giovedì 11 aprile 2013

Mi manchi.
Ho iniziato questa lettera almeno cinque volte, e nessun inizio era vero quanto questo. 
Non siamo abituati a scriverci, se non messaggi, e non conosco nemmeno come sia la tua grafia. Non troppo bella,mi dici. Dovrò fidarmi.
Eppure, avrei sempre voluto ricevere una lettera da te, o scrivertene una. Una volta ci ho provato, ricordi? Avevo troppe cose da dirti e invece di un foglio presi un quaderno. Non ci vedevamo molto in quel periodo, così mi chiedesti di leggerti tutto in webcam. Non ricordo le mie parole, ricordo solo che piangevo mentre leggevo e cercavo di nascondere il volto tra le pagine del quaderno.
Ho una scusa buona per scriverti una lettera, sai? Ho deciso di partecipare a un contest su Facebook, sulle lettere d'amore, scritte o ricevute. Bisogna scegliere un'immagine e scrivere una lettera: semplice, no? Mica tanto. Non sapevo chi potesse essere il mittente, né il destinatario. Soprattutto non sapevo che immagine scegliere, ma è stata l'immagine a scegliere me e qui c'entri tu. Quando l'ho vista ho pensato a quel gazebo di pietra dove tante volte ci siamo baciati, ricordi? Sì, mi dirai, ma non ci assomiglia neanche un po'. Ok, dal "nostro" gazebo si vedeva il mare, da questo le colline. Sì, è vero, vicino al nostro gazebo non c'erano le rose. E sì, la ragazza non mi somiglia per niente - c'ha più tette di te mi diresti, lo so. Mi sei venuto in mente tu lo stesso, che ci posso fare? Mi torni in mente sempre. Mi torni in mente nei posti in cui siamo stati, perché ci siamo stati insieme. Mi torni in mente nei luoghi in cui non siamo mai andati perché mi domando come sarebbe stato andarci insieme. Mi torni in mente quando ascolto la radio, quando guardo la tv, quando sono in mezzo alla gente e ancor più quando sono sola. Mi torni in mente sempre, questo te lo volevo proprio dire e per questo ti scrivo.
Mi manchi. Io lo so che non sei più mio, ma mi manchi.  Che poi, lo sei mai stato? Mio, intendo, mio davvero. Non so nemmeno se voglio saperla la risposta, probabilmente no.
Avrei (ho) così tante cose da dirti e non so da dove cominciare, forse perché molte di queste cose non te le posso dire. Mi vengono in mente tutte alla rinfusa.
Vorrei poter tornare indietro. Mi son sempre detta che se ritornassi indietro rifare gli stessi errori, perché ogni mia scelta ha avuto una motivazione, ma ultimamente non faccio che pensare che ora certe cose le eviterei. E lo so che con i se e con i ma non si va da nessuna parte, ma se avessi avuto meno paure, e tu fossi stato un po' più disponibile nei miei confronti, sarebbe stato tutto diverso, non credi?
Vorrei fare l'amore con te ancora, e ancora, e ancora. Ecco un altro motivo per cui l'immagine mi ricorda te. Il vestito sembra proprio quello che avevo il giorno della nostra prima volta, che era anche la mia, ricordi? Chi lo sa se ricordi che vestito avevo: io ancora fatico a metterlo. Da allora non l'ho più indossato, ma non l'ho neanche buttato. Ogni volta è una dura lotta con mia madre: "Ma se è un vestito che non usi, che lo conserviamo a fare? Diamolo a chi ha più bisogno!"
E credi che io non lo sappia che sarebbe più sensato così? Lo so benissimo. So sempre tutto io, ma poi è la pratica che mi frega. Io di quel vestito ne ho bisogno in fondo, non materialmente ma ne ho bisogno. E non che mi serva per ricordare, ché ci riesco benissimo da sola, ma magari un giorno ci rivedremo e io lo indosserò e tu ricorderai come era stato. E poi ricorderai che mi amavi, che era bello amarmi, che era bello essere amato da me. Ricorderai tutto questo e le tua mano accarezzerà la mia spalla nuda e il collo. Si insinuerà tra i capelli raccolti, sulla nuca, e tirerà il mio volto verso il tuo, baciandomi. Sussulterò stupita anche se era quello che aspettavo da sempre e schiuderò le mie labbra stringendoti.
Più vado avanti nello scrivere questa lettera e più mi rendo conto che non te la potrò mai spedire. Tu sei felice adesso, ma non con me: chi sono io per distrarti da tutta questa felicità? E potresti pensare che io ti scriva tutto questo perché sono sola e ho voglia o bisogno di qualcuno al mio fianco, ma non è così. Ho imparato a stare da sola quando te ne sei andato, ci ho messo un po' ma ce l'ho fatta e posso stare senza di te. Ci sto anche bene, se devo dirla tutta, ma con te è un'altra cosa.
Tu sei felice ora, dicevo, felice come non ti ho mai visto con me. E io non lo so se ora potrei renderti così felice, perché ho ancora dei conti in sospeso con me stessa, tu sei cresciuto, io ancora no. Com'è che il tempo è passato in modo diverso per noi due? E' colpa mia o merito tuo? Forse è colpa mia, della mia immaturità non posso accusarti. Hai commesso tanti errori ma questo te lo devo concedere: tu sei cambiato in meglio, io sono sempre uguale a me stessa, nel bene e nel male.
Che senso avrebbe scriverti per dirti che ti amo ancora, se ancora non mi sento pronta a stare con te? Arriverà il momento? Il tempo ci assisterà? Ho sempre pensato che il tempo stesse tramando a nostro favore, nei giorni scorsi per la prima volta ho dubitato.
Ti ho detto tutto e non ti ho detto niente, ho ancora tanto da scrivere ma devo fermarmi: è una lettera insensata che forse non ti invierò mai. Resterà il pretesto del contest, magari un giorno leggerai tutto per altre vie ma io questa lettera non te la posso dare, meglio finirla qui.
Ti amo ancora e così come ho iniziato questa lettera la finisco. Mi manchi.

P.S. Perdonami la confusione, perdonami qualche errore, le virgole di troppo e le parole fuori luogo, ma ho scritto di getto quello che mi passava per la testa. Potrei passare ore a scegliere le parole giuste, spesso ci riesco ma con te questo non è possibile, le parole mi scappano dalla testa e io non posso fermarle. So che capirai comunque quello che volevo dirti e anche quello che non ho scritto.



Per il contest di A l'amour comme a la guerre.

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