martedì 15 gennaio 2013

Ho cercato sempre di non piangere davanti a te.
Non sempre ci sono riuscita, ma ho fatto del mio meglio, per un semplice motivo: non volevo che le mie lacrime ti inducessero a cambiare idea su una decisione già presa.
Anche quando mi ferivi, non versavo una lacrima. Non davanti a te.
L'avrei visto come una sorta di "ricatto psicologico": magari se piango si muove a compassione e cambia idea. Non è così che funziona, non è così che voglio funzioni.
Doveva bastarti vedermi triste, dovevano bastarti le mie parole, un mio "ti prego, non lo fare" o "non lo dire, per favore". E invece forse non ti bastava.
Forse se mi avessi visto piangere saresti ritornato su alcune tue decisioni. Ma per quanto? Non è così che io ottengo le cose.
Le mie lacrime avrebbero limitato la tua libertà di scelta, e non potevo permetterlo.

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