domenica 4 ottobre 2015

E' stata una giornata terribile oggi a lavoro, una di quelle che non finiscono mai.
Ore e ore seduta a quella scrivania a risolvere un problema che non ho creato io ma che toccherà a me risolvere.
Volevano anche che me ne prendessi la responsabilità ma almeno sono riuscita a dimostrare che la colpa non era la mia. Anzi, io l'avevo detto che così non avrebbe mai potuto funzionare. 
Pienamente riabilitatama toccherà a me risolvere il problema - lei ha le competenze per farlo e noi invece non sapremmo neanche da dove cominciare. Se ne occupi lei.
Me ne occupo io.
Avevo bisogno di staccare un po', ho deciso che il mare era la soluzione giusta. Il mare è (quasi?) sempre la soluzione giusta.
Ho preso l'impermeabile e l'ombrello e ho guidato mezz'ora fino alla spiaggia, cercando di lasciare i problemi lungo la via. Le scarpe non sono delle più adatte per camminare sulla sabbia, a saperlo stamattina forse avrei indossato qualcosa di diverso. O forse no, difficilmente vi rinuncio.
Penso di toglierlo, ma i collant si bagnerebbero tutti, dovrei sfilare anche quelli ma poi fa freddo. Rinuncio, che importa. Tendo l'impermeabile sulla sabbia e mi ci siedo sopra, distendo le gambe e guardo il mare. L'aria non è poi tanto fredda, è un vento caldo quello che mi scompiglia i capelli.
Per fortuna ha smesso di piovere ma le nuvole all'orizzonte non promettono nulla di buono.
Schizzi salmastri mi bagnano il viso, ne sento il sapore sulle labbra con la punta della lingua.
Inspiro profondamente e cerco di ricordare quanto è passato dall'ultima giornata veramente rilassante.
E' passato troppo tempo, risolto questo problema mi prenderò qualche giorno di ferie, ne ho ancoa un po' da sfruttare.
Penso alla casa vuota che mi aspetta, alla cena da preparare. Magari potrei fermarmi a prendere qualcosa per la via o coccolarmi preparandomi qualcosa di buono. Non ho voglia di cucinare oggi, ma neanche di prendere qualcosa da mangiare a casa da sola.
Mi alzo scuotendo la sabbia dall'impermeabile ma è umida, più di tanto non ci riesco. Pazienza.
Ricomincia a piovere ma mi scoccio di aprire l'ombrello, è una pioggerellina sottile, decido di correre verso l'auto che non è lontana. Metto in moto e accendo radio e tergicristalli, in quest'ordine: forse la lista delle mie priorità è sbagliata. Cerco una stazione con canzoni allegre, canticchio ferma a un semaforo. Il buon umore è tornato.

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