domenica 16 settembre 2012

Vedi, il problema è che io immagino che andrà a finire così.
Avremo due vite separate, ognuno per la sua strada. Saremo entrambi soddisfatti della nostra vita, avremo le nostre carriere e i nostri hobby. Probabilmente tu avrai anche una vita sentimentale apparentemente serena, io sarò single per scelta, perché prima volevo realizzarmi.
Poi arriverà il giorno, quel giorno, che mi sentirò realizzata. Avrò realizzato alcuni dei miei sogni, starò lavorando per realizzare gli altri e tra questi sogni ci sarai tu.
Una mattina mi sveglierò, mi preparerò e prenderò un aereo per raggiungerti, perché abiteremo in città diverse, me lo sento. Mi porterò un cambio nel bagaglio a mano, per esser più carina quando ci vedremo. Vedi, in alcuni momenti penso di sapere già cosa indosserò, che taglio di capelli avrò e come sarò truccata, ma non sono queste le cose importanti.
Prenderò l'aereo e verrò da te, ovunque tu sia, ma non so perché immagino che sarai in Toscana, tra le colline. Davvero, non c'è un motivo per tutto ciò, ma immagino che vivrai in una piccola villetta di campagna, anche se la campagna non avrà nulla a che fare col tuo lavoro, probabilmente lavorerai in città. Forse sarai anche un uomo importante, questo non lo so.
In ogni caso, prenderò l'aereo sfidando la mia paura del volo. Anzi no, probabilmente il mio lavoro mi porterà a viaggiare molto, quindi mi sarò abituata a volare e ci sarà solo un po' di tensione. La paura più grande sarà un'altra, sarà dovuta alle mie intenzioni.
Arriverò, un taxi mi porterà a un albergo che avrò prenotato qualche giorno prima, mi cambierò e cercherò di essere bellissima. Bellissima per quanto possa esserlo ovviamente. Desiderabile per te.
Riprenderò il taxi, avrò il tuo indirizzo segnato su un pezzo di carta e arriverò da te.
Sarai stupito di sentire la mia voce al citofono, mi aprirai il cancello e mi verrai incontro.
"Ciao, che ci fai qui?"
"Passavo da queste parti."
"Ma va."
"E' una bugia, lo sai?
"Immaginavo."
"Cercavo te. Come stai?"
"Bene, tu?
"Bene ma dovevo dirti una cosa."
Avrai uno sguardo perplesso e un po' incuriosito, ma più perplesso, me lo sento.
"Sposami."
"Eh?"
Prenderò un bel respirò e inizierò a dire quello che progetto di dire da anni ormai, e so che mi ci vorrà molto fiato e che non mi dovrò fermare, perché chi si ferma è perduto. E so anche che nonostante le mille prove nella mia testa il discorso non sarà mai come l'ho immaginato.
"Sposami. Lo so che sembra un'assurdità. Ma ascoltami e pensaci prima di rispondere. Te l'ho già chiesto due volte ricordi? Entrambe per messaggio, col tono scherzoso e quella volta scherzavo, ma in fondo già sapevo che te l'avrei richiesto. Sono passati almeno dodici anni da allora, ma già che se non l'avessi fatto tu l'avrei fatto io. E credimi, ho sperato fino all'ultimo che un giorno fossi tu a venire da me con una proposta del genere e immaginavo l'anello, il momento romantico, l'atmosfera, le parole, i gesti. Ma tu una proposta del genere non me l'hai mai fatta e allora vengo io. Se Maometto non va alla montagna. Eccetera, eccetera.
Sposami. Perché ti amo e perché sono convinta che possa amarmi anche tu. Magari fino a oggi non ci hai mai pensato, perché eri distratto da mille cose, ma pensaci un attimo. Pensaci un minuto, un'ora, un giorno, ma pensaci. Abbiamo immaginato tante volte la nostra vita insieme e l'abbiamo fatto scherzando, ma sarebbe bello davvero. Ricorda come eravamo un tempo, immagina come potremmo essere. Belli. Sposami. Io posso rinunciare a una proposta romantica, non è quello che conta. Quello che conta sei tu. E lo so, potresti pensare che io sia una pazza, forse lo sono ma dammi una possibilità. Te lo dovevo chiedere. Non potevo rimanere con questo dubbio, col dubbio che avremmo potuto passare la vita insieme, col dubbio che magari era solo la tua pigrizia a frenarti o la paura di un rifiuto. Al limite mi dirai di no e tornerà tutto come prima. Al limite rimarrà una figuraccia o un aneddoto buffo di cui parleremo con un po' di vergogna ma col sorriso sulle labbra (e forse un po' di rimpianto). Non potevo avere questo dubbio, no. Sposami. Non te l'ho sto neanche chiedendo, se ci pensi bene. E' un'affermazione, un'esortazione, una preghiera. Sposami."
Avrò il respiro affannato e gli occhi lucidi. Cercherò di guardarti negli occhi ma per l'imbarazzo ogni tanto fuggirò il tuo sguardo. Prolungherò il più possibile il mio discorso per paura dei dover sentire la tua risposta, ma a un certo punto mi dovrò fermare e dovrò guardarti negli occhi. E credo che prenderò la tue mani, non so perché, forse solo perché non saprò più dove tenere le mie e aspetterò.
E poi non lo so cosa succederà, perché fino a questo punto del sogno io sono certa che andrà tutto così, ma dopo? Nella mia testa mi dirai di sì, ma so che non è così scontato, so che c'è una possibilità su un milione che vada così, però non potrò almeno non provarci. Sposami.



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