giovedì 30 agosto 2012

Delirio parte cinque - A questo punto mi domando perché non abbia chiamato la pagina "I deliri del riccio".

Chi  si accontenta gode? Volere ciò che si ha e non avere ciò che si vuole?
E, d'altra parte, non è forse giusto desiderare il massimo per se stessi e far di tutto per ottenerlo?
E se ciò che si vuole non si può avere?
E se ciò che si vuole non esiste? In tal caso è lecito accontentarsi? In tal caso è accontentarsi? Voglio dire, se quello che si vuole proprio non esiste, non si può neanche far una scelta in fondo.
Che poi qui ci sarebbe da discutere sul significato del verbo "accontentarsi", perché sembra sempre che ci sia qualcosa di negativo in questo verbo. Un "potevo avere di più e invece mi accontento di questo". E invece, stando al dizionario accontentarsi vuol dire essere appagati, contenti per qualcosa. Non c'è nessuna limitazione. Non c'è nessun paragone. Nessun "potevo avere... e invece...".
E quindi come ci si deve regolare? Fino a che punto desiderare, fino a che punto accontentarsi, fino a che punto aspettare, fino a che punto limitarsi?
Tra il chi si accontenta gode e la fortuna aiuta gli audaci, dove ci si deve fermare?


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