sabato 5 dicembre 2015

Sorseggio piano il mio frappè seduta da sola a un tavolino di un bar.
Fa caldo, troppo caldo per esser dicembre ma a me piace questo sole che mi scalda la schiena. Ci sarebbe tutta una questione sui cambiamenti climatici a cui pensare ma non è questo il momento adatto. Sento il cellulare vibrare nella borsa insistentemente - sarà qualche conversazione di gruppo su Whatsapp, una sfilza di buongiorno e faccine. Non è il momento adatto neanche per questo.
Guardo la gente passare, persone che vanno di fretta altre che si soffermano davanti alle vetrine dei negozi. In fondo non è troppo presto per provvedere ai regali di Natale anche se io mi ridurrò all'ultimo minuto come l'anno scorso.
In effetti forse nonostante il caldo insolito il frappè è un po' troppo freddo, pazienza. Vedo accanto una mamma con due bambine che inzuppano biscotti nella cioccolata calda, ha un bell'aspetto. Vogliamo sempre ciò che non abbiamo, c'è poco da fare. Non che il frappè non sia buono, però.
Però di che mi lamento? L'ho ordinato io, su menù c'era anche la cioccolata e io ho scelto di non ordinarla. Anche questo si presterebbe a profonde riflessioni che però eviterò.
Penso sempre tanto, penso sempre troppo, oggi non ne ho voglia.
Seguo le mani della mamma che sistema i capelli di una delle due bimbe in una treccia ordinata, ricordo quando da piccola mio padre mi faceva i codini e penso che dovrei passare più tempo con i miei genitori, visto che ne ho la possibilità.
Chiamo il cameriere e gli faccio aggiungere al mio conto un piccolo vassoio di biscotti: oggi pomeriggio cioccolata calda per me e per i miei.

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