domenica 30 settembre 2012

Stamattina mi sono svegliata con un pensiero fisso, anzi due.
Ci siamo sentiti ieri, una di quelle telefonate normali, da quando ci siamo lasciati. Ci mettiamo d'accordo per il lavoro, e tra una informazione di servizio e l'altra scambiamo due chiacchiere, ché in fondo dopo tanto tempo ci importa ancora di noi. Non un'amicizia, magari, ma nemmeno un semplice rapporto di lavoro. Insomma, ci arrangiamo come possiamo per non farci troppo male, perché ci siamo voluti molto bene che detta così sembra una frase da bacio Perugina, però è vero.
E così l'ho saputo, lei oggi verrà da te. Io non so quante donne siano passate per casa tua da quando non stiamo lasciate, non tengo mica il conto (otto, sono otto), ma so che oggi lei verrà da te. Dovrebbe venire sul presto, perché dopo ha un impegno di lavoro. Probabilmente alle otto starete già insieme.
Apro gli occhi, guardo la sveglia. E lei ora è da te.
Mi sono alzata da poco. E lei ora è da te.
Faccio colazione. E lei ora è da te.
Lavo i piatti di ieri sera. E lei ora è da te.
Mi vesto per andare a far la spesa. E lei ora è da te.
Faccio la spesa, compro il caffè. E lei ora è da te.
Tu le farai il tuo buon caffè. E ci dovrei essere io da te.
Siederete in salotto sul divano (quel divano). E ci dovrei essere io da te.
L'accompagnerai a vedere il panorama dal balcone. E ci dovrei essere io da te.
L'abbraccerei forte mentre si appoggia alla ringhiera. E ci dovrei essere io da te.
Le farai vedere la tua stanza. E ci dovrei essere io da te.
Mentre parlate si siederà con disinvoltura sul tuo letto (quel letto). E ci dovrei essere io da te.
Stamattina mi sono svegliata con un pensiero fisso, anzi due.
Lei ora è da te.
Ci dovrei essere io da te.
E intanto se ne è appena aggiunto un terzo: ci dovrei essere io con te. Con te.
Chissà se anche questo pensiero mi accompagnerà tutta la giornata.



Nessun commento:

Posta un commento