel cassetto, mi spiace."
Che brutta cosa avere nelle mani la possibilità di esaudire il sogno di un'altra persona e non poterlo fare. E' una posizione che non invidio affatto.
Solo che ha dormito male, perché una zanzara (vera) le ha ronzato quasi tutto il tempo nelle orecchie tenendola sveglia e dandole modo di pensare, cosa che si sarebbe risparmiata a dir la verità.
E l'unica volta che si è addormentata ha sognato di baciare un uomo dal quale è stata appena rifiutata. Un bel bacio, non c'è che dire, ma uno schifo di sogno se vogliamo dirla tutta.
Comunque non si dica che il riccio non è coraggioso: ci ha provato e non si è autofriendzonata. Ha preso un bel palo in fronte ma almeno ci ha provato.
Peccato, perché era da tanto che non le piaceva qualcuno così.
Oggi avrà molto da dire, siate pazienti, non è nervosa ma è un po' triste e non si può dire che sia stata una bella giornata ieri per quanto sia felice di essersi tolta ogni dubbio. Le passerà presto ma per ora è così, almeno per oggi lasciatela essere triste in pace. Ci penseranno già al lavoro a lamentarsi perché lei in genere è quella che porta il buon umore, Ma figuriamoci, alla fine porterà il buon umore anche oggi raccontando qualcosa di divertente. Cosa ancora non lo sa.
Al riccio non piace parlare di sé in terza persona, non sa perché questo post sia andato così, ma adesso la smette.
E sapete una cosa? Tutto sommato non mi dispiace.
Non sono sicura che io farei una scelta migliore di quella che il caso, il destino, la Provvidenza - scegliete il nome che preferite - ha fatto o farebbe per me.
Poi magari non è semplice, poi non è detto che debba funzionare, poi posso immaginare una lista di ostacoli che se mi impegno non basta una pagina Facebook a scriverli tutti.
Ma siamo così sicuri che se potessimo scegliere di chi innamorarci sarebbe tutto più semplice? E soprattutto, siamo così sicuri che sarebbe più bello? Siamo così sicuri che sarebbe amore?
mercoledì 8 ottobre 2014
Come non posso decidere chi mi piace non posso convincere qualcuno ad essere attratto da me, abbastanza da avere almeno la voglia di provarci. Perché poi si sa che può non funzionare, è sempre così. Bisogna solo capire se vale la pena di spendere tempo e energie per provarci. Peccato perché per un po' mi era sembrato che anche lui - ma evidentemente mi sbagliavo.
Quello che posso fare è mettere da parte tutti i pensieri, i dieci carini e quell'unico sconcio e chiuderli da qualche parte. Prima o poi passeranno, se ne andranno, finiranno. Chi lo sa che fine fanno i pensieri quando non li coltivi più ma di sicuro passano (passano, vero?).
Certo che.
Difficilmente so quello che voglio, per una volta che lo so.
Difficilmente mi piace qualcuno, per una volta che mi piace.
Ma questi sono pensieri egoisti, forse. Chissà se avrei avuto davvero qualcosa da dargli.
Se non posso decidere cosa provare posso comunque decidere cosa fare o non fare.
martedì 7 ottobre 2014
- Giusto.
- Quindi tu non gli devi niente, giusto?
- Giusto?
- Quindi tu potresti uscire anche con altri dieci uomini, giusto?
- In teoria...
- No no in teoria, in pratica.
- In pratica dubito che potrei trovare dieci uomini disposti a uscire con me. Due o tre sicuramente sì, ma dieci...
- Ok, ma se ci fossero tu potresti uscirci?
- Ehm... umh... non è molto da me ma visto che stiamo facendo ipotesi, sì.
- E allora perché cavolo non ci esci? Non dico dieci uomini, ma con uno almeno. Per esempio quello che ti ha chiesto di uscire...
- Bella domanda.
- Voglio una bella risposta.
- Non mi sembra giusto.
- Ma non gli devi niente.
- Ok, però mi piace quindi non mi sembra giusto per lo meno nei confronti di chi uscirebbe con me, poi nei confronti miei se vogliamo. Perché devo uscire con una persona se a me ne piace un'altra?
