sabato 2 marzo 2013

Tu mi facevi sentire speciale.
Non che facessi qualcosa di particolare per farmi sentire così: nessun complimento eccezionale, niente gesti eclatanti. Ma mi guardavi in un modo. In un modo.
Poi, a un certo punto, mi hai guardato e non mi vedevi più. Non so come spiegarla questa cosa.
Era come se fossi diventata invisibile: i tuoi occhi erano puntati su di me, ma era come se vedessi solo quello che c'era dietro: un mobile, la finestra, il paesaggio. Io non c'ero, ma ero lì.
Sono diventata invisibile? Eppure gli altri mi vedono.
Ogni tanto ho desiderato il superpotere dell'invisibilità, ma non doveva funzionare così: dovevo scegliere io chi poteva vedermi e chi no, dovevo scegliere io i tempi. Tu mi dovevi vedere.

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