sabato 22 settembre 2012

Si possono prendere in prestito le parole degli altri quando non se ne trovano di migliori per proprio conto, chi non lo fa. Possono essere le parole di una canzone, di un libro, di un film, di una pagina Facebook. Possono essere le parole di un amico. Ma come ogni cosa presa in prestito, va restituita al legittimo proprietario e con le parole la restituzione si fa citando l'autore.
Perché sì, magari è stato più bravo di noi a esprimere un concetto che ci ronzava in testa da tempo. E sì, questo gli va riconosciuto.
Non capisco perché la citazione sia a volte scontata per una canzone o la frase di un libro, ma non per un blog o una pagina. La questione di base è la stessa. E non parlo di una questione giuridica, ché non me ne intendo (per quanto mi pare che in Italia funzioni che chi scrive una cosa ne sia il legittimo proprietario a prescindere), ma proprio di una cosa concettuale.
E sì, chi scrive su un social network sa che le parole saranno lette da molti e da molti utilizzate, ma lo stesso vale per chi scrive una canzone. Eppure la canzone si cita, non si dice a un cantane: "Beh, l'hai resa pubblica, ora la utilizziamo tutti quanti. Se non ti andava te la tenevi per te."

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