sabato 22 settembre 2012

Da quanto tempo ci stiamo guardando, un minuto o un'eternità? Da quanto tempo siamo svegli?
Quanto tempo è che le tue labbra sono così vicine alle mie e non mi baciano? Da quanto la tua mano sostiene il mio capo?
Non lo so più, ma che importa? Il tempo e lo spazio non han più senso, proprio no.
Potrebbe esser oggi, ieri, o domani. E' un risveglio senza tempo, il nostro.
Potremmo essere in un'altra epoca io e te. Nel nostro letto o distesi su una pelle, scaldati dalle fiamme di un camino. Ci siamo già svegliati una volta, hai ravvivato il fuoco e forse volevi andare, forse dovevi. Che ti stavi preparando, l'avevo visto. Facevo finta di dormire, ma ti ho visto. E per metà eri pronto e invece sei tornato da me, ché sono più importante dei tuoi impegni, dei tuoi obblighi.
E allora baciamoci ancora, iniziamo così questa giornata, con la mia mano che scorre sul tuo braccio, il mio seno contro il tuo petto, il tuo corpo forte che mi sostiene. E le fiamme continuano a scaldarmi, ma sono un brivido tra le tue mani. Scostami un riccio dallo sguardo e baciami. Strappa quel che resta della veste, non te ne andare ancora.  Tirami a te e baciami. Che dal mio sguardo lo capisci che ormai sono persa. Che dal mio sguardo lo capisci che ormai sono tua.

Scritto per il "contest non contest" della pagina A l'amour comme à la guerre.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=356924657724334&set=a.356919941058139.89151.236974846385983&type=1&theater

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