giovedì 17 luglio 2014

Ci sono due o tre cose di cui mi vergogno della mia vita. Si potrebbe dire che sono poche, non lo so, a me sembrano tante o forse il problema è che me ne vergogno tanto, tutto è relativo.
Mi sono domandata più volte cosa potessi aver imparato da certi errori e finora la conclusione era sempre stata la stessa: fare delle cose che non mi sarei mai aspettata di fare mi ha insegnato a non giudicare le persone. Se io per prima sono caduta compiendo azioni che non avevo mai  visto di buon occhio, perché non può succedere ad altri?
Nell'ultima settimana ho avuto modo di riflettere parecchio e sono giunta alla conclusione che questi errori mi hanno anche insegnato che tipo di persona non voglio essere. Tutto sommato credo che questi siano due grandi insegnamenti e forse, pur non attutendo il dispiacere per le azioni del passato, almeno ne sono riuscita trarre fuori qualcosa di buono.
Quello che mi spiace - e mi spiace davvero - è che alcune stupidaggini del passato possano in qualche modo influenzare il mio presente e le mie relazioni con gli altri. Potrei tacerle, è vero, tanto alcune cose non le verrebbe a sapere mai nessuno, ma si può costruire una relazione (di qualsiasi tipo) tacendo una parte importante di sé? Forse sì, soprattutto se è una parte messa "da parte", perdonatemi il gioco di parole, solo che io non sono fatta così. Forse invece bisogna solo aspettare il momento giusto per raccontare certe cose di sé, solo che a volte ho paura di mentire omettendo qualcosa di me, non mi piace vendermi per quella che non sono. Allora metto le cose in chiaro da prima: ho tanti difetti, eccomi qui, te lo dico subito.
Ho anche tanti pregi però, davvero, solo che penso sempre che non stia a me dirli. Lascio la possibilità, a chi ne abbia voglia, di scoprirli un po' alla volta. Ma ci sono.

(Forse per non vendermi per quello che non sono rischio di vendermi per qualcosa di peggio - speriamo bene)

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