mercoledì 5 novembre 2014

Vorrei riuscire a descrivervi quello che provo, ma non credo di esserne capace, non credo di essere in grado di riuscire a trasmettervi certe sfumature che attraversando i miei pensieri in questo momento.
Proverò a scrivere le cose così come vengono, come se stessi parlando con voi. Non è detto che funzioni, ma finora leggere e rileggere più volte quello che ho scritto non ha funzionato.
C'è stato un uomo che ho amato tanto, davvero tanto. Il primo amore, il primo vero bacio, la prima volta. Il primo. L'ho amato per così tanti anni e per così tanti anni non ho desiderato che lui, che non ho mai pensato che le cose potessero cambiare. Questo non vuol dire che pensassi che sarebbe necessariamente durata per sempre, ma credevo che sotto sotto forse avrei amato sempre un po' lui e che, se anche non l'avessi amato, l'attrazione fisica che provavo con lui non mi avrebbe mai abbandonato. Ciò non mi ha impedito di avere altri uomini - uno solo, in realtà - e ciò non mi ha impedito di essere fedele ma da qualche parte nel mio cervello o nel mio cuore sapevo che se fossi stata single, sarei tornata da lui. Fosse stato anche solo per una notte di passione, sarei tornata da lui.
L'ho desiderato così tanto da essere disposta a non averlo davvero, a condividerlo, a non essere il primo dei suoi pensieri, a rinunciare all'idea di amore che avevo nella mia testa ma non importava: io volevo lui. Sapevo come stuzzicarlo, sapeva come provocarmi. L'attrazione fisica tra noi non ve la so descrivere: passione, curiosità, desiderio. C'era tutto questo e molto altro.
Forse non era sano, di sicuro da un certo punto in poi non era più amore, ma era bello, era comunque una certezza, un punto fisso. E se parlo al passato, è solo per l'attrazione fisica - da parte mia - perché so che come amico c'è ora come allora.
L'attrazione fisica, dicevo. Adesso avrei l'opportunità di vederlo: in fondo io sono single, lui pure. Siamo grandi e consapevoli delle nostre azioni, non ci sarebbe nulla di più semplice né di più bello eppure, non mi va.
Potrebbe essere che è passato troppo tempo dall'ultima volta che c'è stato qualcosa tra noi? Non credo. Ci sono state pause lunghe e pause brevi ma siamo sempre stati bravi a ricominciare da dove eravamo rimasti.
Potrei dirvi che è perché mi piace un altro - potrebbe pure essere - però onestamente mi sembra così sciocco. Con quest'altra persona non c'è niente e non ho motivo di credere che la situazione possa cambiare. Se anche per assurdo le cose dovessero cambiare, è evidente che io al momento non gli devo niente, quindi il problema non può essere questo. Potrei divertirmi un po' nell'attesa e magari lui non lo saprebbe mai - ma per come sono fatta poi lo saprebbe perché mi sembrerebbe disonesto tacerlo anche se magari disonesto non è.
E allora qual è il motivo, ma soprattutto qual è il problema? Perché vedete, tutto sommato dovrei essere felice, mi sono liberata di una "cattiva abitudine" ma ho mantenuto l'amico, cosa potrei volere di più? E invece mi ritrovo sperare che quella voglia torni.
Intendiamoci, non escludo che se lo vedessi dal vivo le cose non sarebbero quelle di un tempo. Magari se ci stuzzicassimo un po' subito tornerebbe tutto come prima, il problema è che non mi viene la voglia di provocarlo, di stuzzicarlo, di fare in modo che qualcosa accada - prima ero così brava.
Così sì, forse dal vivo succederebbe qualcosa, ma non so come spiegarvi, non c'è più quella voglia di sperare che accada.
Non c'è un finale, questa riflessione si ferma qui.

(e non è proprio così, non è proprio quello che provo, quello che vorrei dire ma meglio di così non ci riesco)

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