venerdì 25 maggio 2012

L'ho sentito il tuo stupore, ieri. Nell'androne di un palazzo che non era né il mio né il tuo.
Quando ti ho preso la mano e l'ho guidata sulla mia gamba, appena sotto mio vestito.
Quando mi hai accarezzato e la tua mano scorreva piano sulla calza liscia.
Quando hai sentito il tessuto finire e la mia pelle nuda sotto la tua mano.
Un attimo di stupore, il tuo. Un sorriso malizioso, il mio.
Un sorriso che fin'ora avevi visto in altre vesti. In altre calze.
Spensierata a passeggio, con le mie calze a righe.
Indecisa, la prima volta tra le tue braccia, non prevista, i calzini con i coniglietti.
Un misto di imbarazzo e desiderio.
Come una bimba, quando ho visto le calze di Biancaneve e le avrei volute.

Non esistono per me, credo. Corpo d'adulta e cuore di bimba.
E poi ieri. 
Percorri piano il bordo delle autoreggenti con un dito,
sfiori appena le mie labbra con un bacio. Abbracciami.






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