domenica 3 febbraio 2013

Delirio parte dodici

Delirio parte dodici - proverò a spiegare un pensiero contorto in un modo probabilmente non meno contorto, quindi torneremo al punto di partenza: ci sarà bisogno di una spiegazione.

"Possiamo credere solo a ciò che non vediamo." Ho già provato una volta a spiegare cosa intendo con questa frase, ma non ci sono riuscita molto bene, quindi vediamo se riesco a far di meglio. In ogni caso, peggio credo che sarebbe difficile!
Credere presuppone fiducia. Se una cosa la posso vedere o toccare, non c'è bisogno di fiducia, perché siamo di fronte a un'evidenza.

Esempio 1.
Se io vi dicessi "Sapete, ho un account su Facebook", voi non avreste la necessità di credermi: è evidente.
Se io vi dicessi "Sapete, ho anche Twitter". Beh, allora - solo allora - avreste la possibilità di scegliere se credermi o no.

Esempio 2.

Un giorno cammino per strada indossando una maglia fucsia a pois verdi e viola, incontro il mio caro amico Sempronio e gli dico: "Sempry, amico mio (perché suppongo che Sempronio tra amici si abbrevi così), sai che ho una maglia fucsia a pois verdi e viola?". A questo punto Sempry, che supponiamo non essere daltonico, dirà: "Ma sei scema? Ce l'hai addosso, mica devo crederti."
Tuttavia, se incontrando Sempry gli dicessi che oltre alla maglia - che indosso - ho anche dei pantaloni della stessa sobrissima fantasia allora lui potrebbe anche dirmi che non mi crede. E io potrei anche arrabbiarmi per la sua mancanza di fiducia nei miei confronti. 

A prescindere dal mio gusto nel vestire, quello che voglio dire è che è facile accettare come vero ciò che vediamo e in questo caso non c'è neanche bisogno di credere, non c'è scelta. Difficile, invece, può essere credere a ciò che non possiamo vedere o toccare. Lì si deve decidere se credere o meno, se riporre o no la fiducia in qualcuno o qualcosa. Possiamo credere solo a ciò che non vediamo: il resto spetta ai nostri sensi.

Ditemi che sono stata chiara o mi tocca spiegare la spiegazione e non so se sono in grado!

P.S. La frase dalla quale tutta la questione è partita è presa da un pezzo scritto per il laboratorio creativo di "Nel baule delle parole" e la trovate qui https://www.facebook.com/NelBauleDelleParole/posts/598285526854511

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