lunedì 13 ottobre 2014

Mi sono fatta bella per lui come per nessun altro.
Forse non la prima volta che ci siamo visti, allora mi sono fatta bella come l'avrei fatto per chiunque o appena un poco in più. Ancora non sapevo quasi nulla di lui (e a volte non mi sembra di aver fatto molti passi avanti), ancora non sapevo se mi sarebbe piaciuto, ancora non sapevo se poteva piacere.
Avevo le parole di un'amica, qualche conversazione virtuale e tanta curiosità.
Mi sono fatta bella come può farlo una ragazza che vuole sembrare carina senza però dare l'idea di aver passato ore a prepararsi. Insomma, una di quelle cose contorte che solo le donne possono pensare.
Ma la seconda volta. La seconda volta davvero mi sono fatta bella per lui come per nessun altro, senza un un filo di trucco o un artificio, mi sono presentata a lui così come sono.
E non fa niente se non sono bella come una modella, se la gente non si volta a guardarmi per strada, se forse un po' di trucco mi avrebbe valorizzato: ho pensato che una volta mi aveva visto "preparata" e andava bene così. Con poche occasioni per vedersi, volevo mostrarmi com'ero. Ci sarebbero stato tempo e occasioni giuste eventualmente per tacchi e abiti eleganti, o sexy, o chi lo sa - e invece no, ma non fa niente, tornando indietro mi ripresenterei così.
La terza volta che l'ho visto volevo solo scappare, un giorno magari vi racconterò perché - è un motivo stupido forse, una sensazione senza senso.
Anche semplicemente conversando, ho cercato di mostrare come sono davvero, pregi e difetti. Più difetti, forse, come a dire: "Guarda, ho dei difetti ma te li mostro subito, sono qui. Se poi ti accorgi che non sono perfetta non puoi dire che non te l'avevo detto." Sa cose di me che non tutti sanno, alcune delle quali un po' mi vergogno, ma parlare con lui mi è venuto spontaneo fin dall'inizio. Sarà che mi ha dato l'impressione di non essere uno che giudica le persone, non lo so, ma mi sono subito sentita a mio agio.
Non mi sono mai venduta per quello che non sono, con lui più che con altri.
Gli ho mostrato qualcosa di me ma non tutto, perché credo sia bello prendersi del tempo per conoscersi, Ho provato a conoscerlo ma forse non l'ho ascoltato abbastanza - è un errore che faccio spesso. Parlo tanto, anche a causa della timidezza, e poi finisco col non ascoltare. Devo dire a mia discolpa che ho avuto fin dall'inizio l'impressione che conversare gli piacesse ma che fosse spesso di poche parole e allora non insistevo troppo - chissà se ho fatto bene. Quando ha qualcosa da dire la dice, altrimenti tace. Che poi forse è la cosa migliore da fare, dovrei imparare anche io.
Ho scoperto che mi piaceva parlare con lui ma che eventuali silenzi non mi imbarazzavano, e non è una cosa così scontata,
Ho scoperto che mi piaceva sentirlo tutti i giorni anche se io sono dell'idea che due persone non debbano per forza sentirsi tutti i giorni, così se un giorno non capitava me ne accorgevo perché sentirti era piacevole, ma non me ne facevo un cruccio. Sono sempre stata dell'idea che ognuno abbia bisogno dei suoi spazi e come tengo ai miei cerco di lasciarne agli altri. A volte forse esagerando nel verso opposto, perché può sembrare che non abbia interesse a sentire una persona e invece ho solo paura di disturbare. Un po' come quando non saluto le persone per strada e la gente pensa che io sia maleducata mentre il problema è che a volte mi vergogno tantissimo.
E poi non sono mai stata brava con quelle tattiche del tipo chiamo io, chiama lui, l'ultima volta l'ho cercato io, ora aspetto tre giorni e tutte queste cose qui.
Ho un approccio timidissimo con gli uomini ma se ne trovo uno che mi piace - e credetemi se vi dico che bastano le dita di una mano per contarli e che non capitava da anni che mi piacesse qualcuno così - cerco di superare la mia timidezza. Se vedo che l'altra persona non mi cerca mai cerco di capire se è una questione di carattere o se non è interessata, nel qual caso mi faccio da parte.
E se vi dovessi dire che cosa per prima mi ha colpito di lui, non saprei dirvelo.
Forse è stato il suo senso dell'umorismo, sarà stata la simpatia o il modo di parlare. Forse è stato il modo in cui usa la punteggiatura - non mi sento affatto di escluderlo - o probabilmente il modo in cui sceglie le parole che usa. Può essere che sia stata una combinazione di tutti questi fattori, un'attrazione intellettuale per cominciare - non lo so, davvero - ma se adesso vi dicessi che non ho voglia di baciarlo, mentirei.
Che poi ci conosciamo così poco, forse, che le mie parole possono sembrare esagerate. Forse sono regredita allo stato di adolescente alla prima cotta e se questo da una parte mi fa sentire un po' scema dall'altra è una bella sensazione. Sapete, quell'entusiasmo di quando arriva un messaggio e sapete che potrebbe essere lui/lei e poi è lui/lei davvero e tutte quelle cose lì.
Che poi forse se ci conoscessimo meglio scopriremmo che comunque non avrebbe potuto funzionare.
Che poi con i se e con i ma non si va da nessuna parte, questo devo tenerlo bene a mente.
Non posso scegliere chi farmi piacere e quando l'ho conosciuto non avrei scommesso un euro sul fatto che potesse piacermi così tanto. Che potesse piacermi l'avevo capito quasi subito, ma non così.
D'altra parte, come non posso scegliere io, è una cosa che non può scegliere neanche lui e non avrebbe senso provare a fargli cambiare idea - e poi come potrei?
Mi auguro solo che se un giorno dovesse scoprire che i suoi sentimenti sono cambiati, abbia la voglia/il coraggio/il desiderio di provarci, così come io ci ho provato - nel mio piccolo e in modo maldestro, senza dubbio. So già che probabilmente non sarà così ma me lo auguro lo stesso, non posso farne a meno per ora.



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