- Perché tanto non puoi averla.
- Allora aspetto che mi passi e poi esco con qualcuno.
- Se esci con qualcuno magari ti passa prima.
- Magari no.
- Magari sì. O magari in effetti non ti passa, però almeno ti diverti. Te l'ha detto pure la tua amica, l'ho sentita.
- Che fai? Origli le conversazioni?
- Ogni tanto. Ho ronzato un bel po', quindi sapevi che ero lì. Se non volevi farti sentire da me, non parlavi.
- Ok, anche la mia amica dice che nel frattempo potrei divertirmi un po'. Poi se viene fuori che gli piaccio mollo tutto e vado da lui. Non mi sembra un comportamento molto corretto comunque.
- Se la persona con cui ti diverti sa che vi state solo divertendo sì...
- Ma la persona che mi piace?
- Ancora?!?!?!?!? Non gli devi nienteeeee! Esci, divertiti, fa' quello che ti pare. Tanto se pure scopri che gli piaci mica glielo devi raccontare.
- Non mi sembra molto onesto.
- Ma lo è. Tanto Riccio, se devo proprio essere onesta, a me non pare proprio che tu gli interessi.
- E tu che ne sai?
- Io osservo tutto. E leggo i messaggi.
- Zanzara impicciona.
- Devo pur far qualcosa.
- Comunque possiamo non parlare ora di questo fatto che non gli piaccio? Un'altra volta se vuoi ne parliamo, possiamo sviscerare l'argomento e valutare tutte le interpretazioni possibili dei messaggi.
- Non è che ci sia molto da interpretare...
- Vabbe'. Non oggi comunque, per favore. E' stata una giornata faticosa. Io andrei a dormire.
- Ok, io vado a lavorare, però nei prossimi giorni ci rivediamo. Dobbiamo parlare un altro po'.
- Bene, però parliamo della tua di situazione sentimentale.
- Ma io non ne ho una!
- E perché, io sì? Eppure ne abbiamo parlato un bel po'. Comunque ora ho davvero sonno, buon lavoro.
- Buonanotte. E per favore, piano con quelle ciabatte che prima o poi colpisci anche me.
lunedì 6 ottobre 2014
Resta il problema che per ora me la cavo ancora meglio con le parole scritte che con quelle dette a voce, così finisce che mi è più semplice mandare un messaggio a una persona che parlargli direttamente, ma è pur sempre un inizio.
Ricordo cosa stavo facendo, ricordo cosa pensavo mentre li leggevo, talvolta ricordo le parole esatte e le risposte.
Comunicavamo solo per messaggio pur essendo vicini, vicinissimi.
Per alcuni aspetti è stato un male, per altri un bene perché ci ha permesso di dirci cose che forse dal vivo non ci saremmo mai detti, nel bene e nel male.
Solo ora, dopo molto tempo, queste cose riusciamo a dircele anche dal vivo.
Ci sono cose di me che non sa nessuno, altre le sanno in pochi.
Lui sa cose di me che non so neanche io. Senza dubbio è uno degli amici più cari che ho.
Non so leggere nella mente, a stento me la cavo a leggere tra le righe. Sto facendo tutto il possibile per essere chiara e diretta come non lo sono mai stata - nell'amicizia, nel lavoro, nell'amore.
Di più non posso fare o, per ora, non so farlo.
Amen.
domenica 5 ottobre 2014
Amerò ancora e più di prima e troverò qualcuno che mi renderà ancora più felice - e spero di poter fare altrettanto, di poter fare la felicità di qualcuno, di poterlo esserlo.
Chissà se un uomo se ne accorge dell'esatto momento in cui sta per perdere una donna, quell'istante in cui prima era sua e dopo non lo è più.
Chissà se un uomo se ne accorge quando una donna cambia atteggiamento nei suoi confronti, che magari non vuol dire che non lo ama più, ma si è un po' arresa.
Chissà se un uomo se ne accorge, perché magari non è che lei non parla più, o non sorride più o non lo vuole più ma fa un passo indietro per non farne troppi avanti.
