mercoledì 20 aprile 2016

Così finisce che facendo pulizia sul cellulare mi è appena capitato sott'occhio un tuo messaggio e ho pensato che sarebbe stato bello telefonarti o perlomeno scriverti ma poi un pensiero si è fatto strada fra gli altri più prepotente: tu ora sei con lei.
Tu ora sei con lei e forse la tua mano scosta una ciocca di capelli dal suo viso e non dovrei provare a immaginarvi insieme ma un impulso perverso mi spinge a farlo. E penso che forse vi state baciando, forse state facendo l'amore, forse...
Forse è meglio smetterla, ho ancora del lavoro da fare, prendo un faldone pieno di documenti dalla libreria e cerco di fare il punto della situazione.
Chissà se la tua mano accarezza la sua schiena come accarezza la mia, se è diverso il tuo modo di baciare, chissà se...
Devo smetterla, forse il lavoro non è l'ideale per distrarmi, potrei leggere ma sul comodino ho un romanzo d'amore che non farebbe altro che riportare il pensiero su di te.
Riprendo in mano il cellulare, forse potrei mandarti un messaggio innocente. E se lo legge anche lei, pazienza: è un messaggio innocuo.
Forse potrei mandare un messaggio innocente che però di l'idea di complicità, tanto per instillare il dubbio. Ammesso che lei legga i tuoi messaggi e in fondo perché dovrebbe, se si fida. Si fida? Io mi fiderei, ma io non sono lei.
E io non sono io se penso di mandarti un messaggio cercandomi di convincermi che sia innocente quando innocente non lo è per niente, per lo meno nelle intenzioni.
E quindi niente, come me lo tolgo il pensiero di te e lei dalla testa? Immaginando tutto nei minimi dettagli fin quando non ne posso più? Non lo so, proprio non lo so. Proverò a dormirci su.

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