domenica 20 luglio 2014

Ero sola a casa fino a poco fa. 
Ho messo su un po' di musica allegra e tirato fuori l'argilla per farmi una maschera, con la speranza che non si presentasse nessuno a casa all'improvviso. Perché funziona sempre così, lo sapete meglio di me: gli ospiti arrivano quando hai una maschera sul viso o sei appena uscita dalla doccia. Deve essere una specie di leggere della natura, come quella che il pane con la marmellata cade per terra sempre dal lato della marmellata.
Ho messo lo smalto e ho poi sono dovuta stare ferma mezz'ora per farlo asciugare. Ovviamente non è bastato e come mi sono mossa si è rovinato tutto. Io non lo so come fanno quelle ragazze con lo smalto sempre perfette: dove la trovano la forza di stare ferme tutto quel tempo? Perché io ho provato anche con i top coat ma niente, mi si rovina sempre.
Sistema lo smalto di nuovo, aspetta di nuovo e intanto pensa. E pensa e ripensa ti vengono in mente centoventordici cose da fare, tutte prevedono l'uso delle mani. Le rimando a dopo ma tanto già so che appena avrò lo smalto asciutto e la possibilità di farle le avrò dimenticate. Infatti ora sono qui a scrivere questo post, mica a fare quelle cose.
Poi è venuto il turno dei capelli, troppo lunghi per lasciarli sciolti con questo caldo, troppo corti per legarli in un'acconciatura che sia degna di questo nome. Non che debba andare da qualche parte stasera: sono già in pigiama. Volevo solo fare una prova, che non si sa mai.
E adesso sono qui e ci resterò ancora un po', poi prenderò un bel libro e passeremo la serata insieme.
Le centoventordici cose le farò un altro giorno. 

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