mercoledì 6 marzo 2013

Sono seduta da più di un'ora con un'alta pila di libri accanto a me e sono sola. Sarà che agosto non è un buon mese per studiare, chi lo sa.
"Che ci fa qui con questo caldo? Vada al mare e prenda un po' di sole", mi ha detto il bibliotecario, aggiungendo che i libri che avevo chiesto non li consultava mai nessuno e li avrei di sicuro ritrovati lì a settembre. Già, ma le vacanze sono saltate quest'anno, e allora tanto vale impiegare il tempo in modo utile.
Mentre cercavo di tradurre un testo dal francese, io che di francese non so quasi nulla, ho trovato questo foglio.
"Ti amo ancora. Forse non dovevo dirtelo, forse è solo un modo per togliermi un peso passandolo a te, forse invece ho rimandato troppo.
Ci ho pensato e ripensato, ho provato a negare questo pensiero ogni volta che mi passava per la testa, ho mentito a me e a te, ho cercato di andare avanti ma torno sempre alla stessa conclusione: io ti amo ancora.
Non ha senso, lo so. E' passato così tanto tempo, sono cambiate così tante cose, siamo cambiati noi. Per un periodo mi era sembrato di esserci riuscita a non pensarti più, a vederti come un conoscente che incontravo di tanto in tanto in facoltà o in biblioteca. Non so cosa sia cambiato, ma mai come ora mi manchi.  Mi manca il nostro stare insieme, il tuo prendermi in giro, il piacere che mi davi, i nostri corpi insieme. Mi manca tutto di te e di noi.
Tu sei di un'altra, questo lo so. E non sei mai stato così felice, so anche questo. Neanche quando stavi con me. E puoi negarlo, puoi fare giri di parole lunghissimi per non dirmelo direttamente, per non farmi soffrire, ma si vede quando sei felice. Con me lo eri, con lei di più.
Meriti una donna che ti renda così felice e appagato, che ti soddisfi da ogni punto di vista che ti faccia sentire bene sotto ogni aspetto. Io forse ora non potrei.
E non so cosa dovrei fare adesso, cosa si fa in questi casi? Non potevo non dirtelo, non voglio altri rimpianti. Non voglio neanche passare all'azione cercando di riconquistarti in qualche modo, perché so che non servirebbe a nulla. Lo faccio per te, perché ti vedo felice e lo faccio per me, perché questa volta me lo voglio risparmiare un sicuro rifiuto.
Forse sparirò per un po', perché ce la sto mettendo tutta per essere felice per te, ma sento che non ci riesco come vorrei. Non sparirò troppo bene, perché voglio lasciarti la possibilità di trovarmi, se un giorno volessi cercarmi. Come vedi, sono sempre un'inguaribile ottimista.
Con amore, G."

Chissà come ci è finita questa lettera qui. Chissà se è stata lasciata qui per qualcuno, o se è stata usata un giorno come segnalibro e dimenticata. Ci si può dimenticare una lettera così? Sia se fossi stata il mittente, sia il destinatario, una lettera così non l'avrei mai potuta dimenticare.
E se invece fosse stata lasciata nel libro per qualcuno? Il destinatario l'avrà già letta? Probabilmente no, o l'avrebbe portata con se. Io avrei fatto così.
Ho ripiegato il foglio e l'ho rimesso nel libro, nello stesso punto in cui l'avevo trovato, immaginando un significato preciso per quel posto. Non avrei mai voluto che il destinatario non la trovasse per colpa mia.
Chissà come andrà a finire. Se G. e il suo amore si ritroveranno oppure no. Non so nemmeno se dovrei fare il tifo per questo, se lui è così felice con quest'altra. Mi dispiace per quest'altra, le auguro tutto il bene del mondo, ma io G. la sento vicina, tifo per lei.
La tentazione di rimanere ad aspettare che arrivi qualcuno a chiedere del libro è forte, ma potrei aspettare per sempre. Non si può vivere delle vite degli altri, ho deciso, oggi vado al mare.


Nessun commento:

Posta un commento