domenica 27 novembre 2016

Se mi sforzo ogni giorno di comportarmi come la donna che vorrei essere, finirò col diventarlo davvero?
Come si può far sentire la propria mancanza a chi non dà peso alla presenza.
Che senso ha sparire all'improvviso, sapendo che probabilmente neanche se ne accorgerebbe.
Sarebbe meglio restare qui, ma in secondo piano - una presenza gentile come sempre, eppure più distante. 
Sarebbe meglio sorridere come sempre, fingendo che non mi importi nulla.
Qualcun altro si sarebbe accorto di un sorriso diverso, lui no, e questo dovrebbe bastarmi per essere un po' meno triste. Invece no.

sabato 26 novembre 2016

C'è che la mia mente ultimamente va veloce come non mai, i pensieri si inseguono e vorrei metterli su carta perché ce ne sono alcuni che penso meritino di essere fermati, messi nero su bianco, perché potrebbero sempre tornare utili, se non agli altri almeno a me.
Ce ne sono alcuni che sono anche belli, meriterebbero proprio di essere scritti, li cancello nella mia mente e poi li riscrivo, li miglioro, limo ogni frase, organizzo una punteggiatura immaginaria, scelgo con cura le parole.
Questi pensieri mi riempiono la testa in ogni momento della giornata, appena sveglia nel letto, mentre mangio, a lavoro, per la strada, non c'è tregua. Eppure, ogni volta che prendo il portatile per fermare tutto, non ricordo più niente.
Ho provato a portare con me un blocchetto e una penna, ma la verità è che io non so scrivere di carta, mi fa paura, mi dà una sensazione di irreversibilità a cui non posso che sottrarmi.
Che è sciocco, lo so, perché non è che scrivere al computer e trasferire tutto in una pagina Facebook sia meno irreversibile. Suppongo anzi, che se un foglio posso strapparlo in tanti piccoli pezzi e bruciarlo, di un file rimanga sempre una traccia, e che se qualcuno volesse trovarla potrebbe davvero.
Invece, al sicuro dietro uno schermo del computer le parole fluiscono velocemente dalla mia testa alle mie dita, dalle mie dita alla tastiera - e comunque non sempre riesco a stargli dietro.
Forse preferisco la tastiera alla penna anche per questo: sono più veloce, i miei pensieri non hanno tempo di perdersi e se escono "sbagliati" posso tornare indietro, correggerli, aggiustare il tiro.
Ho provato anche a prendere appunti con un'app sul cellulare, ma anche così sono lenta, anche così ala fine mi sono arresa.
Quindi, di tutte le parole che nell'ultima settimana hanno affollato la mia testa, ne restano poche e molto confuse, a volte non riesco a ricordare neanche più il pensiero che ha scatenato tutto.
Ricordo solo un senso vago di irrequietezza e insoddisfazione e vorrei spazzar via anche loro insieme alle parole che ho dimenticato. O vorrei almeno riavere le mie parole.

mercoledì 23 novembre 2016

Ho questa cosa, che ogni tanto mi si infila un pensiero in testa e resta lì, non lo riesco a togliere, non se ne va. E io lo so già che l'unico modo è trovare un pensiero abbastanza interessante e abbastanza forte da strappar via il precedente, buttandomi in un circolo vizioso da cui è impossibile uscire.
Così ora ho in testa lui e non basta la ragione a scacciarlo via, non basta il buon senso - potrebbe forse servire un po' di disciplina, un continuo spostare l'attenzione altrove ogni volta che mi si presenti il suo pensiero in mente.
Sarebbe anche insensato sperare che sia un altro uomo a liberarmi da lui e sarebbe ingiusto - per l'altro, per me, per tutti. Sarebbe insensato e sarebbe inutile perché già lo so che devo solo aspettare e che questo pensiero sparirà piano piano, ma mi sembra di passare il tempo aspettando una volta una cosa una volta l'altra. E sono un po' stanca.

sabato 19 novembre 2016

L'attrazione - fisica o mentale - si può stuzzicare, non inventare.

martedì 1 novembre 2016

Ho l'ansia di non sapere mai abbastanza, di non sapere tutto, di non sapere niente.
Ogni tanto mi prende, quando parlo con qualcuno che ne sa più di me - e capita spesso - o quando leggo qualcosa di interessante e vorrei saperne di più.
E il tempo non mi sembra mai abbastanza, alterno giorni in cui decido che è meglio leggere un poco di tutto per esser pronta ad ogni evenienza e giorni in cui mi dico che non è poi così importante sapere male tutto, ma è meglio conoscere molto bene qualcosa.
Ma poi l'ansia mi prende di nuovo, sfoglio pagine web saltando da un link all'altro, letture superficiali che mi riempiono la testa di notizie che non so come organizzare nella mia memoria, dopo poco dimentico, restano immagini casuali, devo ricominciare tutto daccapo.
Il tempo mi sembra sempre troppo poco, o troppo male sfruttato. E vorrei poter utilizzare subito quello che imparo, sperando che la pratica rimanga impressa nella mia memoria più della teoria, ma non sempre c'è modo.
Inizio poi a domandarmi a che pro tutto ciò. Perché sono una persona curiosa? Per non trovarmi impreparata in una conversazione? Odio essere impreparata. Amo tanto sentire parlare persone che ne sanno più di me, cerco di circondarmene continuamente, ma questo va bene fin quando non è richiesto un intervento da parte mia. Mi piace assistere alle conferenze, non partecipare ai dibattiti - forse questo è esemplificativo anche del mio modo di vivere la vita.
O forse mi piace solo far sfoggio di cultura - ma guarda come è brava. Mi piace primeggiare, anche se poi, nella pratica, mi son sempre mancati il talento innato o la disciplina acquisita. E quindi sono sempre tra le prime, ma mai la prima. Che forse non è neanche un male, in assoluto. Qualche responsabilità in meno, qualche aspettativa in meno.
E però mi piacerebbe. Prendermi le mie responsabilità, saper rispondere a una critica in maniera intelligente - imparando quel che c'è da imparare, difendendo le mie ragioni quando credo siano valide. Chissà come si impara, se si impara.