domenica 17 marzo 2013

"Stasera cucino io. Fidati, affidati, lascia fare a me per una volta. Anzi, cuciniamo insieme ma ti guido io."
"Lo sai che mi fido."
"Ah sì, so che ti fidi di me su molte cose, sai che non ti tradirei mai, che ti sarò sempre fedele, ma non ti lasci mai andare del tutto. Stasera guido io e basta."
"Non ho molta scelta, mi pare di capire", sorrido.
"Ci vediamo stasera, la spesa la faccio io." 
Ho passato tutto il giorno a pensare cosa avremmo cucinato, torno a casa e mi accoglie all'ingresso. 
"Via i tacchi, metti le pantofole e il grembiule", mi toglie la borsa di mano, mi passa le pantofoline rosa, che sotto il tubino nero che indosso sono molto chic e un grembiulino rosa, tutto volant. 
"Ti sei organizzato bene, eh?"
"E non è finita qui", sorride a metà tra il divertito e il malizioso, passandomi una benda.
"Umh... interessante, sicuro che dobbiamo cucinare?"
"Non esser maliziosa, metti la benda e lascia fare a me."
Indosso la benda e mi avvio verso la cucina, ma è più difficile di quanto credessi pur conoscendo bene la casa. Mi prende per mano e lo seguo, un po' titubante.
Nif nif, annuso l'aria alla ricerca di un indizio, ma non sento niente. Mi porta vicino al piano della cucina, lui alle mie spalle mi prende le mani e le guida. 
Cerco di capire cosa ho in mano "Patate?" "Sì, ma già sbucciate. Non so se saresti stata capace di sbucciarle al buio, e non sapevo se avrei saputo guidarti. Ti voglio tutta intera". So che sorridi, non chiedermi come lo so se non posso vederti, ma so che sorridi.
Mi guida nel tagliare le patate a fettine, poi mi dà qualche altra cosa.
"Prosciutto?"
"No, quasi. Fallo a pezzetti." 
Nif nif, cerco di capire dall'odore di cosa si tratti, poi ne prendo un pezzetto e lo avvicino alla bocca. Speck, buono. "Non mangiarlo tutto, lasciane un po' per dopo."
Nif nif, sento odore di rosmarino e poi c'è del formaggio. Ancora non so bene cosa cucineremo, forse è un sugo per un primo, sono curiosa.
Sento tante consistenze diverse: caldo, freddo, umido, morbido, liscio, ruvido. Mi rendo conto di quanto sottovaluti il tatto.
Continua a muovere le mie mani con sicurezza, afferriamo, laviamo, tagliamo, assaggiamo. 
C'è del pepe e qualche altra cosa che non riconosco. Anche il gusto è sottovalutato, trattengo ogni cosa nella mia bocca per cogliere ogni sapore.
Nif nif, dalla padella arriva un odore delizioso che si mescola al suo profumo. Ho fame, non mi ero resa conto di quanto avessi fame prima. Tutti questi profumi stuzzicano l'appetito, e mi rendo conto di quanto abbia trascurato anche l'olfatto in passato.
Lo sfrigolio è invitante, la tua voce che mi guida mi dà sicurezza, rivaluto l'udito.
Non so per quanto tempo andiamo avanti così, ma tanto non importa, è tempo ben speso.
Sento le tue mani che corrono lungo i miei fianchi e la mia schiena, salgono verso l'altro e capisco che stai per togliermi la benda. "Non farlo, voglio mangiare così", ma sembri non ascoltarmi e mi togli la benda.
"No, devi guardare, devi usarli tutti e cinque i sensi, visto che puoi. Io non voglio che tu non ti guardi intorno,  ma non voglio neanche che per l'ansia di osservare tutto e tenere sempre tutto sotto controllo ti perda altre cose ugualmente importanti e belle."
Mi fai accomodare e mi porti quello che abbiamo cucinato: è così bello.
Nif nif, un'ultima sniffata prima assaggiare. Non è solo bello, è anche buono, come tutte le cose che facciamo insieme. Ho imparato la lezione, amore mio.

Scritto per il concorso di The Alley of Pipe Dreams





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