martedì 26 febbraio 2013

Due anni, due mesi, due settimane, due giorni e due ore dal nostro primo bacio.
Certo, potevo studiare invece di fare tutti questi conti, ma ormai mi era venuta in mente quest'idea della caccia al tesoro e visto che l'idea non era molto originale, almeno volevo un'occasione speciale. Che poi chissà, magari non è così originale nemmeno l'occasione.
Riprendo la lista delle cose da fare, per vedere se manca qualcosa. Ormai ci siamo quasi, per domani tutto deve essere pronto. Mi sveglierò alle sette e andrò a nascondere tutto, poi tornerò indietro e ti accompagnerò nella ricerca.
Ho iniziato tutto un mese fa, dandoti un ampio preavviso e dicendoti di tenerti libero perché avevo un programma speciale per noi.
La scelta dei regalini è stata facile: sono tanti e piccoli, non molto costosi, alcuni fatti a mano.
Meno facile è stata la scelta dei posti dove nascondere gli indizi e i regalini: ci sono moltissimi posti che mi ricordano te.
Due indizi li metterò nella villa comunale: uno sotto alla panchina sulla quale ci siamo baciati tante volte, l'altro da qualche parte sotto il gazebo.
Un indizio sarà nella pizzeria vicino alla villa. Ci andavamo sempre anche se non ci piaceva, forse ci attiravano i nomi delle pizze. Lì però forse l'indizio lo dovrò portare al momento, perché la mattina presto sarà chiusa.
In metropolitana non posso lasciare un indizio perché non so che treno prenderemo e nemmeno in stazione. Non si sa mai che la sorveglianza vedendomi nascondere qualcosa pensi a male. Meglio nascondere l'indizio successivo fuori alla stazione della metro.
Un indizio nel posto del nostro terzo, o quarto bacio. Non sono sicura qui, chissà se tu ricordi, te lo chiederò domani. Ricordo solo che ti aspettai per quasi un'ora.
Un indizio vicino al lampione, uno vicino a quel a cancello rumoroso e uno nella strada del nostro primo bacio. Quasi primo in assoluto per me, si può dire.
Gli indizi li ho pensati, scritti e colorati. I foglietti sono tutti ripiegati, è tutto pronto.
L'ultimo indizio in assoluto ce l'avrò io, sono io la tua sorpresa finale. Poco originale fino alla fine, lo so.
Il cellulare vibra, sarà la buonanotte.
"Domani non ci sono."
Il solito scemo, ha sempre voglia di scherzare.
"No, davvero non ci sono, ho delle cose da fare, ci vediamo un'altra volta."
E dire che l'avevo avvisato con un mese di anticipo. Gli avevo detto che era importante. Ma non potrà rimandare, qualunque cosa sia?
"Ti ho detto che ho da fare, ci vediamo un'altra volta, tanto non cambia nulla."
Cambia, cambia. Due anni, due mesi, due settimane, due giorni e due ore. Tutti quei calcoli da rifare. Poteva andar peggio, avrebbe potuto avvisarmi domani, quando ormai ero già in giro. Ma poteva anche andar meglio: poteva semplicemente fare quello che gli avevo chiesto, per una volta. Non posso mica giustificarlo sempre. Forse se glielo chiedo per favore, se gli dico che è importante davvero per me.
"E smettila, ti ho detto che ho da fare." Da fare poi cosa, sarebbe bello saperlo. Magari gli è successo qualcosa di grave. Magari lo sto giustificando di nuovo.
"No, niente di grave, ma quante storie stai facendo."
Già. E allora, buonanotte, scusa, ciao. Sarà per un'altra volta. Figurati. Che vuoi che sia.
Butto giù una lacrima, forse sono due. Insomma, non è che una stia lì a contarle. Se mi dici che hai da fare sarà così, non devo insistere. La mattina mi sarei aspettata almeno un messaggio di scuse. Ovviamente no, ma forse non dovevo aspettarmelo io. Non era la caccia al tesoro il punto, ma tutto ciò che c'era dietro. Un riavvicinarsi dopo esser stati un po' distanti, un dirti: "Eccomi, sono qua, sono il tuo tesoro."
Farò altri conti, un altro giorno si può trovare. Mi organizzo, mi arrovello, trovo un'altra data.
Questa volta sarà meno faticoso, questa volta ho già tutto pronto. Anche questa volta un lungo preavviso. Ogni tanto glielo ricordo, per evitare imprevisti.
Il giorno prima, nel pomeriggio "Domani non posso."
Questa volta è uno scherzo, non lo farebbe davvero. Sa quanto ci sia rimasta male la volta scorsa. Sa quanto ci sia rimasta male? Io gliel'ho detto due volte: una per messaggio, una di persona. Non di più, perché non mi lamento spesso, e se lo faccio vuol dire che ho validi motivi. Dovrebbe saperlo. Non una lacrima davanti a lui, perché non deve scegliere di fare qualcosa solo perché mi vede piangere.
- Per favore.
- Non posso.
E allora niente, lascio perdere, mi arrendo.
Ti porterò tutto la prossima volta che ci vediamo. In un sol colpo indizi e regalini, forse allora capirai. Passo sulla sorpresa finale però. Dovevo essere io ma non mi avrai. Non è una ripicca, ma una conseguenza. Volevo essere il tuo tesoro, ma tu non hai voluto cercarmi.



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