venerdì 1 maggio 2015

Mi era venuto a prendere a casa di amici la sera, sapeva che mi avrebbe fatto comodo un passaggio e si era offerto come volontario per riportarmi a casa. Diceva che aveva voglia di vedermi e già questo mi era sembrato insolito, in tanti anni passati insieme raramente si era sbilanciato dicendo che aveva voglia di vedermi e invece questa volta...
Avrei dovuto capire che non era una buona idea ma avevo bisogno di quel passaggio o forse più che altro avevo bisogno di vedere lui, avrebbe potuto portarmi a casa qualcun altro ma era tanto tempo che non passavo un po' di tempo con lui, da quando mi aveva detto che non potevamo stare più insieme, che amava un'altra o comunque non amava più me e non voleva tradirmi quindi meglio lasciarmi prima. Così finiva che dovevo anche ringraziarlo perché era stato onesto e non potevo mica arrabbiarmi. che colpa ne aveva lui se non mi amava più.
Mi venne a prendere, ero carina quella sera. Non sapevo ancora che avrei dovuto vederlo quando mi sono vestita, mi ero fatta bella per me stessa, non per lui, come non accadeva da molto tempo.
Avevo una maglia bianca semplice, aderente, con le maniche che arrivavano fino al gomito e una gonna a scacchi bianchi e neri, corta, che metteva in evidenza le mie gambe snelle. Stavo proprio bene, mi sentivo bella e il mio atteggiamento ne aveva guadagnato di sicuro per tutta la serata, avevo anche ricevuto qualche complimento e non è una cosa che mi capiti così spesso.
Poi è arrivato il suo messaggio. Dove sei? Vengo a prenderti? Ti accompagno a casa io, ho voglia di vederti.
Bum. Dovrei dirgli di no ma gli dico di sì. Ovviamente, come sempre.
Mi passa a prendere, entro in auto e non so come salutarlo: il bacio sulle labbra non è più possibile, temporeggio troppo per un bacio sulla guancia e quindi niente, dico ciao e basta, subito mi metto ad armeggiare con la cintura di sicurezza che è sempre stata un po' difettosa.
In una decina di minuti arriviamo a casa mia, parliamo del più e del meno, si ferma a pochi metri da casa mia come sempre. Normalmente avremmo iniziato a baciarci, essendo molto tardi e non essendoci nessuno intorno se non qualche auto che sfrecciava ad alta velocità avremmo fatto l'amore. E invece siamo stati in silenzio per qualche minuti, lui guardava nel vuoto davanti a sé, io un po' nel vuoto e un po' le mie mani.
- E' tardi, sai, forse dovrei andare. - Io.
- Sì, forse dovresti. - Lui.
Si avvicina per salutarmi, un bacio sulla guancia ma siamo così vicini. Per qualche istante che mi sembra lunghissimo i nostri visi sono a pochissima distanza l'uno dall'altro, mi sembra di poter sentire il mio cuore che batte più forte e non credo sia amore, più ansia forse.
Ci guardiamo negli occhi, sento che dovrei allontanarmi o mi bacerà, o lo bacerò, insomma succederà qualcosa che non dovrebbe succedere perché lui non è più mio. Non solo non è mio ma è di un'altra quindi dovrei solo scendere da questa macchina. Si avvicina ancora un po', sembrano passate ore ma sono secondi, poggia una mano sul mio viso e io non resisto, non posso resistere ancora. Ho gli occhi lucidi, lo sento, non vorrei ma so che le lacrime si stanno accumulando e prima o poi pretenderanno di uscire, cerco di respirare piano e respingerle dentro.
Sento il suo pollice che accarezza piano il mio viso, le sue labbra che si appoggiano piano sulle mie. Chiudo gli occhi e lo lascio fare, mi erano mancate così tanto le sue labbra. Mi sposto sul sediolino per avvicinarmi ancora un po', le nostre labbra ritrovano il ritmo consueto, una lacrima sfugge ai miei occhi. Forse non si aspettava una lacrima, l'asciuga con un dito e mi guarda.
- Non avrei dovuto, non mi piace vederti piangere.
- Non avresti dovuto perché hai una fidanzata, a dir la verità.
Non so cosa è successo ma so che dopo qualche secondo ci stavamo ancora baciando, i miei occhi ancora lucidi, una lacrima solitaria che scendeva.
Ho pianto tanto quella sera nel letto, mi sono ripromessa che non sarebbe successo e invece la volta dopo ci siamo baciati ancora, ma senza lacrime. E non ho pianto neanche la volta dopo ancora, neanche quando sono tornata a casa. Non ho pianto più mesi.
Lui mi baciava, io lo baciavo. E poi c'era l'altra. Anche se, a dirla tutta, l'altra ero io.


Nessun commento:

Posta un commento