venerdì 5 settembre 2014

Non so se abbiate mai visto il film "The immigrant", di Charlie Chaplin.
Io non tutto, ammetto di essermi addormentata a un certo punto, ma c'è una scena che mi è rimasta impressa.
Charlie Chaplin è un emigrante su una nave, il mare è agitato, perde l'inseparabile bombetta, il rollio della nave l'allontana, lui cerca di recuperarla. E' questo continuo tentativo di recuperare la bombetta mentre l'ondeggiare della nave la allontana a rimanermi impresso.
E non c'era un motivo in particolare al momento, il collegamento è venuto qualche giorno dopo. Non sto qui a dirvi che mi è rimasta impressa perché il mio inconscio aveva già fatto tutti i collegamenti. La scena mi è rimasta impressa solo perché divertente ma qualche giorno dopo stavo riflettendo su una particolare situazione ricorrente nella mia vita e mi è tornata in mente, insolita metafora.
Io sto cercando di tenere saldi stretti alcuni - pochi - sani valori ma ogni volta che mi sembra di averli recuperati, arriva il la tempesta e rotolano via. E io sto sempre qui a cercare di riacchiapparli, ma il vento soffia, loro rotolano e io non so come tenerli fermi.
Ecco, mi vedo così, con un'aureola in testa al posto della bombetta. Aureola è esagerato, ma è la prima cosa da tenere in testa e legata a buoni princìpi che mi è venuta in mente.
Sto inseguendo la mia aureola per tenerla ben salda in testa, ma continua a rotolarmi via.
E sono certa, certissima che basterebbe poco per non perderla più ma non so come fare.

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