martedì 5 giugno 2012

Non ho studiato affatto oggi.
Ho avuto dei problemi per andare a lavorare, per due ore, in un paesino lontano dal mio.
Ho corso come una matta e mobilitato mezza famiglia per andare dove dove andare.
Ho chiamato per tre ore la persone da cui dovevo andare per avvisarla di un eventuale ritardo, ma pare che le mie telefonate non siano giunte a destinazione (eppure il telefono squillava) e nemmeno un mio messaggio, mandato alla fine per dare comunque un avviso in qualche modo.
Arrivo, e scopro che in realtà oggi potevo pure non andare ma si erano dimenticati di avvisare.
Una volta là, faccio comunque qualcosa, ma non quello che dovevo.
Ho dovuto spiegare le divisioni con la virgola a un bimbo che doveva andare a una festa di compleanno, non fare divisioni. Credo che mi odierà per tutta la vita.
Non ho potuto aiutare come avrei voluto un amico, perché dovevo lavorare. L'ho aiutato per quel che potevo, ma a saperlo aiutavo lui. Voglio dire, non se l'è presa perché sa che ci sono sempre. Anzi, ha detto che quando gli ho detto che non era cosa ha capito che c'erano buoni motivi.
Ah, perché in tutto questo abbiamo dovuto portare una zia in ospedale.
Tornando a casa corro a comprare due regali di compleanno.
Perdo i venti euro che avevo guadagnato. D'altra parte, credo di non poter dare colpa a nessuno per questo.
Mi è stato spostato un esame di un corso di formazione, e la data prescelta è il giorno prima dell'esame che sto preparando per l'università: mi sembra ovvio.

Però.
Ho visto un amico che non vedevo da un po' e non vedevo da tempo. Mi ha cucinato una bella cosa e mi ha dato uno dei suoi pezzetti di pancetta.
Il mio ragazzo mi ha mandato un messaggio per dirmi che gli manco.
In un momento di attesa sono riuscita a mandare sei o sette sms a degli amici, tutti diversi perché mndare sms in serie non mi piace, e credo che gli abbia fatto piacere sentirmi. E questo è bello.
Ho mangiato un ovetto Kinder.
It's no so bad.
Ammetto però che ho avuto giornate migliori, e voglio solo andare a dormire ora.
Ma prima devo sentire il mio ragazzo per dirgli che è mancato tanto anche a me.

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