martedì 29 dicembre 2015

Sperelli - telefonata

Ho un sorriso sul viso. E' spuntato stamattina quando ho sentito la sua voce e non mi ha più abbandonato, imperterrito mentre facevo la spesa, mentre cucinavo, mentre sbrigavo la corrispondenza del lavoro.

Vi siete mai soffermarti sulla prima parola che usualmente si dice quando si risponde al telefono? - Pronto -, pronto è una parola corposa, riempie la bocca, risulta essere una parola decisa del resto si tratta di un’affermazione che accoglie l’interlocutore e lo avverte che è in attesa di scoprire, di conoscere gli argomenti di chi l’ha voluto contattare. Questa mattina ho chiamato lei, ed il suo pronto era carico di attesa. Carico di desiderio di scoprire una nuova situazione.

Non so come fosse quel pronto quando è uscito dalle mie labbra. E poi, dico pronto o dico ciao? Sarebbe forse meglio un buongiorno? Pronto, pronto, rimaniamo sul classico pronto. Chi lo sa poi se sono pronta a sentirlo davvero, chissà che effetto mi farà la sua voce, chissà se uscirà fuori la mia di voce ma se non mi decido non lo farò mai più, la timidezza vincerà sempre.

Resto in attesa. E poi la sua voce… è incredibile quanto la nostra mente sia in grado di prendere decisioni in così pochi secondi, superare agevolmente barriere che forse in altre circostanze saremo riusciti a costruire alte e solide vincendo appalti per le nostre abilità in merito. Poi la sua voce che come suono si propaga e la lingua che fremente comunica idee e pensieri. Siamo in ballo, balliamo.

Mi serve qualcosa di intelligente da dire, non so da dove iniziare ma per fortuna inizia a parlare lui e tutto è più semplice di quanto mi aspettassi o forse l'ho sempre sospettato che sarebbe stato semplice tra noi. Fiumi di parole - come diceva quella vecchia canzone - e mi perdo a seguire il suono della sua voce. È piacevole, sono emozionata ma la sua voce rassicurante mi mette a mio agio. Ho voglia di ascoltarlo, ho voglia di parlargli di me.

E’ uno scambio di idee, un flusso. La scrittura offre le sue potenzialità ma ciò che si riesce a trasmettere sul foglio a volte ha vita solo sul foglio. Nuove argomentazioni, nuove idee riescono ad essere trasmesse con la voce. I suoni sono capaci di illuminarci vie prima inesplorate, almeno illuderci che così sia… perché in verità potrebbe essere che con lei parlare sia naturale come respirare.

Qualche attimo di insicurezza, la scrittura offre la possibilità di riflettere qualche secondo in più di quel che si sta per dire ma una parola detta, è detta e non sempre si può aggiustare il tiro. Chissà per quanto continuerà questa conversazione, non voglio finisca ma non voglio diventi troppo lunga, non voglio esaurire gli argomenti, voglio che ci sia un seguito. Chissà chi sarà il primo a salutare, chissà se dovrò prendere io questa decisione o lo farà lui, chissà come ci saluteremo.

Mi è dispiaciuto dover prendere questa decisione. Tant’è che il mare del mio cuore era sempre rimasto calmo, dolcemente cullato dal vento, consapevole che ciò che mi sarei apprestato a fare sarebbe stato piacevole dall’inizio alla fine. Questa consapevolezza mi portò comunque a prendere qualche provvedimento, la batteria del cellulare era al 20% se le cose non fossero andate come mi ero immaginato avrei potuto utilizzare questa come scusa, ciò non accadde. Accadde che arrivò l’ora di pranzo molto velocemente e per non far torto alle provette cuore che si adoperavano in cucina, il tempo del saluto era giunto. Un saluto veloce, quasi a voler testimoniare il desiderio che si possa annullare per poter restare ancora questa volta voce a voce.

Il pranzo poteva essere una scusa ma non penso lo fosse. Avrebbe potuto interrompere la conversazione molto tempo prima e invece aveva continuato a infilare uno dopo l'altro nuovi argomenti do conversazione come perle in una collana. A presto, avrei voluto dirgli. Gli ho detto "Ciao ciao".

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