Chissà se un uomo riesce a immaginare come cambia il sorriso di una donna quando riceve un suo messaggio, che prima era gioia pura e ora è un sorriso rassegnato di chi sa che a un messaggio carino ne seguirà probabilmente uno molto meno.
Chissà se un uomo lo capisce il momento in cui una donna si è stancata di aspettare e anche se non è quello che vorrebbe, inizia a guardarsi di nuovo intorno.
Chissà se un uomo lo sa quanta fatica costa non cercarlo perché si ha l'impressione che la propria compagnia non sia più gradita come un tempo.
Chissà quante cose un uomo non capisce e quante ne capisce ma non gli importa poi tanto.
Chissà se un uomo lo capisce che è in quel momento che deve fare qualcosa perché non è ancora troppo tardi ma non sarà così per molto tempo ancora.
sabato 4 ottobre 2014
oggi stavo parlando con un amico e un'amica e io stavo cercando di difendervi, perché loro dicevano che tutti gli uomini sono uguali.
Io non ci credo che voi siete tutti brutti e cattivi, cerco sempre di non fare di tutta l'erba un fascio e di difendervi quando mi trovo coinvolta in queste discussioni e continuerò a farlo però credetemi, certe volte non aiutate proprio.
venerdì 3 ottobre 2014
Sto cercando di deviare il mio spasimante, per il quale io non spasimo neanche un po' verso una collega e credo si trovino simpatici.
Io lo spero per loro e anche per me.
Certo, forse mi dispiacerà un po' smettere di ricevere attenzioni maschili, ma meglio non riceverne che riceverne da chi non mi interessa.
Ciò che più ricordo con tristezza è che mio padre non si era accorto che stavo così male ed era dispiaciuto per questo. Davvero non avrebbe avuto modo di capirlo, non era colpa sua ma lui era dispaciuto per questo e non avete idea di quanto a me dispiaccia. È sempre stato molto presente e lo è tuttora e il fatto che in qualche modo forse si sentisse in colpa quando di colpe non ne aveva nessuna mi ha sempre toccato. Ha avuto solo meriti in quell'occasione, insieme a mia madre, al resto della mia famiglia, ai miei amici e al mio fidanzato.
Tutto questo per dire altro. Chissà se intorno a me c'è qualcuno che sta male e io non lo so. Cerco sempre di prestare attenzione alle persone che ho intorno ma forse a volte non basta.
Com'è difficile aiutare, com'è difficile chiedere aiuto.
giovedì 2 ottobre 2014
mercoledì 1 ottobre 2014
E l'ho fotografato.
E l'ho buttato.
La foto c'è ancora però, che non si sa mai.
Il problema è che uno poi può regredire così tanto?
Certo, sarebbe per ridere, mi sembra una persona a cui il senso dell'umorismo non manca affatto.
Diciamo però per questa volta passo, penso la scemenza e non la faccio.
Prima o poi stanca della mia timidezza e della mia insicurezza andrò da lui e gli dirò ''Ciao, mi piaci.''
Senza giri di parole, chiara e diretta.
Poi magari scapperò. O scapperà lui. O boh.
Magari lo scrivo su un foglio, gli faccio una foto e gli mando un messaggio.
O potrei provare con un piccione viaggiatore.
Peccato che la telepatia non abbia funzionato.
Ci tiene sempre a puntualizzare: 'Hai visto? Sei stata il mio primo pensiero. Appena sono arrivato ti ho cercata.'' Io queste puntualizzazioni non le sopporto, me ne accorgo se sei presente.
Certo, devo darti atto che ci sei, che mi vuoi e che fai di tutto per mostrarmelo ma una cosa è dimostrare i propri sentimenti (beato chi ci riesce) una cosa è ostentarli.
Dopo tutte le parole vedersi e quasi ignorarsi, come si fa?
Me l'hanno sempre detto che non contano le parole, solo i fatti ma io alle parole ho sempre dato un certo peso - sembrava anche lui. Se dovessi guardare ai fatti, rimarrei con un pugno di mosche o anche meno.