mercoledì 20 marzo 2013

Mi rigiro nel letto e allungo il braccio per cercarti, è un riflesso incondizionato il mio ormai.
Non ti trovo. "Forse è già uscito", penso, ma poi sento l'odore dei cornetti caldi appena sfornati che proviene dalla cucina e ricordo che è domenica e che oggi possiamo stare insieme tutta la giornata.
Me l'avevi promesso: domenica solo io e te, niente lavoro, niente parenti, niente amici. Ogni tanto ci vuole. 
"Magari ora mi porta la colazione a letto." Penso anche questo in un momento di pigrizia estremo, ma poi mi faccio coraggio e rotolo verso il bordo del letto. Scivolo giù piano, mi lascio guidare dal naso, ora si sente anche il caffè. Il fresco del pavimento sotto i piedi scalzi, mi dirigo verso la cucina. Mi affaccio dalla porta e ti vedo indaffarato. Resto in silenzio, mi piace guardarti mentre finisci di apparecchiare la tavola. La tovaglia a quadretti, i cornetti, la marmellata, il succo di frutta, metti lo zucchero nel caffè e poi ti accorgi di me.
"Occhietti assonnati, vieni qui". Mi avvicino e ti abbraccio forte, mi baci la fronte e poi il naso e le labbra, con una tenerezza infinita. "Sai di buono, sai?" ti dico, strofinando la guancia sul tuo petto.
Mi prendi per mano e mi porti verso il tavolo. Sorrido come una bimba felice.
 "Te l'avevo promesso, no?"
"Sì, è vero. Una giornata tutta per noi."
"No, non questo."
"E cosa allora?" Cerco di ricordare, ma non capisco. "Dai dimmi, non ricordo. Basta con quel sorrisino furbo."
"Un paio di anni fa, quando ancora non eravamo sposati, una mattina mi hai chiamato tutta felice. Era il primo giorno dopo la laurea, finalmente ti eri potuta svegliare con calma e avevi fatto colazione con i tuoi genitori e tuo fratello, senza dover uscire prima di loro come tuo solito. Avete mangiato insieme, tua mamma aveva preparato i cornetti, tuo padre il caffè. Tuo fratello si era limitato a versarti il succo di frutta, ché non sapeva far di meglio, scherzava. <<E' così che dovrebbero essere le famiglie>> mi hai detto. << A volte si è presi da mille impegni, a volte si va di fretta, però poi, quando si può, ci si ferma tutti insieme. Avremo anche noi una famiglia così?>>"
Il cornetto sospeso a mezz'aria, ricordavo. Avevi risposto di sì, che mi promettevi che la nostra famiglia sarebbe stata così.
"Mantengo sempre le mie promesse, lo sai." Ti alzi e vieni alle mie spalle, abbracciandomi. Dai un morso al mio cornetto e poi baci me. "Tu sai si buono, sei quasi meglio del cornetto", mi dici.
Sorrido felice - tanto felice - e penso che presto dovremo apparecchiare per tre.



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