giovedì 2 agosto 2012

Un libro sulle gambe, guardo il mare, la gente che nuota. Sposto il mio sguardo sulla spiaggia e torno a ieri.
Sulla spiaggia anch'io,sempre un libro con me, a difendermi dal mondo intero, perché nessuno si avvicina a chi ha un libro sulla spiaggia, se non a volte per esclamare "Ma leggi sempre, goditi il sole!".
Tu no. Tu sei venuto da me, con un libro in mano e un timido sorriso sul viso.
"Posso sedermi qui?"
"Sì, certo. Sì".
Avrei voluto aggiungere "La spiaggia è di tutti, non c'è bisogno che me lo chieda". Oppure: "La spiaggia è così grande, proprio qui?". Insomma, normalmente avrei risposto così, ma avevi un libro e un posto per leggere non si nega a nessuno.
Non mi hai chiesto nient'altro e hai fatto la cosa giusta. Abbiamo letto insieme per mezz'ora, cercavo di sbirciare il nome del tuo libro ma non ci riuscivo. Forse l'hai fatto apposta. Forse sto fantasticando troppo, eri solo seduto accanto a me e da dov'ero non potevo leggere il titolo con discrezione. In ogni caso mi hai incuriosito, "Che cosa leggi?".
"Oceano mare."
"Ho sempre pensato che fosse un libro da donna." Prima pensare, poi parlare e invece hofatto il contrario. "Ma ho sempre pensato anche che fosse un libro adatto da portare in vacanza." Non so, sembrava che potesse bilanciare quel che avevo detto prima.
"E' di mia sorella, in effetti, ma avevo finito i libri da leggere. Mi piace però. Credo che leggerò anche altro di Baricco. Stavo leggendo qui dietro - indica la copertina - pensavo a Castelli di rabbia."
Mi sta prendendo in giro credo. Ha organizzato tutto. Gli mostro il libro che stavo leggendo: proprio quello.
Io ci credo alle coincidenze, però. Però fino a un certo punto. "Resti ancora molti giorni? Se vuoi te lo presto. Io credo che per stasera lo finisco. L'ho già letto altre volte, conosco i miei tempi." Ho di nuovo parlato prima di pensare, ma ho fatto bene stavolta, credo.
"Una settimana. Ci vediamo domani e me lo presti?". "Sì, va bene. Sì, sì". Quanti sì. "Ah, se non mi vedi qui, sono su quella veranda lassù, vedi? Quella col tavolino e il vaso di rose."
Ritorniamo a leggere, fino al tramonto, spalla a spalla ma senza toccarci. Se mi avessi sfiorato, mi sarei ritratta. Ma così. Così ti avrei sfiorato io. Che non capivo se calcolavi tutto, e se ero io a immaginare troppo. Fino al tramonto, poi ti ho sorriso, dovevo andare. Ti ho salutato, ti sei alzato in piedi, mi hai dato una mano per aiutarmi ad alzarmi. Una mano forte.
Il gatto miagola, mi distrae dal ricordo, ho alzato lo sguardo e ti ho visto sulla spiaggia, stai venendo da me. In costume e in una mano la maglietta e un fiore. Facile pensare che sia per me e anche troppo bello. Di sicuro quel fiore è in mano per qualche altro motivo. Ti guardo mentre ti avvicini, ieri non l'avevo fatto bene. Di ieri ricordo la mano, oggi vedo le braccia, anch'esse forti. Vedo lo sguardo, più che gli occhi, vedo le spalle. Sei bello, i capelli un po' lunghi, la barba di qualche giorno. Stai per entrare e ti infili la maglia, è quasi un peccato, ma mi sembra un bel gesto. Di rispetto, non so. Sento che saluti al piano di sotto e ti indicano le scale per la veranda. Chiudo gli occhi, mi metto comoda e faccio un respiro profondo. Odore di mare.

Nessun commento:

Posta un commento